Capitolo 73

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POV di Harry. 

"A Sky non piacerà quello che hai in mente." parla Sean dividendo le palle del biliardo. Osserva con cautela quelle che riesce a mandare in buca al primo colpo, Jayden, suo avversario, impreca bevendo un po' della propria birra. Io rigiro il whisky nel mio bicchiere senza staccare gli occhi nemmeno per un attimo dal ragazzo seduto ad uno dei tavoli. In sua compagnia la ragazza gotica.

"Eliot!" Sean richiama l'attenzione del cameriere "Portane un'altra di queste!" e sventola in aria la propria bottiglia di birra, ormai vuota.

"A sentire me- interviene Jay studiando le palle sul tappeto verde -hai delle buone ragioni a tuo vantaggio. Ma concordo con Sean, se fai il suo stesso gioco non sei migliore di lui. Inoltre, amico, per quanto ancora dovremmo stare in questo diavolo di posto? Non per molto.." spalanca le braccia "Non invischiarti in affari di questo genere. O, quanto meno, non andarci giù pesante."

"Dipende tutto da quanto sarà intelligente." borbotto, ma la loro attenzione è tutta volta al cameriere, con il quale definiscono gli ultimi dettagli della festa che si terrà proprio in questo dannatissimo pub. Potrei essere più entusiasta della cosa ma i pensieri che mi offuscano la mente non mi permettono di godere di nulla. Questa situazioni mi avvilisce: vorrei potermi scaraventare su Ortiz con tutta la furia che ho in corpo, seppellirlo vivo, ma i ragazzi hanno ragione. E quel che è peggio trattengo questa verità da Sky. Se le dovessi dire che ho voglia di uccidere Ortiz dovrei anche raccontarle il perché e non credo che apprezzerebbe.

Sono in questo bar da almeno trenta minuti in attesa di trovare un buon modo per prendere Ortiz da parte. Non so cosa farò, o come lo farò. L'intenzione sarebbe quella di intimorirlo e fargli imparare una lezione. Lo osservo ed osservo come porti il telefono all'orecchio con l'intenzione di rispondere ad una chiamata.

"Eliot- richiamo l'attenzione del cameriere -fammi un favore. Va ad alzare il volume della musica." il ragazzo è palesemente confuso ma fa ciò che gli chiedo. Infilo una sigaretta tra le labbra e cerco l'accendino nelle tasche della giacca di pelle. Il cameriere ritorna.

"Non si può fumare qui dentro, mi dispiace." mi informa.

"Lo so, Eliot, lo so." in pochi istanti Hunter Ortiz solleva lo sguardo come per comprendere come mai il volume sia così alto, poi si alza dal proprio tavolo e si dirigere fuori. "Torno tra un attimo." avviso i miei amici, entrambi preoccupati ma nessuno intenzionato ad intromettersi.

Cammino fra i tavoli, questa luce bassa e rossastra rende difficile focalizzarsi su qualsiasi dettaglio, ma è un bel pub nel complesso. Esco dal posto e quando la porta si sta chiudendo alle mie spalle accendo la sigaretta. Sollevando lo sguardo noto che Ortiz è a qualche metro di distanza dall'entrata, e sta parlando animatamente al telefono. Continuo a fumare la mia sigaretta osservando ora lui ora il cielo sempre più buio. Quando mette via il telefono nota la mia presenza, ma abbassa lo sguardo e si dirige con convinzione verso l'entrata.

"Ciao Hunter Acchiappa-Palle." lo saluto, e basta questo perché si fermi. Si volta verso di me e mi guarda con la fronte corrucciata. Lo osservo e devo davvero imporre a me stesso la compostezza per trattenermi dal pestarlo a morte in questo istante stesso. "Sigaretta?" gli porgo il pacchetto. E' confuso, molto confuso. Io e lui non siamo mai stati amici, prima di Sky ci si intende. Si avvicina come una preda ancora non sicura, sfila una sigaretta con cautela e quando l'ha posta tra le labbra gli lancio l'accendino. E' sempre più interdetto.

"Che succede?" domanda guardandosi attorno.

"Me lo sto chiedendo anche io, fidati." riprendo l'accendino. Faccio dei passi per allontanarmi dall'entrata e lui è abbastanza fesso da seguirmi.

SheolWhere stories live. Discover now