9. San Diego.

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spero comunque di non diventare come te eh, sai ci tengo alla mia immagine.

~9~
San Diego.

Vedo da lontano il cartello che indica l'uscita per S.Diego, l'emozione inizia a farsi sentire. Finalmente, dopo giorni di viaggio, sono arrivata, non riesco a distogliere lo sguardo dai primi edifici che vedo, sono consapevole che ci siano anche a S. Francisco ma, ragazzi sono a S. Diego ancora non ci credo.

Faccio per svoltare a destra per imboccare l'uscita, quando una Camaro ed una Mustang mi tagliano la strada ad una velocità al dir poco altissima. Fortunatamente riesco a mantenere il controllo sul volante, adesso gliela faccio vedere io.
Prendo l'uscita e iniziò a premere il pedale dell'acceleratore della mia Impala, se vogliono vedere una macchina veloce gliela mostro subito.
Li vedo davanti a me, sono una di fianco all'altra, dai finestrini vedo delle mani che gesticolano tra loro, staranno parlando.
Accelero ancora di più e passo tra di loro, senza guardare la velocità ormai assunta. Una volta superati abbasso il finestrino e gli mostro il dito, lo so è infantile da parte mia ma prima potevo fare un incidente, se non fossi riuscita a tenere il volante.
Una volta superate la Camaro e la Mustang, decelero lasciando i finestrini abbassati per godermi l'aria della mia nuova città.
Dovrei trovarmi un posto momentaneo dove vivere, però prima meglio andare a mangiare.

Girò un po' per le strade cercando come sempre un locale che mi ispiri, ne vedo uno con delle macchie classiche ma veloci, parcheggiate all'esterno e beh inutile dirlo, devo entrare.
Parcheggio la macchina di fianco ad una Dodge Charger, chiudo la portiera e sento dei rombi di motore dall'altra parte del parcheggio, mi giro e vedo con mio piacevole stupore la Camaro ss e la Mustang di prima. Infilo i Ray-Ban e mi avvio verso il locale.
Appena entrata mi assale l'atmosfera di meccanico, benzina, non so come definirlo ma mi piace, da piccola mio nonno mi portava sempre in officina da lui, e quindi per me è odore di casa, la mia famiglia si è fatta i soldi con mio padre diventato chirurgo importante, che poi si è sposato mia madre avvocatessa benestante di famiglia, prima mio nonno smontava e rimontava le macchine sperando di arrivare a fine giornata con qualche soldo per comprare da mangiare.
Ricaccio i ricordi e mi avvio al bancone, dietro al quale non c'è nessuno. Il locale è molto semplice, parquet per terra e pareti bianco sporco.

Arriva un signore all'incirca sulla cinquantina con una maglia azzurra con le maniche strappate, nel senso, proprio staccate a mano, in modo da mettere in mostra i bicipiti davvero grandi e pieni di tatuaggi.
«Ciao piccolina, sai già cosa prendere ?» mi sta simpatico, non so perché ma dietro l'aspetto burbero ha un qualcosa che non saprei dire.
«Emm, mi chiamo Lacey. E no, non so neanche cosa possa ordinare, tu che mi consigli ?» chiedo gentilmente, mostrando uno dei sorrisi migliori.
«Piacere Dom, Dominic. Per quanto mi vergogni dirlo, qui tesoro facciamo solo panini, la gente che viene da noi è come me.» dice indicandosi «Quindi capirai che elementi.» sorride gentilmente e si passa una mano sulla testa rasata.
«Spero di non diventare anche io come te allora. Comunque un toast semplice mi andrà bene.» dico ridendo.
«Lo spero per te piccolina, e poi non sono così male dai.» dice per poi girarsi e iniziare a preparare l'ordine.
«Vuoi qualcosa da bere ?» chiede impegnato con il toast.
«Si grazie una spremuta.»
«Arriva.»

Sento la porta d'entrata aprirsi, e due voci roche.
«Ehi ehi Dom ! » sento qualcuno dietro e ad un tratto vedo e sento una mano tatuata sbattere contro il bancone. Ma cos'hanno nella testa ?
«Bambolina mi fai vedere di nuovo quello che hai fatto prima in auto, mi sa che non ho visto bene.» sussurra vicino all'orecchio. Mi sfilo gli occhiali e lo fisso, alzo una mano e al posto di fargli vedere il dito gli tiro uno schiaffo.
«Questo sbruffone.. è per prima, punto primo perché mi avete tagliato la strada, punto secondo perché potevo fare un incidente e terzo perché ti potevi risparmiare questa messa in scena.»
Dico infine rigirandomi, aspettando il toast e la spremuta.
«Che bel caratterino Lacey, hai fatto bene con questo animale.» dice sempre sorridendo Dom, porgendomi il toast e la spremuta.
«Grazie Dom.»
« Grazie zio, per avermi dato dell'animale.» dice il ragazzo passandosi una mano tra i capelli.
«Prego Chase.» il ragazzo tutto tatuato, si chiama Chase quindi ed è nipote di Dom, adesso che lo sto guardando meglio ha una certa somiglianza con lo zio, stesso naso all'insù e stesse espressioni.
«Ehi Ash J, ci sei anche tu.» Dom si rivolge all'altro ragazzo ed io giro d'istinto lo sguardo su di lui.
Alto all'incirca 1.90, spalle larghe, leggero ciuffo, tatuato anche lui ed occhi grigi.
La cosa che mi colpisce dei suoi tatuaggi è che sembra non abbiano fine un groviglio di disegni e colori, in tutta la pelle visibile non coperta dagli indumenti, d'una bellezza dura ma allo stesso tempo quasi Angelica, dio quanto mi piacerebbe tracciare il contorno di quei tatuaggi.
«Dom. » dice accennando un sorriso Ash J. Chissà cosa vuol dire la J..
«Beh Dom io avrei finito, quanto ti devo ?» chiedo cercando l'attenzione di Dominic.
«Nulla piccolina, offre la casa. Spero almeno sia stato decente come toast.» sorridendo Dom viene a prendere il piatto ed il bicchiere, per poi abbandonarli dentro al lavandino.
«Era inaspettatamente buono, spero comunque di non diventare come te eh, sai ci tengo alla mia immagine.» guardandomi Dom scoppia a ridere.
«Beh cosa ci fa una bambina di S. Francisco qui a sud ? » chiede Chase appoggiandosi con un fianco al bancone.
«Lasciali perdere tesoro, piacere Tori, sono tutti degli animali se hai bisogno basta chiedere, Lavoro qui.» una ragazza all'incirca della mia età forse uno o due anni in più, mi saluta velocemente e poi corre sul retro del locale.
Chase la saluta al volo con un bacio sulla guancia, invece lui fa solo un cenno con la testa.
«San Francisco ? Davvero Lacey ?» chiede Dom con stupore.
«Si, sono partita da qualche giorno e mi sono fatta tutta la costa in macchina, con destinazione San Diego. Ed eccomi.» spiego in breve più rivolta a Dom che agli altri, dopodiché mi alzo e mi infilo i Ray-Ban pronta ad uscire.
«Bella macchina.» Ash, mi guarda per qualche secondo, ed io rimango interdetta. Se pensavo la voce di Chase fosse roca, la sua lo è ancora di più.

Vedo Dom affacciarsi dal bancone per vedere fuori dalla finestra.
«Chevrolet Impala, del 67, da corsa piccolina.» mi guarda e annuisce, per poi prendere in mano il bicchiere nel quale ho bevuto, e pulirlo.
«Grazie. Grazie per il pranzo Dom, ci si vede.» saluto e me ne vado, cercando di arrivare il prima possibile alla macchina.
Finestrini abbassati e Pink Floyd al massimo, per essere appena arrivata non è niente male.

[N.A.]

Boh non vedevo l'ora di arrivare a questo capitolo, finalmente a DESTINAZIONE.
Sembrava oramai un miraggio.
Beh che dire Ashton già mi piace, ahahah. Prima si sarebbe dovuto chiamare TYLER ma mi sono innamorata del Nome Ashton, che poi abbreviato fa ASH, Cenere in inglese, e boh capitemi.

Detto ciò mi sto dilungando troppo, anche perché il capitolo è già bello pesante.

Hasta luego nenes.
😘

G.

Wanderlust. || A. J.Where stories live. Discover now