Cap. 12

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Le sue labbra sulle mie? Il paradiso.

Una marea di emozioni si dimenavano nel mio stomaco, nella mia mente e nel mio cuore in quel momento.
Le mani di Justin erano posate una sulla mia schiena appena sopra al sedere e l'altra sulla mia guancia. Il suo pollice si muoveva lentamente, delicatamente, sfiorandomi la pelle.
Ad occhi chiusi, riuscivo ad immaginare il suo viso, rilassato, concentrato durante il bacio. Il suo naso sfiorava il mio di tanto in tanto e quando succedeva, sentivo le sue labbra incurvarsi in un sorriso.
Secondi, minuti... chissà da quanto tempo le nostre labbra erano unite in un tango senza fine.
La lentezza con cui mi baciava era talmente tanta da desiderarne sempre di più. Volevo le sue labbra, volevo il suo corpo, volevo lui.
Mi alzai in punta di piedi e strinsi di più i suoi capelli tra le dita; non volevo lasciarlo andare.
All'improvviso tutto era scomparso. Il fatto che lui fosse invisibile agli altri era l'ultimo dei miei problemi e il fatto di essere fidanzata con Jake e comportarmi da troia, in quel momento, non mi importava.
Con Justin era tutto diverso. Dal suo primo sguardo sulla spiaggia, avevo capito che quel ragazzo sarebbe entrato nella mia vita, mettendomela a repentaglio. E non potevo essere più fecile.

Quando riaprii gli occhi, mi riflessi nei suoi.
Le sue pupille si spostavano a destra e a sinistra, su e giù, osservando ogni particolare del mio viso.
Si leccò velocemente le labbra ancora bagnate e si morse il labbro inferiore, continuando a fissarmi.
Imbarazzata abbassai lo sguardo sorridendo.
"Che c'è?" chiesi sussurrando.
Il biondo scosse la testa toccandosi subito dopo i capelli, tirandone piano le punte.
"Niente, sono solo felice" rispose avvolgendomi tra le braccia.
Appoggiai la testa al suo petto e respirai il suo profumo.
Lo so, sembra strano sentire il profumo di una persona che non c'è, eppure io lo sentivo.
Quella fragranza di menta e zucchero mi faceva perdere la testa ogni volta.
"Sai, vorrei che venissi con me in un posto" dissi senza staccarmi da quel caldo abbraccio.
La sua guancia appoggiata ai miei capelli si mosse. "Dove?"
I nostri sguardi tornarono ad incrociarsi ed io sorrisi, vedendo la sua espressione incuriosita.
"Lo scoprirai stasera. Verso le nove, ci vediamo al parco. Dirò ai miei e a Jake che mi vedo con un'amica".
"Non ti faranno uscire. Sei rimasta a casa da scuola, ricordi?"
Merda, aveva ragione.
Arricciai le labbra e mi sedetti sul letto.
"Hai ragione, vorrà dire che scapperò" risposi ridendo.
"Non metterti nei guai d'accordo?"
Si chinò sulle ginocchia e mi baciò a stampo due volte, prima di avviarsi verso la porta.
Lo accompagnai e quando fu fuori dal cancello lo salutai con la mano.
"Alle nove al parco. Stasera!" urlai entusiasta prima di vederlo scoparire dietro l'angolo.

_______

Durante la cena, mamma e papà parlarono solo ed esclusivamente di lavoro, mentre io tenevo la testa sul piatto senza degnare nessuno di uno sguardo.
Avevo di sicuro un'aria assente, perchè Jake mi afferrò la mano libera dalla forchetta, facendomi alzare lo sguardo.
"Amore stai bene? Sembri assente, hai ancora mal di testa?" domandò infilando un altro boccone di carne in bocca.
"No, no... Sto bene" risposi, poi pensai che forse mi conveniva trovare una scusa in fretta, perchè tra un'ora sarei dovuta essere al parco. "Ehm, mamma, sai oggi Shay mi ha chiamata e mi ha chiesto se posso passare la notte da lei. I suoi non ci sono e non vuole dormire sola"
Buttai lì la prima cosa che mi venne in mente, sperando che tutti quanti la bevessero.
Ci fu un attimo di silenzio assoluto.
"Ti sei provata la febbre? Sicura di stare bene?". La voce di mio padre, richiamò la mia attenzione verso di lui.
"Sisi sto bene e niente febbre" risposi pimpante sfoggiando un sorriso il più naturale possibile.
"D'accordo vai"
Evviva!
Esultai mentalmente e dopo aver finito di mangiare corsi a cambiarmi.
Nel pomeriggio avevo già deciso cosa mettermi, così non avrei perso tempo ulteriore: maglioncino nero con scollo a V, gonnelina bianca, converse nere.
Mi lavai i denti, afferrai la borsa ed uscii.
"Ehi, non mi saluti nemmeno?"
La voce di Jake alle mie spalle mi costrinse a voltarmi. Il moro mi cinse la vita con le sue grandi mani e posò le labbra sul mio collo, leccandolo lentamente, fino ad arrivare al mio orecchio.
"Sai, avrei tanto voluto scopare stanotte..." sussurrò in modo seducente e sexy.
L'unica frase che riuscii a pronunciare fu un 'mi dispiace', prima di dirigermi verso il cancello, lasciandolo lì come un idiota.
Mentre camminavo, pensai a Jake.
All'inizio della nostra storia era dolce, romantico, gentile ma ultimamente era diventato troppo... perverso. Pensava solo al sesso e quando non lo facevamo non mi considerava nemmeno.
La nostra relazione, a mio parere, sarebbe presto giunta al termine.

Quando arrivai al parco, la luce dei lampioni illuminava fiocamente l'erba e le chiome degli alberi. Mi guardai intorno, ma ero circondata dal deserto più totale.
Speravo tanto che Justin arrivasse in fretta.
Mi misi seduta su una panchina e incrociai le mani sulle gambe, quando finalmente la figura del biondo comparve davanti ai miei occhi.
"Eccomi, scusa il ritardo"
Inutile dire che era stupendo. Indossava una giacca di pelle nera aperta sul davanti e i pantaloni della tuta con le adidas.
Sfoderò il suo miglior sorriso prima di chinarsi verso di me e baciarmi leggermente sulla fronte.
"Cosa hai detto ai tuoi alla fine?" mi chiese prendendomi la mano e incorciando le sue dita alle mie.
Mi appoggiai alla sua spalla e chiusi gli occhi.
"Che andavo da un'amica. Ho detto che mi sentivo meglio e hanno acconsentito affinchè uscissi"
"Ti è andata bene"
Rise, e mio dio quanto amavo quella risata.
"Allora, sei pronto a vedere la città in tutto il suo splendore?" domandai alzando gli occhi verso la luna.
Non che Corals Spring fosse Miami, e nemmeno Los Angeles o New York, ma 'splendore' fu l'unica parola che mi venne in mente per descriverla.
Justin annuì e cominciammo a camminare verso il mio posto segreto.

Dopo circa cinque minuti, mi fermai.
"Siamo arrivati" esclamai guardando la porta del più famoso centro commerciale del paese.
Il biondo alzò il viso verso il cielo poi lo riportò su di me. "Wow! Ma come entriamo?"
Risi mentalemente e dalla borsa estrassi un paio di chiavi.
"Vieni con me" sussurrai dirigendomi sul retro del grande magazzino.
Un'altra porta ci aspettava sull'altro lato e fu in quella che inserii una chiave lunga e sottile.
"Perchè hai le chiavi?"
"Ha davvero importanza?"
Lui mi guardò alzando un sopracciglio. "Mi hai rubato la frase" borbottò entrando dentro dopo di me.
Salimmo una lunga rampa di scale, finchè non ci trovammo di fronte all'ennesimo portone.
Tutti quei gradini, mi avevano fatto venire il fiatone ma spinsi la maniglia e lo spalancai.
Di fronte a noi migliardi di luci illuminavano il panorama.
"Oddio è... Claire è stupendo. Tutto questo è..."
Non riusciva a parlare. La voce gli si spezzò più volte in gola, ma non c'era bisogno di dire niente.
Mi avvicinai a lui e lo abbracciai forte, per sentirlo davvero vicino.
"Sarà la notte più lunga della nostra vita" sussurrai prima che lui desse vita ad un nuovo, interminabile bacio.






Spazio Autrice
Bamboline belle! Ho aggiornato presto dai questa volta :)
Ovvaimente spero che ciò che ho scritto vi piaccia e che non siano baggianate, anzi vi prego se vedete degli errori ditemelo!!
Ah, ho inserito anche una canzone... Ditemi se la sentite e se vi piace :3

Un bacio a tutte xx

My Essence || J.B. {Conclusa} Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora