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Apri il PC, ci vediamo su Skype? Devo parlarti.

Fu quello il messaggio di Andrew che ricevetti la sera dell'ultimo giorno di settembre. Stavo sdraiata sul letto con le gambe piegate e un nuovo libro da leggere poggiato sulle cosce. Quando vidi lo schermo del cellulare illuminarsi, sperai di leggere il nome di Andy sotto quella bustina gialla e poi me lo ritrovai sotto gli occhi. Era da diversi giorni che non mi scriveva ed io non avevo proprio il coraggio di cercarlo. Mi sentivo un mostro se pensavo a quel messaggio in cui gli dissi che era meglio non rimetterci insieme, ma allo stesso tempo mi auto convincevo che, in fondo, avevo agito bene.
Ero un pò in ansia. Temevo che Andrew volesse riprovare a chiedermi di essere di nuovo una coppia e io non me la sentivo di dovergli dare altri dispiaceri.
Misi da parte il libro che stavo leggendo e mi alzai dal letto. Mi sedetti alla scrivania e accesi il mio PC. Mi tremavano leggermente le mani e lo stomaco cominciò a torcersi. Avevo paura che Andrew potesse mettermi in difficoltà, poiché non volevo ferirlo un'altra volta. Non volevo ferire nemmeno me stessa.
- Ehi, Ellie - mi salutò lui con voce calma non appena mi apparve il suo volto sullo schermo. Dietro di lui c'erano le pareti verdi della sua camera. Quanto mi mancava quella stanza...
- Andy - lo ricambiai pronunciando il suo nome, poi sospirai.
- Tutto bene lì? - mi chiese lui poggiando la testa su una mano.
- Si va avanti - gli risposi con aria rassegnata. - Tu invece? Di che mi vuoi parlare? - gli posi una e poi un'altra domanda, ma la seconda era quella che aveva più bisogno di una risposta.
- Oh, ehm... - cominciò lui ad esitare. - Volevo parlare di noi - sputò il rospo, ed io distolsi lo sguardo dallo schermo portandolo alla tastiera. Sbuffai e sentii già gli occhi inumidirsi e pizzicare.
Non sopportavo più quell'argomento. Ogni notte, prima di addormentarmi, pensavo ad Andy e all'oceano che ci divideva e stavo male.
- Perché non mi hai più risposto qualche mattina fa? - gli chiesi rialzando l'attenzione sul volto virtuale di Andrew.
- Ecco, volevo parlarti proprio di questo - mi confessò lui grattandosi la nuca, poi si spettinò i ricci capelli scuri.
- Spara.
- Non ti ho più risposto perché ero deluso e non avevo neanche la forza di insistere - cominciò Andy a raccontare. Non ero per niente sorpresa da quella sua affermazione. Lo conoscevo così bene, che se lo immaginavo fare una determinata cosa, ero sicura che la stesse facendo. Ci azzeccavo la maggior parte delle volte.
E avevo ragione anche quella mattina, quando immaginai Andrew buttare il cellulare in una angolo della stanza per poi avvolgersi nelle coperte del letto. Solo lui e le sue silenziose lacrime.
Andy è sempre stato molto sensibile.
- Ci scommettevo - dissi scuotendo la testa.
- Senti, Ellie - mi richiamò lui volendo arrivare subito al punto del discorso. - Ci ho pensato tanto ultimamente e credo che la cosa migliore da fare non sia rimanere amici - mi disse rimettendosi ben dritto sulla sua sedia.
Sentii immediatamente un morso allo stomaco. Andrew stava per ricominciare a chiedermi di rimettermi con lui, pensai. Non potevo sopportare un'altra volta quella richiesta.
- Andy, non ci riprovare, ti prego.
- Non hai capito - disse Andrew agitando un indice. - Quello che intendo io è che non dobbiamo proprio più sentirci - mi spiegò infine. In quel momento mi scivolò una lacrima sul viso.
- Perché? - chiesi spiegazioni.
- Perché andare avanti così è impossibile, non devo più pensarti - continuò lui a spiegarmi.
Quella volta fu Andy a deludermi. Come poteva chiedermi una cosa del genere? Rimanere amici era una gran soluzione, ma comportarci come estranei no, non volevo.
- Ma che dici? - reagii io asciugandomi con una mano la guancia bagnata.
- E' la cosa migliore, Ellie. Io non riesco a sopportare l'idea di rimanere amici quando, invece, tra noi c'è molto di più - ammise lui. - Preferisco non soffrire troppo per la tua partenza, devo distrarmi e credo che sia meglio farlo senza più parlarti.
Quella parole furono come lame. Il mio cuore venne trafitto dal suono di quella frase. Le mie guance si bagnarono nuovamente, poichè le lacrime vollero uscire dai miei occhi con più prepotenza rispetto a prima. Mi coprii la faccia con le mani e appoggiai i gomiti alla scrivania.
- Ellie, non fare così, per favore - disse Andrew con voce spezzata. Lo sentivo che aveva un nodo in gola, ma teneva duro. Non avrebbe voluto piangere un'altra volta rovinando il suo orgoglio maschile. I maschi non dovrebbero piangere quanto noi donne, eppure Andy ne era capace. Vedermi in lacrime lo contagiava sempre, soprattutto quando quell'acqua amara sapeva di noi.
- Io non starò qui a Londra per sempre! E' solo questione di un anno! Che faremo quando tornerò ad Ottawa? - sbottai togliendo via le mani dal viso.
- E nel frattempo che facciamo? Passiamo i giorni a pensarci torturandoci l'anima? Io non ci sto! - ribatté lui mettendo la sua calma da parte. Stava cominciando ad alterarsi anche lui, ma i suoi occhi erano a pezzi, stanchi di trattenere le lacrime.
Soffrii ancora di più quando dovetti ammettere a me stessa che, in fondo, Andrew aveva ragione. Se non ci fossimo decisi a chiudere definitivamente i rapporti, saremmo stati ancora male anche essendo stati solo amici, ma non potevamo negare che non riuscivamo a digerire la situazione.
- Quindi...- cominciai la frase esitando un pò. - Questa dovrebbe essere l'ultima volta che ci parliamo?
Andy annuì e le sue labbra cominciarono a tremare. Intersecai le dita delle mani tra i capelli e continuai a piangere.
- Scusami, chiudo Skype perché non ce la faccio più - mi disse lui mentre una lacrima gli rigò una guancia. - Ciao Ellie, ci rivedremo - mi salutò infine.
- No, aspetta! - lo bloccai prima che chiudesse la video chiamata. - Quando ti cercherò, tra un anno, potrò ritrovarti?
- In che senso? - mi chiese lui, perplesso, mentre i suoi occhi brillavano, colmi d'acqua.
- Ci sarai ancora per me?
- Se il destino lo vorrà - mi rispose lui, poi scosse una mano per salutarmi. Toccai lo schermo del mio portatile con le dita, come se avessi voluto acchiappare la figura di Andrew e strapparla via da lì, ma Andy chiuse la video chiamata e ciò che rimase su quella schermata fu quel grande prato di margherite che avevo come sfondo del PC.
- No! No! - esclamai sfregando le mani sul computer, facendole poi scivolare sulla tastiera.
Non era possibile, non riuscivo a crederci. Andrew mi rifiutò anche come amica. Mi fece male anche la rapidità che lui usò per farlo. Pochi minuti, ed io e lui diventammo due estranei.
Mi alzai dalla scrivania lasciando il PC acceso e mi buttai sul letto. Mi rannicchiai su me stessa stringendo un cuscino e mi abbandonai alle lacrime come quella volta che abbracciai Andrew la sera prima di partire. La nostra fu una relazione splendida, seppur durata troppo poco.
Odiai la consapevolezza di averla rovinata in quel modo.
Odiai mio padre, di nuovo. Fu proprio in quel momento che sentii bussare alla porta e di certo non poteva essere Caroline, dato che quella sera uscì con delle amiche per una pizza. Non risposi, ma papà entrò lo stesso in camera.
- Che succede? Ti ho sentito urlare - si intromise lui avvicinandosi al letto.
- Vattene! - gridai senza neanche guardare mio padre in faccia. Preferivo il buio, il viso affondato nel cuscino e il mio respiro caldo rientrarmi nei polmoni.
- Meno male che mi hai promesso di essere più cortese con me - mi ricordò papà, ma in quel momento non avevo voglia di riprendere quel discorso.
- E' solo colpa tua se Andy vuole stare lontano da me! - lo rimproverai. - Potevi fregartene di me ancora per un po' e lasciarmi in Canada, no?
- Chi è Andy? - mi chiese lui. Bene, mi conosceva così tanto che non sapeva nemmeno l'esistenza del mio ex ragazzo...
- Esci, per piacere!
- Ne parliamo più tardi, okay? Quando sarai più tranquilla - mi propose papà rassegnandosi e uscì dalla stanza.
Impiegai un bel pò di tempo per calmarmi e far cessare le lacrime, ma quando riuscii a tranquillizzarmi non andai a parlare con mio padre. Preferii infilarmi sotto le coperte e provare a dormire. Le confidenze, per me, potevano benissimo aspettare fino al giorno dopo e anche quello dopo ancora.

Baciata dalla lunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora