28. Riflettere.

1.9K 68 7
                                    


Non lasciare che il passato si impossessi del presente, non puoi cambiare quello che è successo.

~28~
Riflettere.

Ash, resta immobile di fianco a me, tutti i ragazzi si sono riuniti intorno a noi come per formare una barriera.

Riesco quasi a sentire il "tic..tic.." all'interno del ragazzo al mio fianco, come se da un momento all'altro potesse esplodere.
Gli afferro le dita cercando di calmarlo leggermente, ma la sua mano non ricambia la mia presa, anzi scansa la mia e si fionda sull'uomo.

I ragazzi prendono Ash, chi dalle spalle chi dalla vita, facendo fatica a staccarlo dall'assassino dei suoi genitori.
«Nello scantinato, ora.» la sua voce si fa eco nella stanza, tutti rimaniamo in silenzio senza riuscire a dire una parola.
Iván, con tutta la sua freddezza afferra l'uomo e lo trascina con sé, nel luogo che presuppongono diventi il suo girone dell'inferno personale.

Passano ore, nessuno dice niente.
Siamo riuniti come prima in questa specie di soggiorno, ognuno guarda un punto fisso all'interno del locale, immerso in centinaia di pensieri.
Ash sta fumando da due ore, non la smette, al che decido di afferrargli il pacchetto ed uscire sul balcone.
Afferro una di queste trappole mortali e la infilo tra le labbra, con gesto ormai esperto la accendo ed inizio ad aspirare.
Dei passi dietro di me mi fanno girare, Ash con un viso perso mi fissa, allunga le braccia e mi afferra con forza fino a farmi aderire completamente al suo petto.
Dei piccoli spasmi ripercorrono il suo corpo, e solo in quel momento mi rendo conto stia piangendo.

Lui, il ragazzo di ghiaccio, il capo della gang pericolosa, quello che non ha paura di niente, colui che non ha mai pianto davanti a me.
«Ash.. No dai cazzo.» stacco il viso dal suo petto e gli prendo il viso tra le mani, I suoi occhi mi stanno implorando.. So cosa vuol dire voler solo piangere volere qualcuno con cui sfogarsi, non voler sentire niente da quella persona ma solo saperla vicina.
Gli accarezzo il viso, la barba di qualche giorno, gli passo con le dita il contorno delle labbra.
La sua bellezza sembra quasi distrutta adesso, dal peso che si sta portando dietro sin da piccolo, dalle immagini che un ragazzino si è ritrovato davanti. Crescere con un fardello così, cercare di diventare qualcuno anche se nei giri sbagliati, solo per dare il meglio alla sorella.
«Ti amo, sappi solo questo. Io ci sarò sempre Ash.»
In pochi secondi mi ritrovo le sue labbra sulle mie.
«Salvami bimba.»
«salviamoci insieme.»

Non sapevo chi fossi prima di arrivare a San Diego e conoscere Ash e gli altri, sapevo solo di amare l'avventura e le macchine.
Lui, mi ha fatto conoscere sfumature di me che neanche io sapevo di avere.
Questa in confronto alla vita che avevo prima non si può considerare perfetta, ma per me lo è.
«

Aiutami a diventare come voi, aiutami ad essere forte senza avere paura, senza limiti.» Ash mi fissa con quegli occhi grigi che tanto amo, e mi ristringe nella morsa delle sue braccia.

Ormai è notte, e il tempo sembra non passare mai.
«Lacy, devi andare a portargli da mangiare.» James, mi fissa dispiaciuto. Guardo Ash che mi da subito delle risposte.
«Bimba quel bastardo non ti conosce, magari riesci a tirargli fuori qualcosa, non sarai sola, puoi scegliere chiunque tra di noi come scorta.» mi devo adattare, Lacey, l'adattamento ricordatelo.
«Tu no, non ti controlleresti. Chi di voi vuole venire con me?» chiedo sicura.
«Señorita se puedo..» Pablo si fa avanti ma Ash lo fulmina con lo sguardo.
«Iván, ci vai tu.» Pablo sconfortato torna a fare quello che stava facendo in precedenza, Ivan d'altro canto non ne sembra entusiasta.
«Vale chapo.»

Con un passamontagna calato in viso, un vassoio in mano ed Ivan alle calcagna, mi avvio alla cantina seguendo le indicazioni del ragazzo.
Apriamo la porta e lo spettacolo che mi si presenta davanti è inquietante, le pareti sono sporche di sangue, il pavimento è bagnato, e all'interno della stanza ci sono solo due sedie, una attaccata al muro con delle catene, alle quali è attaccato l'uomo, ed un'altra sedia di fronte a quest'ultima.
«Stai qui fuori, non entrare.»
ammonisco Ivan, quando una volta passata la porta cerva di seguirmi.
«Ho del cibo e dell'acqua, se devi dire qualcosa fallo adesso, non avrai un'altra possibilità.»
cerco di essere il più fredda possibile, e quando provo un po' di pietà per quest'uomo, mi ricordo che lui è l'assassino dei genitori del mio ragazzo, l'uomo che gli ha tolto una famiglia.
«io..» non finisce la frase e fissa il vassoio, contenente un panino rinsecchito e un bicchiere d'acqua.
Prendo il bicchiere ed inizio a svuotarlo lentamente, buttando l'acqua per terra.
«no, per favore.»
«l'acqua è fondamentale per la sopravvivenza.. Te lo chiedo per l'ultima volta, poi butterò via tutto sia il cibo che la poca acqua rimasta. Hai qualcosa da dire in tua discolpa?»
con il bicchiere in aria lo fisso, aspettando una risposta.

Silenzio.
Non parla.

«Non so quando verrò a trovarti di nuovo, ma quando lo farò mi dirai com'è essere all'inferno.» faccio per girarmi ed incontro gli occhi di Ash, dietro ad Ivan.
«Aspetta ragazza.»
la sua voce mi arriva all'orecchio debole.
«Mi hanno obbligato a farlo, avevano preso mia figlia e mia moglie, non le ho più riviste da quel giorno, ecco perché cerco conforto nella droga. Mi avevano detto che le avrei riviste se avessi ucciso i Carter.»
«Chi? Chi le ha ordinato di ucciderli?»
«Paul Williams» mia mamma, quel cognome. Si strofina le mani sul viso, evidentemente nervoso.

«E dove vive?» non li, non li ti prego.
«

San Francisco.» ed il mondo mi crolla addosso.
L'uomo scoppia a piangere ed io sento gli occhi inumidirsi, mi avvicino, e gli poso il vassoio sulle gambe.
«É stato bravo, mi dispiace per sua moglie e sua figlia. Ma quello che sta provando lei, l'ha provato il ragazzo al quale ha tolto i genitori.»
gli riempio il bicchiere grazie ad un rubinetto in un angolo della cantina.

Esco dalla cantina togliendomi il passamontagna una volta chiusa la porta alle mie spalle, lo porgo ad Ivan che lo afferra.
«Sei stata grande Lacey, non me lo sarei mai aspettato.» sconvolta dall'aver sentito delle parole uscire dalla sua bocca, faccio un cenno del capo come per ringraziarlo.
Ed Ash al suo fianco, che non ha ancora parlato, mi afferra e mi stringe a se.
«Andremo a fondo in questa storia, scopriremo di più.»
Scpnvolta torniamo all'appartamento.

Ash decide di portarmi fuori, andiamo in un pub, e li gli racconto i miei dubbi.
I Williams, mia madre è una di loro, San Francisco, la mia città.
E se fosse stato qualcuno della famiglia di mia madre?
«Tu non sei loro, tu sei la ragazza che amerò incondizionatamente per il resto della mia vita sempre che tu lo voglia. Tu sei la mia bimba.»

[N.A.]
Hey, hey nenes.
Eccomi con un nuovo capitolo, un po' forte ma a me piace parecchio.

Lacey ha deciso di citare completamente e di diventare come loro, in tutto e per tutto. Siete pronti a vedere il suo percorso di crescita/rinascita?

Besos,
G.

Wanderlust. || A. J.Where stories live. Discover now