27. Los Diablos

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L'ho visto una volta, e dio.. Non potrei mai dimenticare i suoi occhi

~27~
Los Diablos.

Guardo fuori dal finestrino, non degnando Ash né di uno sguardo né di una parola.
Quali potrebbero essere le motivazioni per cui va in giro a sparare alla gente, sono passata sopra al fatto che faccia combattimenti, non posso dirgli niente sulle corse perché greggio anche io, ma fare parte di una gang e uccidere delle persone é un'altra cosa.

«bimba» sentendo la sua voce in sottofondo, mi giro verso di lui guardandolo male, non può essere giustificato, o almeno spero.
«c'entra con i miei genitori» faccio finta di niente e continuo a fissare un punto impreciso, tra gli alberi spogli della statale in movimento.

«La mia gang, chiamiamola così, sta avendo a che fare con l'assassino dei miei, gli vendono..» si ferma improvvisamente, guardandomi e sospirando sommessamente «gli vendono droga. Non ne faccio uso se te lo stai chiedendo, gli altri la vendono e basta. Come ormai sai facciamo combattimenti, io corro in macchina.. Loro in moto.» si ferma di nuovo e continua a fissarmi, aggancio il mio sguardo al suo e con un cenno del capo gli faccio segno di continuare.

«da due settimane circa, quel bastardo si sta facendo vedere, l'ho visto una volta e dio.. Non potrei mai dimenticare i suoi occhi.»
Gli passo una mano sulla gamba, e lo sento irrigidirsi al tocco.
«Lacey cazzo, perdonami. Non volevo metterti in mezzo, volevo stessi al sicuro.» stringe il volante come se potesse calmarlo, toglie una mano che posa direttamente nel porta oggetti e ne tira fuori una sigaretta.
Automaticamente faccio lo stesso gesto, e lui mi guarda con un sopracciglio alzato.
«devo calmarmi, troppe bugie Ash»
«ti porto a conoscere gli altri, così sarai più sicura. Almeno ti vedono e semmai non dovessi esserci io ci saranno loro.» detto questo scala le marce e di gran carriera corre in statale.

La strada mi sembra così famigliare, é la stessa che facciamo ogni giorno per andare a scuola, ne sono sicura.
Dopo qualche minuto i miei dubbi svaniscono, vedendo in lontananza il cartello stradale che indica Tijuana. Stiamo per entrare nella parte peggiore del paese, dove, chi vuole sopravvivere deve fare qualsiasi cosa, anche uccidere. Qui ogni arma è lecita, se in gioco c'è la vita.

Guardo fuori dal finestrino, come ormai sto facendo da più di mezz'ora. Le palazzine mezze distrutte scorrono lentamente alla mia destra, fino a quando Ash non inizia a rallentare ed entra in un garage.

«prendi, sta attenta anche se ci sono io con te.» dice per poi porgermi una pistola, metto l'oggetto sul fianco dentro ai pantaloni, ed il contatto col ferro freddo mi fa venire i brividi. Annuisco guardandolo di sottecchi, mai come prima d'ora mi era sembrato tanto attraente, reprimiendo tutti i vari pensieri su di lui, mi avvicino e gli afferro un braccio, dopodiché insieme usciamo dal garage.

Cpntinuo a guardarmi intorno, é tutto squallido, fin troppo. Bambini di colore giocano in mezzo alla strada, girandosi verso il mio ragazzo e salutandolo, lui ricambia. Mi domando come dei bambini, apparentemente piccoli, possano stare in un quartiere del genere, e come i genitori non se ne preoccupino.

Mi sento così a disagio, forse perché ho sempre avuto tutto, e non sapevo neanche dell'esistenza di un posto simile.
Non mi sento all'altezza, come se loro fossero più importanti di me, non saprei come definirlo. Solo che.. Mi viene da pensare automaticamente a come loro siano felici con poco.

Distolgo lo sguardo dai bambini, non prima di averli salutati con un cenno della mano, e il mio sguardo viene catturato da delle scarpe appese al lampione. Pochi secondi dopo e ne vedo altre appese ad un filo, poco distanti le une dalle altre.
«Ash» tiro per un braccio il ragazzo al mio fianco «bimba che c'è, qualcuno ti sta guardando?» chiede, portandosi una mano dietro per afferrare l'oggetto, nascosto tra la maglietta nera ed i Jeans del medesimo colore. «Nono, solo che mi sa che hanno fatto uno scherzo a qualcuno, nascondendogli le scarpe li su.» dico corrugado le sopracciglia, per cercare di fissare gli oggetti in alto, senza scontrarmi con il sole.
«No bimba, indicano un punto di incontro per la droga. Qui nel Bronx si usa fare così.» mi afferra la vita on un braccio e mi lascia un bacio sulla tempia «andiamo adesso».

Un punto di incontro per la droga.

Sono qualche passo dietro ad Ash, e fisso i miei piedi fare ogni passo, quando di colpo mi sento tirare in dietro ed un urlo esce dalla mia gola.
Ash si gira ed il suo sguardo è puntato sull'uomo che mi sta tenendo, le sue braccia sono così forti che sento delle fitte percorrermi, non riesco a muovermi e sento il suo alito sul mio collo. Un odore di alcol mi pervade le narici, e trattengo i conati.
«Dame el dinero» inizia ad urlare al mio orecchio, rivolto verso Ash, che in pochi secondi gli è vicino e gli punta la pistola in fronte.

Si muove tutto a rallentatore, e non capisco cosa stia succedendo, fino a quando non sento qualcosa di freddo sulla nuca, talmente è successo tutto in fretta che non mi sono resa conto di avere una pistola puntata.
«Deja la arma» Ash fa pressione sempre di più sulla fronte dell'uomo «déjala» ripete un ultima volta.
«La mato» è la risposta che riceve Ash.

Chiudo gli occhi, respirando forzatamente, devo solo mantenere la calma. 
Finirò con un buco in testa, me lo sento.
Spero solo, si prendano cura della mia Impala.
Rimango con gli occhi chiusi e il tremore al corpo inizia a diminuire, poi all'improvviso..

.. uno sparo..
.. Un'altro..

Ed il silenzio, non riesco a riaprire gli occhi fino a quando non sento la voce di Ash supplicare di farlo.

Sono viva.

Mi riparo tra le braccia del mio ragazzo e vedo avvicinarsi un gruppo di quattro persone, tutti ragazzi, sui venti, massimo ventidue anni.

«loro sono Los Diablos» sorride al mio fianco Ash, tenendomi ancora stretta a sé.

Ed io mi devo solo adattare alla situazione, se devo diventare come loro, lo farò. Non posso essere distrutta, non posso farmi prendere dall'ansia come è appena successo. Devo rimanere lucida, vigile.
Non sono più la brava ragazza di un tempo, le persone si adattano alle situazioni in cui si trovano, ed io devo solo fare questo. Pian piano ce la farò.

L'appartamento, é decente rispetto all'esterno. Sembra quasi non appartenere alla zona.

I ragazzi si presentano uno ad uno ed io sono seduta su un divano, e li fisso tutti cercando di collegare i nomi alle persone.
«Encantado muchachita, io sono Pablo» un ragazzo alto quanto Ash, occhi verdi e capelli castani, sudamericano si vede dal colore della pelle, quasi dorato, con più massa muscolare che altro mi porge la mano ed io la afferro.
Si presentano anche gli altri tre, tutti alla stessa maniera, metà in spagnolo e metà nella nostra lingua.

James, l'unico tra i quattro ad essere di San Diego, cresciuto sin da quando ha compiuto 6 anni a Tijuana, ormai considerato uno del posto. Con tratti quasi angelici, capelli biondi ed occhi verde-grigio, anche lui parecchio muscoloso, come tutti gli altri d'altronde.

Emilio, capelli castani, occhi del medesimo colore, simpatico e con un sorriso stampato in viso da quando l'ho visto.

Iván, fratello gemello di Emilio da quel che ho capito, identico al fratello, tranne per il fatto della simpatia. Non ha parlato né sorriso o fatto qualsiasi altra cosa,a parte starsene in un angolo con lo sguardo corrugato e mani nelle tasche dei jeans.

Dopo una mezz'ora buona, tra spiegazioni riguardo la gang e promesse di protezione, il campanello inizia a suonare e tutti ci guardiamo.
«aspettavate visite?» chiede Ash staccandosi da me per la prima volta da quando siamo arrivati, e alzandosi.
«no, capo.» dice sicuro Pablo, fissando la porta.

E il campanello suona ancora.

Iván si muove, per la prima volta, e va verso la porta.

Ash si risiede di fianco a me, e solo dopo occhi secondi lo sento irrigidirsi, mi giro ed incontro gli occhi di un uomo.
Una scia di brividi mi percorre il corpo, fisso il viso sfigurato pieno di cicatrici e buchi.
Resto petrificata, girandomi verso il ragazzo al mio fianco, che con lo sguardo sta incenerendo l'ospite.

[N.A.]
Scusate per il capitolo, del quale non ne sono pienamente fiera, ma vabbè prima o poi inizierò a sistemare un po' tutti i capitoli, per renderli più accettabili.

DETTO CIÒ..

Chi sarà mai quest'uomo?

Besos.
G.

Wanderlust. || A. J.Where stories live. Discover now