2. Partenza.

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Un'amicizia solida

~2~
Partenza.

Devo andarmene, non so come fare lo dico ai miei? Oppure me ne vado senza dire niente?

Se lo dicessi ai miei genitori sicuramente si farebbero mille complessi mentali, cercando di impedirmi di partire ad ogni costo.

Se non glielo dicessi mi verrebbero a cercare, anzi mobiliterebbero mezza S. Francisco per trovarmi.

Però se glielo dicessi quando ormai sono in viaggio, non potrebbero fare più niente. O forse sì.

In questo momento, sono io quella che si sta facendo i complessi mentali. Non so come fare. Ma devo pensarci bene, anche perché ho bisogno di andarmene, lasciare questa vita troppo monotona e perfetta per me.
Ho bisogno di un consiglio, quindi chiamo Ron e gli racconto tutto.

**
«Lacy, che bello sentirti, oggi a scuola ho visto la tua auto ma non sono riuscito a trovarti. Tutto bene?»

sento dirgli dall'altra parte del telefono.

«Ehi Ronald. Si sì, tutto a posto. Volevo chiederti un parere.»
rispondo.

«Me ne voglio andare, si lo so è strana come cosa, ma lo sai quanto io mi possa sentire inappropriata in questo posto, con i miei genitori, è come se dentro di me sentissi di non appartenere a questa vita.»

Ronald è l'unico ragazzo che io abbia mai conosciuto, che 1º) riesce ad ascoltarti senza mai interromperti.
2º) non ti giudica. E 3º) se può, in una qualche maniera ti aiuta, sempre.

«Bah, fallo. Fallo e basta. Se potessi verrei con te, eccome se verrei, ma lo sai, ho già fatto un mese e mezzo di assenze a scuola, e dato che non si può fare più del 25% di giorni scolastici come assenze, e che sono già stato bocciato una volta non posso perdere un altro anno.» lo sapevo, io adoro questo ragazzo.

«Quindi secondo te devo andarmene senza dire niente ai miei? Oppure glielo dico? Perché in fondo è una mia scelta, cioè la vita è mia.» chiedo al mio amico.

«Ma si, diglielo, ti romperanno un po' ma non importa. Però diglielo quando stai per andartene, cioè fai le borse o valige le monti in macchina e poi glielo dici.»
Ronald finita la frase, inizia a ridere di gusto. Non ne capisco il motivo, ma la risata è contagiosa.

«Va bene. Grazie mille Ronny. Ti voglio bene, ti manderò tante cartoline. Mi raccomando bada a Hev sai quanto può essere stupida.»
non per cattiveria, ma Hev se si dovesse fare delle amicizie non tanto raccomandabili, potrebbe fare sciocchezze. Lo dico, perché è già successo.

«Ma di nulla. Lacy stai attenta mi raccomando, ti voglio bene anche io.»
**

Deciso, allora.
Lunedì mattina al posto di andare a scuola, parto.
Vado su in camera mia, oggi mia mamma aveva da fare con un cliente indebitato fino al collo, e mio padre ha una riunione tra medici, quindi staranno fuori casa fino a tardi.
Prendo il borsone della Nike e dentro inizio a metterci dei jeans, le mie magliette preferite con i vari nomi delle band, felpe, penso che una giacca dovrei portarla, non dico giacca pesante ma una a vento forse..

Chiudo il borsone, lasciando fuori la giacca, sia perché sono indecisa de portarla o meno, sia perché non ci sta più niente.
Vado sul vialetto di casa, dove ho lasciato la mia auto, e ci metto dentro il borsone.
Non vedo l'ora che sia Lunedì mattina, manca solo un giorno.

Passa una mezz'ora circa e sento il telefono suonare. È un messaggio da Cooper il mio ex.

**
Da: Cooper.
Sei ancora più carina quando cerchi di evitarmi, ci vediamo lunedì a scuola piccola. O forse anche prima.

**

Leggendo il messaggio, non posso fare a meno di ridere. A scuola oggi, l'ho visto di sfuggita e non l'ho neanche salutato, il che l'ha fatto infuriare.
Non rispondo, ovviamente. Ai miei genitori piaceva Cooper, per il semplice fatto che ha genitori, importanti, padre avvocato e madre ereditiera, benestante di famiglia. Insomma la nostra era una relazione combinata dai nostri rispettivi genitori, ma a me non è mai interessato nulla.

Mando un messaggio al gruppo Nel quale siamo io, Ron e Hav. Ci conosciamo, dall'asilo e la nostra è sempre stata un'amicizia abbastanza solida.

**

Io;
"Ragazzi! Deciso. Parto Lunedì mattina. Che ne dite se domani, andassimo a farci un giro?!"

Hav:
"Siii! Anche perché poi non so come potrò resistere senza la mia migliore amica, per non so quanto tempo, per giunta."

Ron:
"Grazie per la considerazione Hev. Comunque per quanto riguarda domani, per me non c'è problema Lacy."

Io:
"Perfetto! A domani ragazzi. Vi voglio bene."

Hav:
"Notte per dopo Lacy."

Ron:
"Nottee"

Io:
"Notte anche a voi"

**

Ordino una pizza e dato che i miei non sono ancora tornati, mi metto sul divano, estremamente grande e inizio a guardare se in televisione riesco a trovare dei film decenti, alla fine ne trovo uno, non so bene il nome, finisco la pizza e una volta finito anche il film, sistemo e vado a lavarmi i denti.

Sono le 10:48, non è tardi ma lunedì  dovrò viaggiare in macchina, per un po' perciò devo riposarmi.
Vado in camera, mi metto una canottiera e dei pantaloni della tuta e mi addormento, fissando la finestra e pensando al viaggio che mi attende.
Chissà come andrà a finire, conoscerò nuova gente? Magari poi arrivata in un posto non vorrò più andarmene. Oppure non resisterò e il secondo giorno di viaggio tornerò indietro, non penso, ma chi lo può dire.

[N.A.]

SECONDO CAPITOLO!
Non penso sia venuto chissà quanto bene, ma il giudizio spetta a voi.

Comunque, per le pronunce dei nomi:

Lacey = Lesei.
Haven = Aven.
Mya = Mia.

Per i soprannomi:
Lacy = Lesi.
Hav = Ev.

Per il momento gli unici nomi, con i quali magari, si può avere difficoltà di pronuncia, sono questi.

Fino ad ora la storia è un pochino monotona, ma beh è solo il secondo capitolo.
Non dal prossimo, ma da quello dopo ancora, inizieranno le tappe, che Lacey farà.

Non vedo l'ora di condividerle con voi.
SPERO TUTTO QUESTO VI PIACCIA.
Al prossimo capitolo.
Baci.
G.

Wanderlust. || A. J.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora