Capitolo 85

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Il giorno seguente tutto quello che conta qualcosa è evitare di parlare a coloro che tengono un muso lungo come non so cosa. I miei coinquilini, quasi tutti, sono giù di morale, e come biasimarli?

La notte ha fatto si che i ruoli si invertissero: Sean, dopo una notte insonne, si nota dalle borse sotto i suoi occhi, pare aver realizzato che non è cosa da nulla quella nella quale ci dovremo avventurare; al contrario, Jayden pare essere divenuto insensibile alla paura di ieri sera.. sorride, è l'unico a farlo, cerca di fare qualche battuta per tirare su il morale a tutti. Trova una degna alleata solo in me. Non temo quello che arriverà, non ancora almeno, e non so se questo sia un segno di estremo coraggio e nobiltà d'animo o di estrema noncuranza verso il pericolo.

Comunque sia, cerco di fare del mio meglio per aiutare Jay a rallegrare tutti, il nostro gruppo non è fatto per stare così mogio e poco sorridente, sembra quasi che una bomba di malumore sia esplosa su di noi; il tempo, tuttavia, preferisce restare limpido e bello, per nulla solidale nei nostri confronti, ma non mi dispiace per nulla, adoro poter trovare consolazione almeno nel tramonto. Ed infatti è proprio quello a cui sto assistendo dal silenzio della cucina: è quel momento in cui il sole si è appena ricordato di dover cedere il posto alla luna, e comincia la sua lenta discesa: un'enorme palla di fuoco che si nasconde come a fare un gioco al quale ha abituato tutti per anni..

"Io devo andare in un posto." La voce roca di Harry irrompe in cucina e ci distrae tutti quanti dai nostri pensieri. Io mi volto di scatto per poterlo osservare come meglio mi riesce. Ha addosso il cappotto nero, lungo fino al ginocchio, so che adora metterlo, ma ultimamente preferiva la giacca di pelle, certo, questo cambiamento gli fa assumere un'aria molto più importante e sexy, e non mi dispiace affatto.

"Ok." Sussurra qualcuno. Gwen, suppongo, che da le spalle a tutti mentre cucina assieme a Sean.

Harry lascia in fretta la cucina, ma non sono disposta a farlo andare via così in fretta, mi alzo dal mio posto quindi e lo seguo fino in soggiorno.

"Harry." Si volta al suono della mia voce, mi guarda, non sorride come vorrei facesse.. Resta lì, quasi imbronciato mentre io lo osservo. "Dove stai andando?" Gli chiedo senza voler passare per qualcuno che non si fa gli affari suoi.

"Devo controllare un posto." Sussurra passandosi la mano nei capelli.

"Nulla di troppo pericoloso spero."

"Sei diventata la mia mamma?" Ridacchia schernendomi.

"In realtà- replico quasi offesa, mentre appoggio le mani ai fianchi- sto lavorando ancora per riuscire ad essere la tua ragazza- e il suo sorrisetto cade a tale affermazione, facendomi divertire più di quanto dovrebbe.. -hai altro da aggiungere a riguardo?" Ridacchio incrociando le braccia al petto.

"Non sei una con cui vorrei litigare.." Sussurra fingendo di essere stato messo all'angolo dalle mie parole.

"Non mi piace che tu giri da solo.. So che ti piace fare il tipo losco è tutto quanto.." Sussurro.

"Il tipo losco?" Ridacchia prendendomi la mano e trascinandomi in camera.

"Si, Harry, sei tutto un mistero tu." Sbuffo mentre entriamo in camera a chiude la porta alle sue spalle.

"Mettiti qualcosa, così puoi venire con me e constatare coi tuoi occhi che non faccio nulla di losco. Devo solo controllare un posto." Fa spallucce sedendosi sul mio letto. "Tutto qui."

"Mi fido di te Harry.." Ridacchio spostandogli alcuni capelli dalla faccia. "Solo.. Non voglio che tu ti metta nei casini."

"Vieni con me ed evitamelo." Sussurra in un tono quasi perverso.

SheolDove le storie prendono vita. Scoprilo ora