Pensieri - Emozioni e ricordi

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I giorni passavano piano: la mia mano guariva, la mia memoria anche, i miei problemi di cuore no.
Sapevo che Karma era quello giusto, ma c'era una piccola parte di me che mi sussurrava all'orecchio il nome di Nagisa.
Però dovevo pensarci: volevo amare un ragazzo che non amava me, che mi aveva praticamente ignorato quando mi ero svegliata da un coma di un mese, oppure un ragazzo che mi amava, che mi adorava, e che quando mi sono svegliata piangeva dalla gioia e dal senso di colpa, che è restato tutto il tempo accanto a me?
Quando ci pensavo, il dubbio partiva dallo stomaco e mi cingeva la gola, facendomi pensare di aver ingoiato del filo spinato.

La mamma (che avevo scoperto che era anche il chirurgo che mi aveva operata di emergenza) mi aveva spiegato che la perdita di memoria era molto probabilmente provvisoria e che capitava spesso dopo un coma. Ero felice:
avrei ricordato Karma, e ciò che avevamo condiviso.

I suoi genitori e i miei puntavano a farci riunire, cosa che trovavo stranissima. Forse io piacevo ai suoi, e lui piaceva ai miei, ma non ne avevo idea. Forse avevano semplicemente compreso che avevo rischiato la vita per lui: questo poteva significare che non fosse solo una cottarella di adolescenti.
Credo.

Questa cosa del riunirci li portò a combinare un pigiama party con dei miei compagni di classe, a casa di Karma. Invitarono me, Kayano e Nagisa. Quel dettaglio mi fece ricordare che a Kayano piaceva Nagisa, e quello era un problema enorme. E se a lui piaceva lei? Che avrei fatto?
Nulla, mi dissi. Lui non ti interessa.

La sera dell'evento mi preparai benissimo. Misi nello zaino il pigiama che mi stava meglio, il deodorante, il mio profumo preferito (che Karma mi aveva detto di aver sempre adorato, ma io non lo sapevo), un cambio ben abbinato per il giorno dopo, trucchi per giocare con Kayano (e fare i baffi a Karma e Nagisa mentre dormivano), sciocchezze, snack...
Ero elettrizzata, e non vedevo l'ora. Forse tutto quello avrebbe risvegliato dei ricordi, ma comunque non sarebbe importato: era una serata che aspettavo da qualche giorno, e sapevo che sarebbe successo qualcosa di bello. Che ne so, un bacio con Karma dopo il coma? Finalmente?
Ti prego, sì!
Che ne so, che capisca che Nagisa non è per me?
Ti prego, sì!

Entrai in casa di Karma in anticipo di un quarto d'ora, e non c'era ancora nessuno oltre a me e lui. I suoi genitori erano tutti e due via per lavoro, guarda caso.
Mi aprì la porta. Era già in pigiama: indossava dei pantaloni neri della tuta e una maglietta con uno scollo a V. Quella t-shirt mi stava bombardando. Sapevo che avevo dei ricordi piacevoli legati a quella.
Mi concentrai e...Vidi Karma che combatteva corpo a corpo con Isogai. Mi resi conto che era un ricordo infinitamente piacevole. Trovai anche la frase che avevo pensato: 'sembra un Dio.'
Avevo ragione. Ma tipo, un sacco.
Senza un motivo apparente, gli saltai al collo e lo abbracciai. "Ti ringrazio!" Quasi urlai. "Con questa maglietta, mi hai fatto venire in mente un tuo ricordo!" Karma arrossì per la mia manifestazione di affetto improvvisa e poi realizzò quello che mi aveva detto. "Davvero?" Sembrava raggiante.
Senza pensarci, così come io gli avevo buttato le braccia al collo (forse uno solo, l'altro era ancora nel gesso transformer), prima mi abbracciò forte, e poi iniziò a girare in tondo, emozionato, fino al punto da farmi volare. "Karma! La mano!" Risi.
Anche lui rise. "È tutto in discesa, ora. Un ricordo, capisci? Presto te arriveranno molti altri, vedrai."
Ci sciogliemmo piano dall'abbraccio e entrammo in casa sua.

Kiss me or I'll do it Where stories live. Discover now