Truth is Pain

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Note: A voi tutti che leggete. Questo capitolo è per voi. Grazie.






Truth is Pain
La verità fa male
Cap.8





Il pomeriggio era giunto dopo un tempo che a Draco sembrò lunghissimo.
La Granger si era messa con la testa su uno dei grandi tomi che si era portata e lui, invece, aveva sfruttato quel tempo per leggere il contratto che avrebbe dovuto stipulare con la Bulstrode.
Harry si era messo sul tappeto a sfogliare i diversi album fotografici che la riccia gli aveva portato e più di una volta si alzava per far volare il boccino, nell'intento di ricordare qualcosa di esso.

Il biondo notò anche come Hermione aveva più volte spiegato al corvino di guardare il boccino e ricordare come la prima volta l'avesse preso. Sembrava quasi che, qualsiasi cosa fosse successa alla sua prima partita di Quidditch, fosse talmente importante da essere vitale.
Draco ricordava bene la prima volta di Harry. Non aveva preso il boccino. L'aveva ingoiato.

"Hermione..."
"Dimmi Harry." Sorrise la riccia.
"Chi è questa accanto a me?" Harry indicò una ragazza dai lunghi capelli neri e dal viso dolce e tondo. Era vestita di una lunga tunica nera e portava lo stemma di un'aquila sul petto.
"Oh, lei è Cho Chang."
Draco alzò gli occhi dal foglio e fissò come una vipera il duetto piegato sulle foto scolastiche, riesumate chissà da quale biblioteca.
"Cho Chang?"
"Si... E' stata la tua prima cotta."
Draco quasi si strozzò con la lingua, attirando l'attenzione di Hermione che lo fulminò con lo sguardo, convinta che quella fosse qualche specie di risata.
"Te ne sei innamorato il quarto anno e sei riuscito a darle un bacio al quinto."
Draco di strozzò nuovamente, sentendo la riccia lanciargli mentalmente il grosso tomo che stava leggendo.
"Oh..." fece di rimando Harry "E poi?"
"E poi niente... Ci hai raccontato che il suo bacio era stato piuttosto... umido."
Draco ridacchiò veramente questa volta ed Hermione alzò lo sguardo su di lui, fissandolo con astio.
"Malfoy, conosci la parola Ti lancio un libro in pieno viso?"
"A me sembra più una frase..." rispose acidamente il biondo.
"No, fidati" lo interruppe lei, tornando a fissare le foto "Quando ti arriva in faccia è tutta una parola."
Draco si girò verso i documenti, borbottando fra sé e sé senza obbiettare.
Rozza nata babbana.

"Hermione."
"Dimmi Harry."
"Questa foto... Perché è stata fatta?"
Draco alzò il viso verso la ragazza, curioso di sapere come avrebbe risposto. Sicuramente non poteva evitare certi argomenti che avrebbero evocato ricordi alquanto dolorosi.
"Vedi Harry..." iniziò Hermione, chiudendo il tomo "Questa foto è stata fatta durante il quinto anno di scuola. Tu... avevi deciso di aiutare questi ragazzi ad imparare alcune tecniche di difesa contro le arti oscure."
"Io? Non potevano pensarci i professori?"
"Diciamo che quell'anno la nostra professoressa era alquanto..."
E Draco drizzò le orecchie. Gli avrebbe parlato di Dolores Umbridge?
"Alquanto assente. Era molto, molto malata."
"Ah."
Draco cadde simbolicamente dalla sedia. Davvero aveva evitato il discorso in modo così impeccabile e dannatamente bene?
"Quindi hai deciso di aiutarci, tu eri il più bravo sai?"
"Oh... E perché Draco non c'è?"
"Perché..." Hermione alzò il viso verso il biondo, mordendosi il labbro.
"Perché io ero più bravo di te, Potter. Come sempre."
La riccia si diede una pacca sulla testa e sospirò pesantemente, lasciando la risposta di Draco come veritiera.
Harry annuì e tornò a guardare le foto, senza più parlare.

Draco tornò sul plico di fogli da leggere.
Zabini era il solito sfaticato e toccava sempre a lui siglare i documenti e parlare con i venditori.
Millicent Bulstrode aveva ereditato tutti gli averi dei genitori, compresa l'azienda di famiglia, produttrice inestimabile di gioielli di gran valore, acquistati da tutto il regno magico. La ragazza aveva deciso di distaccarsi dalla vecchia vita e così aveva venduto e regalato tutto, senza però lasciarsi completamente niente dietro. Aveva infatti stipulato questo contratto con loro tre in cui lasciava l'azienda ma doveva sempre e comunque farne parte come socia esterna. I tre acquirenti potevano licenziare e assumere chiunque ma lei doveva rimanere una socia stabile fino a quando lo avrebbe voluto.
Il contratto che stava leggendo, aveva semplicemente scritto sopra le varie tipologie di regole ed obbiettivi da raggiungere.

"Hermione?"
"Mh?"
"Chi sono loro?"
Draco tornò a guardare i due e vide la foto in mano ad Harry. I suoi genitori ed i suoi parenti. Suo zio, Lupin, Tonks e così via.
"Loro..."
"Ora basta" si intromise Draco, alzandosi e chiudendo il plico "Basta pensare al passato, ok?"
Harry annuì e lasciò le foto, alzandosi dal terreno.
Hermione sospirò e ringraziò mentalmente il biondo, riprendendo poi a leggere i tomi.
"Ho fame."
"Bene" rispose Draco "Penso che farò preparare qualcosa agli elfi. Granger, ti unisci a noi?"

E questo era strano.
Draco ed Hermione si guardarono in modo così pensieroso che, probabilmente, stavano ricordando le stesse cose.
Loro non erano mai andati d'accordo, prima della guerra erano così nemici che il biondo la poteva benissimo voler morta. Anzi, al secondo anno era stato anche contento di vederla pietrificata!
Ed ora?
Ora era lì... E le stava chiedendo di unirsi al pranzo. Come una vecchia conoscenza.
Harry era la soluzione a tutto.

§§

"Mi auguro che i tuoi elfi vengano pagati."
Hermione si era seduta al tavolo nemmeno da cinque minuti e già sbraitava contro il biondo, fissando gli elfi lavorare. Draco si era portato una mano alla tempia e si stava maledicendo come pochi per averla invitata a pranzare.
"Ti ricordo che sono rappresentate del C.R.E.P.A. e non tollero certe cose!"
"Granger, mangia e sta zitta."
La riccia si infuriò ed inforchettò il pesce spada nel suo piatto. Ma perché aveva accettato quel benedetto invito?

"Vi prego, non litigate."
La voce di Harry calmò i bollenti spiriti ed Hermione sospirò, posando la forchetta sul tavolo.
"Ma no, Harry... Io e Malfoy abbiamo opinioni... Diverse..."
"Semplicemente, Potter, la tua amica non ha ancora capito che Priscilla, Crunchy e tutti gli altri elfi, sono qui di loro spontanea volontà."
La riccia sbuffò inviperita e riprese la forchetta.
"Non litigate."
"No" continuò Draco "Non litighiamo. Anzi..." fissò Hermione, indicando il corvino con la testa per indicarle che potevano dirgli quella cosa.

"Harry, a proposito..."
"Si?"
"Oggi ti va di passare la giornata con me?"
"Va bene."
"Solo con me."
Draco fissò lo sguardo del corvino cercarlo. Se Harry non avesse obiettato, significava che dopo tutto, lui non era importante come aveva pensato fino a quel momento. Anche se Hermione gli aveva detto che il Salvatore del Mondo Magico lo cercava sempre e comunque, lui a quelle due parole ci credeva ben poco.
Harry era un ragazzo che agiva sempre d'impulso, un'incognita.
E sentirsi messo da parte era... brutto.

"E Draco?"
Il biondo riprese a respirare.
Si accorse di aver trattenuto il respiro solo quando il corvino finì di pronunciare il suo nome.
E, tutto d'un pezzo, si sentì ridicolo.
Ridicolo perché aveva capito che stava cominciando a dipendere da quel ragazzo.
Quel ragazzo che fino a tre anni prima era stato il suo nemico peggiore.

"Malfoy deve fare delle cose e non possiamo disturbarlo. Se vuoi, possiamo farci un giretto per il giardino e ti faccio volare un po', eh?
Hai delle scope in più Malfoy?"
"Si..." rispose Draco, guardando Harry abbassare il viso sul tavolo "Le ho. Ma non troppo lontano."
"No, certo che no. Non farò la negligente come qualcuno."
Draco fece il verso ed allungò una mano su quelle del corvino che, sentendo il calore, alzò il viso verso di lui.
"Ti prometto che poi staremo assieme. Va bene?"
"Posso dormire di nuovo con te, questa notte?"

Draco non avrebbe mai immaginato che certe cose le avrebbe dette e/o fatte in presenza della Granger. O comunque, in presenza di qualcuno che non fosse lui o Harry.
Non poteva di certo negare. Il corvino l'avrebbe presa a male e sarebbero tutti tornati al creatore con uno scoppio di magia improvviso.
Non poteva neanche acconsentire. Si sarebbe vergognato a vita.

"Va bene" gli disse, ciancicando quelle parole a fatica "Dormiremo assieme."
Harry sorrise e Draco poté vedere Hermione ridacchiare contenta.
Meglio morire d'imbarazzo che morire davvero, si disse.

§§

Draco accompagnò Hermione ed Harry nella parte est del manor ed aprì la grande biblioteca, mostrandola alla riccioluta nata babbana.
Essa era grande e quadrata, miliardi di scaffali si ergevano alti con tanti libri incastrati all'interno, le sezioni erano divise da sgargianti targhette argentee volanti ed un maestoso tavolo era posato al centro di essa.
La ragazza, alla vista dei tanti libri, sgranò gli occhi.
"Malfoy, è... è... Stupendo..."
Draco sorrise, sentendo il corvino attaccarsi al suo corpo con il fiato pensante.
Non ora...

"E quelle finestre? Dove portano?" Hermione si avvicinò alla balconata che dava su un terrazzo bianco e circolare. Le colonne di marmo erano coperte da leggeri tessuti bianchi e reggevano il soffitto coprente della terrazza.
"Vi ho potato qui così potete andare nel giardino senza passare nella hall." Affermò il biondo, staccandosi di poco da Harry, sperando che quello non avesse quella tipologia di bisogno proprio in quel momento.
"E per le scope?"
"Basta che chiami Priscilla. Sarà al tuo servizio per tutto il tempo."
Hermione annuì ed aprì la porta finestra, respirando aria pulita.

"Che giardino magnifico... Non credevo che il manor fosse così grande." Hermione aveva sgranato gli occhi davanti allo splendore vivente fuori da casa Malfoy.
Uno splendido giardino colorato e costernato di ciottoli, girava tutt'intorno alla parte posteriore del manor. Alla fine di esso, Hermione poteva vedere anche un labirinto fatto di orchidee ed al centro una maestosa fontana che ritraeva una sirena intenta a sciacquarsi.

"E' bellissimo..."
"Siamo Malfoy." Rispose con sarcasmo Draco, ridacchiando.
Hermione, per una volta, non ebbe nulla da ridire. Su una cosa, però, era sicura.
Probabilmente, tutta quella disposizione di colori, profumi ed ornamenti, era opera della signora Malfoy, Narcissa.
Aveva provato ad immaginarsi Lucius con un cappello in testa ed una miriade di piantine intorno, ma davvero non ce lo vedeva a fare il bravo giardiniere.
Narcissa, invece, fasciata da bellissimi veli bianchi ed un grande cappello di paglia in testa, poteva probabilmente sembrare una Dea fra tutti quei colori.

"Padroncino..." Crunchy richiamò l'attenzione di tutti "Il signore è arrivato."
"Bene." Fece Draco, sentendo Harry appiccicarglisi ancora "Devo andare. Se volete tornare in stanza, basta percorrere il corridoio, Priscilla vi indicherà la strada."
"Draco, io..."
"Potter, come ho fatto, vengo subito da te. Va bene?"
Hermione guardò la strana intesa fra i due e ci ragionò molto, vedendo il corvino annuire e mugugnare qualcosa, mentre Draco gli baciava la nuca.

§§

"Padre, bentornato al manor."
"Draco, vedo che, anche se il tempo passa, resti comunque impeccabile."
"Sono un Malfoy, padre, è mio dovere..."
L'uomo sorrise, lasciando scivolare le lunghe ciocche ribelli dietro la schiena, alzando le spalle in modo di sfida, facendo capire al biondo che, finché lui rimaneva al manor, riacquistava il diritto del comando.

Lucius fece scivolare il lungo capo d'abbigliamento pregiato sul marmo ed entrò nel suo ufficio che, ultimamente, veniva usato da Draco. Si sedette sulla poltrona di pelle dietro il tavolino di vetro e poggiò il bastone contro il muro, accavallando le gambe in modo signorile.
Draco si accomodò sulle poltroncine davanti al tavolino e fissò il padre senza battere ciglio. Non era propriamente diverso, aveva perso quel velo di terrore che Azkaban gli aveva lasciato, ma era, comunque, molto cambiato.

"Di cosa volevi parlarmi, Draco?"
Il biondo si sistemò meglio sulla poltrona e chiamò Crunchy, facendogli servire così ad entrambi un buon bicchiere di FireWhisky.
"Volevo chiederti alcune cose riguardanti... quel periodo."
Lucius alzò un sopracciglio, immergendo le labbra nel bicchiere.

Malfoy junior poteva ben constatare quanto il tono del padre si era destabilizzato.
Erano stati tempi duri, oscuri e difficili.
Per quanto Lucius era fiero di essere nelle prime file del signore Oscuro, aveva preferito darsi alla fuga fin da subito.
In quel momento, racchiuso in una giacca nera e lucida, sovrastata da un giaccone d'alta qualità... mandava segni di sopravvivenza.
Perché i Malfoy erano quello.
Sopravvivenza.

"Ti ascolto."
"Come tu ben sai, Zabini io e Pansy collaboriamo saltuariamente con gli Auror per trovare chi ancora combatte contro la vittoria di Potter."
Lucius annuì, fissandolo senza cambiare espressione. Probabilmente lo stava studiando.
"Beh, abbiamo scoperto che un uomo sconosciuto ha appena attraversato il confine ed ora è qui, a Londra. E' il capo della resistenza e sta cercando qualcuno."
Malfoy senior saltò sul posto, spostandosi poi di lato, posando il bicchiere sul tavolo.
"Qualcuno, eh?"
"Si, ma non si sa chi stia cercando. I sottoposti interrogati, da quel che ho letto, non sono a conoscenza di questa persona. Ti viene in mento qualcuno?"
Lucius prese il mento affilato fra due dita e sembrò pensarci per davvero. O forse, stava facendo solo scena. Draco sapeva bene che il padre poteva dargli le risposte e non avrebbe mollato di certo.

"Il signore Oscuro aveva molti sottoposti" cominciò a raccontare Malfoy Senior, posizionandosi meglio sulla sedia "Alcuni di essi erano solo ombre che portavano a lui le informazioni che più gli servivano. Altri, invece, avevano il compito di controllare i mangiamorte in prima fila."
Draco annuì, bevendo un sorso di FireWhisky. Ricordava, infatti, che più di una volta si era sentito osservato. Probabile fossero questi sottoposti?
"Uno di loro, in particolare, era il suo preferito. Non so molto di quest'uomo, so solo che si chiama Taipan ed ha un serpente disegnato sull'avambraccio."
"Taipan?" chiese Draco, riflettendo sul nome.
"Esatto. Non sono a conoscenza del suo vero nome. Ma il Lord lo chiamava così."
Draco annuì. Il Taipan, ora che ci pensava bene, era il serpente più velenoso al mondo. Tutto corrispondeva, dopotutto Voldemort aveva la fissa per questi animali.
"E chi pensi stia... cercando?"
Lucius mormorò qualcosa e cambiò posizione.
"Non ti saprei dire Draco. Molte famiglie purosangue al servizio del Lord erano scontente di tale individuo. Si dice che sia ottimo nel raggirare le persone. E che ottenga sempre tutto quel che vuole."
Draco sospirò. Evidentemente cercava qualcuno di loro e sperò vivamente che non fossero i Malfoy.
Aveva già Harry sul groppone.

Lucius prese il bicchiere e Crunchy versò un altro po' di FireWhisky.
Draco aveva intuito che il padre non era in vena di quei discorsi, ma doveva comunque immaginarlo. Non parlavano d'altro quelle poche volte che il biondino lo cercava.
Anche se lo avesse contattato per altro, Draco avrebbe immaginato che fra loro ci sarebbe stato il completo silenzio.

"Come facciamo a trovarlo?"
"Trovarlo, dici?" chiese Malfoy Senior, girandosi il bicchiere fra le dita.
"Si. Deve essere un tipo pericoloso, sarebbe meglio se gli Auror lo arrestassero subito."
"Già."
Draco fissò il padre di sbieco e prese un altro sorso dal bicchiere.
"Padre... Non vorrei risultare sgarbato ma... Mi stai nascondendo qualcosa?"
"Come?" il tono di Lucius ora si era fatto più duro. Quasi offeso.
"Non volevo offenderti, padre, ma se sai dove trovarlo, io..."
"Tu cosa, Draco? Esattamente cosa? Ti faresti ammazzare. Quell'uomo, Draco, quell'uomo è pericoloso. Io e tua madre abbiamo fatto i salti mortali per evitare di fartici incontrare e non sarà la tua voglia di buono ritrovata, che ti salverà la pelle."
Draco posò il bicchiere sul tavolo ed abbassò il viso infuriandosi. Odiava quando suo padre gli rispondeva in certi modi.
Lo odiava davvero.

"Devi dirmi altro?" chiese poi Lucius, cercando di evitare il discorso appena fatto.
"Si..." mugugnò il biondo, sospirando. "Un ex mangiamorte vuole incontrarti. Zabini gli ha detto di venire qui domenica."
"Domenica?"
"Si. E non voglio immischiarmi nei vostri affari."
"Ti ha detto chi e cosa vuole?"
Draco scosse la testa e Lucius sospirò, finendo il secondo bicchiere di FireWhisky.
"Allora?"
"Mi dispiace, Draco, ma – no, basta Whisky – ma non potrò esserci."
L'elfetto si inchinò e sparì dalla stanza, lasciando padre e figlio da soli. Draco fissò l'uomo sistemarsi i capelli.
"Perché?"
"Ho da fare con tua madre. Puoi dirgli che qualsiasi cosa abbia da dirmi, potrò incontrarlo il lunedì successivo."
Draco represse la rabbia. Perché suo padre era sempre così ostile? Perché non riusciva mai ad essere prevedibile?
"Va bene" affermò il biondo, sospirando "Gli chiederò cosa vuole e poi ti manderò un gufo."
Lucius annuì compiaciuto e si sistemò di nuovo sulla sedia.

"E questo, Draco?" Malfoy Senior si piegò su un grande plico di fogli ed il biondo lo riconobbe come il contratto con la Bulstrode.
"Oh, i Bulstrode vendono l'azienda e noi la compriamo."
"Noi?" chiese Lucius, alzando un sopracciglio.
"Zabini, Parkinson e Malfoy. Per colpa della guerra, abbiamo perso molto denaro."
"Posso immaginare – Ah, qui è scritto che i Bulstrode rimarranno comunque dei soci."
"Si" intervenne Draco, alzandosi e girando intorno al tavolino, girando alcune pagine del contratto per far capire meglio al padre di cosa si trattasse. "Zabini si è occupato di tutto, io devo solo leggerlo e firmarlo."
"Lo hai riletto bene?" chiese ancora Malfoy Senior, leggendo ciò che il figlio gli indicava.
"Non del tutto, ultimamente sono molto impegnato."
"Male, Draco, molto male..."
Il biondo alzò le spalle e si rilassò accanto al padre.

Lucius strinse la carta del contratto e schioccò la lingua sul palato, richiamando l'attenzione di Draco.
"Hai letto questa parte?"
"Non ancora."
"Bene, perché qui è chiaramente scritto che, se una delle parti morisse e non avesse eredi legittimi, quella parte d'azienda tornerà nelle mani dei Bulstrode."
"Come?"
"Esatto... Se per puro caso i Parkinson non avessero figli, la loro parte andrà ai Bulstrode."
Draco si morse il labbro ed avvicinò il viso al paragrafo.
"Devo parlare con Zabini. Non va bene."
"Esatto. Ti conviene far capire ai Bulstrode di che pasta siamo fatti, Draco. Se una delle parti venisse a mancare, la parte deve essere divisa fra i restanti."
"Adotterò questa tecnica, grazie padre."
Lucius, sorridente, chiuse il contratto e lo posizionò sul tavolino, alzandosi dalla sedia per stirare un po' le gambe.

"Comunque, Draco, tornando al patrimonio... Ho visto che hai sperperato un po' di soldi."
Draco si bloccò, ripesando a quanto aveva speso per comprare Potter.
"Si, ecco... Mi sono serviti per varie cose..."
"Ho sentito..." continuò Lucius, avvicinandosi al caminetto "Che ti sei presentato a varie aste clandestine e che hai usato una passaporta per raggiungere i bassifondi della Russia minore."
Salzar... pensò Draco, maledicendosi.
"Si, ecco..."
"Posso saperne il motivo?"
"Io..."
"No, Harry!"

§§

Draco aveva lasciato la biblioteca da qualche minuto.
Hermione si era concentrata sui tomi per tutto il tempo e raramente aveva alzato la testa dal libro.
Harry vagava per la stanza senza meta, quasi colpito da un'amnesia che gli vietasse di ricordare cosa facesse lì.
Era quasi una tortura, vederlo in quello stato.

Con l'aiuto di Priscilla, la riccia aveva scritto una lettera al marito che lo informava della mancanza della sua persona alla tana.
"Sai, non sa cucinare..." aveva detto all'elfa "E sono sicura che gli verrà un infarto quando la leggerà."
Le due avevano riso assieme e poi avevano aggiunto che Hermione sarebbe tornata nel secondo pomeriggio e che rimaneva a controllare alcuni tomi del Malfoy manor, grazie alla gentile concessione di Draco.

"Harry" aveva detto ad un certo punto la ragazza "Ti va di bere qualcosa?"
Il corvino si era avvicinato tentennante e si era seduto accanto a lei, annuendo.
"Priscilla, ti dispiace portarci del the caldo?"
L'elfa aveva annuito ed era sparita subito dopo, lasciando i due da soli.

"Allora, Harry" cominciò la riccia "Come va? Stai bene qui con Malfoy?"
Il corvino annuì ancora e si portò le mani al petto, sospirando.
"Harry? Tutto bene?"
"S-si..."
Hermione arricciò le labbra e scostò i capelli dalla faccia del ragazzo, riscoprendoli appiccicosi.
"Harry, ma tu stai sudando!" allungò, allarmata, una mano sulla fronte del corvino e quello, quasi spaventato, si scostò.
"Harry, ma che ti succede?"
"N-Niente..." rispose, alzandosi "Devo... Raggiungere Draco..."
"No, non puoi, Harry aspetta!"
Hermione si alzò, fermando il corvino per una mano e quello, impaurito, si girò di scatto, appoggiando la schiena al muro, battendo i denti.
"Harry?" chiese ancora Hermione, spaventata dalla reazione dell'amico.
"T-ti prego... Non farmi del male... uh..."
La riccia lasciò il polso del ragazzo e quello, libero, si accovacciò, portandosi le mani sulla testa, ansimando fortemente.
"Harry..." Hermione lo guardò stralunata, ma quando le finestre della biblioteca si aprirono di scatto, la paura prese il sopravvento.

Un forte vento cominciò a vorticare per la stanza, le finestre battevano e le tende si strapparono. I libri ben posizionati sugli scaffali cominciarono a cadere piano ed Hermione, spaventata, si girò verso il corvino.
"Harry, fermo!"
"F-fa male... Ti prego, non..."
"Harry!" la riccia ormai si teneva i capelli ancorati alla testa, i libri cadevano e si sfogliavano, il rumore del grande lampadario di specchi che si scontrava con se stesso era assordante ed Hermione decise di prendere la bacchetta, fissando il corvino.
"Scusa Harry, Piertrifi-"
Prima di poter finire la frase, uno dei libri la colpì sulla schiena e la ragazza cade a terra, mentre la bacchetta rotolava sul pavimento, via dalle sue mani.

Harry alzò il viso dopo aver sentito l'urlo. L'amica era sdraiata a terra e grugniva dal dolore provocato dal grande tomo. Impaurito, si alzò ed aprì la porta, zoppicando via dalla biblioteca.
"Sono un mostro..." cominciò a dire, piangendo e vedendo immagini di un uomo che lo picchiava, così forte da spezzargli le ossa "Un-Un mostro..."

Il corvino raggiunse le scale e le scese piano, ansimando e piangendo assieme. Aveva voglia di sentirsi meglio, tutto gli faceva male e lo addolorava e quella visione, quel serpente...
Hermione lo raggiunse poco dopo, tenendo la bacchetta attaccata al petto. Scese le scale cercando di non barcollare troppo, fissando il ragazzo aprire la porta dell'ufficio.
"No, Harry!" urlò.

§§

"Harry Potter?!" chiese Lucius, sgranando gli occhi.
Draco si girò verso la porta ed allargò le braccia quando il corvino si lanciò su di lui.
"Signorina Granger? Draco!" Malfoy Senior si infuriò quando, alla porta, comparve anche la ragazza trafelata, con le labbra arricciate ed il fiato pensante.
"Padre, posso spiegare..."
"Spiegare cosa?!"
Hermione si inginocchiò a terra sospirando e Draco sentì Harry stringerlo più forte.
"Signorino, signorino!" urlò Priscilla, entrando nell'ufficio.

Draco non poteva crederci.
Stava andando tutto così dannatamente bene...
Avevano parlato del Taipan, dell'ex mangiamorte ed anche del contratto! Stava filando tutto liscio e poi, come al solito, qualcosa aveva interrotto quel momento.
Harry si era presentato lì ed ora stava avendo un comportamento lascivo sul suo corpo davanti a suo padre, la Granger stava mugugnando qualcosa sulla porta e l'elfa si era messa a sbraitare come pochi.
Dannazione.

"Draco?!" urlò furioso Lucius.
"Padre, devi darmi del tempo, ora non posso spiegarti."
"Cosa vuol dire che non puoi? Sono tuo padre!"
"Padre, ti prego!"
E Lucius si infuriò ancora.
Il biondo non l'avrebbe passata liscia.   

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