Crossroads

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  Crossroads
Bivi
Cap.18








Il risveglio di Harry fu uno dei momenti più benefici che avesse mai vissuto dalle ultime ventiquattro ore.
Il senso di tranquillità, il corpo leggero, la vista non più appannata...
Tutto era tornato normale.

Alzò la testa dal cuscino, felice di aver riacquistato il potere di muoversi e spostarsi senza soffrire.
La gola secca e gli occhi bagnati erano segno di quel che aveva voluto subire pur di non farsi toccare dal biondo del casato Malfoy.

Perché era stato così stupido?
Perché non aveva ceduto alle richieste di Draco?
Perché non si era fatto aiutare dall'unica persona che davvero sembrava voler far di tutto pur di salvarlo?

Sbuffò sonoramente, accorgendosi solo in quel momento della piccola elfa nella stanza, intenta a sistemare i panni nell'armadio.
Priscilla era sempre stata presente per lui e gli aveva raccontato molte cose sul rampollo di casa Malfoy.

Dopo la guerra, c'erano stati molti cambiamenti, Draco era diventato più gentile, meno principesco ed aveva mutato di molto le sue idee sul mondo.
L'elfa gli aveva detto di come trattava con normalità tutti quelli che non erano stati catalogati Purosangue e di come avesse abolito le parole sangue sporco dal suo vocabolario.

Oltre a questo aveva visto anche il cambio repentino nei confronti degli elfi.
I piccoli aiutanti non erano più vestiti di stracci ma ognuno aveva per sé una maglia con un paio di pantaloncini ben sistemati e ripiegati, da veri signori.
Avevano il diritto di andarsene dal manor quando qualcosa non era di loro gradimento e avevano vitto ed alloggio all'interno dell'ubicazione stessa.
Chissà quante altre cose erano diverse per loro?

Harry era sicuro che di questo nuovo Draco poteva fidarsi ma, come i pro, aveva notato anche molti contro, a partire da quelle parole di minaccia in cui l'avrebbe fatto tornare schiavo del sesso.
Non avrebbe mai dimenticato quell'affronto.

Era anche vero, però, che se l'era cercata.
Valeva davvero la pena stare male in quel modo, pur di non farsi toccare da quel rampollo biondo del casato Malfoy?

Decise di farne un'altra attenta analisi.
Attenta, ovviamente, per modo di dire.
Non sapeva se ricordava tutto quello che aveva passato con Draco e di certo non voleva trarre conclusioni su qualcosa di incompleto.

Sospirò mentre l'elfa si girava, guardandolo e sorridendo.
"Buongiorno, signore, sta bene ora?"
"Si, Priscilla, grazie..."
"Le porto la cioccolata, signore."
"No, non la voglio..."
"Ma signore, deve berla... Lo sa bene che le serve, signore."
Harry annuì e si lasciò cadere fra i cuscini, sospirando.

Draco si era occupato di lui per tutto il tempo e l'unica cosa che riusciva a fare era quella di complicargli la vita, cercando deliberatamente di evitare le cure che gli stava fornendo.
Da quando era diventato così stupido?

Il biondo era stato gentile, dolce, servizievole ed in più si abbassava a fare quelle cose per lui.
Non avrebbe mai immaginato che Draco potesse concedersi in quel modo.

Di certo non lo disturbava affatto, passare le dita sulla pelle di porcellana del rampollo Malfoy era qualcosa di fantastico ed anche se non ricordava bene la notte precedente, sentiva ancora la sensazione del corpo del biondo strusciarsi contro il suo, bramarlo accarezzarlo...
Aspetta, cosa?!

§§

Dopo aver aiutato Harry, Draco era sceso e si era dato alla doccia di mezza mattinata, sbadigliando e ripensando all'amplesso appena fatto.
Era stato fa – vo – lo – so.

Non avrebbe mai pensato che il corpo del corvino potesse essere così dannatamente perfetto.
La pelle, i gemiti, le coccole, gli ansimi...
Era stato fantastico.

Allungò le mani sul bagnoschiuma, accarezzandosi il corpo sorridendo.
L'avrebbero rifatto?
Certo, dopo tutto Harry ne aveva fino alla fine dell'anno con l'afrodisiaco.

Sorrise al pensiero delle sue dita sul corpo del corvino, percorrendolo da cima a fondo, stuzzicando quei bottoncini di carne che formavano due piccoli punti rosei sul petto bianco, toccare le labbra tremanti ed assaporare ogni centimetro di pelle disponibile.

Farlo in quel modo, ogni giorno, lo avrebbe appagato ma distrutto.
Mancavano solo otto giorni alla fine dell'anno, poco tempo alla fine di tutta quella lussuria peccaminosa e Draco se ne rammaricava solo per quello.
Non avrebbe più toccato quel corpo.

Uscì dalla doccia, infilandosi l'accappatoio di seta bianco e frizionandosi i capelli con un asciugamano.
Avrebbe dovuto far fare la doccia anche al corvino, prima che la piattola rossa e lentigginosa approdasse come la malaria nella sua reggia.

Cambiò look, decidendo di mettere una camicia bianca con sopra un gilet azzurro dai bottoni oro.
I pantaloni finivano a zampa di elefante, azzurri come il gilet, completi di bellissimi mocassini oro.
Amava tanto quelle scarpe, lo facevano sentire molto regale.

Uscì dalla stanza, dirigendosi verso il salone, quando Priscilla comparì davanti a lui con la tazza di cioccolata in mano.
Il biondo alzò un sopracciglio, incrociando le braccia, non capendo perché l'elfa non fosse all'interno della stanza di Harry.

"Padrone, Harry Potter è sveglio."
"Bene, fagli bere la-"
"Gliela porti lei, signore."
"E perché io?"
"Lei deve riuscire a far fidare Harry Potter di lei, signore."
Draco sospirò pesantemente ed acchiappò la tazza, brontolando verso la camera del corvino.
Adesso anche dagli elfi si faceva comandare!

Si fermò davanti la porta di Harry, consapevole di non saper cosa dire.
Il corvino si sarebbe arrabbiato?
L'avrebbe respinto?
Gli avrebbe urlato contro?

Ancora ricordava il Mi hai stuprato! di qualche giorno prima.
Si sarebbe lamentato anche questa volta?
Gli avrebbe inveito contro?

Sospirò e si imbronciò, maledicendosi per i pensieri appena fatti.
Davvero lui aveva paura di Harry Potter?
Da quando in qua era diventato così codardo nei confronti di quel ragazzo?

Era stato codardo nel passato per molte cose, ovviamente, ma fra quelle Harry non era mai comparso.
Perché compariva in quel momento?
Perché gli tremavano le mani?

Poi la risposta gli giunse chiara e flagellatrice.
Lui era innamorato di Harry Potter, ne era innamorato così tanto da aver paura di perderlo, aver paura di vederlo andare via e non tornare mai più, lasciarlo ancora solo nella sua vita da riccone viziato e purosangue.

Sospirò, appoggiando la testa alla porta, sentendo gli occhi pizzicare.
Che vita sarebbe stata senza Harry Potter?
Cosa gli sarebbe accaduto?

Avrebbe tanto voluto tenere il corvino con sé, stringerlo e amarlo come nessuno aveva mai fatto.
Adorarlo, renderlo felice, viziarlo, coccolarlo...

Ma non poteva di certo costringerlo.
Harry aveva una ragazza, una vita, degli amici, tutto...

La porta si aprì di colpo, lasciando cadere il biondo leggermente in avanti, sbattendo contro la fronte del corvino.
Alzò gli occhi, incontrando quelli verdi e liberi dagli occhiali del ragazzo di fronte a lui, tenendo la cioccolata salda fra le dita.

Quant'erano belli quegli occhi, finalmente liberi da quelle ombre oscure e paurose.
Quant'era bello vederci la sfida che durava perenne negli anni. La loro sfida.

Harry allungò una mano sulle guance di Draco ed il biondo si avvicinò con le labbra, toccando dolcemente quelle del corvino.
Un semplice sfioramento di labbra, prima che Harry si distanziò, abbassando il viso.
Draco sospirò ed entrò nella camera.

"Scusa..." mormorò il corvino "Credo sia colpa de-dell'afrodisiaco."
"Si..." gli sorrise Draco, chiudendo la porta "Lo penso anche io."
"Grazie per... per insomma..."
"Va bene, dai, va bene" lo interruppe il biondo "Mettiti seduto."

"Come hai fatto a capire che stavo dietro-" riprese poi Draco.
"L'ho sentito, non so... Credevo... Non lo so." Lo bloccò subito Harry.
Il biondo alzò un sopracciglio e fece spallucce, sentendo però che, qualsiasi cosa avesse sentito l'altro, non era nulla di brutto.

Il corvino sospirò e si sedette sul letto, acchiappando gli occhiali per inforcarli, allungando le mani sulla tazza.
Draco lo fissò guardare il liquido e poi berlo piano, scottandosi leggermente la lingua.
Era così tenero...

"Tutto bene?" gli chiese, sedendosi accanto a lui.
"Mh-mh..." gli rispose quello, sentendo la lingua andare in fiamme.
"Fammi vedere..." gli propose Draco, prendendogli il viso con una mano.

Harry sentì il tocco del biondo sulla sua pelle ed arrossì, amando quel piccolo calore.
Perché il biondo gli faceva quell'effetto?
Perché lo amava in quel modo?

"Apri la bocca, dai."
Harry annuì ed aprì le labbra, tirando fuori la lingua.
Draco ridacchiò, guardandola leggermente rossa.
"Eh, sì... te la sei scottata."

Harry sentì le dita del biondo accarezzargli il viso e arrossì ancora, stringendo la tazza fra le mani.
Draco lo guardò ancora negli occhi e si avvicinò, leccandogli la lingua per poi baciarla, succhiandola fra le labbra.

La cioccolata cadde dalle mani del corvino ed il momento si spezzò troppo presto per il gusto di entrambi.
Draco si alzò cercando di non sporcarsi e poi alzò il viso verso l'altro, che si era portato le mani sulla faccia, imbarazzato e senza parole.

"Ah, ecco... Scusa, non volevo, è che quando non eri cosciente..."
"Non... Non fa nulla..." lo fermò Harry, indietreggiando sulle lenzuola "Va bene così..."
La vergogna nella stanza aveva raggiunto livelli epici e Draco preferì prendere la bacchetta e pulire il casino fatto, pur di non rimanere bloccato a guardare l'altro che lo evitava.

"Senti..." riprese "Visto che sarebbe ora di pranzo ed hai bevuto la cioccolata... Mi chiedevo se preferivi dei biscotti invece che della carne."
Harry annuì, senza togliere il viso da mezzo le mani ed espirò forte, imbarazzato.

"Verrà Priscilla a portarteli, okay?"
"Si."
Draco sospirò e si avviò verso la porta, uscendo e chiudendosela dietro.
Ma che gli era preso?
Doveva farsi bastare lo sfioramento di labbra.

§§

"Weasley."
"Malfoy."
"E' sempre un piacere vederti invadere il mio territorio."
"Cosa sei, un cane?" domandò la ragazza, alzando un sopracciglio.
"Bau." Mormorò il biondo di rimando, incrociando le braccia.

Crunchy, che era rimasto tutto il tempo ad osservare la scena, tirò un sospirò di sconcertamento.
Non poteva credere ai suoi occhi ed anzi, se proprio voleva dirla tutta, non voleva crederci.
Possibile che quei due battibeccassero sempre?

"Signorina Weasley, posso prenderle il cappotto?" chiese l'elfo, avvicinandosi.
"Si, grazie" rispose la ragazza, porgendogli il capo.
Draco sospirò ed osservò la cosa, infilata in una camicia bianca ed un baio di pantaloncini arancioni.
Weasley... borbottò fra sé e sé.

"Voglio vedere Harry."
"Lo so."
"Dov'è?"
"Di sopra."
"Accompagnami."

Draco sbuffò così sonoramente che anche i suoi genitori dispersi in campagna, l'avrebbero sentito.
Si avviò verso le scale con Ginny alle calcagna, salendo e girando nel corridoio, arrivando fino alla stanza del corvino.
Si fermò e spinse la porta, lasciando la rossa entrare prima di lui.

"Harry!" la sentì urlare e poi correre contro il ragazzo.
"Ginny!" sorrise quello, abbracciandola e stringendola sorridendo.
Draco guardò la scena e quasi vomitò il pranzo.

"Ti ricordi, Harry, ti ricordi di me..." piagnucolò la rossa, accarezzandogli il viso.
"Si... Non piangere, non farlo, non essere triste..."
"No... Non sto piangendo per tristezza... Piango di felicità... Harry..."

Poi smisero di parlare.
Poi smisero di guardarsi.
Poi smisero di stare lontani.

Ginny eliminò la poca distanza che vi era fra le loro labbra e lo baciò.
Harry non si tirò indietro, anzi, la strinse più forte, ricambiando quel bacio che la ragazza aspettava ormai da molto tempo.

Draco sentì qualcosa al suo interno rompersi ed il cuore bloccarsi.
Gli occhi gli pizzicavano all'inverosimile e la voglia di prendere la piccola fiammiferaia ed accenderla per vederla bruciare era enorme.

Uscì dalla stanza, correndo giù per le scale, fermandosi in mezzo alla hall con il fiato corto ed il cuore a mille.
Tanti aghi gli stavano trafiggendo il corpo, facendolo sanguinare così tanto da poter morire dissanguato in quell'istante.

Tutto quello che era accaduto, tutte le belle cose, tutti i loro momenti...
Era tutto svanito, andato, dimenticato...

I loro baci, i loro ansimi, le loro occhiate, i loro sorrisi...
Harry, solo ricambiando quel gesto, aveva spazzato via tutto senza pensare a Draco, senza pensare a quello che il biondo provava.

C'era un solo ma che scordava con tutti quei pensieri.
Harry non era innamorato di lui.
Harry non aveva quei sentimenti.

Harry era stato guidato dall'afrodisiaco, non dall'amore.
Draco era stato guidato dall'amore, il corvino no.
Era tutto così confuso...

"Draco, Draco!" la voce affannata di Harry raggiunse le orecchie del biondo come una manciata di vetri rotti.
Stava correndo per le scale, cercando di non perdersi nel manor, scendendole dopo averlo trovato.

"Draco, per-perché sei scappato?" chiese il corvino, fermandosi e recuperando fiato.
Il biondo lo guardò con una faccia senza emozioni, non capendo se il corvino lo stesse prendendo per i fondelli o meno.

"Potter..." soffiò, ricomponendosi "Cosa ci fai qui? Perché non stai con la tua piccola fiammiferaia?"
Harry alzò un sopracciglio e si girò quando la ragazza sbucò dall'angolo del corridoio, fermandosi vicino alle scale.

"Harry..." mormorò, addolcendo lo sguardo.
Il corvino abbassò il viso e si morse le labbra.
Draco poteva vederlo combattere internamente con qualcosa di astratto e si chiese cosa.

"Ti senti male?" decise di chiedergli, cercando di spezzare quel silenzio.
"Eh? No, no, tutto bene." Rispose, alzando il viso verso la rossa che stava lentamente scendendo le scale.
"Non vuoi stare da solo con lei? E' da un po' che non vi vedete."

Draco notò come il corvino si girò verso di lui, scrutandolo fino all'anima.
Cosa cercava?
Cosa voleva così disperatamente da lui?

"Ginny..." mormorò il corvino, girandosi verso l'altra "Scusa ma... Non mi sento in vena di..."
"Tranquillo" sorrise lei, avvicinandosi ed accarezzandogli il viso, spostandogli una ciocca dietro l'orecchio. "Posso capire che per te è tutto... strano, ecco."
"Non voglio che ti arrabbi ma-"
"Harry, tranquillo."

Draco guardò di sottecchi tutto quanto.
Il corvino stava scegliendo lui?
Harry aveva davvero deciso di mandare via la scolopendra per stare da solo con lui?

"Domani è vigilia di Natale" informò la rossa, sorridendo ad entrambi "Faremo una cena tutti assieme, intorno alle venti. Vi va di venire alla Tana?"
"Assolutamente no."
"Che?" fece lei.
"Non metterei piede in quella catapecchia neanche se fossi sotto Imperio. Troverei il modo per suicidarmi prima."
"Malfoy..." fece Harry.
"Assolutamente ed indiscutibilmente, no."

Ginny lo guardava così infuriata che probabilmente Draco sarebbe esploso da un momento all'altro.
Harry li osservava e sbuffava, ricordando quanto astio c'era sempre stato fra quelle due famiglie.

"Ma anche noi vogliamo stare con Harry!"
"Stateci senza rompere a me."
"Non possiamo visto che non può allontanarsi da te!"
"Quello è un problema vostro."

Harry poté vedere Ginny uccidere Draco in tutti modi esistenti o meno e, di certo, non poteva darle torto.
Insomma, anche lui voleva passare un po' di tempo con la famiglia Weasley...
Chissà come stava Molly e cosa avrebbe detto Arthur nel rivederlo.

"Malfoy, sei un complessato del cavolo."
"No, ho un semplice e solo problema."
"E sentiamo, quale?"
"Tu che respiri."

Ginny rimase senza parole ed Harry si girò di scatto verso il biondo, furibondo anche lui.
Come poteva aver detto una cosa del genere?
Poteva quella stupida rivalità arrivare a tanto?

"Chiedigli scusa!" gli urlò il corvino.
"Ma non ci penso neanche."
"Malfoy!"
"Potter, forse non hai capito... Tu sei mio e dove vado io vai tu. Ti è chiaro il concetto?"

Harry si accigliò e lo spinse, prendendo la mano della rossa tirandola con lui fuori dalle porte del manor.
Draco lo guardò accarezzare il viso della gallina e abbracciarla, mentre quella richiamava Crunchy per farsi portare il giacchetto.

Molto probabilmente aveva esagerato con l'espressione Tu che respiri e quasi sicuramente Harry, una volta rientrato nel manor, gliene avrebbe dette quattro.

Però, davvero, quelle parole gli erano uscite dalla bocca senza che neanche lui se ne accorgesse.
Era geloso... talmente geloso che avrebbe fatto carte false pur di uccidere la Weasley e tenersi il corvino tutto per lui.

Harry era suo, lo sarebbe stato ancora per molto e la piattola non aveva il diritto di spuntare e portarglielo via.
Non poteva e non doveva.

Se mai Hermione fosse riuscita a trovare il modo per liberarli da quel legame, lui avrebbe dovuto prendere tempo e trovare il modo di costringere Harry a vivere con lui.
Perché ne era sicuro: il corvino non l'avrebbe mai amato.   

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