Capitolo 48

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La luce del mattino risplende risoluta nella piccola cucina in cui mi trovo completamente da sola. Il libro sui Custodi e sui Protetti è aperto sul tavolo, io lo osservo con una tazza di caffè in mano, i piedi scalzi contro le mattonelle fredde. E' chiaro che non sono riuscita a chiudere occhio questa notte. Ho cercato di immergermi nella lettura per non lasciarmi andare di nuovo alla disperazione ma non sono riuscita a comprendere una parola di quella che ho letto. La testa potrebbe scoppiarmi da un momento all'altro: non ho mai pensato con così tanta insistenza a qualcosa o a qualcuno. Le parole di Harry mi tormentano. Vorrei poter intorpidire i miei pensieri per trovare un poco di pace. Essere così vicina alla sua abitazione non mi rende il compito semplice. Di tanto in tanto mi ritrovo a pensare a cosa fa, a cosa pensa, se si pente di come si è comportato.

Lancio un'occhiata all'orologio sul muro: sono le cinque del mattino.
Credevo che provare qualcosa per qualcuno fosse più piacevole di così: tutte le mie aspettative sono state deluse, mi consola il fatto che non può andare peggio. Riempio di nuovo la tazza di caffè. Appoggio le mani sugli occhi nel tentativo di alleviare il dolore ed il sonno che non ho avuto. Afferro la mia tazza ed il libro e mi dirigo verso il bagno. Non mi sorprende il fatto che Jayden stia dormendo sul nostro divano: accade spesso quando tornano tardi ed hanno dimenticato le chiavi del proprio appartamento. Sean ed Harry non devono avergli aperto la porta, ma so che Ginger è sempre molto attenta a lui, deve essere stata lei ad aprirgli la porta stanotte. Dorme con la bocca spalancata, i capelli in tutte le direzioni, un leggera striscia di bava che cola fino al cuscino, un leggero russare rimbomba nell'appartamento silenzioso.

Lo sorpasso e cammino in punta di piedi fino a raggiungere il bagno. L'unica cosa positiva dell'essere sveglia ad un'ora simile è che posso usufruire del bagno senza dovermelo contendere con nessuno. E sopratutto il bagno è libero per ore, a mia esclusiva disposizione. Appoggio la tazza sul lavandino e il libro per terra, sul morbido tappetino color indaco.

Osservo il mio volto allo specchio: gli occhi sono contornati da aloni scuri di stanchezza.
Rimprovero me stessa mentalmente per il modo in cui ho concesso agli eventi di sbatacchiarmi da una parte all'altra senza che io mi opponessi in nessun modo. Devo imparare a badare a me stessa, altrimenti non uscirò viva di qui. Risciacquo il volto ripetutamente rinfrescandomi. Osservo i capelli rossi, gli occhi marroni, la bocca il naso, il collo.. come se stessi scoprendo me stessa per la prima volta.

Abbasso il coperchio del water e mi ci siedo afferrando il libro e la tazza di caffè. L'unico pensiero che p riuscito nel'intento di distrarmi da Harry è stato quello di pensare a chi avesse potuto aver letto questo libro prima di me. Perché si trovava nella libreria in bella vista? Avrei potuto chiederlo ad Arthur ma l'ultima volta che gli ho fatto visita le cose non sono andate per il verso giusto. E' un libro vecchissimo: accarezzo ogni sua parte con fare assorto. Le pagine frastagliate ed ingiallite, la rilegatura forte, e la copertina rigida.
"Chi ti ha lasciato lì?" domando dando voce ai miei pensieri.
Apro il libro e comincio a sfogliarlo, quello che di certo non mi aspetto è che le iniziali di alcune parole inizino a risaltare più delle altre, come se l'inchiostro si scurisse. La prima parola, la cui iniziare risalta, è hangar. Passa del tempo ed io corro per tutta la facciata alla ricerca di un altro segno: allusione è la seconda parola. Quando le prime due iniziali ritornano normali a scurirsi è quella della parola regolamento, poi recalcitrante. Porto le mani a coprire la bocca sentendomi pervasa dalla consapevolezza. E' il cognome Yang ad essere marcato per ultimo.
"Harry.." bisbiglio chiudendo il libro e mettendolo immediatamente da parte, impaurita da ciò che è appena accaduto.

L'agitazione monta dentro di me assieme al panico. Cosa succede? E' ovvio che la vera sorpresa è che sia stato il libro stesso a rispondermi, non appena ho posto la domanda. Balzo in piedi e inizio a misurare a grandi passi il bagno alla ricerca di una risposta logica a tutto questo. Devo attendere che tutti siano svegli prima di poterne parlare con qualcuno ma non posso attendere. Prendo, refrattaria, il libro e la tazza e ritorno in soggiorno.

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