29. Addestramento

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Distruggi ciò che ti rende debole,
senza cuore e senza pietà.

~29~
Addestramento

Un urlo mi sveglia di soprassalto, mi guardo intorno impaurita e mi rendo subito conto che l'urlo proviene da Ash.
Sudato ed agitato continua a muoversi ed urlare nel sonno, ed io sono presa dal panico, cosa devo fare?
Gli accarezzo il viso rassicurandolo, non è la prima volta che capita, ma era da un po' che non aveva incubi.
«Ash, shh, ci sono io stai tranquillo. Era solo un sogno.» gli passo una mano tra i capelli fradici di sudore, e gli lascio un bacio leggero sulle labbra.
«Bimba che schifo, sono sudato come un porco. Ci vuole una bella doccia in due, mi farebbe stare meglio.» dice afferrandomi i fianchi.
«idiota» dico scostandomi leggermente per guardarlo in faccia.
«comunque l'idea non è male.»

Lacqua tiepida scorre sui nostri corpi, Ash di fronte a me sembra perso con la testa, gli passo la spugna sul petto ma la sua mano mi ferma.
«Non abbandonarmi ti prego.» dice prendendomi delicatamente i capelli tra le mani.
«Io sono qui, non me ne vado.» lascio cadere la spugna e aggancio le braccia intorno al suo collo taurino, pieno di tatuaggi.
«nonostante tu abbia visto quello che faccio, come tratto la gente, la vita di merda che conduco, non te ne vai. Ho paura che un giorno tu ti accorga di ciò che sono veramente, e te ne vada. E non voglio che quel giorno arrivi.»
Infila il viso tra il mio collo e lo stringo forte a me.
«Ho scelto te, sono tua. Non me ne andrò mai.»
Dopo un lungo bacio, mi prende per la nuca e mi fissa negli occhi.
«Vuoi ancora diventare come noi?»
«si»
«Oggi assisterai e parteciperai, ad un vero e proprio addestramento.»

«No guapa, metti le gambe così» James mi consiglia una posizione adeguata per sparare, ma io voglio fare da me.
«Nene, tranquilo. Ci penso da sola.» i ragazzi scoppiano a ridere e James rimane con una faccia da ebete.
«Chapo impara in fretta la tua ragazza.»
«È pur sempre la mia ragazza, cosa ti aspettavi.»
Mi mettono delle sagome davanti alle quali devo sparare, ognuna in un punto diverso. Alla prima per esempio, devo sparare alla testa.

Chiudo gli occhi.
Inspiro.
Espiro.
Apro gli occhi.
Punto.
E sparo.
La pallottola oltrepassa la sagoma, propio in testa.
Dopo aver messo a segno ogni singola sagoma, i ragazzi si complimentato con me ed annunciano che l'addestramento fisico sarebbe arrivato a momenti.

Dopo ore, passate in una sala piena di sacchi su cui sfogarsi, e piena di grida di sfogo con cui i ragazzi prendono a pugni i sacchi, ormai diventati loro più grandi nemici, sento le gambe e le braccia farmi male.
Fisso le nocche delle mani ormai viola, sto diventando quello che non mi sarei mai immaginata di diventare.

«sei stata fantastica bimba» sussurra Ash al mio orecchio, sento il suo petto madito di sudore sulla mia spalla, al che lo guardo e scoppio a ridere.
«puzzi tantissimo» riesco a dire tra una risata e l'altra, giustamente in risposta mi avvolge a lui.
«allora dobbiamo farci un bagno, magari insieme» mi guarda spostando le sopracciglia in modo teatrale.
«sembra un'ossessione, hai paura di cadere in doccia e quindi hai bisogno di qualcuno che ti aiuti?» chiedo spintonandolo e riuscendo a spostare il suo enorme corpo di soli pochi millimetri.
«se ad aiutarmi sei tu, a me va benissimo»

Non volevo restasse in quella casa, con l'assassino dei suoi genitori rinchiuso in cantina.
Gli incubi sono ricominciati da quando quell'uomo si è fatto vivo, Ash deve stare lontano da qui.
Adesso dunque stiamo entrando in un hotel, con il borsone tra le mani.
Sono ormai tra giorni che siamo a Tijuana, inizialmente non era previsto, dovevamo rimanere qui solo una giornata.
Alla reception una ragazza sui trent'anni fissa Ash, come se non avesse mai visto nulla di più bello, ed effettivamente non posso darle torto. Prima che Ash possa parlare, lo precedo chiedendo alla ragazza una camera.
«certo, ecco a voi.» cinguetta porgendo le chiavi con un grande portachiavi, ad Ash.

Paghiamo e ci dirigiamo verso la camera 87 come indicato dal portachiavi, dopo esserci lanciati sul letto fisso il ragazzo al mio fianco e gli accarezzo una guancia, sentendo al tatto la barba di qualche giorno.
«Ash.. Sai una cosa?»
«dimmi bimba.»
«Ma quand'è che corriamo di nuovo?» mi guarda sconcertato, come se non si aspettasse una domanda del genere, ma qualcosa di profondo.
«quando vuoi» dice tornando serio.
«Anche solo andare a qualche raduno, e poi lo so che vuoi rimanere qui per lui.. Ma meglio tornare a casa.»
Sento le sue mani accarezzarmi la schiena ed inizia a parlare.
«Hai ragione.»

«poi, la cosa più importante.. Volevo tornare a S. Francisco, solo per capire un paio di cose. Come per esempio cosa centri la famiglia di mia madre con l'uccisione..»
Mi fermo improvvisamente, notando la sua espressione poco convinta.
«Paul Williams, era il socio di mio padre. Di lui non ricordo nient'altro.»
Ci fissiamo per qualche istante senza dirci nulla, ma io non posso.

Devo sapere.
La mia famiglia.
I Williams.
Cosa c'entrano.
Chi è questo Paul.
In pochi secondi mi viene un'idea.

«Devo chiamarla, devo chiedere a mia madre per esserne sicura.» mialzodi scatto dal letto, seguita a ruota, ma un po' dubitante, da Ash.
«non posso impedirti di fare quello che vuoi, però ad ogni modo qualsiasi sia la verità, tu non c'entri nulla non voglio che tu venga messa in mezzo.» si prende i capelli tra le mani e mi lascia un bacio leggero sulle labbra.
«Ti amo» sussurro
«Ti amo anche io»

Digito il numero ormai a memoria, suona.
«La..-un attimo metti i documenti li e vattene.. Che incompetente- Lacey? Era la segretaria nuova, non sa fare niente. Dimmi avevi bisogno?» quasi non ricordavo più la sua voce così stridula e con tono così alto.

«S.. Si» *silenzio*
«in famiglia.. Abbiamo per caso un.. Paul Williams?»

«Paul..» non sono con lei in questo momento, ma posso benissimo immaginare la scena, mano sul mento ed occhi socchiusi all'insù, come se la aiutassero in una qualche maniera a ricordare.

«Paul..»

«Certo! Pauly, è mio cugino siamo cresciuti praticamente insieme.»
Strilla felice di essersene ricordata.
«che lavoro fa?»

«un'azienda se non sbaglio, boh non ricordo sinceramente è da un po' che non ci sentiamo era venuto a trovarci qualche anno fa. Perché tutte queste domande Lacey ?» ed il mio cuore perde un battito.

«Niente, quindi mi assicuri che in famiglia ci sia un Paul Williams?»
«Certamente»
Riattacco subito, senza neanche rispondere.

E se fosse proprio lui?
Ha parlato di un'azienda, magari l'azienda di cui era proprietario insieme al padre DI Ash.

[N.A.]

Hey, Hey. Bebés!
Un'altro capitolo è uscito.
Cosa ne pensate?
Non ne sono soddisfattissima, ma col tempo sistemeró tutti i vari errori.

BESOS, G.

Wanderlust. || A. J.Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon