Cap. 5

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Fine ottobre, un anno dopo....

"Maledetta scuola, maledetta ricerca!" borbottai infilandomi gli occhiali.
L'anno della maturità era il più duro, me lo continuavano a ripetere tutti ed ora, davanti al computer e alla pagina ancora bianca di Word, me ne stavo rendendo davvero conto.
Titolo: avvenimenti che causarono la seconda guerra mondiale. Sì, così può andare.
Ero appena riuscita a trovare un minimo di ispirazione per iniziare il lavoro, quando il campanello suonò.
"Chi cazzo è adesso che rompe i coglioni?!" sbraitai alzandomi di colpo dalla sedia girevole della mia stanza.
Un solo drin. Strano.
Di solito chi conoscevo, ad esempio i miei genitori, Jake, le mie amiche suonavano sempre tre volte per farsi riconoscere, ma stavolta...
Pensai fosse il postino o qualcuno che avesse sbagliato indirizzo.
Siccome la mia casa era sprovvista di citofono, andai sul balcone per vedere chi fosse la causa della mia distrazione.
"Chi è?" domandai a voce alta non vedendo nessuno.
L'Abete posto di fronte al balcone, copriva una parte di strada, così, se qualcuno non si fosse spostato verso destra sarebbe stato difficile riconoscerlo.
Ma quando finalmente la figura posta dietro l'albero si spostò, quasi non valai giù per lo stupore.
Le gambe iniziarono a tremarmi e dovetti appoggiare entrambe le mani al cornicione.
"Ciao!" urlò il ragazzo biondo dalla strada.
Come cavolo è possibile tutto ciò?
Il ragazzo che un anno fa avevo quasi baciato in discoteca a Miami, ora era sotto casa mia. Assurdo.
"Ehi, tutto bene?"
Era ancora lì giù che mi fissava, mentre io dal canto mio non riuscivo nè a muovermi nè a dire una parola.
Come sapeva dove abitavo? E poi, come diavolo si chiamava?
Chiusi gli occhi un istante e feci un lungo respiro.
Okay Claire, stai sognando. Ora apri gli occhi e torni in casa perchè tanto non c'è nessuno.
Invece no. Riaprii gli occhi e lui era proprio lì, con le braccia incrociate che aspettava che io facessi, o almeno dicessi, qualcosa.
"Pensi di aprirmi oppure devo andarmene?"
Sì bravo vattene, sarebbe un'ottima idea.
Che insolente. Si presenta sotto casa mia magicamente dopo un anno e pretende anche che gli apra?
Mi ero totalmente dimenticata di lui. Dopo quel giorno al Fontainebleu era stato il mio pensiero fisso è vero, ma ora, a distanza di quattordici mesi, non ricordavo nemmeno il suo nome.
"Claire?!"
Come? Lui si ricordava... Tutto ciò è impossibile.
Non risposi, di nuovo, e lo vidi allontanarsi con le mani nelle tasche del giubbotto verde scuro che indossava.
Okay Claire ora tu lo fermi e lo fai entrare, almeno ti darà le spiegazioni che cerchi.
Come farei senza la mia coscenza..
"Aspetta!" urlai all'improvviso.
Il ragazzo rallentò il passo fino a fermarsi e si voltò verso di me.
"Ti apro.." dissi rientrando in casa.
Andai all'ingresso e schiacciai il pulsante apposito.
Il mio cuore iniziò a martellarmi nel petto non appena sentii il portone aprirsi.
Mi affacciai dalle scale e lo vidi salire i gradini lentamente fino a ritrovarmelo di fronte.
Era diverso, i capelli biondo cenere erano più corti rispetto all'estate passata e i suoi lineamenti erano più marcati.
Era bello come il sole.
"Ciao!" ripetè appena entrò nel mio appartamento con un grande entusiasmo.
"Ciao" sussurrai io, ancora molto perplessa riguardo a ciò che stava succedendo.
"Come stai?" domandò.
Possibile che fosse così tranquillo e a proprio agio?
Claire, tutto ciò che devi fare è rispondere educatamente e infine chiedergli che cavolaccio ci fa qui a casa tua.
"Sto bene grazie, ma posso sapere cosa ci fai qui e soprattutto, come hai ottenuto il mio indirizzo?"
Il mio sguardo lo seguiva senza mollarlo un secondo mentre lui si appoggiò allo stipite della porta del salotto.
"Ha davvero importanza?"
Stavo per perdere la pazienza, ma dovevo restare calma, anzi, avrei usato la sua stessa tecnica.
Sorrisi maliziosamente e mi avvicinai a lui incrociando il suo sguardo.
Dio.. quegli occhi che mi avevano catturata fin dal primo istante ora stavano ricominciando a farmi effetto.
Abbassai il viso.
"Vorrei solo sapere come mai sei qui. Dopo più di un anno ti presenti a casa mia senza avvisare, non si fa" dissi scuotendo la testa ironicamente in segno di rimprovero.
Si morse il labbro divertito e alzò un sopracciglio.
"Sai, pensavo ti fossi dimenticata di me" rispose raggiungendomi sul divano.
L'avevo fatto razza di... Okay adesso basta.
"Senti, ti dirò come stanno le cose. Prima di tutto mi scuso, ma non ricordo il tuo nome. Secondo voglio sapere perchè sei venuto a casa mia e chi ti ha dato il mio indirizzo, e terzo..." terzo, terzo, cosa c'è di terzo? "stavo studiando quindi se non ti dispiace..."
Il ragazzo annuì e prese a parlare.
"Hai ragione, ti devo delle spiegazioni"
Alleluja!!
"Mi dispiace di essere piombato qui senza preavviso e capisco il tuo stupore, ti chiedo scusa. Il tuo indirizzo me l'ha dato Alex, ricordi? Era con te al mare" spiegò.
Alex? E come mai si conoscevano?
"Si mi ricordo, lo conosci?" chiesi.
"Sì, tutti e due passiamo l'estate a Miami da quando eravamo piccoli. Non siamo molto amici ma quella sera..sai, alla discoteca prima di lasciare il locale, gli ho chiesto dove abitassi e lui mi ha detto che abitavi a Coral Springs come lui. Così una volta arrivato qui ho chiesto della famiglia Morèl. Perchè è così che ti chiami giusto? Claire Morèl?"
Ero scioccata, sbalordita, esterrefatta. Quel ragazzo era venuto qui solo ed esclusivamente per trovare me?
"E ci hai messo così tanto?" domandai mettendolo alle strette.
Sorrise e abbassò lo sguardo.
"Avrei potuto farlo prima certo, ma ho preferito aspettare" rispose.
"Perchè? Potevi venirmi a trovare dopo l'estate. Quella estate".
Mi alzai dal divano e lui fece lo stesso sfiorandomi il braccio con la mano.
"Claire, volevo... volevo vedere se ti ricordavi di me. Ecco perchè sono venuto solo ora, e a quanto pare non ti ricordi"
I suoi occhi e il suo sguardo si fecero seri, quasi tristi.
"Non ho detto che non mi ricordo di te, solo mi sfugge il tuo nome" sussurrai rassicurandolo.
Come potrei scordarmi di te?
"Justin, mi chiamo Justin" sussurrò.
Justin, ma certo che stupida.
Non sapendo più che dire mi limitai a fare un timido sorriso; infondo, ero contenta che fosse tornato.

Spazio Autrice
Tadaaaa!!! Ecco qui il vero inizio della storia. Justin è comparso (guarda un po') sotto casa di Claire e ha chiarito il motivo per cui per un anno intero non si era fatto vivo.
Cosa avrà voluto dire con 'volevo vedere se ti ricordavi di me'?
Secondo voi Claire gli crede? Si ricorderà della strana conversazione tenuta al locale con Jake?
Bene, detto ciò mi dileguo e non so quando pubblicherò di nuovo (mi riferisco soprattutto alle altre due fanfiction: ho poca ispirazione per quanto riguarda P.O.L.)
Bacioni xx

My Essence || J.B. {Conclusa} Where stories live. Discover now