44 Ricordati chi sei veramente 1/2✔️

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«Qui non c'è scritto niente» mi agitai, stritolando il foglietto illustrativo della pillola rosa. «Niente di utile!»

Mi passai una mano sulla faccia e mi morsi un labbro, non sapendo cosa fare. Ero seduta sul bordo della vasca da bagno, mi tremavano le gambe e sapevo che se avessi provato ad alzarmi sarei facilmente caduta a terra. Breatha era appoggiata contro la porta chiusa, come se volesse assicurarsi di persona che nessuno fosse nei paraggi.

La guardai e tornai a leggere per la quarta volta il foglio tra le mie mani, scritto in caratteri minuscoli. Trattenni le lacrime perché altrimenti non avrei potuto decifrare quelle lettere minuscole che, per fortuna, erano scritte in inglese.

«Non c'è scritto niente!» urlai ancora. «Solo stupidi nomi di ormoni e cose che so già.»

«Che cosa dice?» domandò piano Breatha, ferma sulla porta, lontana da me.

«Somministrazione per ventuno giorni... sicurezza elevatissima... bla bla... Qualora nel corso di una assunzione regolare ci si accorge di aver dimenticato una pillola, sarà sufficiente assumere il farmaco dimenticato e l'effetto contraccettivo sarà garantito» citai ad alta voce e la donna alzò la faccia da terra, illuminandosi. «Oh, già, entro dodici ore.»

Scossi la testa, appallottolai il foglio e lo gettai via, tornando a mordermi una pellicina sul pollice.

«Ti ricordi quando...»

«Ho dimenticato la scatola il giorno prima di capodanno. Erano passati tre giorni. Ho ripreso a prendere la pillola ogni giorno dopo allora, alla stessa ora, e ho fatto sempre attenzione. Pensavo che il ciclo mi tornasse normalmente, ma non è stato così» dissi nervosa.

«Chanel, calmati e...»

«Calmarmi?» strillai fuori di me. Saltai in piedi e camminai verso il lavabo, presi il test di gravidanza e glielo misi davanti agli occhi. Due stanghette verticali segnavano la presenza di nuovi ormoni sballati all'interno del mio corpo. «Sono incinta. Ho un cazzo di bambino dentro di me, se non te ne sei resa conto, ed è di Michael! Se Gilbert lo scopre...»

Breatha si tolse dalla porta e con un balzo mi fu davanti, afferrandomi le spalle e zittendomi. «Non devi urlare» si raccomandò. «Non puoi farti sentire a nessuno, hai capito? È meglio se questa cosa rimane qui, tra noi, e nessuno lo scopre. Vuoi un po' d'acqua? Siediti, su» mi disse dolcemente, prendendomi per il gomito e facendomi sedere sul bordo della vasca.

Riempì un bicchiere di plastica con l'acqua gelata del rubinetto, poi me lo porse. Lo bevvi d'un fiato e seppure fosse sul punto di rimbeccarmi e dirmi altro, non osò. La gola mi fece subito male e il cervello si gelò, pulsandomi nella scatola cranica.

«C'è...» balbettai stupidamente «una speranza che il test si sia sbagliato?»

Breatha tirò le labbra. «L'ormone beta hCG si sviluppa già dalla seconda settimana, quindi già dieci giorni dopo il test lo rileva. Un test più efficace sarebbe fare un test del sangue in un laboratorio o fare una visita da una ginecologa, ma...»

«Ma se lo facessi, almeno uno dei Petronovik se ne accorgerebbe e farebbe domande» finii, scuotendo la testa.

Non potevo permettermi di fare sapere a Gilbert che fossi incinta di suo nipote, il primo. Non mi avrebbe fatta andare via prima di averlo dato alla luce e né ce lo avrebbe fatto tenere. Non lo avrebbe mai detto in maniera troppo esplicita, avrebbe influenzato sulla gravidanza, ma alla fine si sarebbe appeso alle clausole della legge, sul fatto che sia io e sia Michael fossimo giovani e senza un lavoro, per avere l'affidamento per sé. A quel punto ci avrebbe tenuto tutti e tre in trappola. Non avrei mai potuto lasciare mio figlio nelle mani di Gilbert, e nemmeno Michael.

Bad BroWhere stories live. Discover now