Cap. 11

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Passarono tre giorni dall'ultima volta che vidi Justin, e intanto era anche arrivato Novembre. Le giornate avevano iniziato ad ingrigirsi, il clima a diventare più freddo e le foglie erano tutte ai piedi degli alberi, secche, morte.
Non vi era giorno che non pensassi al nostro ultimo incontro. Seduti sulla panchina del parco, avevamo parlato tanto, e le sue parole erano ancora vive nella mia testa.

Flashback
"Ti prego, baciami Claire. Ho bisogno solo di questo"
Il colore dei suoi occhi era qualcosa di indescrivibile. Le sue labbra così rosee e carnose mi invogliavano a fiondarmi su di lui, ma rimasi ferma.
"Non posso" risposi con voce rotta dal dispiacere.
Il suo sguardo interrogativo, mi esortò a continuare.
"Ho paura di innamorarmi di te"
Non so come, ma lo dissi davvero. Le parole mi uscirono dalla bocca come una folata di vento. Diventai rossa, forse avrei dovuto semplicemente dire un'altra frase o forse avrei semplicemente dovuto stare zitta e baciarlo.
Ma quella era la verità. Avevo paura, tremendamente paura di innamorarmi di lui, e questo perchè iniziavo già ad avere i primi sintomi, se l'amore fosse considerato una malattia.
Dal mio punto di vista, in questo caso, lo era.
Ogni volta che lo vedevo, il cuore iniziava ad accelerare i battiti e la mia mente, dal canto suo, mi frenava, mettendomi in allerta.
Io non esisto, sei l'unica che riesce a vedermi.
Era tutto vero, ma lo sentivo così reale.
Non riuscivo a spiegarmi questa cosa. E nemmeno lui.
Dal suo silenzio capii che ci era rimasto male.
"Justin io..." iniziai, ma venni subito bloccata dalla sua voce.
"No, lo capisco... In fondo, non esisto nemmeno, non so nemmeno io chi cazzo sono. Perchè dovresti baciarmi?!" disse alzando le spalle e facendo un ghigno simile ad un sorriso ironico.
Mi morsi il labbro, la sitazione stava degenerando.
"Tu esisti. Io ti sento, riesco a toccarti e ti vedo, solo non so perchè agli occhi degli altri sei invisibile" sussurrai.
Il suo viso si alzò verso di me.
"Sai, ti ho mentito ancora" annunciò.
Lo guardai cercando di capire cosa volesse dire.
"Non abitavo vicino a Miami, non abitavo e non abito in nessun posto. Io sono solo dove sei tu"
Fine flashback

Quel martedì mattina non andai a scuola, ma lo passai nel letto con un mal di testa e un mal di pancia da farmi venire addirittura la nausea.
Sdraiata sul letto, presi il cellulare dal comodino e mi misi a sfogliare le foto del rullino, così per passare il tempo.
Le guardai tutte, una ad una, finchè non mi imbattei in una che ritraeva me e Jake al mare, l'anno prima. L'anno in cui Justin era comparso alla mia vista per la prima volta.
In quel momento, tutto ciò che avevo creduto aver rimosso, riaffiorò nella mia mente: il ragazzo misterioso in riva al mare, la serata sulla spiaggia e poi quella in discoteca. Chiusi gli occhi e, ripensando a noi due sotto al gazebo, con le labbra a pochi millimetri le une dalle altre, mi addormentai.

Quando riaprii gli occhi, il sole rifletteva i suoi raggi sul muro accanto al mio viso. Sbattei le palpebre e subito un rumore leggero e sottile mi raggiunse le orecchie.
Sembrava che qualcuno stesse picchiettando contro qualcosa. Alzai lo sguardo verso la porta, la quale però era aperta. Eppure, quel suono era dentro la stanza.
Mi misi seduta sul letto e fu allora che capii la fonte di quel toc toc.
Qualcuno stava bussando alla finestra. E quel qualcuno non era altro che Justin.
Per un attimo rimasi paralizzata. Non mi mossi di un millimetro.
Tutta questa storia dell'invisibilità e tutto il resto, mi bloccarono.
E se fossi impazzita? Se davvero fosse tutto frutto della mia immaginazione?
Feci un respiro profondo e mi alzai. Lentamente mi diressi verso la finestra e la aprii tenendo lo sguardo fisso su quegli così caldi che mi sembrava impossibile non fossero reali agli occhi di altre ragazze. Chiunque li avrebbe notati.
"Justin? Come mai sei qui?" domandai farfugliando, con la bocca ancora impastata.
"Sentivo la tua mancanza, ma come mai sei a casa da scuola?" chiese con aria preoccupata, scrutandomi da capo a piedi. "Ti senti male?"
Ignorai totalmente quelle domande. Il mio cervello stava cercando di rielaborare tutto quello che era successo in quella settimana. Mi sedetti sul letto a gambe incrociate ed iniziai a parlare a raffica.
"Senti, io non so chi sei, non so se sei un angelo, uno zombie, un vampiro o che so io, non so come mai solo io possa vederti, non so niente; so solo che sto impazzendo per colpa tua, e non perchè questa situazione è surreale ma perchè non faccio altro che pensare a te" mormorai guardandolo dritto negli occhi, mentre i miei presero a luccicare. "Io impazzisco dalla voglia di vederti, ogni giorno sei nella mia testa e... non te ne vuoi mai andare". Quelle frasi mi uscirono a raffica e in quel momento cominciai a singhiozzare appoggiandomi al suo petto. Sentii le sue mani cingermi la schiena in un caldo ed affettuoso abbraccio.
Era ciò di cui avevo più bisogno: stare un po' con lui, sentire che mi coccolava. Era diventato importante in così poco tempo, che nemmeno io riuscivo a capirne in motivo.
Ma poi, davvero mi importava sapere? Non mi bastava averlo vicino, averlo solo mio?
"Claire, ti prego, non piangere. È tutta colpa mia. Non avresti mai dovuto vedermi"
Ecco. Quelle parole mi uccisero nel profondo dell'anima. Furono come un pugnale piantato nel petto, mentre la lama fredda e tagliente ti perfora il cuore.
Come poteva parlare così? Dopo tutto quello che gli avevo appena detto...
"Tu non meriti di stare male per me" disse e con uno scatto si alzò in piedi, allontanandosi da me.
Si diresse verso la finestra dalla quale era entrato e l'aprì.
"No!"
Non me ne resi conto, ma dalla mia bocca uscì un grido. Un urlo di supplica. Non volevo che se ne andasse, non ora che...
Mi alzai con decisione e a passo spedito mi avvicinai a lui, misi una mano dietro al suo collo e lo baciai con tutta la dolcezza e la voglia che avevo di sentire le sue labbra.
Mossi le mie lentamente mentre lo sentivo ricambiare e con una mano mi stringeva la maglietta sul fianco.
La sua lingua sfiorò le mie labbra, chiedeva di entrare ed io glielo concessi.
Un'orda di brividi mi pervase tutto il corpo nel momento in cui quei due muscoli si toccarono, iniziando così una lotta per la dominanza.

Fu bellissimo quando, poco dopo, lo sentii sorridere su di me.






Spazio Autrice
Ehilà, buonaseraaaaa :)
Come state bellissime?
Dunque cosa abbiamo qua? Una Claire un po' confusa e un Justin che pensa di esserne la colpa :(
Ma..... Claire alla fine lo bacia siiiii
Okay basta mi sto esaltando da sola ahaha
Secondo voi cosa succederà nel prossimo capitolo?
Un bacione a tutte xx

Ps: spero vi sia piaciuto ;)

My Essence || J.B. {Conclusa} Where stories live. Discover now