Darkness Awakens

8.7K 375 34
                                    

  Darkness Awakens
L'oscurità si risveglia
Cap.4




I primi giorni di convivenza erano passati.
Harry non aveva dato particolari problemi a Draco e passava tutto il giorno in stanza a dormire. Secondo Nott, dormire regalava al corvino la strada giusta per la guarigione, ma finché era presente l'arresta magia, la sonnolenza data dallo squilibrio era tutt'altro che buona cosa.

Hermione era passata qualche giorno dopo. Il vero problema non erano di certo le droghe, ma il legame di schiavitù a cui Draco ed Harry erano stati costretti inconsapevolmente.
Secondo alcune ricerche su vecchi tomi, la riccia aveva scoperto che più di una volta le persone avevano tentato di spezzare questa magia e che era sempre finito con la morte di una delle due parti.
Il legame si schiavitù era nato in un tempo in cui la trascrizione delle magie era scialba e non completa. Hermione aveva letto che solo poche persone erano capaci di creare una cosa del genere, in quanto magia potente e distruttiva.
Infatti, quando il legame viene attivato, gran parte della forza di volontà dello schiavo viene a mancare ed al suo posto si mette fedeltà, paura e costante dedizione.

Draco aveva imprecato più di una volta alle spiegazioni della riccioluta zannuta. L'uomo che li aveva legati, in quel momento, giaceva sotto terra di chissà quale continente e non poteva dirgli di certo come spezzare quella magia. Hermione l'aveva più volte ripreso e si era beccata svariate volte dei cruciatus mentali.
Questo perché non ragioni, Malfoy!
Certo, ragionare, come faceva a sapere lui che quella specie di nano li avrebbe legati come padrone e schiavo per sempre?

Secondo alcune fonti, aveva ripreso poi Hermione, il modo per spezzare quella magia esisteva, ma bisognava cercarla in vecchi libri di storia della magia, che andavano ad approfondire cose che non si studiavano neanche ad Hogwarts.
Ron, aveva optato di sfogliare libri sulla magia oscura, in quanto quella tipologia di incantesimi era illegale ma Draco gli aveva dato del tardo Weasley e la discussione si era voltata su quanto il biondo fosse stronzo ed ingiusto.

Alla fine Hermione decise che le avrebbe provate tutte e che, essendo una magia illegale, avrebbe cercato in alcuni libri presenti al ministero della magia.
Draco aveva annuito senza rispondere, fissando Ginny che continuava con ostento a stare con Harry.
La rossa passava tutti i giorni a Malfoy Manor e cercava in tutti i modi a farsi riconoscere dal corvino che, per grazia del biondo, la allontanava urlando impaurito.
Essere l'unica persona che Harry accettava lo faceva sentire speciale ed insostituibile.
Harry Potter era suo e nessuno gliel'avrebbe tolto.

§§

Quel giorno Harry si era svegliato peggio del solito.
Aveva il fiatone pesante e continuava a dire cose senza senso. Draco si era spaventato ed era corso a chiamare Nott che l'aveva subito rassicurato.
Harry era in grave astinenza dell'arresta magia ed il suo corpo stava cercando in tutti i modi di non soccombere a quella voglia.

"Ti invio subito tramite gufo la pozione che dovrai dargli. Mi raccomando, non propinargliela nello stesso momento in cui gli dai la pozione per le contusioni o creerai un mostro."
"Si, si, Nott, ma mentre aspetto, cosa faccio?"
"Cerca di non farlo arrabbiare. La magia sta di nuovo fluendo nel suo corpo e potrebbe essere terribilmente pericolosa."
"Va bene."

Avevano chiuso la chiamata tramite camino sbuffando assieme. Draco era stato così preso da quella nuova situazione, quel corpo caldo e bollente sempre pronto per lui.
Harry si era più volte prostrato, lo aveva implorato di prenderlo senza ripensamenti, ma Draco aveva sempre rifiutato.
Non voleva approfittarsi di qualcuno che ricordava a stento il suo nome.
Lo voleva, certo, ma cosciente.

Si sistemò sulla sedia dello studio.
L'aria invernale aveva cominciato a sentirsi e secondo i babbani, di lì a poco sarebbe cominciato il Natale.
Draco non aveva mai amato particolarmente quella festa, come suo padre era sempre stato restio ad addobbare la casa. Solo Narcissa sembrava in qualche modo contenta delle vacanze. Passava il periodo con le amiche a discutere di politica, a bere the fumanti davanti al caminetto ed a chiacchierare amorevolmente con Draco.
Non si poteva di certo definire spirito natalizio, ma era comunque qualcosa.

La stanza in cui stava rimembrando il passato era sobriamente bianca. Draco amava quel colore, gli dava quel senso di tranquillità che nient'altro gli dava.
La scrivania di vetro era posizionata alla sinistra del camino e davanti ad essa erano presenti poltroncine e tappeti raffinati. La porta finestra alla destra del camino dava su uno splendido terrazzo.

Si tolse la giacca e si alzò le maniche della camicia. Le pratiche sparse qua e là sul tavolo erano giorni di lavoro arretrati, passati ad occuparsi di Harry ed il suo bisogno.
Non che la cosa gli desse particolarmente fastidio, ma se continuava così, finiva in un bel guaio.
Raggruppò un po' di fogli e cominciò a leggerle, sospirando amaramente.

Harry in quel momento stava dormendo e lui aveva deciso di tornare a lavorare, ma una presenza alla porta lo portò alla realtà.
Il corvino era fermo vicino ai cardini ed ansimava forte, con una mano stretta al petto ed il viso sudato.
Draco si alzò di scatto dalla sedia e lo acchiappò prima che quello potesse cadere, portandolo a sedersi su una delle poltroncine davanti al tavolino.

"Harry, che ci fai qui? Perché ti sei alzato?"
"I-Io... Volevo vederti..."
"Guardami, Harry guardami."
Il corvino alzò il viso e lasciò vedere al biondo gli occhi bagnati di lacrime, le labbra screpolate e i capelli appiccicati alla fronte.
"Devi rimanere a letto, lo sai che non stai bene."
"Mi fa- Mi fa male tut-tutto..."
"Lo so, lo so, sto cercando di aiutarti nel modo migliore..."
Le dita del biondo volarono flebili sulla fronte dell'altro, scostandogli i capelli e liberandogli la faccia da essi. Harry si accoccolò al palmo dell'altro, lasciandosi uscire un gemito di frustrazione.

"Cos-Cos'è...?"
Gli occhi di giada erano caduti sul braccio sinistro scoperto dell'altro ed avevano adocchiato un macchia nera. Draco fissò il marchio e sospirò sconsolato.
"Niente, Harry, niente..."
"Que-questo è..."
Ci fu silenzio. Il corvino fissava il braccio e più lo guardava, più i suoi occhi si spalancavano. Draco immaginò che non potesse riconoscerlo, ma dall'espressione dell'altro, qualcosa nella sua mente stava tornando.
"I-Il marchio... Volde-uh!"
Harry si prese la testa fra le mani, raggomitolandosi sulla poltrona. Il biondo lo fissò un po' spaventato e si accucciò davanti a lui.
"Harry?"
"Perché..."
"Perché cosa?"
"Perché l'hai accettato!"
La situazione peggiorò in pochi secondi. L'aria cominciò a frasi più fredda, un vortice di vento cominciò a mettere a soqquadro la stanza e Draco si spaventò come non mai. Harry era piegato su se stesso, si teneva le mani e miagolava tremante.
"Perché, perché, perché...."continuava a ripetere, sembrava ormai conoscere solo quella parola e più andava avanti più la camera si distruggeva.
"Harry..." tentò il biondo, sovrastando il casino nella stanza "Harry, basta! Smettila!"
I vetri delle finestre cominciarono a scricchiolare e l'ennesimo colpo di vento ruppe i vetri. Draco fissò i pezzi vorticare per la stanza e, preso d'istinto, si lanciò sul corvino, parandolo con il suo corpo quando un vetro lo prese di mira.

§§

Il vento aveva smesso di soffiare. Una leggera brezza entrava dalla finestra rotta, infreddolendo le braccia bianche del biondo. Harry alzò il viso, colpito dall'unico urlo disperato e smorzato che si era sentito nella stanza.
Draco era appoggiato a lui e lo stringeva forte, tremando e stringendo i denti come se il suo corpo fosse l'unica ancora di salvezza.
Non capiva, non riusciva a capire nulla. Sapeva solo che il biondo aveva urlato.
Perché aveva urlato?

"Dra-Draco?"
Il biondo alzò il viso, ansimando un po' e poi si alzò in piedi, barcollando distrattamente. Crunchy apparve in quel momento davanti a loro ed un'espressione orrida si formò sul suo viso.
"Padron-"
"Crunchy, riporta Potter nella sua stanza."
"Ma padroncino-"
"Non mi hai sentito?"
L'esserino guardò Draco un po' e poi si avvicinò al corvino che lo fissava con fare interrogatorio. L'elfo prese la mano del ragazzo e cercò di tirarlo via, ma quello si fermò poco dopo.
"Draco, io non voglio."
"Vai in camera. Ti raggiungo come posso."
Harry annuì e andò non capendo assolutamente nulla. Cos'era successo? Draco lo odiava?

Il biondo, rimasto solo, si appoggiò alla poltrona e sputò fuori l'aria come se fosse stato tutto il tempo in apnea. Il vetro della finestra era conficcato nella sua spalla e rivoli di sangue cadevano lungo la camicia, scivolando sulla schiena e sulle gambe. Il dolore era forte ed immaginabile.
Guardò il tavolo, cercando la bacchetta ma cadde a carponi per il troppo dolore.
Harry aveva lasciato uscire la sua magia per colpa del marchio. Possibile che quegli anni erano stati così terribili da non abbandonare la sua mente neanche in un momento come quello?

"Padroncino, si lasci aiutare!"
Priscilla, l'elfa del manor, si materializzò accanto a lui tutta preoccupata. Draco si lasciò guidare sulla poltrona e si accovacciò.
La creaturina applicò qualche tipologia di magia e la camicia che ricopriva la pelle diafana del ragazzo scomparve. Il vetro era ben visibile e sembrava trafiggere il corpo di Draco sempre più a fondo.
"Muo-viti..."
Priscilla annuì e con determinazione, rimosse il vetro con la magia, facendolo uscire con delicatezza e fermezza. Il sangue ricominciò ad uscire, più veloce e l'elfa evocò garze e bende, applicandole sulla ferita, seguite da una pozione rimarginaferita.
Draco respirò aria tranquilla, finalmente non sentendo più dolore.
Nott doveva tornare.

§§

Draco tornò nella stanza di Harry dopo un paio d'orette con il pranzo.
Mentre saliva le scale con Priscilla che portava il vassoio, si chiedeva se Harry avrebbe mai ricordato quel che gli aveva fatto.
L'arresta magia era definitivamente debellato e questo voleva dire che il ragazzo, dopo tre anni, aveva riacquistato una parte di se.
La magia.

"Signorino, è sicuro?"
Priscilla era rimasta accanto a lui per tutto il tempo, aveva controllato se il vetro aveva reciso qualche legame o se avesse fatto danni peggiori.
Il resto degli elfi aveva sistemato la stanza e raccolto i cocci, risistemando tutte le pratiche che la magia di Harry aveva disperso per la stanza.

Quando la pozione sostitutiva all'arresta magia era arrivata, Draco aveva chiamato Nott e gli aveva riferito tutto. L'amico era rimasto sorpreso da ciò che era successo ed aveva detto al biondo di stare attento, di non farsi prendere troppo.
Un mago che non praticava magia per anni causa impotenza, poteva risultare molto pericoloso.
Draco aveva annuito e gli aveva fatto notare che lo sapeva bene.

"Non ti preoccupare. Con questa" Draco alzò la boccetta, facendola vedere all'elfa "Harry tornerà tranquillo."
Priscilla annuì ed aprì la porta della stanza del corvino con una spinta di bacino.
Draco sospirò davanti alla camera, un po' stanco e spaurito da quel che era successo poco prima. La fasciatura gli teneva ferma la spalla e la pozione gli stava richiudendo la ferita, ma il dolore era ancora lì.
Come il giorno nel bagno in cui Harry gli aveva lanciato quel Sectumsempra.

Il corvino all'interno della stanza stava seduto sul letto ed aspettava impaziente il ritorno di Draco.
Quando lo vide sbucare dalle porte, gattonò sino ai cardini del letto e lo guardò con occhi colpevoli.
"Draco..." sussurrò debolmente, mentre quello si avvicinava a lui con passo incerto "Io... Mi dispiace."
Il biondo fissò il ragazzo sotto i ciuffi dei capelli e si sedette accanto a lui, mentre Priscilla lasciava il vassoio sulla parte opposta del letto.

"Harry..." sospirò il biondo, passandosi una mano fra i capelli "Ricordi qualcosa? Del passato, intendo."
Il corvino lo fissò con occhi bui e spenti.
Draco ricordava gli occhi di giada pieni di vita e di sfida del ragazzo quando andavano a scuola. Sembravano sempre urlargli qualcosa, sfidarlo, coraggiosi e fieri.
Ma in quel momento, ciò che vedeva era paura, rimorso, buio.
Harry brancolava nel buio, ancora ed ancora.

"Mi dispiace."
"Non ti preoccupare. Non è colpa tua."
"Non mi lascerai, vero?"
Delle stille cadevano lente sulle guance di Harry e rigavano la pelle come fuoco.
Draco poteva vederla quella paura. La paura di rimanere solo ancora una volta. Senza nessuno.
"No. Non ti lascio."
Harry si allungò, abbracciando il biondino, stringendolo forte e piangendo fra le sue braccia. Draco lo lasciò sfogarsi.

L'abbraccio e le carezze si erano concluse, facendo passare poi il duo a mangiare. Harry si era buttato sul pollo e mangiava con quanta più fame avesse mai avuto. Draco lo osservava e studiava i suoi lineamenti.
Non era di certo migliorato da quando l'aveva trovato, ma il corvino aveva ripreso colorito, gli occhi non erano più infossati e riusciva a fare le cose senza costante aiuto.
Alla fine del pranzo il biondo gli aveva dato la pozione, mischiandola con un po' di succo di zucca. Harry l'aveva bevuta e poi si era sdraiato, addormentandosi poco dopo.
Draco poté vedere il corvino dormire davvero per la prima volta.
Non era dovuta alla stanchezza delle droghe od altro.
Era solo Harry che dormiva.
Finalmente.

§§

"Cos'è successo?!"
Hermione si era seduta da poco nella saletta dedicata agli ospiti e già stava urlando ed inveendo contro Draco.
Il biondino li aveva fatti accomodare ed aveva offerto loro dell'acqua fresca, portando poi giù Harry.
"Hai sentito bene, Granger, Potter può di nuovo usare la magia."

Ginny era seduta a terra accanto ad Harry e Ron, che gli sfogliavano davanti un album pieno delle sue foto del Quidditch.
Il corvino sembrava a suo agio fra tutte quelle attenzioni e Draco non poté che sorridere, nel vederlo contento ed estasiato allo stesso tempo.
Ma quel moto di gelosia...

"E mi stavi dicendo che è scoppiata, questa magia? Ti sei fatto male?"
"No, Granger, stai tranquilla, non c'è bisogno che tu finga di preoccuparti."
Hermione sospirò pesantemente e fissò Harry chiedere informazioni riguardanti una foto di lui circondato da diverse persone.
Ron gli spiegò che era lui al secondo anno, quando si era rotto il braccio e Gilderoy Allock glielo aveva trasformato in gomma nel tentativo di guarirlo.

"Harry..." cominciò poi Ginny, chiudendo il libro "Ti ricordi qualcosa di noi? Chi siamo?"
Il corvino la fissò come aveva fissato durante il pranzo Draco. Con occhi spenti.
"Ginny e Ron."
"Si!" squittì la rossa, sorridendogli "Siamo proprio noi!"
"Rallenta l'entusiasmo, Weasley. Sa i vostri nomi e basta."
Ginny fissò di traverso il biondo e poi si voltò ancora verso il corvino.
"Ricordi qualcos'altro? Su di me?"
Harry la guardò senza rispondere e poi si girò verso Draco, quasi in una muta richiesta d'aiuto. Il biondo sospirò e si alzò dalla poltrona, raggiungendo il trio per poi mettersi dietro la schiena del corvino.
"Weasley, credo che vada bene così. Non sforziamolo o potrebbero peggiorarsi le cose."
La ragazza si incupì e si portò le ginocchia al petto.

"Ron..." prese a parlare la riccia "Perché non provi tu? Avete passato molto tempo assieme, magari qualcosa ricorda."
Il rosso annuì e si girò verso il corvino, sorridendogli come aveva sempre fatto.
"Harry, ricordi di Hagrid?"
"Hagrid?"
"Si, il guardiacaccia di Hogwarts! Andavamo sempre da lui quando finivamo nei guai o quando Hermione si arrabbiava."
Un risatina scappò al ragazzo, che però si mutò alla frecciatina che la riccia gli tirò con lo sguardo.
"Cos'è Hogwarts?"
I ragazzi si guardarono sbalorditi.

Draco aveva appreso molte cose su Harry dagli amici.
Il passato con gli zii lo aveva distrutto e gli aveva reso l'infanzia un disastro e per questo che Hogwarts era il primo posto che il corvino poteva chiamare casa.
Hagrid era stata la prima persona magica che aveva incontrato ed ad Hogwarts aveva conosciuto i primi amici, i primi bulletti, le prime ragazze.
Harry aveva dimenticato tutto e tutti.

"Dai, amico, non ti preoccupare." Ricominciò Ron, spezzando il silenzio nella stanza "Ricorderai piano piano."
"Ah!" riprese subito Ginny, cercando nella borsa qualcosa "Ti va di mangiare una cioccorana? Può mangiarle, giusto?"
"Si" rispose Draco, accucciandosi accanto ad Harry "Può mangiare tutto."
Ginny porse il pacchetto al ragazzo che, curioso, lo aprì con molta cura. Una ranocchia di cioccolato saltò dalla scatola fino alla mano del corvino e cominciò a gracchiare senza sosta. Harry alzò lo sguardo verso il biondo e quello gli indicò la cioccorana.
"Si mangia."
"Davvero?"
"Sì."
Harry fissò la ranocchia ma decise comunque di non mangiarla. La lasciò cadere al suolo e quella saltellò qua e là senza essere più calcolata.
"Guarda dietro" gli disse Ron, girando la figurina "Ci sono maghi famosi rappresentati. Chi hai trovato?"
"Albus... Silente?"
"Ma pensa, come al primo anno!"
"Primo... anno?"

La stanza cominciò a vorticare.
In verità non girava, ma Harry la vedeva muoversi. I suoni delle voci dei suoi amici arrivavano ovattati e non riusciva più a sentire nulla.
La voce sembrava non voler uscire dalla sua bocca e le mani e le gambe erano pesanti. Sentì una scarica di dolore lungo la schiena e poi alzò il viso come se avesse visto qualcosa.

Un vecchio.
Un uomo vecchio con gli occhi a mezzaluna, la barba ed i capelli bianchi e lunghi, erano in cima ad una torre. Lui lo vedeva, ma non poteva parlargli. Doveva stare nascosto senza dire o fare nulla.
Non ricordava chi fosse, non capiva bene cosa facesse lì, ma sapeva che non doveva farsi scoprire.
Poi un lampo verde.
Avada Kedavra.

"No! N-No!"
"Potter, calmati!"
"No, non- Perché! No!"
"Potter, dannazione, apri gli occhi!"
Harry si fermò con il fiatone, scoprendosi nelle braccia di Draco. Era ancora seduto a terra, con Ginny e Ron accanto ed il biondo che lo abbracciava da dietro.
Sentiva la testa scoppiare ed il fiato pesante, non riusciva a capire nulla, un senso di preoccupazione e paura si fece largo in lui e si attaccò al corpo del biondo.
"Dra-Draco..."
"Ho capito.
Crunchy, ti dispiacerebbe accompagnarli al punto di smaterializzazione?"
"Come?" chiese subito Ginny, alzandosi stizzita.
"Ho bisogno che voi andiate."
"Non vado da nessuna parte con Harry così!"
"Ginny..." Hermione la richiamò gentilmente, fissando Harry stringersi ed ansimare sempre più forte fra le braccia di Draco "Ginny, andiamo. Domani tornerò, Malfoy e voglio parlare con il medimago."
Draco annuì e tutti uscirono dalla stanza, seguendo l'elfo.
Harry ne aveva bisogno.

§§

"Cosa ti è successo?"
Harry era sdraiato sul letto nudo, con Draco che lo assaggiava e lo mordeva qua e là, passando le dita sulla pelle dell'altro.
"I-Io... L'ho visto..."
"Hai visto cosa?"
Le lacrime che scendevano dagli occhi di giada del corvino avevano ormai inzuppato il cuscino ed i singhiozzi avevano riempito la stanza assieme ai gemiti.
"Sulla torre..."
Draco si bloccò leggermente e poi riprese a succhiare la pelle di Harry vicino ai capezzoli, toccando leggermente l'erezione del ragazzo.
"Lui è morto..."
"Chi, Harry, chi è morto."
"Silente."
Draco morse un capezzolo del corvino ed Harry gemette, singhiozzando dal dolore. Le lunghe dita del biondo si abbassarono fra le sue gambe e si insinuarono appena nell'apertura del ragazzo. Harry gemette e si aprì ancora, allungando le mani sui capelli del biondo, che continuava a torturare ed assaggiare i capezzoli come fossero ciliegie. Un primo dito lo penetrò completamente ed il corvino schiuse la bocca, asciugandosi un occhio con il dorso della mano. Un secondo dito si unì al primo ed Harry gemette di dolore, singhiozzando più forte.
La lingua di Draco disegnava qualcosa di astratto e percorreva linee insistenti sul ventre, sulla pancia, sull'inguine del ragazzo. Si concentrò all'ombelico, leccandolo e succhiandolo come se fosse il centro del mondo. Harry gemeva e singhiozzava, ansimava e stringeva le lenzuola, mentre le dita di Draco si aprivano e si muovevano prima veloci e poi lente al suo interno, spingendosi sempre più a fondo, fino a farlo desiderare di più.
"Dra-Drah... Draco..."
"Ti piace Harry? Ti piace?"
"S-Ah... Di più... Ti prego....uh..."
Draco avrebbe tanto voluto spogliarsi ed infilarsi al suo interno, ma non poteva. Non poteva permettersi di farlo.

Quello che stava accadendo era del tutto fuori dagli schemi.
Draco Malfoy era il principe delle serpi, un serpeverde per eccellenza e quel che voleva lo otteneva in un modo o nell'altro, volente o nolente, nel modo giusto e sbagliato.
Aveva sempre ottenuto tutto, dalla prima all'ultima cosa, viziato e vezzeggiato come pochi, era sempre stato un perfetto Malfoy serpeverde.
Ma in quel momento...
In quel momento era tutto che un Malfoy serpeverde.
Era Draco, un ragazzo che voleva proteggere una creatura indifesa come Harry.

Il che era una cosa strana, stranissima.
Lui odiava Harry, detestava Potter, ma dopo la guerra, dopo tutto quello che il corvino aveva fatto per lui...
Cercarlo e salvarlo era stato il minimo ma quando il fato gli aveva imposto di restare con lui, costringendolo con uno stupido legame di schiavitù...
Tutto sembrava essere sotto una nuova luce.
Loro due erano uguali ma diversi. Erano due parti, due parti ben distinte, diverse, una bianca ed una nera, una rossa ed una verde, una l'alba uno il tramonto, una il giorno e l'altra la notte.
Senza una, l'altra non aveva di che vivere.

"Draco..."
I singhiozzi erano aumentati. Un rivolo di bava scendeva lungo le labbra di Harry e si allungava sulle guance, sul cuscino. Le lacrime sembravano non fermarsi e l'espressione vaga ed impaurita del corvino colpì Draco, ancora una volta, nel profondo del cuore.
"Harry... Mi vedi?"
"S-Si..."
"Sono qui. Non ti lascerò mai... Mai e poi mai."
"Dra-ah... uhh..."
"Mi capisci Harry? Sei al sicuro. Non avere paura."
Harry si strinse al corpo di Draco ed il biondo si piegò sulle sue labbra, baciandole e seviziandole con la lingua e con i denti, facendole sue come avrebbe voluto fare suo quel corpo.
Il bacio andò per le lunghe, le spinte erano continue e dolci e quel tocco, quel sapore, Harry, era tutto speciale. Era tutto così suo...

§§

Draco riscese nell'ufficio dopo qualche minuto.
Harry era venuto e si era raggomitolato fra le sue braccia, singhiozzando senza sosta, facendo uscire la voce rauca, come se stesse grattando la gola per farsi sentire.
Si era addormentato poco dopo, permettendo a Draco di pulire il tutto con la magia, coprirlo ed allontanarsi senza fare null'altro.

"Padroncino?"
"Si?"
Crunchy si era avvicinato a Draco con un plico di fogli in mano e lo guardava con sguardo preoccupato e compassionevole.
"Domani la signorina Parkinson ed il signorino Zabini verranno per lavoro. Mi aveva detto di ricordarglielo questa sera."
"Si, Crunchy, grazie."
L'elfetto fece un sorriso ed un piccolo inchino, sparendo poi dalla stanza.

Le giornate si preannunciavano ancora lunghe.
L'indomani avrebbe dovuto firmare con i suoi due ex compagni di scuola un affare che gli avrebbe fatto intascare molti soldi e la presenza di un Harry che camminava spaesato per il manor, non era da sottovalutare.
Sperò vivamente che la pozione datagli da Nott funzionasse e che il corvino non avesse altri attacchi di magia improvvisa.

Il ricordo di Silente, però, nella torre di Astronomia...
La cioccorana era riuscita ad evocare quel ricordo e Draco proprio non capiva come alcune cose gli tornavano in mente ed altre no.
Si lasciò scivolare sulla poltrona e mosse un po' la spalla. La ferita stava guarendo bene e non doveva preoccuparsi più di tanto.
Quante cose erano cambiate di lì ad una settimana...
E tutto era colpa di una persona soltanto: Harry Potter.

SlaveWhere stories live. Discover now