Capitolo 41

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Erano le cinque del mattino quando ricevetti un messaggio.
Jennifer.

"Ciao Marti. mi dispiace di non averti fatto sapere più nulla, ma qui le cose sono andate per le lunghe. Posso chiamarti?"

Ero ancora in dormiveglia quando risposi al telefono.

-pronto?-

-ciao Marti-

-ciao Jen- dissi sbadigliando

-scusa per l'ora, ma sono qui in tribunale ad aspettare i miei nonni.-

-in tribunale?- replicai

-si...prima di fare affidamento devono firmare una montagna di moduli, ed io sono qui fuori.-

-ma li hai già incontrati?-

-li ho visti attraverso un vetro. non posso dire di averli incontrati realmente- disse con una risatina

-non sapevo che i tribunali aprissero così presto- dichiarai

-per le cause speciali, evidentemente si- la sentivo ridere in sottofondo

-perché tu sei speciale, non è vero?-

-ovviamente-

Iniziai a ridere anche io.
Parlai con Jennifer per 49 minuti. del tribunale, dei giorni di scuola senza di lei, e di Leo. poi mi disse

-ti devo lasciare Marti. mi stanno chiamando.-

-buona fortuna Jen-

Chiusi la chiamata e tornai a dormire. continuavo a pensare a Jen. alla sua storia. alla sua nuova vita. E mi addormentai.

Mi svegliai verso le 10:30 e trovai un messaggio di Jen.

"Li ho incontrati. ti chiamo più tardi".

Poche parole con un grande significato.

Era domenica e avevamo deciso di uscire a mangiare. io avevo invitato anche Leo. E lui aveva invitato la sua famiglia.

Ero un po' agitata e Leo mi aveva confessato che lo era anche lui. i nostri genitori si erano già conosciuti, ma non eravamo mai usciti a mangiare tutti insieme.

Avevo scelto un vestito nero, senza spalline che si chiudeva con un fiocco di pizzo dietro la schiena.
Era un'occasione speciale.

Arrivammo al ristorante in anticipo, ma la macchina dei genitori di Leo era già parcheggiata. appena scesi vidi Leo venirmi incontro, abbracciarmi e farmi roteare per poi dirmi

-sei bellissima-

-anche tu- lo baciai.

I nostri genitori ci guardavano, con una specie di sorriso stampato in faccia. si salutarono con una stretta di mano e poi entrammo per sederci al tavolo.
Una lunga tavolata di sei posti.
Liam e l'altro fratello di Leo non erano venuti perché avevano altri impegni.

Leo si era seduto di fronte a me e continuavamo a parlare tra di noi, senza badare ai nostri genitori. 

-Jennifer?- mi chiese.

un solo nome che mi faceva cambiare umore in pochi istanti. stavo ancora aspettando una sua telefonata.

abbassai lo sguardo.

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