17 dicembre - Nome

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Nella mia testa riecheggiavano frasi scomposte.
'Ti amo. Ti amo. Perdonami...'
'Svegliati, ti prego!'
'Non sappiamo se ce la farà.'
E anche tanti pianti. Gente che piangeva. Soprattutto un pianto femminile, e uno di un ragazzo, giovane.

La luce del sole mi ferì gli occhi con violenza.
"Si è svegliata, si è svegliata!" Un telefono suonò. "Karma? Amore? Sì, si è svegliata!"
Era la voce di una donna, e sembrava felice.
Era una voce dolce e un po' stridula, ma non era sgradevole. Sembrava calda e accogliente.
Sbattei le palpebre e guardai la donna.
Era alta e slanciata, con lunghi e morbidi boccoli nerissimi e occhi dorati.
Quando vidi i suoi occhi, il mio cuore balzò, senza un motivo apparente.
"Ciao, tesoro. Ben svegliata."
Mugolai qualcosa.
"Sai chi sono? Mi conosci?"
Avevo la sensazione di averla già vista, ma la mia mente era completamente vuota.
"...No."
Il sorriso caldo della donna si frantumò. "Oh."
Poi nascose la tristezza e disse:
"Figliola, io sono Naoko Akabane."
Al suono di quel cognome, di nuovo sentii il mio cuore scodinzolare. Come mai?
"Akabane? Noi ci conosciamo, forse?"
"Io e te...Poco. Forse conosci meglio mio figlio."
"Suo figlio? Signora, non conosco nessuno a parte i miei genitori. Ricordo solo i loro volti. Sono asociale?"
La signora Akabane rise in modo delicato.
"No, no, cara...Non sei asociale. Tu conosci molto bene mio figlio, davvero. Se ti dicessi il suo nome?"
Sospirai. "Proviamo."
"Karma Akabane." Non mostrai nessuna emozione. "Ecco una foto..." Aggiunse, preoccupata. Per chi?!
Sentii il mio cuore diventare campione mondiale di ginnastica artistica. Il ragazzo era bellissimo.
Aveva capelli rosso scuro tagliati corti, tipo pixie cut.
I suoi occhi erano identici a quelli della madre, sembrava avere dei gioielli incastonati nell'iride.
Aveva un sorriso scaltro, e pareva capace di raggirarti e ingannarti senza fare nulla.
Nella foto indossava un'uniforme scolastica che mi parve familiare.
"Lui..." Allungai la mano verso il cellulare della donna, come per toccarlo.
"Lo conosco. Ne sono sicura."
La signora Akabane sorrise. "Certo che lo conosci, cara. D'altronde, tu e lui..."
Venne interrotta dalla porta che si apriva.
Indovinate chi stava entrando?
Il ragazzo della foto. Era ancora più bello dal vivo, ma c'era qualcosa che sembrava spegnerlo.
Nella foto era spavaldo e furbo, ora sembrava chiuso in sé stesso, depresso. Teneva gli occhi bassi.
Sopra all'uniforme sgualcita portava un lungo cappotto nero, pesante, e aveva sui capelli diversi cosini bianchi. Poi, quando si avvicinò, notai che erano fiocchi di neve.
Ma come mai nevicava a novembre? Non era mai successo qui.
Poi la realizzazione mi colpì fortissimo. I ricordi della sera dell'incidente riaffiorarono tutti assieme.
La macchina...La mano...Il buio...
Mi accorsi che non riuscivo a muovere la mano sinistra. Resistetti all'orrenda curiosità di vederla che mi assaliva.
Ma chi avevo spinto quella notte, per salvarlo, proprio non capivo chi fosse.
Allargai gli occhi e quasi annaspai nell'aria.
"Che giorno è, oggi?" Chiesi impanicata.
Il ragazzo si girò verso di me di scatto.
Le sue labbra tremarono.
"Y/n..." Si avvicinò piano a me, e poi si chinò, appoggiandosi alla mia brandina.
Sembrava sul punto di scoppiare in lacrime.
Poi si ricompose, e si ricordò di quello che aveva chiesto. "Oggi è il 17 dicembre, tesoro."
Abbassò la testa, apparentemente pieno di vergogna.
17 dicembre?! Ma ieri era il 22 novembre?! TESORO?! Che cosa?!
"Ma..." Stavo decisamente perdendo la partita contro la mia memoria. Cercavo come una pazza di capire chi fosse, ma ricordavo solo un sapore sulla mie labbra: caramella alla fragola.
Che cosa c'entrasse, poi...
Il ragazzo mi prese una mano e alzò il capo.
Piangeva.
"È colpa mia. Io..." La voce gli morì in gola.
Avevo paura di dirglielo, ma trovai il coraggio.
"Dimmi il tuo nome, per favore."
Il ragazzo mi fissò, devastato. I suoi occhi sembravano vetri rotti, ora.
"Cosa...?"
"Non so...Non so come ti chiami. Io so di conoscerti, ma nient'altro." E che sei bellissimo, e che sono emozionata per il fatto che qualcuno come lui mi tenga una mano.
"Io...Karma. Mi chiamo Karma."

Kiss me or I'll do it Donde viven las historias. Descúbrelo ahora