Capitolo 27

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Eren's pov

Al mio risveglio, come avevo contrariamente pensato, non trovo più Hanji al mio fianco.
La testa mi pulsa forte e nell'aria c'è un odore , che riconosco da subito come quello ferroso del sangue.
Sbatto un paio di volte le palpebre, sentendo qualcosa di viscoso sulle mie mani.
Vedo tutto sfocato .
Le immagini mi appaiono poco chiare , delle ombre.
Sbatto ancora le palpebre, con il respiro affannato ed il battito a mille.
Poi , sento una presa che persiste sulla mia mano.
Una presa calda ed accogliente.
Le dita si intrecciano con le mie , dandomi conforto.

-Eren.-
La voce di Hanji arriva al mio orecchio come un gemito strozzato.
Sento il suo respiro affannato.

-Cos'è successo ? Non vedo nulla...-
Balbetto in preda al panico.

C'è un minuto di silenzio da parte della donna, poi sospira e comincia di nuovo a parlare :-Ti ho dovuto dare un'altra pillola...ancora più potente , di quella precedente, con un effetto più duraturo.- dice la donna .
-

Sento odore di sangue.-
Mugugno, tastandomi i pantaloni con la mano libera per poter almeno raggiungere la donna.

-È successo qualcosa ? Ho fatto...-
Cerco di parlare, ma subito vengo fermato da lei.

-Non preoccuparti, Eren, è solo un piccolo taglio. Per fortuna, sono riuscita a combattere contro il tuo demone interiore.-
Raggiungo la donna, gattonando , e mi avvicino a lei.
In cambio, Hanji mi tiene stretto a se , accarezzandomi lentamente la schiena.

-Dovrebbe passare tra un po', l'effetto.- mi coccola lentamente.
Il suo respiro delicato fra i miei capelli toglie quasi del tutto la mia preoccupazione, e la mia paura, nei suoi confronti.

Le immagini si fanno più chiare e , quando riesco a vedere del tutto , la prima cosa che faccio è voltarmi verso Hanji.
Mi sorride rassicurante.
Ma , rispetto le volte volte precedenti, questo sorriso appare più cupo, stanco, addolorato...È una smorfia che cerca di tramutare in felicità.
Ha delle chiazze cremisi sulla faccia, sui vestiti.
Anche i miei vestiti sono macchiati di rosso...le mie mani.
Mi allontano un po' per guardarla meglio.

-Hanji-
Lei continua a sorridere , senza parlare. Il respiro le si fa più pesante.
Dal braccio mozzato sgorgano litri di sangue.
Sento i miei occhi umidi e le guance , in poco tempo , si impregnano di lacrime.

-Mi dispiace...-
Sussurro, stringendo i pugni e maledicendomi per tutto il male che ho provocato.
Per tutto il dolore che hanno provato gli altri, per colpa mia ...
Chi mai accetterebbe uno psicopatico in casa ?

-Mi dispiace ...-
Continuo a ripetere , strozzando vari gemiti causati dal pianto.
Lei mi stringe la spalla.

-Eren, va tutto bene...-

-Non va bene nulla ! Stai perdendo litri di sangue e così morirai dissanguata ...-
Mi asciugo le lacrime con i palmi delle mani.
Faccio roteare gli occhi dappertutto ,alla ricerca del suo braccio.
Si trova in un angolo, vicino al letto, accanto al comodino, sopra una pozza rossa ed è accompagnato da un piccolo seghetto .
La mia attenzione scatta di nuovo sulla donna al mio fianco.
Preoccupato per la sua salute , le guardo di nuovo il braccio.
Piccoli filamenti, di carne e nervi, penzolano fuori dalla ferita .

-Tu non stai bene.-
Stringe la mano sotto il braccio mozzato, cercando di fermare la fuoriuscita di sangue.

-Non devi preoccuparti per me.- ribatte lei.

-Lo faccio e come. Tu mi hai salvato, o almeno hai tentato, ed io salverò te.-
Sotto le proteste della donna, la prendo in braccio e la conduco verso il bagno.
Sospira , poggiando la testa vicino al muro e socchiudendo gli occhi, quando la faccio sedere comodamente sulla tavoletta del water .
Mi volto verso il lavandino, adocchiando un kit di pronto soccorso che afferro con due mani, e tiro fuori delle fasce con il disinfettante.

Impregno l'ovatta e la tampono sulla ferita , per evitare anche che si infetti.
La donna mugugna, facendo versetti di tanto in tanto , sotto il mio tocco.
Le afferro la manica e la tiro un po' più su,scoprendole del tutto la ferita .
È abbastanza squadrata ... un livido violaceo che ne ga da cornice , non manca la presenza del sangue, e , da questa angolazione, si vede anche l'osso del braccio fuoriuscire appena dall'apertura.
Prendo delle bende e le avvolgo accuratamente intorno a quella parte , con più strati.

Volgo lo sguardo verso i suoi occhi marroni , che sono semichiusi , come per scusarmi.
E lei, per dire che non è nulla di grave, tira su un angolo della bocca, debolmente.
Le avvolgo due braccia intorno al collo, stringendola a me e scoppiando di nuovo a piangere .
Non volevo che succedesse tutto questo.
Se lei non mi avesse fermato in tempo, dandomi quella benedetta pillola, ora sarebbe già morta .
Poggio un braccio dietro la sua schiena, mentre l'altro li faccio passare sotto le sue ginocchia, e la tiro lentamente su.
Adagia lentamente la testa sul mio petto, chiudendo gli occhi, e la conduco nella sua stanza , rimboccandole le coperte , dopo averla messa nel letto.

Le do un bacio sulla fronte e mi accosto nell'angolo del letto, con l'intenzione si sorvegliarla tutta la notte .

Il rumore dell'umoreWhere stories live. Discover now