Capitolo 30

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sul nostro tavolo c'è una montagna di cose da mangiare. la cameriera ha portato due frappè, due fette di torta al cioccolato, gelato con fragole ed infine un vassoio di pasticcini. devo ammettere che è tutto perfetto, chi li ha preparati lo ha fatto con il cuore. forse è per questo che nelle altre città il bar ha avuto molto successo.

inizio a bere il mio frappè , poi guardo Leo e dico -non so con cosa cominciare..-

i miei occhi guardano tutte quelle cose e poi Leo indica i pasticcini -che ne dici di iniziare con questi?- gli sorrido. Prendo un pasticcino alla frutta e inizio a mangiarlo, stando attenta a non sporcarmi ovunque ed evitare di fare figure davanti al ragazzo più bello che avessi mai conosciuto. lui sceglie un bignè alla crema, il quale esplode e la maggior parte della crema finisce sul tavolo. inizio a ridere

-dovrò dire alla cameriera che questi bignè sono esplosivi, bisogna stare attenti- dice per sdrammatizzare la situazione e poi inizia a ridere anche lui. gli passo un tovagliolino. era il pasticcino che avevo evitato io perchè sapevo che quello sarebbe successo a me.

-credo che adesso sceglierò qualcosa che non abbia la crema, o altre cose che potrebbero catapultarsi su di me- allunga la mano per scegliere un altro pasticcino

-attento a non prendere il cannolo! anche quello non scherza- iniziano di nuovo a ridere. incredibile. il mio primo appuntamento è iniziato con delle battute sui pasticcini.

anche la torta di cioccolato non era niente male. era ricoperta di zucchero a velo e sui lati c'erano delle piccole meringhe. dopo aver finito il frappè iniziamo a mangiare il gelato con le fragole. È semplicemente ottimo. nonostante fossimo pieni ed imbarazzati, sul tavolo non rimane nulla. Abbiamo mangiato tutto. la cameriera si avvicina a noi con due piatti in mano

-volete anche delle ciambelle? sono state appena sfornate-

-no grazie, credo che per questa volta ne faremo a meno.- dice Leo. la cameriera sorride e poi va a portare le ciambelle ad un'altra coppia.

-allora...Leo...- lui alza lo sguardo, i suoi occhi mi stanno fissando -devo essere sincera...se non fossi venuto a difendermi quel giorno noi non ci saremmo mai conosciuti, e non saremmo nemmeno qui. quindi...volevo ringraziarti, di nuovo-

-per me è stato un onore quel giorno-

il mio cuore si ferma per un secondo.

arrossisco all'istante.

un onore? è la cosa più bella che qualcuno mi abbia mai detto fino ad oggi. Era stato un onore conoscermi, difendermi e per me era stato un onore conoscere lui.

-davvero?- le parola più stupida che potessi dire mi è appena uscita di bocca. se me lo ha detto era la verità che cosa glielo chiedo a fare? Ho evitato la figuraccia con i pasticcini, ma ne sto facendo una proprio ora, con le parole.

lui sorride -certamente.-

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