Cap. 16

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"Cosa?" esclamò Justin con gli occhi quasi fuori dalle orbite. "Che significa che spera di conoscermi presto?"
Seduti nel nostro posto segreto, all'ultimo piano del centro commerciale, stavamo parlando di quanto era successo a casa mia la sera precedente.
"Significa quello che ho detto Justin. I miei hanno scoperto che la notte in cui ero con te, non ero realmente al pigiama party come avevo fatto credere. Mi hanno chiesto se ero con un ragazzo e ho risposto di sì. Cosa dovevo fare?"
Il biondo si mise le mani tra i capelli camminando avanti e indietro sul pavimento del terrazzo.
"Avresti dovuto dire che eri con qualcun altro!" disse nervoso.
"Tipo chi?" chiesi scrollando le spalle.
"Non lo so, Claire. Ma in questo modo ti sei messa nei casini. Cosa diranno quando vorranno vedermi e io non ci sarò? Cioè... Ci sarò ma loro non... Insomma hai capito" brontolò agitando le mani come un pazzo.
Mi alzai in piedi e mi avvicinai a lui, gli afferrai le mani bloccandogli i polsi e cercando di calmarlo.
"Perchè sei così agitato? Il problema è mio non tuo" dissi guardandolo negli occhi.
"No invece, è anche mio. Sono innamorato di te, e ci siamo dentro insieme" sussurrò.
Aveva ragione, ma l'unica che avrebbe dovuto spiegare il tutto ai miei genitori sarei stata solo ed esclusivamente io.
Sospirai abbassando il viso e trovando in quel momento le mie converse molto interressanti.
"Ehi piccola, andrà tutte bene. Puoi sempre dire che non ci vediamo più o che ci siamo lasciati"
A quelle parole alzai nuovamente il viso, contrariata.
"No, sarebbe un'altra bugia, e se dicessi così e poi mi vedessero uscire di casa più del dovuto sarei costretta a mentire ulteriormente" mormorai scuotendo il viso.
Mi accoccolai contro il suo petto mentre le sue braccia mi circondarono la vita.
"Allora come pensi di fare? Non vorrai dire la verità!?"
Ci misi un po' a rispondere.
La verità è sempre meglio delle bugie giusto?
Sì, ma in questo caso ti prenderebbero per pazza.
Ma se non ci provo...
Stavo avendo una conversazione con la mia coscenza senza nemmeno rendermene conto.
"Claire?"
"Potrei provare a dirgli le cose come stanno. Magari mi crederanno" sussurrai leggermente dubbiosa.
In quel preciso istante Justin scoppiò in una fragorosa risata che mi fece innervosire.
"Posso sapere perchè stai ridendo così di gusto?"
Incrociai le braccia al petto prima di guardarlo in modo torvo.
"Ti sei sentita? Pensi davvero che ti crederanno?"
Justin si portò le mani sul viso continuando a ridere.
Vaffanculo cazzo.
"Provarci non costa nulla, poi se mi prendono per pazza pazienza. In ogni caso non è molto carino ridere in faccia alla gente in quel modo!" ringhiai allontanandomi verso il portone.
"Ehi, Claire dai aspetta, stavo solo scherzando!" rispose per scusarsi.
"Ah si? Beh vai a scherzare con qualcun altro allora" dissi, poi girandomi verso di lui aggiunsi "Oh, già, è vero che non può vederti nessuno, dimenticavo"
Il ragazzo alle mie spalle rimase immobile, mentre io scesi le scale diretta verso casa.

______

Ero stata una vera stronza a trattare Justin in quella maniera, ma anche lui, nonostante avesse probabilmente ragione, non era stato da meno.
Una volta a casa, chiamai a raccolta i miei genitori.
Ero decisa a dire tutto, tentar non nuoce.
"Dicci tesoro, perchè ci hai chiamato?" chiese mio padre seduto sul divano accanto a mia madre.
"Volevo parlarvi di Justin" dissi. Ero tranquilla e decisa nel mio intento. Se non mi avessero creduto avrei sorriso dicendo poi che era solo uno scherzo. Avevo calcolato tutto.
"D'accordo, parla pure"
Mi sedetti sulla poltroncina davanti a loro e accavallai le gambe prima di iniziare il discorso.
"Dunque, ho conosciuto Justin l'anno scorso, a Miami, mentro ero in vacanza con Jake. Poi per un anno non ci siamo più visti, e l'ho incontrato qui a Colors Spring circa un mesetto fa"
Loro mi ascoltavano sorridendo. E fin qui tutto bene.
"Il fatto è che Justin è un ragazzo particolare" mormorai poi iniziando ad agitarmi un po'.
"In che senso?" domandò mia madre incuriosita.
Feci un respiro profondo prima di riprendere la parola.
"Nel senso che, sembrerà strano lo so, anzi molto strano, ma... Ecco, riesco a vederlo solo io!"
L'avevo detto.
L'avevo detto davvero.
Ora dovevo soltanto aspettare e vedere la loro reazione.
Si guardarono brevemente negli occhi senza dire una parola, poi riportarono i loro sguardi su di me.
"Lo vedi solo tu, nel senso che..."
"Nel senso che nessun altro a parte me riesce a vederlo, e non so perchè. Ma io lo sento, riesco a toccarlo capite?" spiegai euforica.
Erano allibiti, stupiti e non so cos'altro.
"È... Interessante!" disse mia madre perplessa.
Mio padre, al contrario non disse nulla. Si alzò dal divano e sparì in cucina.
"Tesoro, sei sicura di sentirti bene?"
Ci avevo quasi creduto. Pensavo di essere riuscita a convincerli invece niente.
"Mamma, io sto bene. Lo so che non mi credete, ma è la verità. Perchè dovrei mentirvi con una cosa del genere?" sussurrai dispiaciuta.
"Claire, io non ho detto che non ti credo. Solo... È strano. Forse hai bisogno di sfogarti con qualcuno. È per quanto è successo con Jake?"
Cosa? Ma cosa c'entra Jake adesso?
"Sfogarmi con qualcuno tipo chi? Uno psicologo?" urlai alzandomi di scatto in piedi.
"Non sono pazza okay?! Non andrò da nessuno psicologo, cazzo!"

Lasciai il salotto andando di corsa in camera mia.
Mi chiusi dentro e sdraiata sul letto iniziai a riflettere.
Uno psicologo.
Forse però, non sarebbe stata poi una cattiva idea. Forse un esperto mi avrebbe capita e creduta.

Io non sono pazza. Non lo sono.





Spazio Autrice
Okay. Qua la pazza sono io ahaha
A parte gli scherzi, ho aggiornato anche questa ff, yeeeeeah!!!
Potevano mai i genitori di Claire credere a una cosa cosi? Ovviamente no!
Cosa deciderà di fare? Andrà o no dallo psicologo? Cosa dirà Justin a riguardo?
Scrivetemi nei commenti le vostre impressioni.
Kiss xx

My Essence || J.B. {Conclusa} Where stories live. Discover now