Revelations

9.1K 371 23
                                    

  Revelations
Rivelazioni
Cap.3






"Harry Potter?
Quell'Harry Potter?!

Draco, stai scherzando?"
Il biondo sospirò vistosamente, fissando l'ex compagno di scuola appena arrivato nel salotto dove lo aveva contattato il giorno precedente.
Il ragazzo non era cambiato molto, si era alzato dai tempi della scuola, ma aveva mantenuto sempre quell'alone di mistero che lo caratterizzava. Corvino, dai lineamenti sciupati, Nott era sempre stato un'icona per Draco e lo rimaneva tutt'ora.

"Non credi di esserti dimenticato di dirmelo, ieri?"
"Nott, sei l'unico che terrebbe la bocca chiusa."
"Io non lo tocco, non voglio essere colui che ha sbagliato le cure del prima bimbo sopravvissuto e successivamente salvatore del mondo magico."
Draco si accigliò ed incrociò le braccia. Theodore era l'unico medimago di cui si fidava veramente.
"Me lo devi."
"No, Draco, io ti devo dei favori!"
"Esatto e questo che ti chiedo è un favore. Non hai scelta, puoi solo accettare o subirne le conseguenze."
Theodore si morse un labbro, indugiando più del dovuto.
"Va bene" disse "Ma solo perché non ho scelta."

Draco sorrise e piroettò su se stesso, facendosi seguire dal moretto che sembrava aver incominciato a sudare. Attraversarono la grande hall e salirono le scale di marmo freddo verso il secondo piano, corridoio sinistro, quarta stanza a destra.

Nott era già stato al Malfoy manor, più di una volta, Draco lo aveva fatto entrare per curarlo e per controbattere dei mille favori che gli aveva permesso, sostenendolo più di un caro amico.
Theodore aveva visto il grande cambiamento del biondo durante gli ultimi anni di guerra, da bambino spocchioso era diventato un ragazzo fragile e chiuso, impaurito dalla sua stessa ombra.

"Draco?"
"Mh?"
"Che cosa devo... fare esattamente?"
Draco si fermò davanti la stanza e si appoggiò alla colonna dove il giorno prima aveva raccontato tutta la storia agli Weasley ed alla Granger.
Nessuno sapeva delle pene sofferte dal Golden Boy tranne lui.

"Potter è stato drogato pesantemente. Ho bisogno che tu mi faccia la lista di cosa gli hanno propinato e ogni quanto glielo davano.
Ho bisogno anche che tu gli faccia una visita neurologica e fisica."
"Quindi devo visitarlo per intero."
"Esatto."
"Ha mangiato?"
Draco non era stupido, sapeva che per certi esami bisognava rimanere a stomaco vuoto e quindi fece no con la testa, guardando l'amico socchiudere gli occhi per riflettere.
"Ultima cosa" cominciò "Potter non è più come lo ricordi, ma penso lo capirai."
Nott annuì e Draco spinse la porta della camera.

L'intera stanza era oscura e Theodore cercò di non avanzare troppo per non inciampare su chissà cosa.
Draco si allontanò dalla porta e si diresse verso le finestre, scostando le tende per far entrare la luce del sole.
Sul letto, immerso nel piumone, il moretto scovò una mandria di capelli neri e scompigliati, riconoscendoli immediatamente.
Il biondo si avvicinò al letto e si sedette sul materasso, scostando leggermente i capelli dalla faccia del corvino, sussurrandogli qualcosa vicino alle orecchie.

"Forza Potter, è ora di alzarsi."
Harry mugugnò qualcosa, ma fece perno sulle mani per alzare di poco le spalle e ricadere sul letto sfinito. Draco sembrò sorridere e si alzò dal materasso, raggiungendo Theodore.
"E' sveglio, buona fortuna."
Nott non né capì subito il senso ma decise comunque di procedere.

"Potter? Harry Potter?"
La testolina nera si girò ed uscì dal piumone, mentre il corpo coperto dal pigiama si sedeva. Theodore fissò l'aspetto trasandato dell'ex compagno e poggiò la valigetta sul letto, aspettando che questo finisse di stropicciarsi gli occhi.
"Sono Nott, Theodore Nott."
Il corvino fece scivolare le mani in grembo e strizzò gli occhi per guardarlo, cercando di capire chi fosse.
"Ora ti farò una visita per capacitarmi del tuo stato fisico e mentale, ti prego quindi di darmi tutta l'attenzione possibile."
Convinto del discorso appena fatto, Theodore allungò le mani verso il corvino che, scosso da un'improvvisa paura, si allontanò con il respiro forte e nervoso.
"N-No! Non toccarmi, non voglio!"
"Potter, devo solo..."
"No! Non voglio, non voglio."

Draco ridacchiò alla scena che si stava creando. Vedere Nott in completa difficoltà davanti ad un Harry incosciente, dava quel retrogusto di ridarella che non si faceva sentire da ormai anni.
"Voglio rimanere con Draco, non voglio andare via, no..."
Theodore si girò verso l'ex Serpeverde e gli fece una faccia interrogativa, mentre quello se la ridacchiava attaccato alla porta.

"Potter sono qui."
Il biondino si avvicinò al letto dopo qualche secondo, sedendosi sul materasso. Il corvino si avvicinò e si accoccolò fra le sue braccia, singhiozzando.
"V-vuole portarmi via."
"No, non vuole farlo."
"Non-Non mandarmi via, ti prego..."
Draco girò il viso verso Nott che sembrava ancora più spaesato del solito. Era una cosa divertente, ma fortemente imbarazzante.

"Potter è stato costantemente venduto e violato da diverse persone, sempre sotto droghe. Non credo sia cosciente da quando l'hanno rapito."
"E come..."
"Penso che si sia attaccato a me perché sono l'unico che è stato un minimo gentile con lui."
Nott si portò una mano sul mento ed annuì pensieroso, fissando il tremore di Harry fra le braccia del biondo.
"Ti riconosce?"
"No, sa solo il mio nome. Non ha riconosciuto neanche il lenticchia e la zannuta."
Theodore sembrò passare sopra gli appellativi.
"Ho bisogno di visitarlo, ma se non si fa toccare..."
"Ci penso io."

I dieci minuti successivi, Theodore fissò Draco accarezzare il viso del corvino ed a sussurrargli all'orecchio diverse cose. Ogni tanto gli arrivavano cose come "Non ti lascio, te l'ho promesso", "Non gli permetterò di portarti via" ed anche "Ti proteggerò. Te lo prometto."
Più andava avanti, più sembrava che Draco si fosse affezionato al suo antico nemico.
Harry Potter, in risposta, non sembrava più lui. Continuava a singhiozzare, respirare a fatica, strusciarsi ed attaccarsi al biondo come se fosse ossigeno puro.

"Vieni, Nott, ora si farà visitare."
Il moretto si avvicinò al letto, mentre Draco si alzava e si posizionava accanto ai cardini. Harry alzò il viso per osservarlo e si avvicinò a lui, tremando leggermente.
"Va bene, Harry, posso chiamarti Harry?"
Il corvino annuì ed il biondo ridacchiò.
"Allora, ho bisogno che tu alzi il viso verso di me, va bene?"
Harry alzò il viso e lo guardò, ansimando leggermente con la bocca socchiusa. Nott aprì la valigetta e prese un utensile che si rivelò essere una lucetta.
"Segui la luce, va bene Harry?"
Nott puntò il fascio sugli occhi del ragazzo che cominciarono a seguirla, lacrimando dopo un po' leggermente. Abbassò il viso di scatto ed il moretto spese la luce riposandola.
"Va bene, va bene così. Adesso, per favore, potresti toglierti la maglia?"
Harry saltò sul posto e si girò verso il biondo. Draco, per tutta risposta, si avvicinò a lui e cominciò a sbottonargli la camicia bottone per bottone.
Nott notò senza darlo a vedere, il respiro irregolare del paziente e mugugnò qualcosa. Quando la maglia fu tolta, Draco ritornò al suo posto. Theodore prese un altro oggetto dalla valigetta e si avvicinò al letto. Si mise alle orecchie la parte formata da due braccine ed allungò quella con all'estremità una ventola verso il petto del corvino.
"Respira con la bocca, va bene? Fai bei respiri."
Harry annuì e fece come chiesto. Respirò a pieni polmoni e quando Nott glielo chiese, tossicchiò. La piccola ventosa si spostò poi verso il cuore ed infine sulla schiena, ripetendo quel che era stato fatto sul petto.
Si allontanò poi sovrappensiero, fissando il moretto tremare dal freddo e respirare sempre più forte.
Posò l'oggetto nella borsa e poi prese la bacchetta, posizionandola davanti al corpo del paziente.

Draco era rimasto a guardare per tutto il tempo.
Nott sembrava sempre sovrappensiero e più di una volta aveva corrugato la fronte, mentre ascoltava i respiri di Harry. Aveva notato anche i metodi piuttosto babbani dell'amico nel visitare il ragazzo e non batté ciglio. Ormai non gli importava più di tanto.
Decise di intromettersi, però, quando vide Theodore accigliarsi parecchio, mentre puntava la bacchetta sull'ex Grifondoro.
"Allora?" chiese "Cosa c'è?"
Nott si girò verso di lui e poi di nuovo verso il moretto.
"Rivela."
Un fascio di luce azzurrino partì dalla bacchetta e passò su tutto il corpo di Harry. Quando la magia svanì, Draco spalancò gli occhi.
Il corpo di Harry era pieno di graffi e vecchie ferite.

"Che cazzo gli hanno fatto?!"
Chiese furibondo, fissando Nott che aveva posato la bacchetta ed aveva cominciato ad osservare le ferite ed i lividi sul corpo diafano dell'altro.
"Penso che lo abbiano picchiato.
Vedi i segni sulle nocche? Potter ha tentato di difendersi, fortunatamente.
Questi graffi sono dati da qualcosa contro cui ha sbattuto – Harry, fermo per piacere - mentre questi lividi, credo li abbia per colpa di percosse subite."
Draco fissava il corpo del corvino e non poteva credere alle sue orecchie. Neanche durante la guerra Harry aveva subito così tanto, possibile che esistevano persone che lo avevano trattato così male?
Theodore alzò i pantaloni e scoprirono altri lividi sulle gambe.
"Draco, penso che qui bisogna intervenire con la magia – si Harry, lo so che fa male, ma devi stare fermo – e soprattutto, con pozioni mediche."
Il biondo non poteva credere ai suoi occhi. Harry era stato maltrattato per tutti quegli anni e lui aveva semplicemente ignorato le persone che lo avevano trattato in quel modo.
"Harry, fa male qui? E qui?" continuava a dire Nott, non conscio dello stato di Draco che andava sempre più ad arrabbiarsi.
Continuava a non crederci, eppure dove farlo.

"Bene, ho finito. Ho controllato il suo stato fisico e non ha nulla di rotto o di infetto – si Harry, puoi rivestirti – ma le droghe che gli hanno propinato ti daranno dei problemi."
"Cioè?"
Harry riprese la maglia dalle mani del biondo e Draco gliela passò fissandolo con dolore. Quelle ferite, quei lividi...
"La prima che ho riconosciuto, è un afrodisiaco potente, che mette il corpo di Potter in uno stato di bisogno costante. Avrai notato il suo respiro, vero? Se non viene soddisfatto questo bisogno, potrebbe avere altri problemi fisici. La seconda che ho scovato, è un'arresta magia. Non gli permette di usare il suo potere e gli blocca i flussi magici, dandogli problemi come la sonnolenza e l'incapacità di tenersi eretto o di camminare, dati da uno squilibrio corporeo interno."
Draco annuì ed aiutò il corvino a riallacciare i bottoni.
"La terza e ultima è un infuso di funghi ed erbe allucinogene, che gli danno visioni del passato in cui lo costringono costantemente e che gli provocano lo stato d'incoscienza."
"Quanto ancora dureranno?"
"L'afrodisiaco per un altro mese e mezzo, l'arresta magia per un'altra settimana, mentre l'infuso penso quindici giorni o giù di lì."
"Ho capito."
"Dovrai somministrargli, però, un altro infuso che ti darò io, perché quando l'effetto di queste droghe sarà finito, il corpo ne andrà in astinenza."
"E ci saranno altri problemi?"
"Probabilmente sì, quando la magia tornerà, scoppierà come una bomba e potrebbe darti delle preoccupazioni. Ma quando tornerà in sé stesso, dovrebbe ricominciare a controllarsi."
Draco sospirò e si sedette sul materasso, lasciandosi avvicinare Harry che si posizionò accanto a lui, con il respiro sul suo collo.
"Per i graffi e le contusioni, posso lasciare a te il compito. Sai come guarirle, sei un pozionista dopo tutto."
Theodore rimise tutto a posto e prese la valigetta fra le mani, facendo capire al biondo che il suo lavoro era finito.
Draco si alzò, lasciando mugugnare Harry che gli prese un polso fra le dita.
"Perché non ti metti giù? Accompagno Nott alla porta e ti porto su qualcosa da mangiare, va bene?"
Il corvino annuì e lasciò il polso del ragazzo, gattonando fino ai cuscini.

§§

"E' fuori pericolo?"
"Si, ma devi rimanergli vicino. Se sei davvero l'unica persona a cui si sia legato, perderti equivarrebbe ad un collasso mentale."
Draco, all'improvviso, si sentì importante.
Lui che aveva odiato, disturbato, spiato quel ragazzo, adesso era l'unico che poteva tenerlo in vita. Gli era stato affidato un compito da non metter sottogamba ed il biondino si chiese se il cielo voleva dargli un'altra possibilità.
Per redimersi, per fare ammenda.
"Mi raccomando, fallo mangiare e dormire. Così evitiamo un collasso fisico."
"Ti ringrazio Nott."
"Ti manderò la pozione che devi somministrargli dalla prossima settimana. Poi a fine mese, quella per non farlo cadere in astinenza."
"E posso dargliela assieme a quella delle contusioni?"
"No, dagliene una la mattina ed una la sera. Il suo corpo ora sta cercando qualcosa per rimanere in uno stato di... come dire, stasi. Se gli diamo le pozioni assieme, potrebbero trasformarsi in una seconda droga, più o meno."
Draco annuì e salutò il moretto che sparì nel camino.

Sospirò amaramente, portandosi una mano fra i capelli. Non avrebbe mai creduto che il mondo potesse contenere certi individui, persone così cattive da fare quello.
Chiamò l'elfo e gli chiese di portare la colazione nella stanza dell'ospite e poi uscì dalla stanza, diretto da Harry.
Riassumendo, doveva farlo mangiare, fargli prendere le pozioni e non doveva allontanarsi.
Beh, per l'ultima cosa non c'erano problemi. Con quel legame non potevano dividersi e farlo avrebbe causato problemi fisici al corvino.

"Potter?"
Quando Draco entrò, Harry era seduto sul letto, con il vassoio davanti ed una ciambella in mano. L'elfo gli aveva preparato diverse leccornie, fra cui diversi tipi di paste, cioccolata, uova, pancetta e così via.
Il biondino si chiuse la porta dietro e si sedette accanto al moretto, che sembrava aver tranquillizzato il respiro. Mordeva la ciambella con fame e golosità, fissando la cioccolata come se fosse aliena.

"Hai avuto paura?"
"Mh..."
"Non devi averne."
Harry lasciò andare la ciambella e prese la cioccolata, riscaldando le mani sul vapore che usciva dalla tazza. Draco si ammutolì nel vedere i segni suoi polsi e sulle braccia scoperte dalla camicia. La piccola Weasley sarebbe scoppiata in furia se avesse visto quei segni e quindi decise di nasconderli, usando la magia.

"Oggi pomeriggio vengono i tuoi amici. Fai il bravo, va bene?"
Si sentì stupido quando il corvino annuì infilando il muso nella tazza. Sembrava di star a parlare con un poppante.
Va bene che era in uno stato d'incoscienza, ma trattarlo come un bambino piccolo era da sciocchi.
Sospirò alzandosi dal letto, dirigendosi verso la porta.
"Dove vai?"
La voce di Harry aveva raggiunto le sue orecchie, preoccupata e ansimante.
"Devo lavorare, non posso farti compagnia."
"Tornerai?"
Draco sorrise e prese un respiro profondo.
"A pranzo tornerò a portarti da mangiare. Tu cerca di riposare."

Il moretto si incupì e si raggomitolò sotto le coperte, chiudendo gli occhi ed aumentando il respiro. Il biondo lo fissò con fare interrogatorio e poi si ricordò le parole di Nott.
Bisogno costante.
Ma cosa poteva fare, lui? Non era mica il suo partner o qualcosa di simile. Si mise a pensare e ipotizzò di farlo presente a Ginny, ma poi si schiaffeggiò da solo. Non poteva dirlo a quella Weasley.
Lui se ne sarebbe occupato.

"Potter..."
Draco si avvicinò al letto ed Harry alzò il viso con gli occhi lucidi. Gattonò sulle coperte fino al biondo e poi allungò le mani sul suo ventre, salendo col viso fino a quello dell'altro. Draco ingurgitò saliva e poi si spinse verso le labbra del corvino, baciandole e facendole sue.
Quel contatto, quel misero contatto sembrava esser esploso in qualcosa di grandioso. Sembrava quasi che giorni, mesi ed anni ad odiarsi si erano sgretolati in nulla. Quelle labbra spaccate ma decisamente troppo morbide, era tutto ciò che Draco avesse mai anelato. Dolcezza, gusto, inebriatezza...

"Dra-ah..."
Il biondo aveva abbassato le mani sulla cintura del pigiama ed aveva cominciato a massaggiare l'erezione di Harry con dolcezza. Il corvino stringeva le dita sulla giacca dell'altro e gemeva sommessamente spingendosi di tanto in tanto contro quella mano.
"Harry..." sussurrò allontanando la mano "...sdraiati."
Il corvino annuì e si sdraiò, lasciando Draco salirgli sopra e baciargli le labbra, il mento, il collo. La mano aveva abbassato i pantaloni ed ora accarezzava con movimenti regolari il membro congestionato dell'altro. Questi bisogni lo facevano durare poco ed il biondo non voleva abbandonare troppo presto quel corpo caldo. Lasciò l'erezione di Harry che grugnì infastidito ed allungò le dita fra le gambe, sotto i testicoli, fino all'anello di carne del ragazzo.
"Di più..." soffiò il corvino, rigando gli zigomi di lacrime "Ti prego..."
Draco massaggiò con delicatezza, creando piccoli cerchi e semicerchi concentrici, facendo miagolare Harry così forte che tutta la stanza si saturò della sua voce in poco tempo. L'ossigeno sembrava pian piano diminuire e la libidine salire, il corvino si inarcava e si spingeva sempre più forte, chiamando Draco a gran voce, implorandolo e baciandolo. Il biondo si abbassò sul suo corpo, lo baciò e lo morse.
Lo reclamò a gran voce e lo segnò. Harry era suo e suo soltanto.

"Dra-Draco... Posso?"
Ancora una volta Harry chiedeva di venire ed il biondino si imbronciò, leccandogli le labbra.
"Harry, vieni ogni volta che vuoi. Non chiedere più."
"Da-Davvero?"
Draco lo baciò riprendendo il membro di Harry fra le dita e lo accarezzò fino a farlo venire copiosamente.
Passarono pochi secondi ed il corvino si abbandono completamente fra le braccia di Draco, addormentandosi.

§§

"Dov'è la Granger?"
Ron e Ginny si erano presentati puntuali a casa sua dopo pranzo e della riccioluta nata babbana non vi era neanche l'ombra.
Draco storse il naso fissando il rosso che sembrava cruciarlo con lo sguardo e li fece entrare, mentre la Weasley chiacchierava sul fatto che la loro amica aveva avuto un problema al ministero.
Il biondino sospirò esausto e prese tutta la pazienza di cui disponeva, accumulandola per non fare una strage di gente dai capelli rossi.

"Dovrai dirlo a me, riferirò io ad Hermione."
"Weasley, per quanto io credo che tu sia bravo a fare il pappagallo..." cominciò Draco, girandosi verso le scale "Credo fermamente che non capirai nulla di quel che dirò."
Ron andò su tutte le furie ma fu bloccato subito dalla sorella.

Ginny era vestita della divisa di Quidditch ed aveva lasciato la scopa all'entrata. Il biondo sapeva della sua posizione nella squadra e ne era rimasto colpito.
I capelli erano dolcemente sciolti sulla schiena e per quanto lo sport era stancante, Ginny profumava di rose e sembrava bellissima come sempre.
Un moto di gelosia si fece largo al suo interno e decretò che Harry non doveva affezionarsi a quella stracciona.

"Malfoy, per quanto mio fratello non sia un genio – si Ron, mi dispiace dirlo ma è così – posso garantire che non sia completamente stupido."
"Non che la garanzia di un altro Weasley mi distolga dal mio pensiero."
Ginny si imbronciò un po' e seguì il biondo su per le scale, seguita da Ron che era diventato rosso in viso per la furia. Ormai non si distingueva più neanche l'attaccatura dei capelli.

"Ho chiesto al medimago di fare una visita completa a Potter, sia fisica che mentale."
Raggiunsero la porta dietro cui il corvino dormiva e Draco la aprì facendo entrare Ginny.
"Secondo una prima visita fisica, Potter è risultato sano. Niente di rotto o livido, niente graffi o distorsioni e così via."
Mentre parlava sulla soglia della porta, la rossa si era avvicinata al letto del ragazzo e si era portata i capelli dietro.
"Secondo, invece, una visita mentale, a Potter sono state propinate tre diverse droghe – Weasley, non sporcarmi il letto con la divisa o te lo acconto – Si, esatto, tre tipologie di droghe che vanno a colpire svariati punti precisi."
Ginny si era avvicinata ancora e toccava la fronte del ragazzo con le dita, scostandogli i capelli dalla faccia.
"La prima cosa che il medimago ha notato, è stato il potente afrodisiaco propinatogli per permettere ai suoi padroni di stressarlo sotto un punto di vista sessuale." Il biondo decise di evitare deliberatamente la parte in cui Harry era ancora assuefatto da questa droga e che aveva bisogno di particolari attenzioni.
"La seconda droga è un'arresta magia. In modo semplice, hanno tentato di non farlo difendere in tutti i modi e ciò gli ha provocato, come vedi, sonnolenza e poi l'incapacità di camminare."
Ron annuì, girando il viso da Draco ad Harry e poi da Harry a Draco.
"La terza ed ultima – Weasley, non sederti!"
"Ho capito, non urlare!" Ginny si massaggiò le tempie, fissando gli occhi di Harry aprirsi debolmente per le voci alterate.
"La terza, come dicevo..." riprese Draco esasperato, "E' un infuso che gli provoca allucinazioni che lo rendono incosciente."
"E' per questo che non ci riconosce?"
"Esatto."
"Quanto durerà questa cosa?"
"Secondo il medimago, ne avremo per un altro mese e mezzo."
Ron sospirò e fissò l'amico dispiaciuto.
"Weasley, c'è un'altra cosa, ma è meglio parlarne in assenza di tua sorella."
Il rosso fissò Draco scettico e poi annuì, seguendo il biondo fuori dalla porta.

"Secondo un'analisi approfondita, sul piano fisico intendo, una magia nascondeva contusioni e lividi sul corpo di Potter."
"Come?!"
"Volevo perciò chiederti di occupartene tu. Sei un Auror, giusto?"
"Si ma-"
"Ti darò tutto ciò che è in mio possesso per trovare quella gente. Neanche Tu-Sai-Chi avrebbe mai fatto una cosa del genere..."
Ron si rabbuiò e cercò gli occhi di Draco che fissavano tristi il pavimento.
"Ho preferito che la piccola Weasley non li vedesse."
"Hai fatto bene."
"Così non-"
"No, Non voglio! Vattene, voglio Draco!"

La voce del corvino fuoriuscì dalla porta e bloccò la discussione fra i due ragazzi. Draco entrò nella stanza di Harry e la prima cosa che vide, fu il corvino attaccato con la schiena al muro, seduto contro un angolo mentre Ginny gli stava davanti con le mani ferme sui suoi polsi.
"Lasciami, non voglio!"
"Harry, ascoltami! Ti sto solo aiutando!"
"Non voglio, mi fai male!"
"Weasley!"
La voce di Draco sovrastò tutta la tensione creatasi e Ginny lasciò Harry girandosi di scatto.
"Che cosa gli hai fatto?"
"Io niente! Quando siete usciti ha cercato di seguirti ed è caduto."
Draco attraversò la stanza, passando oltre il letto fino ai due.
"Ho tentato di rimetterlo sul letto, ma ha cominciato ad urlare e-"
"Spostati."
Il viso della rossa cominciò ad incupirsi e si allontanò piano, lasciando che Draco si avvicinasse al corvino.
"Tutto bene? Come stai?"
"Voleva portarmi via... Ha detto che vuole che io vada da lei..."
Draco girò il viso di scatto, fissando la rossa con disprezzo. Ginny si avvicinò al fratello che la guardò con fare interrogativo.
"I-Io... Volevo solo che tornasse a casa..."
"Ginny, lo sai che non può. C'è il problema del legame."
Draco acchiappò Harry per le braccia e lo aiutò a tornare sul letto, accarezzandogli di nascosto la schiena.
"Non voglio andare via..."
"Non andrai via, tranquillo."
Harry raggiunse il letto e si sdraiò, raggomitolandosi accanto alle mani di Draco.
"Non capisco..." cominciò Ginny, però, offesa "Come fa a riconoscerti sempre? Non sa chi sei?"
"No" rispose pacato Draco, accarezzando distrattamente la testa del corvino "Sa solo che il mio nome è Draco e che sono l'unico che in tre anni gli ha mostrato gentilezza."
"Si ma..."
"Ma niente, Weasley. Sta anelando nel buio anche in questo momento. Non capisce molto e sa solo che con me è al sicuro."
"Ginny..." cominciò Ron, accarezzandole i capelli "Secondo il medimago, Harry tornerà normale nel giro di un mese. Abbi pazienza."
La rossa sospirò pesantemente ed annuì.
"Comunque" riprese Draco "L'unica cosa che devi sapere in più, è il fatto che Potter potrebbe andare in astinenza da droghe. Il medimago sta già preparando la pozione per curare ciò."
"Perché in astinenza?"
Draco contò fino a dieci, lasciando poi la nuca di Harry che si era addormentato ancora.
"Perché, tardo di un Weasley, Potter è stato ingozzato di quella robaccia per tre anni di fila ed il suo corpo ne ha sempre più bisogno. Come i dolci."
Ron annuì furioso e incrociò le braccia.
"Sappi che non ripeterò nulla alla Granger, perciò memorizza quel che ti ho appena detto."
Il rosso ingoiò il rospo per una seconda volta, immaginandosi la faccia di Draco spalmata contro il muro.
"Bene, vi riaccompagno alla porta."

Il trio uscì silenziosamente dalla stanza e ripercorsero a ritroso la strada. Draco chiamò l'elfo e gli chiese determinati documenti, fermandosi poi nella hall in cui Ginny riprese la scopa.
Crunchy si presentò subito dopo, lasciando i fogli in mano al biondo che lo debellò con un gesto della mano, avvicinandosi successivamente a Ron per poi porgerglieli.

"Qui ci sono tutte le strade che ho percorso e tutto ciò che ho fatto per cercare Potter. Mi auguro basti a voi Auror per cercare chi ha fatto quel che ti ho detto a Potter."
Ron annuì e Ginny fissò i due con sguardo torvo, capendo che stavano nascondendo qualcosa.

"Va bene..." cominciò immediatamente Ron "Noi andiamo."
Draco annuì ed i due si avviarono verso la porta, ma prima di uscire, il rosso si fermò.
"Hermione ha ragione. Dobbiamo proprio... ringraziarti."

§§

Quella sera Ron raccontò tutto ad Hermione. La riccia apprese tutte le cose maligne fatte all'amico e si infuriò con sé stessa per non esser riuscita a trovarlo prima. Lesse anche i rapporti di Draco e si sentì talmente stupida che quasi scoppiò a piangere.
Harry aveva sofferto in passato e continuava a soffrire, chissà per quanto futuro ancora e loro, i suoi migliori amici, erano impotenti.
Ginny andò a letto mogia, ricordando di come il corvino l'avesse respinta e di come, invece, si era fatto accarezzare dal biondo.
In quel momento, nessuno di loro, però, poteva fare nulla.
Harry Potter, purtroppo, era non legalmente schiavo di Draco Malfoy.   

SlaveOnde histórias criam vida. Descubra agora