4. Fremont: seconda parte.

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~4~
Prima tappa:
Fremont [pt.2]

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|Le tappe che Lacey farà, potrebbero risultare pesanti per alcuni di voi, considerando che di fatti importanti  ne accadono. Consiglio dunque, di passare direttamente al capitolo 9.San Diego.|

Mancano 48 minuti e sono arrivata a Fremont.
L'emozione prende il sopravvento ed inizio ad emettere dei gridolini isterici, menomale che sono da sola in questo momento altrimenti mi rinchiuderebbero davvero in un ospedale psichiatrico, ed anche immediatamente.

Fremont è la quarta città più popolosa di San Francisco, diciamo che è per lo più storica.

Devo cercare di tirare dritto, e non fermarmi. Così prima arrivo più tempo posso starci. Dato che Fremont non è una delle città principali che voglio visitare non ho intenzione di rimanerci molto, infatti domani mattina penso proprio di ripartire, verso la prossima tappa.

Sono fortunata e sulla I-880S non trovo molto traffico, l'unico problema è che la mia macchina beve come un camion e quindi verso le 32 miglia devo fare benzina, anche perché non l'ho fatta prima. Quindi decido di fermarmi in un'auto grill.
Metto la benzina dentro il serbatoio, e per quanto possa fare male inizio ad inspirare l'odore creatosi attorno a me, ne sono sempre andata matta, mi ricorda i lunghi viaggi fatti in macchina con i miei, mi ricorda mio nonno.
Una volta rimessa a posto la pompa della benzina, mi rendo conto che il mio stomaco sta facendo dei strani rumori così infine mi decido di entrare a prendere qualcosa.

Mi avvicino al bancone del bar e ordino al ragazzo che si trova dall'altra parte un cappuccino, porto la tazza alle labbra quando mi si siede di fianco un ragazzo biondo ossigenato, con gli occhiali da sole.
«Ciao.» sorride lui.
Fissa il mio modo bizzarro di bere, e si ne sono consapevole quasi nessuno beve dalla parte parallela al manico della tazzina, ma il pensiero che in quelle tazzine ci abbiano bevuto centinaia se non migliaia di persone mi fa venire i brividi, così alzo gli occhi frustata da quello sguardo visto e rivisto troppe volte.
Non gli rispondo e faccio solo un cenno con la testa, continua a fissarmi evidentemente dispiaciuto dalla mia non risposta, ma la sua bocca si riapre portando con sé altre parole.
«Beh, dove sei diretta?» chiede mentre un barlume di speranza gli brilla negli occhi.
«San Diego.» rispondo atona, dopo aver preso un sorso dalla tazza.
«Wow, lontano eh.» continua cercando di fare conversazione.
«Se la fai a tappe no.» dico alzando le spalle.
«E quale sarebbe la prima tappa?» inizia a darmi sui nervi.
«Fremont.» annuncio.
«Anche io sono diretto li, ci vive mia sorella. Magari poi ci becchiamo..» non fa in tempo a finire che lo interrompo alzando mi di scatto.
«Comunque, piacere Ed.» persino il nome è ridicolo, beh alla fine come il proprietario.
Finisco il cappuccino, e senza né guardarlo né parlargli, vado verso le corsie di cibo.
Decido di prendermi un pacchetto di patatine e dell'acqua frizzante, vado alla cassa, pago ed esco.

Entro in macchina, mancano solo 7 miglia circa, sono praticamente arrivata.
In pochi minuti sono dentro la città. Con la sosta è passata 1h 30min circa, da quando sono partita da San Francisco.
Sono le 10 del mattino, e in giro c'è già parecchia gente.
Non so cosa fare per cui parcheggio la macchina, e mi avvio a piedi.
Passo per un parco e dopo circa quindici minuti, vedendo una panchina libera, non posso fare a meno di sedermici.
Mando subito un messaggio ai ragazzi.

**

A: The best.
Ragazzi sono arrivata a Fremont, vorrei foste qui.

**

Anche se so, che molto probabilmente non mi risponderanno perché sono a scuola, invio il messaggio lo stesso.

Stacco gli occhi dal telefono e inizio a guardare ogni particolare, il parco nel quale sto passeggiando è preciso, i palazzi che fanno da sfondo sembrano quasi irreali, dipinti. Mi piace questo posto, non è granché, non rispetto alle altre città che ho scelto, ma fa comunque la sua figura.
Continuo a fissare le costruzioni e il verde circostante, senza neanche accorgermi che un ragazzo, si è seduto di fianco a me, fino a quando non inizia a parlare.
«Ciao.» dice sorridendo, e con un tono talmente cordiale e gentile, che non posso non rispondergli.
«Ciao.» sorrido a mia volta.
«Sei di queste parti?» chiede il ragazzo. Solo ora mi accorgo dei lineamenti perfetti del suo viso.
«No. Si vede così tanto?» chiedo io.
«Un po' ma tranquilla non lo dico a nessuno.» continua ridendo, all'inizio non capisco la battuta, ma come sempre a scoppio ritardato rido leggermente.
«Di dove sei?»
«San Francisco.» dico annuendo con la testa.
«San Francisco uh uh. Bel posto. E come mai sei venuta a Fremont?» spero la gente, nei posti in cui andrò dopo Fremont, non mi continui a fare domande del tipo: "come mai sei qui?" "dove sei diretta?" è una cosa che proprio.. Non sopporto.
«Vado a San Diego, ho deciso di girovagare un po' per la costa. Da San Francisco a San Diego, da sola. Un viaggio on the road insomma.» rispondo poi al ragazzo.
«Wow, coraggiosa..» non finisce la frase, facendomi capire che mi sta chiedendo il nome.
«Lacey, piacere..» non termino la frase facendo come lui ha fatto con me.
«Royal, per favore non fare commenti sul mio nome. I miei genitori sono fantasiosi sai.» inizia a ridere, ha una risata strana.. Stridula, per un ragazzo, oserei dire.
«Beh, dato che non conosco nessuno e non so praticamente niente sul posto, mi faresti da guida?» chiedo un po' imbarazzata.
«Certamente.»

È arrivata l'ora di pranzo e prendendo la mia Impala e seguendo le indicazioni di Royal, seduto sul sedile del passeggero, arriviamo davanti ad un locale.
L'insegna dice: "St. Ugo bar/ristorante"
«St. Ugo?» dico, un po' dubbiosa per il nome.
«St Ugò, con l'accento sulla o.» dice con enfasi Royal.
«Bei nomi che avete qui a Fremont eh.» dico ridendo.
«Ma grazie.»

Sono ormai le 17, ed io dovrei trovare un hotel o qualcosa del genere, per passare la notte.
Oggi io e Royal siamo andati a mangiare al St. Ugo, dopodiché mi ha fatto girare un po' la città, è davvero pienissima di negozi.

«Qui, qui gira qui.» dice Royal.
«Mangiamo qui, cucinano da dio. Ah non te l'ho detto, ho invitato anche un mio amico per te va bene?» domanda poi.
«Certo.» rispondo tranquillamente.
Parcheggio ed entriamo.
Arriviamo ad un tavolo per quattro, vedo da dietro seduto un ragazzo moro, con delle spalle larghissime. Ci avviciniamo e Royal da una pacca al ragazzo seduto che si alza subito in piedi.
«Ciao piacere Josh.» sorride porgendo mi una mano. Ricambio dicendogli il mio nome.
Royal si siede di fianco al suo amico, guardandolo di sottecchi con un sorriso strano in viso.
«Lacey, lui è Josh il mio fidanzato.» annuncia Royal, non ci credo, io pensavo..
Sembrava così.. Non riesco a parlare.
«Oddio, non pensavo.. È una cosa.. Fantastica.»dico alla fine.
In tutto il pomeriggio Royal mi ha raccontato la sua vita ma non mi aveva detto di essere gay, mi ha preso alla sprovvista. Ma loro due insieme sono bellissimi.

Dopo qualche oretta io, Royal e Josh stiamo andando in un albergo, mi hanno consigliato il Boheme hotel.
Passiamo un po' di tempo insieme ma poi arriva ora di andare a dormire, e i miei due nuovi amici vanno a casa, promettendomi che domani sarebbero venuti a salutarmi.
Prendo dalla valigia un pigiama e vado a farmi la doccia, una volta uscita mi butto sul letto gigante e in pochi secondi mi addormento.

[N.A]

Ecco il 4º capitolo di Wanderlust. Come sempre spero le mie storie vi piacciano. Mi scuso se l'ultima parte è un po' frettolosa ma stava diventando lunghissima.

Besos.
G.

Wanderlust. || A. J.Where stories live. Discover now