Cap. 27

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Il mese di ricovero al centro psichiatrico era terminato. Finalmente potevo ritornare a casa.
Che poi, ad essere sinceri, a mio parere non era servito a niente.
Cosa speravano? Che mi passassero le visioni e che non avrei più pensato a Justin?
Beh, di certo non sarebbero bastati degli psicofarmaci e tantomeno dei sedativi.
Piuttosto, ciò di cui avevo bisogno per dimenticare tutta quella storia, erano gli amici, persone reali da poter abbracciare e su cui poter contare senza che la loro immagine fosse compromessa da una disfunzione del mio cervello.
Perchè era quello il motivo, vero? Ero malata. Questo era quanto avevano detto gli infermieri e i primari.
"Vostra figlia ha una sorta di schizofrenia" avevano detto ai miei genitori.
"Vostra figlia non è mai stata meglio" volevo controbattere io.
Ma non lo feci mai.

Così, appena i miei genitori mi vennero a prendere per riportarmi a casa, chiamai Shay.
Non la sentivo dalle vacanze di Natale, ed erano ormai passati quasi due mesi e mezzo.
Avevo sempre ignorato le sue chimate mentre ero al centro, ed ora, consapevole di una sua possibile sfuriata, dovevo rimediare.
"Shay, sono Claire.." sussurrai con timore appena sentii la sua voce.
"Non ci credo.. Claire sei proprio tu? Ma che fine avevi fatto?"
Non era arrabbiata, solo... preoccupata.
Le spiegai tutto, dall'inizio alla fine. Dell' incontro con Justin l'estate precedente, della sua invisibilità agli occhi degli altri ma non ai miei, dei problemi con Jake, e infine del mio ricovero.
"Oh mio dio, tesoro, mi dispiace. Ma perchè non me lo hai detto mentre andavamo ancora a scuola?" chiese.
"Non mi avresti creduta" bisbigliai afferrando in quel momento un biscotto dalla scatola posta sulla credenza della cucina.
"Beh, in effetti... È un po' difficile da credere, ma avrei potuto starti vicino. Sai quanto io tenga a te"
Già. Shay era la mia migliore amica dagli anni dell'asilo. Eravamo inseparabili, tanto che tutti, scherzosamente, ci avevano attribuito il soprannome di Cip e Ciop.
"Lo so, ma se ti dicessi che non sono l'unica ad aver visto Justin? Se ti dicessi che anche Jennifer, quella del nostro corso di biologia, lo ha visto, mi credersti?"
Ci fu una pausa, poi la ragazza riprese.
"Ma scusa, se..  se anche lei lo ha visto perchè non lo hai detto ai tuoi genitori? E agli infermieri? Sei passata per bugiarda e schizofrenica quando invece non è vero!!" sbraitò cercando di capire.
Aveva ragione, avrei potuto riferire quel dettaglio, ma cosa sarebbe cambiato? Probabilmente avrebbero ricoverato anche quella sgualdrina.
L'unica cosa da fare era dimenticarsi
di tutto, ripartire da zero e ricominciare a vivere realmente.
"Shay, non ha più importanza. Ora sto bene, non ho più quelle 'visioni' di Justin, quindi..." sospirai "devo ricomnciare e quale modo migliore se non uscire con un ragazzo in carne ed ossa?" mormorai ridacchiando.
"Morèl, cosa mi nascondi?" domandò Shay curiosa.
"Jake mi aspetta al parco più tardi; sai, dopo la morte del padre è cambiato, è venuto a trovarmi più volte al centro e.. niente, ora devo proprio andare"
La salutai e andai a farmi una doccia prima di prepararmi all'uscita che avrebbe segnato il mio nuovo inizio, o meglio, nostro.

Mentre percorrevo le vie per arrivare al Crimson Park, ogni ragazzo che incrociavo mi sembrava il biondo.
Di certo, se avessi continuato a sobbalzare e farmi venire degli infarti alla vista di semplici ragazzi, il mio piano di 'nuovo inizio' non sarebbe andato molto lontano.
Ma era più forte di me.
Io, e soltanto io, sapevo quello che avevo visto, quello che avevo provato mentre ero con Justin. Ero l'unica a sapere cosa avevo sentito quando l'avevo toccato la prima volta, come se tutto fosse normale.
Cercai di levarmi quei pensieri dalla testa e finalmente entrai nell'immenso giardino naturale della città.
Seduto sulla solita panchina, che avevamo definito nostra agli inizi della nostra relazione, vidi Jake intento a fissare il display del telefono.
Senza fare troppo rumore, cosa che mi risultò alquanto difficile per via delle foglie secche di febbraio riverse sul prato, mi avvicinai a lui senza farmi notare.
Una volta giunta abbastanza vicino da toccarlo, appoggiai le mie mani, coperte da soffici quanti rosa confetto, sui suoi occhi.
Lo sentii irrigidirsi, e subito dopo rilassarsi.
"Sorpresa" sussurrai al suo orrcchio prima di dargli un leggero bacio sulla guancia.
Il moro sorrise. "Non avrei mai immaginato fossi tu, sai?" disse ridendo, prendendomi in giro.
Feci una smorfia e appena si alzò lo abbracciai.
Avevo bisogno di quel contatto. Le sue braccia mi avvolsero ed io mi rilassai compleatamente.
Non dovevo più nascondermi. Potevo stringerlo a me liberamente, senza la paura che qualcuno mi guardasse male e dicesse 'ma cosa sta facendo quella? Abbraccia l'aria?'
Sorrisi sul suo petto ed infine mi staccai.
"Allora, andiamo da Barney's a bere una cioccolata calda con un pizzico di panna e cannella, proprio come piace a te?"
Ero contenta che si ricordasse quelle piccole cose. Dettagli che, quando stavamo insieme, sembrava ignorare completamente.
Per tutta risposta, lo presi per mano ed iniziai a camminare.

Una volta seduti al tavolino, decisi di raccontargli tutto. Jake sapeva solo che ero stata ricoverata a caua di alcune crisi isteriche, se così si possono chiamare, ma di Justin non sapeva nulla.
"Devo dirti la verità, sul mio ricovero intendo" dissi di punto in bianco, dopo minuti di silenzio.
Il ragazzo di fronte a me posò la tazza rossa con i ghirigori bianchi, sul piattino e mi afferrò le mani.
"Ti ascolto"
Presi un respiro profondo ed iniziai.
"Ricordi quando siamo andati a Miami l'estate scorsa? Quando quella sera in discoteca mi avevi trovato nel cortile ed io ti avevo chiesto se avessi notato un ragazzo accanto a me? Bene, tu mi dicesti di no, che avevo bevuto troppo, ma io quella sera ho quasi baciato un ragazzo"
Jake mi ascoltava senza dire una parola.
"Ho fatto finta di niente, ma agli inizi di novembre, questo stesso anno, quel ragazzo mi si è presentato alla porta di casa come un fantasma del passato. E la cosa sconvolgente è che nessuno, nè te, nè i miei genitori, siete mai riusciti a vederlo. Nessuno a parte me e una ragazza della mia scuola"
Il moro si grattò il mento, confuso.
"Lo so che è difficile da credere, e non ti chiedo di farlo, solo volevo dirti che io e quel ragazzo siamo stati insieme per un po'. Per questo ti ho lasciato, per questo quando... quando lui mi ha detto di aver fatto sesso con l'altra ragazza, sono scoppiata"
Gli occhi di Jake erano fissi nei miei.
"Claire.. le persone non sono invisibili, come.. insomma, come può essere successo?"
"Io non lo so Jake, non so niente. Non so nemmeno bene chi sia. Ma una cosa la so: io lo amo. E anche se ora l'unica cosa che vorrei è ricominciare da zero, so che non riuscirò mai a smettere di pensare a lui"
In quel momento lui si alzò, e la prima cosa che pensai fu che volesse andarsene e lasciarmi lì come un'idiota. Invece, si sedette accanto a me e mi avvolse in un abbraccio.
"Andrà tutto bene Claire, te lo prometto. Ma intanto continua a vivere la tua vita, è la cosa migliore"

Quella notte, nel mio letto, agitandomi come le onde di un oceano in burrasca, sognai un ragazzo dai capelli biondo cenere e dagli occhi color del miele.

Spazio Autrice
Da quanto non aggiornavo? Boh, troppo comunque.
E niente, sono tornata con un capitolo che spero tanto vi sia piaciuto.
La nostra Claire ha detto la verità ai suoi amici, che, se non le credono, perlomeno, cercano di sostenerla.
Che ne pensate di Jake invece?

Alla prossima ❤

My Essence || J.B. {Conclusa} Where stories live. Discover now