Capitolo 34

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Solo ripensare a ciò che è accaduto mi infonde un certo timore, per non parlare poi di come mi sento alla sola idea di doverne parlare con Harry prima o poi. Ragion per cui non abbiamo mai più toccato l'argomento. Anzi, nel momento stesso in cui si è staccato dalle mie labbra è stato come se non mi avesse mai baciata. Lui, che nei miei confronti è sempre stato parecchio rigido, adesso lo è ancora di più.

Per me è quasi impossibile non pensare a cosa è accaduto quella sera, e impossibile non avere le ginocchia molli quando accade. Il cuore rischia di esplodermi nel petto perché se chiudo gli occhi e lo desidero intensamente riesco a risentire il suo respiro sul mio volto.

Finita la serie di baci si è allontanato, aveva il fiato corto a spezzarsi contro il mio viso. Nell'aria aleggiava ancora il ricordo di quello che era accaduto solo pochi istanti prima, della corsa a perdifiato che avevamo fatto e del modo in cui aveva zittito il mio piangere. Ho letto del rimorso nei suoi occhi: sono sicura che entrambi abbiamo pensato che forse non avremmo dovuto farlo, che quello avrebbe complicato le cose di parecchio.

Non ne ho parlato con nessuno. E' stato semplice tenerlo nascosto a Ginger e Gwen, visto che ancora non mi hanno conosciuta benissimo non sanno leggere ciò che non dico, cosa che, ad esempio, Roger sa fare benissimo. Mi manca, ma sono contenta di non averlo ancora visto proprio per questo, perché so che capirebbe che qualcosa non va. E io glie lo direi. Non gli direi dove è accaduto e perché io ed Harry fossimo soli, ma gli direi che ci siamo baciati.

Ma c'è una persona che sono ancora più felice di poter evitare, e quella è Hunter. Il senso di colpa mi fa mancare l'aria: non si merita ciò che ho fatto. Cerco di pensare al fatto che non siamo fidanzati e che in teoria sono in tempo per fare un passo indietro e lasciare tutto com'è. Forse è proprio quello che farò. Prendere questa decisione mi causa una certa sofferenza visto che, sulla carta, Hunter è la persona perfetta per me. Ma se è vero che quando sono con lui mi sento come se quello fosse l'unico posto per me al mondo, è vero anche che quando non c'è non soffro troppo la sua assenza, per quanto terribile possa essere.

Ho origliato una conversazione tra Harry e i ragazzi ieri sera: pare che abbia intenzione di farsi espellere per davvero. Ho provato ad avere l'opinione degli altri ragazzi su questa cosa: dovrebbero insistere di più con lui. Tutto quello che trovo nella sua scelta di lasciare il liceo al quinto anno è illogicità, ragion per cui, totalmente sottomessa al mio credo ho deciso che metterò assieme il materiale che non includerò nella mia ricerca e presentarla come sua. Tutti meritano una possibilità, forse non ha senso che sia io a dargliela viste le dinamiche che ci uniscono, ma ormai ci sono dentro, ed ho intenzione di portare avanti questa cosa.

"Buongiorno Arthur!" lo saluto varcando la soglia della piccola libreria. E' la prima volta che lo rivedo da quando io ed Harry siamo tornati. Spero non noti l'assenza del medaglione al mio collo. Ad essere sincera non ho nemmeno ancora aperto quella scatolina di velluto nero, per pura vigliaccheria. Il potere di quell'amuleto mi intimorisce, e mi intimorisce ancora di più sapere a cosa serve.

"Skylar! Buongiorno! E' bello rivederti." lo abbraccio e quindi si rimette a sedere nella sua solita poltrona.

"Anche per me Arthur- sospiro mettendomi a sedere a mia volta- anche per me."

"Suppongo sia stato un viaggio impegnativo." continua lui sistemandosi sulla poltrona.

"A dir poco." asserisco. "Te ne ha già parlato?" domando mettendo via la mia borsa piena di libri.

"Si, Harry è passato a farmi visita la sera in cui siete tornati. Ma era troppo stanco, abbiamo solo parlato del più e del meno. Avete trovato il medaglione?" chiede.

Annuisco: "Ma, Arthur, devo essere sincera con te." mi alzo per riempire una tazza di caffè, non riesco a stare ferma sono troppo agitata "Non credo di volerlo indossare." cerco di guardarlo con la coda dell'occhio.

SheolWhere stories live. Discover now