Cap. 14

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Farò tardi a scuola, farò tardi a scuola, merda.
Con lo zaino in spalla che dondolava a destra e sinistra ad ogni mio passo e le gambe che ormai non sentivo più per quanto stessi correndo, mi diressi verso l'edificio che mai avrei voluto rivedere.
L'autobus quella mattina mi aveva lasciato a piedi, per il semplice fatto che mi ero dilungata a discutere con i miei genitori.

Una volta arrivata davanti all'ingresso rallentai nel vedere che non era ancora suonata la campanella, la quale non tardò ad accoglierci.
"Ehi Morèl, che succede?"
Nel sentire il mio cognome d'istinto mi voltai e vidi il viso sorridente di Shay di fianco a me.
"Oh, nulla. La sveglia non ha suonato" risposi facendo spallucce.
"Mmh, la sveglia eh?". La ragazza si portò le mani sui fianchi e iniziò a fissarmi con un sopracciglio alzato. "Dove sei stata ieri sera?"
Cazzo è vero, lei sapeva tutto. Grazie a mia madre.
Sbuffai e cominciai ad avanzare verso la nostra classe, senza risponderle.
"Ehi Claire, sono la tua migliore amica, ricordi?" cercò di convincermi.
Aveva perfettamente ragione, ma cosa avrei dovuto dirle?
"Hai visto un ragazzo? Hai finalmente mollato quel coglione di Jake? Puoi dirmelo!"
"Sì, sì ho mollato Jake proprio questa mattina" dissi andandomi a sedere al mio banco.
Shay si sedette di fianco a me e appoggiò le mani sotto al mento.
"E quello di ieri sera chi è? Lo conosco? Avete fatto sesso?"
"Che cosa? Me che diavolo..? No! Senti, non è successo niente ieri sera okay? Non ero con nessuno". Odiavo mentire. Soprattutto a lei.
"Wow" sussurrò poi con aria delusa "sai, pensavo che le migliori amiche si confidassero" e detto ciò si alzò allontanandosi da me per prendere posto vicino a Charlotte.
Sospirai rassegnata.
Se le avessi detto di Justin non mi avrebbe mai creduto.

Nella pausa pranzo uscii in cortile, da sola. I tavolini di legno erano tutti occupati, così cercai una panchina sulla quale sedermi a mangiare il mio toast freddo e sbricioloso.
Alla fine mi accovacciai per terra, sotto ad un albero, non trovando nemmeno una panchina libera.
"Eccoti qui!"
Nel sentire quella voce, mi voltai di scatto e per poco non mi strozzai.
Justin era in piedi di fronte a me che mi guardava con il sorriso a trentadue denti.
Mio dio, come si fa a essere così meravigliosi?
Sorrisi anche io e lui fece per sedersi accanto a me, ma lo bloccai con una scossa del capo.
"Ricordi? Ti vedo solo io, dobbiamo andare dove non c'è nessuno, altrimenti penseranno che parlo da sola" mormorai senza guardarlo.
Mi alzai e mi diressi verso la palestra con lui al seguito.
Una volta entrati dentro l'enorme spazio col pavimento in legno chiaro, ci sedemmo sulle gradinate.
"Allora, come stai?" mi domandò afferrandomi subito dopo la mano.
"Beh, stamattina quando sono tornata ho mollato il mio ragazzo, ho discusso con i miei genitori e in più, la mia migliore amica si è offesa perchè non le ho detto con chi ero ieri sera. Direi che sto bene" risposi sarcastica con un finto sorriso sulle labbra.
"Mi dispiace, davvero"
Mi baciò la guancia e mi tirò fra le sue braccia per stringermi.
Era talmente dolce.
Perchè non era reale? Avrei tanto voluto che tutti vedessero con chi mi ero legata.
"Non importa, si risolverà. Adesso voglio solo godermi il tempo con te. Non me ne frega niente delle condizioni nè dei rischi cui posso andare incontro"
Le mie labbra erano appoggiate alla sua maglietta, ma le feci risalire verso il suo collo, fino a lasciarvi sopra un tenero e casto bacio.
"Non ti lascerò correre dei rischi. Devi stare attenta quando sei in mezzo alla gente. Mi raccomando"
Detto questo mi accarezzò il viso e me lo sollevò per poi baciarmi delicatamente come solo lui era in grado di fare.
"Sono stata bene stanotte con te" soffiai sulle sue labbra provocandogli un sorriso. "E avevi ragione. Ho solo bisogno di un ragazzo come te al mio fianco"
A quelle parole, il biondo intensificò il bacio. Con i denti mi morse leggermente il labbro inferiore e successivamente spinse la lingua all'interno della mia bocca.
Una lotta per la dominanza era iniziata.
In pochi minuti ci ritrovammo sdraiati, uno sopra all'altra, con un'eccitazione in corpo più forte che mai.
Lo vedevo dai suoi occhi, da come mi guardava, che non vedeva l'ora di avermi tutta per sè. E d'altro canto,io volevo esattamente la stessa cosa.

Quando la campanella suonò per annunciare la fine della pausa, mi alzai di scatto e col respiro affannato corsì giù per le scale.
"Ehi, ehi piccola aspetta! Non mi saluti?". Justin mi afferrò per il polso e spingendomi piano contro al muro, mi circondò la vita con le braccia, lasciandomi una scia di baci umidi sul collo. Chiusi gli occhi e socchiusi le labbra, me le morsi più volte prima di pronunciare la frase che tutti i ragazzi vorrebbero sentirsi dire.
"Aspettami fuori, ho solo un'ora e
mezza. Ti va di venire a casa mia dopo? I miei non ci sono"
A quelle parole il biondo si inumidii le labbra, cosa che lo rendeva tremendamente arrapante, e avvicinandosi al mio orecchio disse "Ci vediamo all'uscita"

________

"Vieni, andiamo in camera" esclamai una volta entrati in casa.
Avevo voglia, non lo nascondo. Così tanta voglia che quando lui mi disse di aspettare, ci rimasi di sasso.
"Quanta fretta, lasciati baciare un po' prima" sussurrò prima mordicchiandomi il mento, poi la guancia e infine il lobo.
Stavo impazzendo, letteralmente. Quelle labbra erano diventate la mia droga. Ad ogni tocco fremevo dal volerne ancora di più.
"Justin... T-ti prego saliamo" mormorai col piacere nella voce.
Lui indietreggiò di un passò e guardandomi dritto negli occhi si sfilò la maglietta lasciando libero il suo corpo.
Lo osservai attentamente, in ogni suo piccolo dettaglio.
Non era muscoloso, ma nemmeno pelle e ossa. Era normale, in sostanza aveva un bel fisico.
Allungai una mano verso il suo addome e lo accarezzai lentamente fino al bottone dei jeans.
"Sei sicura? Cioè, di farlo proprio con me intendo" chiese appoggiando la fronte alla mia.
"Mai stata più sicura di una cosa" risposi saltandogli in braccio.
Sorrise ed io lo imitai.
"Per me è la prima volta, come penso saprai già, ma ti giuro che non l'ho mai desiderato così tanto come ora"
A quelle parole premetti le labbra contro le sue mentre, piano piano e un po' alla cieca, Justin salì le scale diretto alla mia camera.

Per lui sarebbe stata la prima volta. Non gliela avrei fatta dimenticare, e lui non l'avrebbe fatta dimenticare a me.










Spazio Autrice
Qualcuno qui, a quanto pare, ha voglia di sesso. Ahaha
Nulla, era un capitolo un tantinello di passaggio. Nel prossimo succederanno cose.
Non dico altro.
Kiss xx

Ps: vi ricordo che ho iniziato la raccolta di one-shot di cui vi parlavo nel capitolo NEWS. Se volete darci un'occhiata si chiama Justin's different roles.

My Essence || J.B. {Conclusa} Where stories live. Discover now