Epilogo

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La chiesa era troppo piccola, ma troppo grande.
Mamma era elegantissima, sfoggiava un vestito lungo e azzurro 'chirurgo'.
Papà, pur essendo sessantenne, indossava uno smoking che evidenziava il suo essere in perfetta forma.
Il prete, un uomo stempiato, sorrideva. Forse percepiva che quello era un matrimonio che aveva senso, perché sarebbe durato.
Le donne e gli uomini della platea erano tutti felici.
La mia damigella d'onore e testimone, Kayano, piangeva già guardandomi scivolare leggera lungo la navata.
Nagisa, tutto infiocchettato,  ancora basso, guardava il mio quasi marito con orgoglio, come 'lui è il mio migliore amico, ragazzi, capito? Il mio migliore amico!'
Il mio vestito era lungo, tipo principessa. Era senza maniche, solo spalle, ed un ricamo fatto di perline e pizzi partiva dalla mia spalla sinistra e si avvolgeva sul corpetto e tutta la gonna.
Il velo mi arrivava alla vita.
I miei capelli erano una cascata di riccioli, acconciati con montagne di lacca.
Mentre papà mi accompagnava a ritmo della musica nuziale tutto commosso, mi osservai di nascosto la mano sinistra. Era incredibilmente valorizzata dal prezioso gioiello che lui mi aveva regalato.
Sollevai lo sguardo.
Lui mi guardava, quasi a bocca aperta, con gli occhi che luccicavano di gioia contenuta.
Indossava uno smoking nero, con una camicia immacolata e un fiore rosso scuro all'occhiello.
Pareva un modello.
Sillabai verso di lui 'ti amo', e lui mi rispose in modo identico. Un sorriso luminoso gli increspò il volto.
Papà piangeva quando arrivai all'altare.
Lo abbracciai, dicendogli sottovoce 'ti voglio bene, papà', e andai verso Karma.

"...Bene, vi dichiaro ufficialmente marito e moglie!
Puoi baciare la sposa!" Il prete chiuse il vangelo e sorrise, incoraggiandoci.
Mi accarezzò il viso e mi diede un bacio a stampo, veloce ma fermo nel tempo.
Golden Hour, suonata all'organo, partì subito.
"Cosa?! Sei stato tu?!"
Karma annuì, piangendo dalla gioia. Anche io ero nello stesso stato.
Tutti uscirono. Noi restammo dentro un momento per fare delle foto in chiesa senza nessuno.
"Non ci credo."
"Nemmeno io. Un sogno che si avvera."

La torta era meravigliosa. Bianca, simile al mio vestito, con in cima una mini versione di noi due.
La tagliammo. Era buonissima, alla vaniglia.
"Posso darti un bacio?"
"Dopo, oppure urlano tutti e tua mamma sviene, Karma..."
Rise. La sua risata mi faceva ancora lo stesso effetto.

Era sera tardissimo.
Mi buttai sul letto, distrutta.
"Ora ti posso dare un bacio?"
Si sedette sul bordo del letto, e poi si buttò giù pure lui.
"Ho sonno..." Arrancai verso le coperte.
"Ho pensato a una cosa."
"Dimmi..."
"Ti ricordi quando ti ho chiesto di venire a studiare?"
"Hm-Hm?"
"Che ho guardato il titolo del libro di giapponese?"
"Sì?"
"L'ho detto in più lingue, giusto?"
"Esatto...?"
"Ascolta:
キスしてください、さもなければ私がします...
Baciami o lo farò io...
Kiss me or I'll do it."

Kiss me or I'll do it Where stories live. Discover now