Capitolo 86

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Il sangue mi si gela nelle vene; è una voce famigliare ma non così tanto da risultarmi riconoscibile. So di averla già sentita, ma la paura, i tanti passi che riecheggiano intorno a me, mi blocca dal verificare chi mi ha appena parlato.

La voce così maligna di colui che mi è alle spalle mi fa sentire come una deficiente. Perché mai ho voluto essere qui? e domanda ancor più importante: dov'è finito Harry?

Passano attimi interminabili nei quali io resto a fissare il muro e molte voci ridono.

"La nostra testa rossa ha paura.. come mai tutta sola bambina?" e sento due mani estranee appoggiarsi sulle mie spalle e farmi voltare: allora ecco il volto di colui che tanto cercavo di decifrare nella mia mente confusa e ostruita: Oliver.

"Che bello rivederti Skylar, non sai quanto io abbia desiderato rivedere il tuo viso dopo.. beh.. dopo che non ho potuto fare cosa mi ero prefisso." ridacchia.

Il suo volto ghignante mi è a centimetri di distanza, il labbro ha una brutta cicatrice, il naso è storto, i suoi capelli, un tempo biondi, ora sono quasi di platino, i suoi occhi azzurri quasi trasparenti: sembra un'albino, e, mio malgrado, mi accorgo che molti dei suoi compagni hanno il suo stesso aspetto. So che Oliver ha assunto queste sembianze dopo la mutazione quindi questo sta ad indicare  che una cosa sola: anche i suoi amici, se sono tali, sono dei mutati.. e questo non può che farmi sentire terrorizzata.

La sua presa sulle mie spalle è troppo forte, quasi vorrei gemere di dolore, ma la paura mi fa stare zitta. Il suo alito sa di qualcosa di putrido, come se fosse marcio dentro, cosa che non escludo essendo che quello che lui ha dentro adesso non è di certo umano. Dio Santissimo, cosa può spingere una persona a martoriare in modo simile il proprio corpo? Con quale coraggio ci si riduce in questo modo?

Mi rendo rendo conto che non posso semplicemente starmene qui, a fissare quegli occhi con uno sfondo quasi rosso, non posso stare zitta mentre mi deride, mentre i suoi amici mi guardano come se fossi un coniglio e loro tante volpi affamate.

"Perché non parli? Mi piacevi di più quando lo facevi. Certo.. quanto è passato da quella sera?" ridacchia mentre mi spinge indietro, lasciandomi andare, lasciandomi sbattere contro il muro alle mie spalle. Sono in trappola, devo darmi una mossa e trovare qualcosa da fare, un piano d'azione, al più presto, o sarà troppo tardi per me.

Mentre i miei occhi viaggiano su ogni particolare di questo edificio, trasformo la paura in adrenalina, cerco di accantonare le tante domande sulla sparizione di Harry e mi sento quasi sollevata perché do per scontato che queste persone non l'abbiano visto, figuriamoci preso.

"Se non erro.." sussurro mentre osservo le enormi volte che compongono il soffitto "abbiamo avuto il piacere d'incontrarci un'altra volta, dopo quella sera." parlo.

"Allora non hai perso la parola.. menomale, hai una voce tanto bella e sensuale che sarebbe stato un peccato non sentirla più." sogghigna passandosi la lingua sulle labbra pallide in modo disgustoso. "Comunque si.." e diventa più cupo "Ci siamo visti un'altra volta. E per quella dovrai pagare." i suoi compagni ci hanno circondando, mi hanno circondato.. mi sento letteralmente come se per me non vi fossero vie di fuga. Ma è impossibile, una via di fuga la si trova sempre.

"Si, temo di non essere stata molto delicata, dovresti aver imparato a starmi alla larga." e ho anche il coraggio di ghignare a mia volta.

"Bene bene.. Il tuo è estremo coraggio o estrema stupidità, puttanella dei miei stivali'" ridacchia avvicinandosi col chiaro intento di farmi del male, il pungo chiuso, stretto, le sue nocche sembrano borchie, e io le osservo non terrorizzata, ma schifata per la loro forma anormale.

SheolWhere stories live. Discover now