Capitolo 44

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non voglio che quel ragazzo faccia del male a Leo, non deve rovinargli la gara per colpa mia. ma io che cosa posso fare? solo fidarmi di lui...

lo sparo della pistola che da il via mi fa ritornare alla realtà. Leo è in testa ma dopo la prima curva viene affiancato da Alan, l'amico di Marco. il suo nome è scritto sulla parte posteriore della tuta. il resto del gruppo rimane indietro, sono loro due che si contendono la prima posizione. Alan comincia ad infastidire Leo, cerca di tagliargli la strada, di fargli perdere il controllo della moto. le sue intenzioni sono chiare. vuole buttarlo fuori pista. quando mi volto per far notare al commissario di pista quello che sta succedendo vedo Marco, che mi fissa con un ghigno. si sono messi tutti contro Leo.  tutti i commissari hanno le cuffie, così mi dirigo verso l'altro lato della pista.

a metà gara i due sono ancora uno accanto all'altro e nessuno ha intenzione di mollare. ma Alan si tradisce. la sua ruota si infila sotto quella di Leo ed entrambi cadono a terra. 

inizio ad urlare in preda al panico. sono entrambi a terra, immobili. i soccorsi sono immediati. cerco di entrare in pista ma vengo fermata da due uomini della sicurezza che mi trattengono oltre lo steccato bianco. 

quando finalmente tolgono il casco a Leo vedo i suoi occhi che mi guardano e poi mi sorride. 

scoppio in lacrime e cado in ginocchio. sta bene. il suo sorriso mi dice che sta bene. 

anche Alan è sveglio. si tiene stretto il gomito. Torno a guardare Leo. lo caricano in ambulanza diretti  al centro medico. inizio a correre dietro di loro per raggiungerlo. 

quando arrivo al centro medico sono sudata e mi manca il fiato. ci sono una decina di ambulanze parcheggiate una accanto all'altra. l'edificio è di piccole dimensioni, serve solo per dei controlli perchè in casi gravi i pazienti vengono trasportati all'ospedale. ovviamente non posso entrare, così mi siedo in sala d'attesa e aspetto che esca da quella porta. arrivano anche i suoi genitori.

-cos'è successo?- chiede sua madre preoccupata. non sono in grado di raccontargli la verità, mi limito a dire

-sta bene. mi ha sorriso.- 

dopo un quarto d'ora la porta si apre ed esce Leo con un dottore che riferisce tutto ai genitori. 

-abbiamo fatto tutti gli accertamenti. Non ha niente di rotto, solo una distorsione al polso.- dice il dottore guardando la cartella clinica. mentre loro parlano io vado verso Leo ancora con le lacrime agli occhi

-sicuro che stai bene?- chiedo 

-adesso si- mi risponde poi lo bacio con tutta me stessa. 

dalla stanza accanto esce Alan con un braccio ingessato. ha una faccia sconvolta ed io e Leo tratteniamo le risate. se lo è meritato. 



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