Capitolo 41

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Mi faccio forza: un'ultima ora, un ultimo sforzo per la lezione d'inglese e poi poterò tornare a casa, decretando la fine di questo brutto lunedì. Non me la passo benissimo negli ultimi giorni, principalmente per il fatto che non riesco a non pensare a quello che è successo venerdì sera. Quasi fatico a credere che sia accaduto per davvero ad essere sincera. Ero io? Ero ero proprio assieme ad Harry? E possibile che un contatto simile sia bastato a farmi perdere totalmente la testa per lui? Non dovrebbe. L'abbiamo detto entrambi nel momento stesso in cui è accaduto: dobbiamo fare finta che non sia stato ed andare avanti con le nostre vite. Ma in realtà mi chiedo perché mai dovremmo combattere così tanto una cosa che sembriamo volere entrambi. Almeno in certi momenti.

Prendo posto ai banchi della seconda fila, come sempre, gli occhi serrati per la luce del sole. Penso di non essermi ancora ripresa dalla devastante serata dell'ultimo week-end e non ci vuole verto un genio a capirlo, basta una veloce occhiata alla mia persona. Riprendo il filo dei pensieri: ci sono molte ragioni per cui non dovrei nemmeno accarezzare l'idea di poter avere di più da Harry. Lui è terribile nei rapporti umani e stando con lui ho imparato che nemmeno io me la cavo bene come pensavo. Stare insieme ci fa più male che bene, ecco perché i pochi istanti di calma e di accecante desiderio acquisiscono così tanto valore.

Non posso fare a meno di sorridere all'idea della serata trascorsa assieme a lui, oltre che assieme a tutti gli altri: farmi carina per una serata in compagnia di amiche come Ginger e Gwen è qualcosa che non avevo mai sperimentato e che mi è piaciuto da morire. Per non contare poi di quella magnifica sensazione di trovarsi in un luogo assieme a persone a cui importa che tu ci sia. Certo non posso pensare a venerdì sera senza pensare anche all'incontro con Roger ed Hunter: lo sa il signore come e quando li affronterò. Essermene andata con Harry non mi ha messa in una buona luce ai loro occhi, questo è chiaro.

Faccio una smorfia addolorata e scocciata al contento, non riuscendo a trattenere un debole lamento: lascio cadere la testa sul banco. Vorrei solo poter dormire per giorni, questo, forse, potrebbe aiutarmi.

"Signorina Adkins?- la voce della Judith mi allarma- Vuole ripetere ciò che ha detto?" sollevo immediatamente la testa per trovarla seduta sulla scrivania. Mi guardo attorno: è chiaro che l'attenzione di tutti è su di me.

"Io- arrossico- non ho detto nulla di importante. Scusi il disturbo." lancio una veloce occhiata alla classe e poi torno con gli occhi sul libro, senza riuscire a leggere nulla di quello che vi è scritto. Non dimenticherò facilmente quello che questa donna ha fatto: passare dall'assegnare un'insufficienza ingiustificata a me ed Harry a graziare quest'ultimo pur sapendo che la ricerca non era sua.

"Stanca, testa di fuoco?" domanda la voce colma di rancore davanti a me "Essere la puttanella di Sean deve sfinirti." Millicent mi fissa senza nessun tipo di rimorso per quello che lascia la sua bocca, ed è così che capisco che a lei non importa assolutamente niente di quello che siamo state, e che non vuole tenere la bocca chiusa nemmeno in ricordo di ciò. Tutti la ascoltano, la Judith non interviene.

Sorrido: "Una fatica che puoi sicuramente capire." la classe ridacchia "Anche essere una stronza acida deve impegnarti parecchio." assottiglio gli occhi. Tengo un tono ironico ma dentro di me vorrei poterla uccidere con lo sguardo. Questo pensiero mi fa arrossire di vergogna, perché so che potrei farlo, e che quasi l'ho fatto. "Dimmi un po', Price- continuo allungandomi sul banco- non ti sarai mica infiltrata ad una festa alla quale non eri invitata." la classe ridacchia di nuovo.

"Sei spregevole." sussurra lei "Ti fai grossa sulle spalle dei tuoi nuovi amici. Facile così."

"Ti sbagli- il mio volto diventa serio- non mi faccio grossa sulle spalle di nessuno. Sei stata tu a darmi della maledetta 'puttanella' davanti a tutta la classe senza nessun contesto. Forse dovresti rivedere il tuo modo di essere Milly: non lamentarti dei miei nuovi amici, perché io già ne avevo una prima di loro- tengo lo sguardo fisso su di lei- ma ne ha avuto abbastanza di me e ha deciso di cacciarmi come un cane."

SheolWhere stories live. Discover now