Capitolo 24

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È la luce accecante del sole a svegliarmi. Mi copro la testa con il piumino senza riuscire a trattenere una specie di grugnito di lamento. Il risveglio mi fa intendere due cose: che devo andare a scuola e che non sono nel mio letto. Per un attimo vengo travolta dal panico e sgrano gli occhi cercando di capirne di più. Tolgo il piumino dalla testa ed è solo quando riconosco l'appartamento di Ginger e Gwen che i ricordi della sera prima mi tornano alla mente. Cerco di lanciare un'occhiata frastornata all'orologio appeso alla parete ma non distinguo assolutamente le lancette. Allungo la mano nel vuoto fino a raggiungere la mia borsa, quindi la custodia degli occhiali. Li inforco e provo a rileggere l'orologio: sono in anticipo di un'ora: "Grande." sussurro a me stessa
Devo riuscire a trovare il coraggio di affrontare questa giornata. Devo vestirmi ed uscire da questo appartamento senza sembrare un'ingrata per il fatto che mi hanno lasciata dormire qui, e poi dare sicuramente spiegazioni a Millicent su dove ho dormito. E considerato che Millicent parlerà sicuramente con Roger ed Hunter dovrò delle spiegazioni anche a loro. Assottiglio gli occhi fino a trovare i miei vestiti: sono sulla poltrona dove ieri sera sedeva Harry.

Mi metto a sedere. Non ci sono rumori: nessuno da l'idea di essere sveglio o di volersi svegliare per un altro po', il che mi sembra un chiaro invito a fare colazione visto che ho chiaramente fame.

Mi incammino quindi verso la cucina. Il freddo delle mattonelle è come una doccia fredda e mi risveglia praticamente del tutto. Preparo il caffè e guardo nei singoli sportelli alla ricerca di qualcosa che possa essere definito colazione. Ginger e Gwen mi sorprendono con un frigo vuoto e merendine di ogni genere sparse per la cucina.

Mi sembra di sentire un rumore proveniente dall'appartamento, ma siccome non ne seguono altri do per scontato di essermelo sognata. Ritorno al bancone, stiracchiandomi. In cucina c'è un caldo molto piacevole, infatti non ho freddo nonostante i pantaloncini del pigiama di Ginger e la t-shirt non consistano in un pigiama propriamente invernale. Deciso che l'unica opzione che ho e mangiare dei cereali, ed ho solo l'imbarazzo della scelta visto quante confezioni hanno. Opto per i cereali al miele e mentre sono impegnata a leggere, per mero diletto, la lista degli ingredienti, tiro fuori una tazzina per il caffè ormai pronto.

"Quindi sei una persona mattiniera."

"Cristo!" mi volto in modo brusco appiattendomi contro il mobile mentre mi reggo con una mano ad esso e con l'altra il cuore, che prende a galoppare come se avessi saltato uno scalino. "Sei fuori di testa per caso? Che ci fai qui?" non riesco ad evitare il leggero tremolio alle mani per lo spavento preso.
"Da quanto tempo sei lì?" continuo furibonda.

Lui appoggia la testa alle mattonelle dietro di lui. Indossa una berretta nera, ha addosso la felpa e il giubbotto: qualcosa mi dice che non è dall'appartamento accanto che è giunto fin qui.
"Buongiorno anche a te." bisbiglia prendendo posto al tavolo "Mi duole constatare che sei piena di domande anche di prima mattina."

"Ed a me osservare con che perizia tu eviti di rispondere a tutte quante loro." Sottolineo dandogli le spalle. Verso il caffè e metto i cereali in una ciotola.

"Posso avere del caffè?" domanda.

"Serviti pure. Questa è più casa tua che mia." prendo posto al tavolo.

"Non sei ciò che si definirebbe buon umore, questa mattina. Non hai dormito bene? O sono state tutte le rivelazioni di ieri sera?"

"Invece tu mi sembri in gran forma. Ho dormito molto bene, grazie. Spero per te si stato lo stesso." sottolineo ironicamente. Dagli occhi assonnati e dal fatto che sia vestito dalla testa ai piedi così presto è deducibile che non ha passato la notte a casa.

Si stringe nelle spalle mentre si serve: "Avrei potuto dormire meglio. Poco ma sicuro." borbotta. "E sono qui perché questo è l'appartamento delle mie migliori amiche, e, come hai sottolineato tu, è più casa mia che tua. Quindi fai poco la sorpresa."

SheolWhere stories live. Discover now