L'equilibrio sopra la follia 2/2✔️

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La mattina successiva mi sentii come se stessi in paradiso e all'inferno nello stesso momento, se ciò era umanamente possibile. Già prima di aprire gli occhi, il mio cervello prese lentamente a funzionare e mi presi degli attimi per bearmi in silenzio tra le coperte ancora calde e avvolte attorno alle mie gambe.

Il mio cuore accelerò e una scarica di adrenalina mi fece vibrare i muscoli. Ricordai senza fatica: Michael mi aveva chiesto di sposarlo e io avevo accettato. All'inizio pensai si trattasse di un sogno molto realistico, ne avevo avuti molti e anche come protagonisti i gemelli, tuttavia scartai immediatamente l'ipotesi. I miei sogni sbiadivano velocemente, quello era un ricordo.

Non seppi chi fosse stato più stupido o avventato tra i due: Michael, per avermi chiesto di sposarlo con così troppa leggerezza o io, ad aver accettato con un sorriso tranquillo tra le labbra.

Mi rigirai tra le coperte e affondai il viso nel cuscino per cercare riparo dalla fastidiosa luce grigia del mattino. Non faceva affatto caldo, nemmeno nella stanza.

Mi ero forse dimenticata del mio matrimonio con Gorka e quello di Michael con Ilona? Era impossibile da mettere da parte, ci pensavo oramai ogni giorno della mia vita, e Gilbert non ci avrebbe lasciato facilmente fare di nostra iniziativa. Noi rappresentavamo per lui un altro fattore di guadagno, uno dei suoi ultimi. Non avrebbe mai fatto sposare Michael con me e mi aveva già avvertita a riguardo: avevo avuto il suo consenso a stargli vicino in maniera non troppo esposta o esplicita e anche dopo i nostri matrimoni potevo preferire le sue attenzioni anziché quelle di Gorka, ma la faccenda aveva preso una piega del tutto diversa.

Michael e io volevamo tagliare i ponti creati da Gilbert e interrompere così la sua linea di sangue puro. Forse Gorka e Ilona sarebbero stati dalla nostra parte e si sarebbero schierati contro i genitori pur di non soffrire per i loro pretesti, ma Gilbert e Dominik avevano idee troppo radicate per poter far cambiare loro idea.

Per Dominik ero stata quella ragazzina che voleva dividerlo per sempre dal fratello e che ora volevo portarlo via da lui per sempre.

Eppure era ciò che in fondo al mio cuore volevo, ciò che avevo desiderato, sposare Michael e vivere con lui senza nessun peso o segreto.

Strofinai la faccia contro il cuscino e aprii gli occhi, tastando con la mano il lato del letto di Michael. Lui non c'era, nemmeno nella camera. Sbadigliai sonoramente e mi alzai, infilandomi il pigiama addosso e uscendo. Nel salotto non c'era nessuno, il televisore a schermo piatto era acceso a volume basso ed era sintonizzato su un programma di cucina americano di pasticceria. Il tavolo vicino alla finestra era ricoperto di bottiglie di plastica vuote e piatti sporchi.

Le camere di Ilona e Dominik erano ancora chiuse e, tendendo l'orecchio, potei sentire il debole russare del ragazzo oltre la porta. La sera prima non era in camera e non era tornato prima delle quattro, l'ultima volta che avevo controllato l'ora. Ignoravo come avesse passato la notte di capodanno, seppure non potesse essere un mistero troppo ignoto per me. Non mi interessò.

Bussai piano alla porta del bagno ed entrai. Trovai Michael davanti allo specchio del bagno, intento a radersi l'ispida barba del mattino.

«Buongiorno» mi disse lui, dandomi un bacio e sporcandomi di schiuma sulla guancia.

«Buongiorno» ripetei con un sorriso imbarazzato.

Lui tornò a radersi con attenzione e guardai i suoi movimenti puliti e continui. Mio padre odiava farsi la barba, si feriva in continuazione, ma solo perché non aveva la pazienza necessaria per i dettagli minimi.

Quando finì si passò il dopobarba e si pulì le mani, guardandomi soddisfatto.

«Mi piaceva» lo informai con il broncio, passandogli un dito sul mento. «Ora assomigli di più ad un bambino... Ti sei alzato presto?»

Bad BroWhere stories live. Discover now