Capitolo 49

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Scendo le scale frettolosamente; ho dovuto preparare la cena, il che ha implicato che io fossi l'ultima ad essere pronta per stasera. Non ero sicura di voler prendere parte alla festa di stasera ma Ginger mi ha fatto riflettere: perché perdere una serata di divertimento? Non ha senso stare a casa a contemplare gli avvenimenti della mattina.

Non sono sicura di come raggiungere il luogo della festa ma ho il mezzo sospetto che Jayden offrirà a tutti un passaggio sulla sua nuova macchina. Sean mi ha rivelato che è da parecchio che mette i soldi da parte.

Mentre mi vestito ho riflettuto se puntare sulla comodità o sull'estetica: seguendo i consigli di Ginger e Gwen ho puntato sulla seconda. Ho messo un vestito nero, alquanto semplice, e tacchi vertiginosi ai piedi. Una cosa che apprezzo enormemente delle feste e dell'influenza che hanno si di me le mie amiche è avermi fatto scoprire un lato femminile e sensuale che ero convinta di non avere.
Cerco di affrettarmi verso la macchina il più in fretta possibile: quanto concesso dalle scarpe.

"Eccomi! Eccomi! Scusate il mega ritardo, scusatemi!" ridacchio mentre percorro a passi veloci l'ultima parte di strada per raggiungere Sean che è l'unico fuori dalla macchina.

Sean osserva il mio outfit e scuote la testa: "Voi ragazze avete una chicca per ogni festa, non è così?" apre una delle porte posteriori della macchia per farmi salire.

"Bella maccina Jay!" gli lascio un bacio sulla guancia.

Dietro con me e Sean c'è Gwen: la guardo un po' accigliata sapendo quanto è fissata con l'occupare il posto davanti.
"Non ricordarmelo." mi ferma mentre sto per aprir bocca, Jayden parte. "Vuole tenre d'occhio Jay, non crede che abbia preso davvero la patente." mi spiega riferendosi a Ginger

"Come se Ginger potesse salvarci se lui dovesse buttarci tutti in un fosso." dico a voce abbastanza alta perché la ragazza davanti possa sentirmi: per tutta risposta alza il dito medio.

"Stai bene con gli occhi così truccati."mi indica come se stesse osservano un'opera per la prima volta e la trovasse interessante. "Sei brava col trucco, sai?"

"Cerco di assomigliare il meno possibile ad un quadro di Picasso." spiego liberando il cappotto: qui dentro fa davvero il caldo. Ecco, l'eccesso di temperatura mi fa ricordare Harry e, sentendomi molto in colpa, mi guardo attorno notando la sua assenza.

"Harry non viene?" chiedo a Gwen mentre gli altri tre parlano di che canzone lasciare alla radio.

"Oh, certo che si, non se ne fa mancare una sola di queste feste; sopratutto se non si tengo a casa sua." ride. "Ma siccome questa cinque posti era troppo per contenere tutti, ci raggiungerà con la moto." sorride mentre si sistema una ciocca di capelli.

"Capito." annuisco più sollevata.

"Hai parlato con Arthur di recente?" chiede soprendendomi.

La guardo con un cipiglio sulla fronte. "Si. Come mai chiedi? Ci parlo spesso visto che lavoro lì con lui." ridacchio nervosa.

"Era un po' preoccupato quanto ti ho nominata, ha detto che l'ultima volta non eri proprio una gioia." sorride per non far sembrare il tutto troppo rude.

"Oh- arrissisco- io ed Harry abbiamo avuto una piccola discussione li da lui, ma è tutto risolto. Nulla di troppo grave." le faccio un cenno noncurante.

"Non devi permettergli di farti stare in pena, lo sai? E se ti infastidisce a tal punto basta dirlo. Siamo amici suoi come sono amici tuoi. Possiamo metterlo a posto, basta che tu lo dica." avvolge un braccio attorno alle spalle e mi abbraccia. Ricambio rassicurata di averla. Sono sempre più contenta essere parte del loro gruppo.

SheolWhere stories live. Discover now