A casa di Karma - Lo studio

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La casa di Karma era bellissima. Lui aveva una famiglia decisamente benestante e perciò viveva in una villetta moderna, molto elegante e curata.
Entrai con un po' di timore; lui notò che ero agitata e mi disse, per rassicurarmi: "Oh, non preoccuparti, non c'è nessuno in casa. Te l'ho chiesto proprio oggi perché non volevo farti agitare con altre persone."
Il mio cuore fece una capriola. Era così dolce...
"Grazie, Karma, sei stato molto gentile!"
Ci dirigemmo nell'ampia cucina.
"Là nel frigo c'è il salmone, me lo prenderesti per favore?"
"Ma certo!"
Mentre ero girata davanti al frigorifero aperto per cercare il salmone, sentii due braccia che mi circondavano la vita. Mi sentii le orecchie e le guance caldissime.
"Ti voglio bene, y/n." E mi diede un bacio sulla guancia.
Mi allungai per prendere il salmone sul ripiano più alto per non fargli vedere che ero rossa come un peperone, e gli dissi: "Ti voglio tanto bene anche io, Karma."
Mi girai e notai che anche lui aveva le gote rosse e che sorrideva come uno scemo, ma cercò di nasconderlo fingendo di sbadigliare.
Ridacchiai tra me e me e portai il filetto di pesce sul piano di marmo accanto al fornello.
Karma prese il bollitore del riso e lo accese, poi ci buttò dentro l'acqua e il riso per due porzioni.
Nel giro di un quarto d'ora, io avevo tagliato il pesce in tanti rettangoli e lui aveva cotto il riso.
Nel frattempo parlammo di tante cose. L'argomento principale era, ovviamente, Korosensei.
Parlammo dell'assassinio.
Della ricompensa e di cosa ci avremmo fatto.
Di quanto il nostro bersaglio fosse un bravo insegnante.
Parlammo di cosa sarebbe successo secondo noi dopo la morte di Korosensei.
Mi stavo pentendo di aver aderito a all'uccisione.
Era il miglior professore che ci fosse al mondo, e lo sapevamo, ma nessuno dei due lo avrebbe mai ammesso.

Ci sedemmo al tavolo. I nigiri erano deliziosi: il riso era cotto a puntino, il salmone era fresco e pulito bene.
"Sono davvero fantastici" decretò Karma, ad alta voce. "Quando li faccio da solo sono buoni, certo, ma oggi sono molto meglio. Sarai tu!" Aggiunse sorridendomi.
Arrossii, credo.
Che brava che sono a non farmi beccare, eh?
"Già...Sai che mi sono resa conto di una cosa?"
"Eh? Che cosa?"
"Che mancava un po' di musica. Quando cucino da sola canto le mie canzoni preferite a squarciagola..."
Karma rise. "Magari dopo, quando abbiamo finito di studiare, cantiamo qualcosa. Alla riunione della Kunugigaoka ti ho sentita cantare l'inno scolastico, hai una voce bellissima."
E di nuovo le mie guance divennero rosse.
Di nuovo. Uff.
"G-Grazie, Karma."
"Di niente, y/n. È vero, perché non dirtelo?"
Questa volta ridemmo insieme.
Mamma mia, la sua risata è...Stupenda. E i suoi denti? Sono bianchi, dritti e perfetti...
E come se non bastasse, Karma si era cambiato prima di mangiare...Aveva messo una maglietta con lo scollo a V...
Io credo di essere impazzita.

Dopo pranzo, siamo saliti in camera sua. Era spaziosa, pulita e ordinata. Un letto di una piazza e mezza stava addossato a un muro, e su quello opposto c'era una grandissima finestra che inondava di luce la stanza.
Alla destra della porta c'era una grossa scrivania in legno di betulla, minimale ma allo stesso tempo personale, decorata con foto, disegni e statuette di personaggi e band.
Alla sinistra della porta, invece, c'era una spaziosa libreria, piena di libri di qualunque genere, e un pianoforte a muro.
"Leggi?" Gli chiesi. "Io amo molto la lettura."
"Sì, è uno dei miei passatempi preferiti. Ora sto leggendo Guerra e Pace."
"Seriamente?! Anche io!"
"Ne potremmo parlare...Ma ora iniziamo a studiare, su."
Ci sedemmo alla scrivania. C'erano già due sedie. Che avesse preparato tutto prima che arrivassi? O ne teneva due normalmente?
Presi il mio libro di giapponese, lui tirò fuori dalla cartella il suo. I suoi occhi si impuntarono sul titolo.
"Uhm...La lingua del ciliegio. Cherry tree's language. 桜の花言葉. Il titolo mi piace...Il problema è l'interno, no?" Fece una risata nervosa.
Non capivo perché fosse così agitato.
"Bene...Cominciamo. Forza Karma, da cosa partiamo?"

Le ore passarono. Lo studio si alternava a momenti in cui ci parlavamo tranquilli, come se ci conoscessimo da anni e non da due mesi.
"Oh, giusto!" Fece Karma ad un certo punto. "Ti avevo promesso di ascoltare un po' di musica. Qual è la tua canzone preferita?"
"La mia...Canzone preferita?" La mia fantasia stava viaggiando un po' troppo, in quel momento, lo ammetto. Era solo che quella maglietta gli stava così bene che mi distraeva...
"Credo...Credo di amare molto Shinonuga E-Wa di Fuji Kaze. Oppure Golden Hour, di JVKE."
"Hmm...Golden Hour si abbina tantissimo a te."
"Come mai?" Gli chiesi, curiosa.
"Quando penso a te..." Karma arrossì. "Quando penso a te ti vedo brillante, come immersa in una tua luce. O piena di glitter. Dipende dal momento..."
"Grazie!..." Gli dissi, quasi commossa. Non capivo perché, ma quel commento della "mia luce" mi aveva mosso qualcosa nel profondo.
Quindi Karma prese il suo telefono, lo collegò all'impianto surround delle casse della sua camera e la canzone partì, potente e con un suono chiaro.
Karma mi guardò di sottecchi e borbottò qualcosa.
"Cosa?" Sorrisi. "È la prima volta che non ti sento dire qualcosa ad alta voce."
Karma era rosso e agitato. Stoppò l'intro della canzone. "Ti va...Y/n, ti va di ballare?"
Il mio cuore accelerò.
Sorrisi felice, senza riuscire a trattenermi.
"Certo che mi va, Karma."

Kiss me or I'll do it Where stories live. Discover now