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Sopravvivere.

Era quello che feci da quel giorno.

Andavo avanti scansando tutto e tutti.

Ero solo un corpo che si muoveva per inerzia, un corpo senza anima, un corpo vuoto.

Ero cambiata, non ero più la tenera ed indifesa Amanda di qualche anno prima e nemmeno la ragazza combattiva che ero stata con Cameron.

Ero la stronza senza cuore dalla quale stare alla larga.

Ero rimasta sola, e quello mi aveva devastata.

Perché avrei dovuto trattare bene le persone e cercare di crearmi degli amici, se poi loro mi avrebbero abbandonata?

Non avevo mai ricevuto niente da nessuno, perciò non mi sentivo in dovere di aiutare gli altri.

Avevo iniziato a non curarmi delle persone intorno a me, ad isolarsi in me stessa.

Non potevo dare pezzi del mio cuore a qualcuno, quando non ero in grado di amare neanche me stessa.

Passavo gran parte del mio tempo in palestra, sia per scaricare la tensione, che altrimenti sarebbe stata rivarsata sulle persone, sia per cercare di dimagrire.

Ero sempre più ossessionata dalla mia forma fisica, dovevo essere perfetta.

Volevo potermi guardare allo specchio senza vedermi troppo grassa, volevo poter guardare il mio riflesso e sorridere.

Tuttavia era come se il traguardo continuasse a spostarsi.

Ogni volta che perdevo peso non sembrava comunque abbastanza, non ero felice.

Poi finalmente capì: il problema era la mia mente, non il mio corpo.

Era il mio cervello che continuava a credere di non essere abbastanza, a spingermi verso la direzione sbagliata.

Nessuno mi aveva mai detto niente riguardo il mio fisico, ma non contava molto per me.

L'unica a decidere ero io.

Solo io potevo giudicarmi.

Oltre al mio corpo, c'era un enorme problema: Cameron.

Nonostante per mesi non avesse fatto altro che umiliarmi e deridermi, mi mancava infinitamente.

Avevo bisogno delle sue frecciatine, della sua voce roca e persino dei suoi sguardi glaciali.

Con il ragazzo se ne erano andati anche Shawn e Nash, ma l'unico a mandarmi così profondamente era lui.

Non ne capivo il motivo, ma nevessitavo di averlo al mio fianco.

Era tutto così grigio e monotono senza di lui, che non aveva alcun senso cercare di essere felici, non senza di lui.

Aspettavo con ansia il compimento dei miei diciotto anni, per poter finalmente andare via da quell'inferno e magari andare a cercare Cam.

Non sapevo dove si fosse trasferito, tuttavia ero determinata a scoprirlo.

Mi diedi della stupida per quel pensiero.

Non si era neanche degnato di venire a trovarmi, ed io ero disposta a viaggiare il mondo pur di trovarlo.

Perché quel moro aveva così tanti effetto su di me?

Non riuscivo nemmeno ad odiarlo.

Ero stesa sul mio letto, a guardare la pioggia che sbatteva contro la finestra.

Per giorni non aveva smesso di piovere e, anche se a molti dava fastidio, a me regalava un brivido di energia ed allegria.

BAD ANGEL[Cameron Dallas]Where stories live. Discover now