ᏋPILOGO

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Sono seduta su un carburatore ormai andato, guardo Ash e Chase ridere mentre smontano una Chevy, con Dom armato di chiave inglese intento a fissarli e ridere con chiamiamola sigaretta, ma che poi tanto sigaretta non è, in mano pronto a passarla ai due ragazzi, intanto la ex ragazza con i rasta ormai denominata da tutti "la bionda" è fuori su una sdraio con il pancione sempre più evidente.

Qui, non solo ho trovato degli amici, ho trovato una famiglia, non mi importa di nient'altro io per loro ci sarò sempre come, indubbiamente ci saranno loro per me.

«Smith!» Pablo, che ormai è diventato un cliente abituale entra salutandomi, mi alzo dal carburatore e vado nell'altra stanza dietro al bancone.
«Ho bisogno di due bombole di Nox, ho tre giorni di tempo.»
Sorridendo mi passa le banconote.
«Una è già disponibile, l'altra vedo se riesco ad averla domani, al limite ti chiamo.» gli indico la bombola appoggiata alla parete, mentre chiudo i soldi nella cassa.
Ormai mi sto abituando a tutto questo, e dio se mi piace.

Non appartengo più a San Francisco, ho lasciato perdere le persone che credevo fossero una mia seconda famiglia, come Haven e Ronald, che poi tanto famiglia non erano, evidentemente gli servivo solo per secondo fini.
Grazie ad Ash, Tori e Chase, ho scoperto un nuovo mondo, ho scoperto che non mi devo fidare di nessuno.

Sono diventata un'altra persona, peggiore da un lato e migliore dall'altro.

Mi sono solo adattata, eh si.. Finalmente ce l'ho fatta.

Ora posso diventare il peggior incubo di chiunque, oppure posso amarti come nessun altro.

Mi guardo intorno, nell'officina che un tempo era di Orlando Smith, mio nonno, l'uomo che mi ha trasmesso l'amore per le auto e mi ha dato la mia amatissima Impala, oltre all'officina in eredità.
Alcuni quadri con dentro attestati, o meriti addobbano le pareti bianche.
Mensole con su trofei campeggiano dietro al bancone, trofei suoi, anni ed anni di gare, alcuni miei, dopo la gara alle Wild Race ne ho fatte altre non perdendone neanche una.

Io e Ash viviamo insieme adesso, e siamo riusciti ad avere l'affido di Sophie, adesso è a scuola la piccola peste. È stato bellissimo vedere Ash così felice, a lei è rimasto solo lui, ed io ho intenzione di aiutarlo a crescere la piccolina nel migliore dei modi.

Chase e Tori aspettano un bambino sono felici, ma allo stesso tempo stra ansiosi, è il loro primo figlio è sono giovanissimi penso sia del tutto giustificabile.
Si sono trasferiti in una casa in fondo alla nostra via, T lavora sempre al bar, invece Chase lavora con noi in officina.

Dom ormai è lo zio di tutti, e non vede l'ora che nasca il bimbo, oltre a lavorare al bar, che lascia quasi sempre in mano a sua sorella, lavora con noi in officina, senza di lui i ragazzi per alcune cose sarebbero persi.

Ogni weekend andiamo a gareggiare, anche se non nego che ogni tanto ci andiamo anche durante la settimana.
T voleva provare il turbocompressore, ed una volta provato si è convertita.
Noi rimaniamo sempre gli stessi, le nostre americane non possono essere eguagliate.

Torno nel garage dove mi ritrovo Ash, Chase e Dom seduti per terra a girarsi a turno la "sigaretta", avvicinandomi noto i loro occhi leggermente chiusi e arrossati, non posso fare a meno di ridere.
Ormai ci ho perso le speranze, sono grandi e sanno benissimo cosa fare della loro vita.
Prendo l'affare e aspiro un solo tiro, lo ripasso ai ragazzi ed inizio a guardarmi intorno, ancora incredula di tutto ciò.

Macchine di ogni tipo ingombrano il garage di mio nonno, Shelby Mustang GT500, Ford GT40, Plymouth Superbird, Chevrolet, Dodge, Ford, Mercedes..

Questa è la mia vita, e non la cambierei per niente al mondo.

«Ragazzi facciamoci una foto!» la bionda, o forse meglio chiamarla "la ragazza col pancione" adesso, entra nel garage con la macchina fotografica in mano e noi non ci opponiamo.
Posa la macchinetta su un piano e mette il timer, Ash mi prende sulle spalle, Chase e Dom prendono insieme T, il primo tenendola per il busto il secondo tenendole le gambe.
Al terzo flash facciamo tutti facce buffe, una volta sicuri che la foto sia stata fatta ci sciogliamo tutti ognuno riprendendo i propri ruoli, tranne io e Tori che stampiamo immediatamente la foto e la incorniciamo, mettendola poi sul bancone.


Voglio bene a tutti loro, non so cosa avrei fatto appena arrivata in questa città se non li avessi conosciuti.

Mi hanno cambiata.

Mi hanno aperto gli occhi.

Nessuno può far loro del male, siamo una famiglia.

Sono la MIA famiglia.

Wanderlust. || A. J.Where stories live. Discover now