Danger around the corner

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  Danger around the corner
Pericolo dietro l'angolo
Cap.23




Com'era finito in quella situazione?
Neanche lui lo sapeva, ma era certo che Crunchy e Priscilla si erano coalizzati contro di lui assieme a Potter e che insieme avrebbero conquistato il manor.

Doveva fare un colpo di stato nella sua stessa casa, perché così non poteva di certo andare avanti.
Era solo contro tutti gli elfi e Potter e questo significava che se non rispettava le regole che gli altri avevano messo nel suo manor, sarebbe stato rinchiuso per sempre.

Maledetti elfi, mormorò mentre metteva una pallina sull'albero di Natale che Crunchy aveva preso, maledetto Potter!, continuò, aggiungendo una renna di stoffa, brontolando peggio di una pentola di fagioli.

Se suo padre fosse approdato al manor in quell'istante, avrebbe ucciso lui, gli elfi e Potter.
Non gliene sarebbe importato di finire ad Azkaban, perché avrebbe protetto la poca dignità che il casato Malfoy ancora si portava dietro.

"Direi che le luci sono bellissime" sorrise Harry, guardando Priscilla.
"Si, signore, davvero belle, signore."
"Somiglia molto a quello che facevo a casa con Ginny... Dei colori di Grifondoro."

Quello, ovviamente, era una sogno.
Anzi, un grandissimo incubo.
Un maestoso albero era stato piazzato in un angolo della sala da pranzo e luci giallo – rosse ad intermittenza illuminavano i rami e le palline che pendevano da essi.

Draco sentiva che il suo stomaco stava pian piano per rivoltarsi ed immaginò che, ben presto, avrebbe riportato alla luce il pranzo di quel pomeriggio.
Come cavolo si era fatto convincere?

**

Harry si era sdraiato sul letto ed aveva deciso di riposarsi tranquillamente, dopo quel che aveva appena fatto con l'altro ragazzo.

Si rigirava fra le coperte e non riusciva a non pensare a quel che era accaduto.
Era stato strano ma... bello.
Troppo bello.

Le mani del biondo sul suo corpo, le labbra sul suo petto, le dita sul suo membro... Più ci pensava più sentiva l'erezione risvegliarsi e davvero non poteva sopportare un altro trattamento come quello.
Non si sarebbe trattenuto.

In tutto quell'amplesso, più volte aveva sentito la voglia di chiedergli di più, di volere più calore, di sentirlo suo, al suo interno...
Non riusciva davvero a credere a quei pensieri e decise di dare l'intera colpa all'afrodisiaco che lo stava logorando come pochi.

In sé per sé quel poco che avevano fatto non gli era bastato, ancora sentiva la strana voglia di volersi far toccare, di essere sottomesso e preso fino al midollo...

Il problema più grave era uno, poi.
Perché i suoi desideri meno puri erano tutti concentrati sul biondo platinato del casato Malfoy?
Perché non riusciva a pensare a Ginny od a qualcun altro?

Gli poteva andar bene anche un altro maschio, come Ron o Neville per esempio... La cosa importante era quella di non farsi prendere da Draco.
Però poi sbuffò e si strusciò le mani sul viso.

Non si sarebbe mai fatto toccare dai suoi amici, neanche per tutta la pace del mondo...
Draco Malfoy era l'unico che avrebbe potuto dargli quel senso di tranquillità che aveva provato due giorni prima, quando il biondo lo aveva costretto a farsi sottomettere.

La stessa tranquillità che aveva provato nel farsi toccare da Draco qualche minuto prima, nel dire quel che lui avrebbe voluto sentire, pregarlo e baciarlo come se fosse l'unica cosa che lo avrebbe tenuto in vita.
Malfoy era tutto per lui e se ne rese conto in quell'istante.

Nessuno dei suoi amici, neanche Ginny, avevano preso quel posto speciale nel suo cuore e non riusciva davvero a rendersi conto di come il biondo ci fosse riuscito e non gli dispiaceva, anzi!
Sembrava quasi felice che Draco lo aiutasse facendogli quelle cose.

Ci pensò su... dopo tutto quel che il biondo gli aveva fatto, lui sembrava amare quei tocchi, quelle attenzioni, quel piacere...
Lui amava Draco Malfoy.

"No, no, no..." mormorò, infilando la testa sotto il cuscino "Non è vero, no..."
Sospirò.
Sospirò così forte che Priscilla si materializzò nella stanza, avvicinandosi al letto tutta preoccupata.

"Signore?" lo chiamò, tirando un poco la coperta.
"Priscilla..."
"State bene, signore?"
"Io... Si, anzi, no... mh... si..."

Priscilla mosse le orecchie, sorridendo dolcemente.
"Posso esserle d'aiuto?" domandò, salendo sul letto.
"Io... Non lo so... E' così difficile" brontolò il corvino, uscendo dal cuscino.
"Il signorino Draco Malfoy? E' colpa del signorino?"
"No, cioè sì... Più o meno."
"E' ancora arrabbiato con lui?"
"No, certo che no, anzi... Il regalo, la dolcezza che ha usato con me... E poi mi ha portato a casa Weasley! E' stato bellissimo..."

L'elfa annuì, mentre Harry si metteva seduto ed allungava le mani verso le orecchie dell'esserina.
"Lui è strano... Se sapessi cos'ha fatto durante la guerra, lo prenderesti a ceffoni fin da subito."
"Io penso che il signorino se li meriterebbe sempre" ridacchiò Priscilla.

Harry alzò un sopracciglio e poi rise, annuendo e ridacchiando dietro all'elfa.
Draco se li meritava sempre e comunque ed ultimamente sembrava proprio chiederli alla gente.
Insomma, aveva o non aveva cambiato il suo carattere totalmente a caso da un momento all'altro?

"Sei sempre stata dolcissima con me, Priscilla... Non ricordo molto gli ultimi giorni però so che tu eri qui, con me... I tuoi modi, le tue parole, le tue orecchie..."
"Le ha torturate molto, signorino" ridacchio l'elfa.
"Si è che sono... Così belle e morbide e si piegano ad ogni minimo tocco."

Priscilla sorrise ed annuì, lasciando che il ragazzo gli accarezzasse le orecchie.
Sembrava molto confuso e dava l'idea di uno che non riusciva a smettere di riflette su tutto quel che gli era successo.
Doveva trovare il modo di sistemare le cose.

"Signore, vuole fare l'albero di Natale?"
"Eh?" domandò Harry, alzando un sopracciglio.
"Voi siete nato da una famiglia che viveva in mezzo ai babbani, giusto?"
"Si."
"Voi fate l'albero colorato a Natale, giusto?"
"Si, ma non credo che Malf-"
"Il signorino sarà felice di aiutarla, ne sono sicura."
"Dici?"
L'elfa annuì convinta.

"Mi è sempre piaciuto l'albero di Natale, era colorato e pieno di vita e lo facevo sempre alla Tana con i miei amici, Arthur era sempre lì pronto a farmi qualche domanda, Hermione mi capiva e mi aiutava, Ron storceva il naso come Percy mentre i gemelli si lanciavano le palline di natale sotto le urla di Molly e..." Harry si bloccò. Non riuscì più ad andare avanti ed il sorriso che pian piano aveva preso piede sul suo viso, sparì così com'era venuto.

"E?" chiese Priscilla, alzando un sopracciglio.
"E... ci... divertivamo..." finì il corvino, tornando a stendersi sul letto.
L'elfa non riuscì a capire cosa mai avesse afflitto il ragazzo ma lui, in quel momento, si era reso conto di una cosa che avrebbe cambiato per sempre la sua vita.

Arthur non ci sarebbe stato più. Nessuno gli avrebbe più chiesto nulla.
Nessuna domanda come Perché i babbani mettono i pupazzetti sull'albero? oppure Qual è l'esatta funzione della stella in cima all'albero?
Non ci sarebbero state più ste domande del genere...

L'aria di scherzi e risate sarebbe stata meno giocosa degli anni passati.
George faceva sempre il fenomeno che era stato negli anni passati ma senza Fred... Era come mangiare il pane senza la nutella, come leccare il gelato senza la panna, come cantare senza pubblico...
Bello, sì, ma... niente di speciale.
Perché Harry lo sapeva... Fred e George si completavano a vicenda e da soli erano il nulla.

"Signorino?" chiamò l'elfa.
Harry la guardò, sospirando.
"Perché non chiede al signorino Malfoy di fare l'albero?"
"Non me lo permetterà mai..."
"Si che lo farà... Deve solo chiederglielo."
Il corvino sospirò e si girò dalla parte opposta.

"Signorino?"
"Draco non me lo permetterà... Per lui sono cose futili e stupide."
"Glielo chieda... io lo vado a chiamare, va bene?"
"Va bene" sospirò Harry.

§§

"Sono cose futili e stupide!" brontolò Draco, sfogliando quel benedetto contratto con la Bulstrode, "Una spesa che non serve affrontare!"
"Ma signore..." tentò Priscilla.
"No, no e no!"

"Il signorino Harry Potter ci tiene davvero a questa cosa... Vuole farlo arrabbiare proprio il giorno di Natale?" chiese Crunchy, guardandolo dal basso.
"Eh? certo che no!"
"Allora vada a parlare con lui."

Draco guardò i due elfi e mise un broncio così lungo che avrebbe sicuramente fatto il giro del mondo fino a tornare lì.
"Chi gliel'ha messa in testa quest'idea idiota?" domandò alla fine, spezzando il silenzio.
"Nessuno, era solo triste ed ha raccontato a Priscilla che gli mancava ridere un po'."
"A casa mia."
"Si."
"Nel mio salone."
"Si."
"Vicino al camino con i rilievi appena ristrutturati."
"Si."

Draco avrebbe voluto far esplodere Crunchy sul posto in quell'istante.
Come poteva quell'elfo mettersi a discutere con lui dei suoi bassorilievi appena ristrutturati?
Non ne aveva nessun diritto!

"Signore?" chiese Priscilla, avvicinandosi.
"Sentite, io-"
"Harry Potter è triste... E si sente solo. Non riesce a metabolizzare quel che sta succedendo e la perdita delle persone care lo sta uccidendo."
"Si ma-"
"Signore, così non conquisterà mai la fiducia di Harry Potter, signore."

Draco sospirò amaramente e chiuse, per la millesima volta, il contratto con la Bulstrode.
Non sarebbe riuscito a concludere nulla se non si toglieva quell'ammasso di elfi dalle scatole.

"E va bene" pronunciò, alzandosi "Vado da lui. Ma in cambio dovete sistemare tutti gli smoking nella stanza armadio!"
"Non si preoccupi signore" Sorrise Priscilla.
"Senz'altro signore" concluse Crunchy.

§§

Draco entrò nella stanza sbuffando vistosamente.
Quando chiuse la porta, il corvino alzò il viso e abbassò gli occhi, stendendosi di nuovo sul letto.

"Hey... Tutto bene?"
"Si... Tutto bene."
Il biondo si avvicinò e si mise seduto accanto a lui, accarezzandogli un fianco.
Harry sembrava davvero teso.

"Che ti passa per la testa?"
"Nulla di che..." si mosse l'altro, sotto le coperte, avvicinandosi alle gambe di Draco.
"Ti senti male?" domandò allungando la mano sul suo viso, accarezzandogli i capelli.
"No..."

A Draco faceva veramente male vederlo in quello stato.
Remissivo, docile, triste.
E dire che qualche minuto prima era felice e giocava con lui dandogli dello stronzo.

"Vuoi chiedermi qualcosa?"
"No io... Mi chiedevo perché non riesco ancora a vivere una vita tranquilla..." mormorò in risposta Harry, sospirando.
"Perché sarebbe troppo noioso, non credi?" gli sorrise il biondo "Così è più divertente."
"Se lo dici tu..."

Non era di certo la risposta migliore che poteva dargli ma era l'unica che gli era venuta e in quel momento non sembrava un vero e proprio buco nell'acqua.
In sé per sé quel ragazzo aveva tutte le ragioni per essere triste.

Draco sospirò e si appoggiò alla testata del letto, lasciando che l'altro si alzasse per mettersi fra le sue gambe, appoggiando una guancia al suo petto.
Il biondo sorrise, cominciando ad accarezzargli dolcemente la schiena, senza però fare mosse azzardate.

"Strano... vero?" domandò solo, toccando il cespuglio che l'altro aveva in testa.
"Cosa?" rispose Harry, strusciando il viso contro la giacca del ragazzo.
"Io e te... Qui... Così..." mormorò Draco, sorridendo alla dolcezza.
"Mi sento al sicuro fra le tue braccia... E' l'unico posto in cui... sento che nessuno potrà farmi del male."

Il biondo si sentì strano all'ascoltare quelle parole.
Harry Potter che si sentiva al sicuro fra le braccia di Draco Malfoy?
Immaginò che dopo quello, le aveva davvero vissute tutte.
Neanche un signore Oscuro in bichini avrebbe mai potuto scioccarlo in quel modo.

Ripensò a Voldemort in intimo ed una scarica di brividi gli percorse la spina dorsale.
Ok, probabilmente qualcosa che poteva scioccarlo ancora esisteva.

"Draco..." chiamò il corvino, alzando debolmente la testa "Posso chiederti una cosa?"
"Dimmi" rispose quello.
"Non fa niente se non... ecco, se non vuoi, non mi arrabbierò con te" commentò, avvicinandosi al suo viso.

Draco diventò improvvisamente rosso ed annuì come un cretino, sentendo il respiro dell'altro sulla sua pelle, seguito da tutto il corpo conturbante che amava tanto toccare.
Quello stramaledetto Grifondoro...

"Possiamo... fare l'albero di Natale?"
Stramaledetti elfi.
"Certo" cominciò.
Stramaledetto Potter.
"Nessun problema" continuò.
Stramaledetto Natale.
"Anche subito" finì.

Il viso di Harry sembrò riprendere colore e tutto d'un tratto, il corvino lo abbracciò forte, cingendogli il collo con le braccia, attaccandosi a lui, uscendo finalmente dalle coperte.
Draco rimase impassibile per un po' ma alla fine decise di abbracciarlo di ricambio.
Stramaledetti tutti.

**
Ricordò improvvisamente quel corvino dalla testa calda che si era strusciato contro di lui per avere il permesso di mettere un fottuto albero accanto ai suoi stracarissimi rilievi appena sistemati, contornato da luci verdi, gialle, rosse e blu.

"Voglio mettere io la stella" disse Harry, prendendola da una scatola che Priscilla aveva rimediato ad un mercatino.
Crunchy annuì e sorrise.

"Come pensi di arrivare lassù in cima?" domandò Draco, incrociando le braccia.
"Come tu hai messo le palline sulla parte alta dei rami... volando."
Il biondo scattò all'in piedi, lasciando cadere una pallina.

"Non credo sia una buona idea, tu non-"
"Malfoy, ricordo ancora come si vola" brontolò il corvino, prendendo la scopa che gli era stata regalata, salendoci poi a cavalcioni.
"No, Harry!" Draco non finì di parlare che quello si alzò in volo, un po' sbilenco, cominciando poi ad andare qua e là per la stanza.

"Non ricordavo fosse così bello!" urlò, mentre saettava qui e lì, passando a pochi millimetri dalle pareti e dai vasi pregiati.
"Potter!" si infuriò il biondo, stringendo i pugni "Scendi immediatamente!"
"No!" gli rispose Harry, avvicinandosi a Crunchy per prendere la stella, volando fino la cima dell'albero per posizionarcela.

Il biondo lo guardò con gli occhi rossi dalla rabbia mista alla paura e le sue teorie non andarono a vuoto quando il corvino perse il controllo della scopa, cadendo fra le sue braccia.
Sospirò pesantemente mentre Priscilla recuperava la scopa e pizzicò il braccio dell'altro.

"Ahia!" brontolò Harry, massaggiandosi la parte lesa.
"Sei ancora troppo instabile, lo vuoi capire?" soffiò Draco, aiutandolo ad alzarsi "Questa mania del suicidio che ti porti dietro dalla scuola pensavo l'avessi persa."
"Spiritoso" borbottò il corvino.

I due tornarono in piedi e il biondo appoggiò la scopa accanto al camino, piangendo internamente per i suoi bassorilievi coperti dai rami dell'albero tutto colorato.
Fosse stato un Natale verde – argento ci sarebbe pure stato, ma quel rosso – oro gli stava uccidendo le retine degli occhi!
Sarebbe diventato cieco, ne era assolutamente sicuro.

"E' bellissimo..." sorrise Harry, guardandolo dal basso, senza staccare la vista da esso "Grazie... Per avermi permesso di farlo."
Draco fece spallucce e si sedette su una delle sedie davanti al tavolo, sperando vivamente che nessuno dei suoi amici avesse la bella intenzione di fargli visita.

Già si immaginava la scena di Zabini che vedeva l'albero: l'avrebbe preso per il culo a vita.
La Parckinson, invece? Avrebbe cominciato a ridere come una gallina e lo avrebbe raccontato a tutte le sue amiche, così la notizia sarebbe arrivata ad Astoria e, di conseguenza, a Grengrass Senior.
Tutto si sarebbe concluso con suo padre che lo uccideva.
Che bello.

Una figura scura che passò di striscio fuori dalla finestra attirò la sua intenzione.
Se l'era immaginata?
Si alzò dalla sedia, passando di fianco al corvino, dirigendosi verso i vetri.

"Draco?" lo chiamò Harry "Che fai?"
"Rimani lì" proferì lui, facendo segno a Crunchy di avvicinarsi.
Priscilla si incamminò verso il corvino e si posizionò accanto a lui, guardandosi intorno.

"Signore?"
"Crunchy, hai visto qualcosa tu?"
"No, signore ma... ho sentito una presenza entrare nelle protezioni del manor."
Il biondo si accigliò e guardò ancora fuori, nell'oscurità. Qualcosa si muoveva fra i cespugli.

"Crunchy."
"Vado, signore" l'elfo si materializzò fuori casa e, puntando la manina verso i cespugli del giardino, si intrufolò all'interno, sparendo nel buio più totale.

"Draco?" lo chiamò ancora Harry, avvicinandosi.
"Signorino, rimanete qui" lo fermò Priscilla.
"Ma che succede?" domandò quello, di rimando.
"Harry, fermo lì" rispose il biondo, prendendo la bacchetta, pronto a schiantare chiunque fosse lì fuori.

Il corvino lo guardò spaesato ma decise di non muoversi, sentendo l'aria diventare improvvisamente fredda.
Qualcuno era entrato nel manor?
Qualcuno che voleva lui?

Draco vide Crunchy uscire dai cespugli con un gufo fra le mani, infreddolito e ferito.
Sospirò e posò la bacchetta, mentre l'elfo rientrava con l'animale fra le mani, scrollandosi la neve di dosso, mentre Priscilla si avvicinava e prendeva il pennuto fra le braccia.

"Mi occuperò io del gufo" sorrise, allontanandosi.
Il biondo annuì, andandosi a sedere di nuovo, mentre Harry lo raggiungeva e si sedeva sulle sue gambe, appoggiandosi al suo petto.

"Paura Potter?" gli chiese, sorridendo.
"Non dire stronzate, Malfoy" brontolò quello di rimando "Hai fatto un casino enorme solo per un gufo."
Draco avrebbe tanto voluto dirgli quel che sapeva.
Del fatto che sarebbero tornati a prenderlo. Conosceva, però, il corvino. Avrebbe fatto di tutto pur di non metterlo in pericolo.

"Perché non vai ad aiutare Priscilla con il pennuto? Non ho intenzione di tenermelo nel manor, sappilo."
"Come sei acido" brontolò Harry, alzando il viso accigliato, incrociando le braccia.
"Se il pennuto non guarisce entro domani..." proferì Draco, baciandogli le labbra "Lo sbatto fuori a calci assieme a te."
Il corvino fece una faccia sorpresa, per poi alzarsi e dirigersi fuori dalla sala brontolando qualcosa che somigliava ad un stupido di un purosangue viziato e platinato.

Il biondo sorrise e si girò verso Crunchy che si stava avvicinando con espressione seria.
Aveva mandato via il corvino per un motivo ben preciso: non doveva ascoltare quella conversazione.

"Non era un gufo, vero?"
"No, signore."
"E' scappato?"
"Si, signore" rispose l'elfo, guardando fuori dalla finestra "Ma non ha lasciato né tracce né odore... Sono professionisti."

Draco sospirò, l'uomo col serpente era venuto a sapere dove Harry era stato portato e questo significava una sola cosa: Marcus era immischiato nella faccenda.
Doveva parlare con Hermione.

"Aumenta le difese del manor, Crunchy" disse, alzandosi e sistemandosi la giacca "Nessuno deve arrivare a lui... Se necessario, lo rinchiuderemo nella parte inferiore delle segrete e piazzeremo degli incantesimi anche lì."
"Si, signore" mormorò l'elfo, sparendo subito dopo.

Rinchiudere Harry sarebbe stata una cosa azzardata ma il biondo poteva contare sull'aiuto della riccioluta amica del ragazzo.
Avrebbe fatto di tutto per proteggerlo.
Tutto il necessario.




Note: La quiete è finita! Per chi voleva il ritorno dei cattivi... non dovrà più attendere molto!  

SlaveWhere stories live. Discover now