6. Terza tappa: S.Luis Obispo

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sorrido al pensiero di non rivederla più, nonostante abbiamo passato del tempo insieme.

~6~
Terza tappa:
S.Luis Obispo.


kay, lo ammetto, questo viaggio sta durando un po' troppo. Devo cercare di fare in fretta, ovviamente quando ho progettato questa avventura non avevo preso in considerazione la mia impazienza.

Penso che una volta arrivata a S. Luis Obispo, cercherò un hotel o qualcosa del genere e poi la mattina seguente riprenderò la macchina e via.
S.L.O (sigla di San Luis Obispo) non è male come città, carina, qualche attrazione qua e là ma non è di mio particolare interesse.

Fortunatamente, come sempre d'altronde, la strada sulla US-101 S è abbastanza libera, il traffico scorre velocemente e le prime due ore passano in fretta. Dovrebbero mancare 48 minuti ma penso di mettercene qualcuno in meno.
Durante il viaggio sento il telefono suonare, lo prendo e lo metto in viva voce sul sedile del passeggero.

«Tesoro. Come sta andando il viaggio ?»
«Hey pa' bene adesso sto andando a S.L.O. dovrebbe mancare all'incirca un'ora ma penso proprio di mettercene di meno. Tutto bene tu?»
«Si sì, scusa se in questi giorni non ci siamo fatti sentire ma tua mamma è sempre in ufficio ed io sono riuscito a chiamarti adesso solo perché sono in pausa.»
«Tranquillo, ti mando un messaggio quando arrivò okay?»
«Va bene. Stai attenta mi raccomando. Un bacio tesoro ti voglio bene.»

Chiudo la chiamata, essendo sempre stata poco propensa verso le dimostrazioni di affetto, anche se devo dire che mio padre per quanto non fosse molto presente, come mia madre, mi ha sempre aiutata in tutto.
Quando ero piccolina ad esempio mi ricordo che mi copriva sempre, quando facevo qualcosa di sbagliato e poi mia mamma si arrabbiava sempre con lui.

È passata una buona mezz'ora e iniziò a vedere i vari cartelli stradali che indicano l'imminente comparsa della città di S.L.O.
Come previsto arrivo con un quarto d'ora di anticipo.
Sono le 16:33, dovrei cercarmi un posto per la notte, girando per le strade alla fine trovò una specie di hotel il quale nome mi ispira "diamond" lo so come nome non trasmette nulla ma a me piace.
Parcheggio la macchina ed entro, l'interno è completamente bianco, quasi accecante. La reception è composta da un bancone in marmo bianco e sul davanti è riempito di brillantini (?) o per lo meno, a me sembrano brillantini.
«Salve come posso aiutarla ?» chiede una ragazza magrissima con uno chignon di capelli biondi cenere troppo ordinato per i miei gusti, indossa una divisa composta da pantaloni eleganti neri con delle strisce grigie ed una camicia bianca con i primi due bottoni slacciati. Mi viene incontro con un sorriso cordiale porgendomi la mano.
«Vorrei prenotare una stanza per questa notte se possibile.»
«Certamente verifico subito la disponibilità.» riesco a leggere a malapena il nome sulla targhetta che lei si gira subito per andare dietro al bancone verso il computer.
Caroline.
Mi avvicino anche io ad esso e tiro fuori dalla borsa la carta di credito.
«Sì, abbiamo una singola disponibile. Le interessa o ne preferisce una più grande?»
«La singola andrà benissimo, grazie»
Pago il tutto, vado in camera e mi faccio una doccia veloce, cambiandomi i vestiti con alcuni che avevo messo in precedenza dentro al borsone.

All'alba delle 18:24 sono sdraiata sul letto e non so cosa fare, non pensavo queste tappe potessero osservare così noiose.
Infine decido di prendere la borsa ed uscire.
Giro un po' a caso tra le vie limitrofe all'hotel, sperando di non perdere l'orientamento.
Sento la pancia lamentarsi un po' allora decido di andare da qualche parte a mangiare. Vedo una specie di tavola calda ed istintivamente entro. Il locale è pieno di gente, di qualsiasi tipo anche se devo ammettere che ci sono pochissime donne.
Mi siedo ad un tavolo per due vicino al bancone, arriva un ragazzo più o meno della mia età con un unico tatuaggio visibile, al centro del collo.
«Hey bellezza, cosa desideri ?» chiede pavoneggiandosi tutto, le persone così non mi sono mai piaciute.
«Desidero mangiare grazie. Questo.» dico indicandogli un piatto sul menù. Rimane interdetto per qualche secondo e poi va via evidentemente sconsolato, non deve mai essere stato liquidato così.
Passo una mezz'ora buona dentro al locale, il cibo ordinato non era granché, vado al bancone e pago.

~~~

Sono sola, i marciapiedi sono vuoti, e i pensieri iniziano a montarsi in testa, chissà cosa succederà una volta arrivata a San Diego.
Sono le 20 e sono ancora in cerca dell'hotel, lo sapevo che mi sarei persa.
Vedo all'angolo una ragazza, sembra tranquilla, decido di andarle in contro a chiederle indicazioni.
«Hey scusa, sapresti dirmi dov'è l'hotel diamond ?»
«Certo. Se vuoi ti ci accompagno.»
Una volta girata verso di me mi accorgo che la ragazza è più piccola, di almeno un paio di anni.
Mi accompagna all'hotel, devo dire di essermi allontanata parecchio, nel tragitto parliamo un po' e la simpatia verso questa ragazzina sale sempre di più. Dopo quaranta minuti circa arriviamo in hotel, è una volta ringraziata e salutata la vedo correre incontro ad un gruppo di ragazzi, sorrido al pensiero divertente di non rivederla più, nonostante abbiamo passato del tempo insieme.

Ed Hev e Ron non mi hanno ancora risposto..

[N.A.]

Eccomi con un'altro capitolo di wanderlust, scusate l'inattività ma ho davvero tantissimi impegni.

Detto ciò spero vi piaccia.
Non vedo l'ora che Lacey arrivi a San Diego e succedano tante cose belle.

BESOS.
G.

Wanderlust. || A. J.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora