Un arto in meno - Dove stai?

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La notte andò avanti lentamente, perché Karma, anche se lo nascondeva molto bene, era agitatissimo e quindi non riusciva a dormire, e io avevo deciso di stargli vicina.
Il nostro passatempo? Fare gli stupidi e giocare a chi si faceva il solletico di più o a chi ti prendeva di sorpresa meglio.

Verso le 6:00 di mattina, il telefono di Karma squillò forte, svegliandolo.
Era finalmente crollato un'oretta prima, con la testa sul mio grembo. Addormentato sembrava un angelo dai capelli rossi.
Il ragazzo si svegliò di scatto e prese in mano il cellulare, rispondendo al padre.
"Ehy, Karma, vieni in ospedale. Con y/n, così sarà più facile parlare con il chirurgo."

"Ho una...Notizia, signori. La signora Akabane è in coma." Mia mamma aveva una faccia seria, ma non arrabbiata o triste.
Karma sembrò ancora più depresso.
"Come...In coma?"
"La signora è ancora troppo debole dopo l'intervento. Precisando, è un coma che abbiamo creato noi: un coma farmacologico. Aspettiamo che i suoi parametri vitali siamo in condizioni migliori per risvegliarla."
Il viso di Karma si rilassò un pochino.
"Quindi non è in...Un coma vero, giusto?"
"Diciamo di sì. Noi possiamo svegliarla in ogni momento, dobbiamo solo aspettare che lei stia meglio." Poi mise una mano sulla spalla del ragazzo.
"Tua mamma è una leonessa. Ha combattuto e vinto. È ancora viva e vegeta, e ha sopportato tutto."
Il signor Akabane, che era vicino a Karma, impallidì.
"Tutto cosa?"
Mamma si morse un labbro. "È stata...È stata una pratica di emergenza, ma...La signora Akabane ha perso la gamba."
Anche io e Karma sbiancammo di colpo. Non ce lo aspettavamo per nulla.
Il padre del ragazzo emise dei versi strozzati e poi riuscì a dire: "E-E-E qui-ndi?"
"E quindi avrà bisogno di una protesi. Se non potete permettervela ci sono fondi appositi, perché la signora ha perso l'arto in un incidente."

"Karma, devo ritornare a Osaka. Farò in modo di venire ogni due settimane per vedere te e la mamma." Il signor Akabane era serio, ma c'era un velo di amarezza nel suo sguardo.
"Ma papà, starò da solo tutto il tempo!"
"No!" Dissi, finalmente parlando. "Potrai stare da me quanto vorrai!"
Il padre di Karma mi squadrò pensieroso.
"Hmm...Va bene. Se tua madre vuole..."
"Va benissimo!"  Rispose subito il ragazzo. Questo sembrò tirarlo un po' su.
Il padre ci lasciò con la macchina a casa Akabane e poi partì sgommando per Osaka.
Karma prese tutto quello di cui aveva bisogno (pigiama, cambi di vestiti, spazzolino, cuscino...) e poi ci avviammo a casa mia.

Kiss me or I'll do it Where stories live. Discover now