Capitolo 29

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Deglutisco e poi lo vedo venire verso di me.
È come un'apparizione.
Indossa la camicia blu, quella che si abbina perfettamente con i suoi occhi; un giacchetto anch'esso blu ed infine dei jeans molto chiari. i suoi capelli sono diversi dal solito, li ha sistemati con un po' di gel e così rimangono più o meno al loro posto.
Quando mi saluta probabilmente sono a bocca aperta

-ciao Martina!- dice con un sorriso smagliante

Sono senza fiato -Ciao...Leo!-

Per qualche minuto c'è un silenzio imbarazzante, poi mi rendo conto che sono io quella che l'ha invitato e spetta a me prendere una decisione

-allora...vogliamo andare al bar?- dico

-certo!- anche lui sembra a disagio, ma non deve esserlo. Voglio farlo stare bene. quindi cerco di calmarmi per non far capire che sono agitata

Durante il tragitto nessuno dei due sa di cosa parlare, così ci limitiamo a discorsi stupidi come la scuola, il tempo e altre cose di questo tipo... quando arriviamo al bar non c'è quasi nessuno. È strano perché manca poco all'apertura. non ci faccio caso e mi volto per guardare Leo negli occhi.
Sta per dire qualcosa quando viene interrotto dalla voce di un megafono. È un uomo sulla sessantina vestito elegante, probabilmente il proprietario

-buon pomeriggio a tutti voi e grazie di essere venuti all'inaugurazione del bar Dolce Elena!- ci fu un lungo applauso e poi riprese a parlare -il bar nasce nel 1991 da mio padre, era uno dei primi bar della mia città e ebbe un gran successo da allora abbiamo...- mi volto verso Leo. sta sorridendo.

-non lo trovi buffo?- mi dice sottovoce

In effetti lo è . Il proprietario ha una lunga barba e dei baffetti molto strani. si vede che è un po' imbarazzato, probabilmente si aspettava un po' più di gente per l'apertura del suo bar.
Annuisco a Leo e poi inizio a ridere anche io.

Dopo forse mezz'ora il buffo signore finisce di raccontare la sua storia e fa entrare gli ospiti all'interno del bar.
È un locale molto grande. Le pareti hanno una carta da parati con disegnate delle piccole ancore, ci sino delle mensole con dei vasetti di vetro e all'interno c'è della sabbia. il lungo bancone occupa la parte destra del locale e offre molti tipi di dolci.
A mio parere è molto carino.

Una cameriera si avvicina a noi è ci indica un tavolo per due. Leo sposta la mia sedia per farmi accomodare, divento rossa e lo ringrazio, poi va a sedersi al suo posto.

-carino non è vero?- le chiedo. appena è entrato avevo visto i suoi occhi brillare, voglio avere la certezza che le piaccia il locale

-si direi che è fantastico! Ha un'aria molto...ti fa ricordare il mare ecco.- ha ragione, l'ho notato anche io

Che imbarazzo.

Arriva la cameriera di prima
-buon pomeriggio ragazzi. che cosa vi porto?- tiene in mano un piccolo bloc-notes su cui scrive le ordinazioni

Io e Leo ci guardiamo. La cameriera nota il nostro imbarazzo

-potete scegliere voi oppure posso portarvi io alcune specialità. oggi offre tutto la casa!- si vede che è molto eccitata all'idea di lavorare al bar

-io direi...di farci portare alcune specialità...tu che dici?- Leo si rivolge a me. i suoi occhi si rivolgono a me.

-si si...sono d'accordo con lui- dico, senza distogliere lo sguardo dai suoi occhi.

La cameriera ci ringrazia e poi va a prendere i dolci.

First LoveWhere stories live. Discover now