Evil plans

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  Evil plans
Piani malvagi
Cap.34








"Ron? Ron sei sveglio? Ron!" Ginny entrò nella camera da letto dei coniugi Weasley e si bloccò sulla porta, guardando fissa la stanza.
L'interno era vuoto e ben sistemato, profumato di rose ed orchidee, del passaggio del rosso, però, nessuna traccia.

Ginny ripensò a dove potesse trovarsi il fratello. Aveva visto in cucina Hermione che preparava la colazione, la camera di Draco ed Harry era chiusa e nessuno era entrato od uscito – lei aveva, ovviamente, controllato tutta la mattina – e la porta del bagno era aperta, segno che Ron non si trovava lì.

Salì le scale, verso l'ultimo piano ed entrò nella vecchia cameretta del fratello.
Il rosso era sdraiato ed accartocciato sul letto, con panni e reliquie di Quidditch sparse un po' ovunque.
Scarpe e bicchieri con piatti sporchi erano poggiati sui mobili e sembravano lo spuntino di mezzanotte della sera prima.

"Ron..." lo chiamò, inciampando su qualcosa a lei non noto ma che aveva troppe zampe per i suoi gusti "Ron, ma che ci fai qui? Hai sbagliato stanza?"
Il ragazzo continuò a dormire beatamente, mangiucchiando un po' di saliva e tirando su col naso.

"Ron..." lo richiamò lei, ancora "Ronald... Hey!"
In quel momento il rosso si sedette sul letto, ancora abbracciato al cuscino e la guardò con occhi vitrei e spenti.
"Mostro..." proferì, senza muovere un muscolo.

Ginny cambiò colore, passando da una sfumatura di rosso ad un'altra, prima di urlare e colpire il fratello in testa con il bastone di una scopa, fumando dalle orecchie.
"Ahia!" urlò Ron, indietreggiando e poi mettendo a fuoco la ragazza. "Ah... Sei tu."
"E chi pensavi che fosse?!" gli brontolò dietro la sorella.
"Boh... Quel mostro brutto dai capelli rossi del mio sogno?"
Una seconda bastonata colpì forte la capoccia del ragazzo e dei piccioni si alzarono in volo dalla mensola delle finestre.

§§

Hermione aveva tirato fuori tutto quello che poteva essere utile per una colazione da ricchi.
Non che le cose che mangiavano i ricchi erano tanto diverse da quelle che mangiavano i poveri, ma una tavola imbandita di biscotti, marmellata, burro, fette biscottate, latte, cacao, caffè e così via, aveva quel non so ché di magico.

Sbuffò quando vide che le tovagliette non entravano con tutta quella roba e che probabilmente Draco si sarebbe lamentato perché le posate erano ancora bagnate ed i tovaglioli erano leggermente stropicciati, causa del poco mobilio e della troppa roba presente in esso.

Mandò al diavolo il biondo e si sedette, versandosi latte e caffè, seguiti da una buona dose di zucchero di canna. Guardò la tavola imbandita e sospirò, allungando lo sguardo fino la cucina e lì, sul bancone, li vide: i marshmellows che Theodore le aveva regalato.

Sorrise debolmente, girando il liquido nella tazza con dolcezza, appoggiando la testa sul palmo della mano sinistra.
Quel giorno in libreria le era piaciuto tantissimo.

Parlare con qualcuno che la capiva, che l'ascoltava, che le faceva domande e ringraziava per le risposte, che le dava informazioni a lei sconosciute, che si complimentava per le sue ricerche e che la portava in posti che lei adorava per davvero...
Era stato qualcosa di magico.

Il modo in cui il moretto l'aveva guardata, lo stesso modo con cui contrastava le sue teorie, prima argomentando e poi bisticciando.
Theodore era quel qualcuno che avrebbe reso la sua vita un po' meno...
Un po' meno...
Weasley.

Esatto, il termine giusto era quello.
La sua vita era un Weasley che girava per casa in boxer quando si ricordava di metterli, fortunata se non erano sporchi di pollo, che difficilmente si pettinava i capelli e che raramente la portava a cena fuori.

Sì, perché anche se Ron ce la metteva tutta, entrambi sapevano che non sarebbero andati lontani.
Si erano sposati così giovani, infilati in quel turbine di sentimenti che la guerra gli aveva causato.
Esatto, la guerra...
Se non ci fosse stata, probabilmente loro non si sarebbero mai sposati.

Sì alzò e si diresse verso la busta dei marshmellows, aprendola e prendendone uno rosa. Lo assaggiò senza cuocerlo, leggendo sulle istruzioni che potevano essere mangiati anche crudi e sentì i suoi sensi partire.
Tutto quello zucchero le stava risollevando la giornata.

Avrebbe dovuto, infatti, dare la brutta notizia ai due piccioncini al piano di sopra: sarebbero rimasti legati per ancora qualche tempo.
Non seppe immaginare se per Draco fosse una cosa positiva o meno e decise di fregarsene, mangiandosi un secondo marshmellows blu.

§§

"Perché dormi qui e non in camera con Hermione?" domandò Ginny a Ron, sedendosi accanto a lui dopo aver lasciato la sua fidata arma sotto pesanti preghiere dell'altro.
"Ultimamente non andiamo molto d'accordo, sai..."
"Non me n'ero accorta."
"Stiamo cercando di non darlo a vedere... Insomma, non vogliamo che Harry ci resti male."
"Beh, immagino... che problemi avete?"

Ron sospirò ed abbassò il viso, sdraiandosi poi di nuovo.
Guardò il soffitto dove aveva attaccato una foto di lui ed Hermione subito dopo la guerra, dove ridevano e scherzavano.
Gliel'aveva scattata Harry e si notava anche, l'inquadratura era tutta storta e troppo movimentata.

"Ultimamente la vedo sognante... Come se pensasse a tutto tranne che a me.
Credo che forse... quello che era scattato fra di noi non c'è più."
"Non dire così..." lo rassicurò la rossa "Vi siete sempre piaciuti."
"Non so... E poi c'è quella ragazza nell'ufficio degli Auror..."
"Cosa? Te la fai con una segretaria?!"
"Ma no!" la rimproverò il fratello "Non me la faccio con nessuno... Da almeno quattro mesi" brontolò insoddisfatto.

Ginny cercò di trovare qualcosa da dire oltre alla voglia di picchiarlo.
Suo fratello voleva tradire Hermione con una sciacquetta?
Non glielo avrebbe mai permesso.

"Dovresti portarla fuori.
Sai, in qualche posto che le piace, insomma vi conoscete da tanto tempo, ormai sai bene i suoi gusti."
"Già..." proferì Ron, senza scomporsi.
"Non so, magari a visitare qualche bella città antica, oppure in quelle enormi biblioteche fatte a monumenti... Penso che le piacerebbe molto."
"Sì."

La rossa alzò un sopracciglio stizzita e gli mollò un pizzico sotto l'avambraccio, con il risultato di farlo urlare dal dolore.
"Ma sei matta?!"
"Alza il culo, Ron e vai a riconquistare tua moglie."
Il rosso la guardò per un po' e poi si alzò, sbadigliando.

"Ci proverò ma non credo funzionerà... Ormai si vede che non stiamo più bene assieme, sono tre settimane che dormo qui."
"Tu provaci."
"Mh... comunque, volevi chiedermi qualcosa?"

Ginny lo guardò un po' sbigottita e poi una lampadina si accese sulla sua testa.
"Sì, caro fratello: diamo il via al piano SfasciaRelazioneCreatosiAbusivamenteFraHarryEQuelPidocchiosoAntipaticoMolestatoreBurloneSonoStoCazzoMalfoy!"
Ron la guardò senza dire nulla e poi si diede una pacca sulla fronte.

§§

Harry quella mattina si era svegliato prima del biondo ed aveva subito sentito la mancanza di Priscilla e delle sue morbide orecchie.
Vederla arrivare con il suo sorriso ed il suo vestitino rosa confetto lo metteva di buon umore, soprattutto perché le ricordava tanto qualcuno che aveva amato prima di dimenticarlo.

Si era anche, però, abituato troppo ai vizi a cui Draco lo aveva sottoposto: dove era la sua colazione? E la sua vestaglia? E le sue ciabatte?
Insomma, non poteva mica andare così in giro per casa.

Si ricordò poi chi era davvero e si diede dell'imbecille, alzandosi per poi essere trattenuto da due mani bianche e forti.
Draco Malfoy era sveglio.

"Dove vai?" domandò il biondo, ancora impastato con il sonno.
"Al bagno."
"A fare cosa?"
"A cucinare le uova."

Draco alzò il viso solo in quel momento ed Harry ridacchiò.
"Secondo te, Malfoy, cosa va a fare una persona al bagno?"
"Beh, potrebbe andare di corpo, oppure liberare la vescica, lavarsi le mani, pettinarsi – non nel tuo caso, quello son sicuro che tu non lo fai da quando sei nato – lavarsi i denti e farsi la doccia."
Il corvino lo guardò leggermente irritato per il fatto dei capelli e Draco sorrise.
"Se devi farti la doccia, allora avvertimi... In quel caso saresti lontano da me per troppo tempo ed il mio cuoricino potrebbe spezzarsi."

Harry avvampò e poi si alzò, mandando al diavolo il biondo che intanto se la ridacchiava di gusto fra le coperte, sbadigliando e guardandolo uscire.
Un nuovo giorno, quello più importante di tutti: Harry avrebbe riacquistato la libertà ed il ragazzo avrebbe dovuto scegliere fra lui e gli Weasley.

§§

"Quindi stai dalla mia parte?" domandò Ginny, avanzando con il fratello verso la cucina.
"Ginny per favore, già ho problemi con Hermione, non ti ci mettere anche tu."
"Ma io ti ho aiutato, adesso aiuta tu me!"
"Finché Harry sarà debole, lascialo con Malfoy."
"Ma non ci penso nemmeno."
"Buongiorno" si intromise Hermione, guardandoli entrambi male "Cosa stavate dicendo?"
La rossa girò lo sguardo e fece spallucce, mentre Ron si avvicinò al viso della riccia e gli lasciò un leggero bacio sulla guancia, filando seduto in cucina.

"Ginny?" domandò Hermione, senza dar retta al marito.
"Mh? Niente, parlavamo degli gnomi nel giardino..."
"Già, bisognerebbe cacciarli. Ronald ci pensi tu?"
Il rosso alzò un sopracciglio in risposta ed annuì distrattamente, leggendo il giornale.

"E se ci andassi io con Harry? Tanto per passare del tempo assieme."
"Non sarebbe una cattiva idea" annuì la riccia "Gli farà bene ricordare anche queste cose. Sono sicura che si divertirà."
Ron immaginò che Hermione avesse un concetto di divertimento letteralmente diverso dal suo, ma lasciò decadere.

"Sono già svegli?" chiese, quindi, la rossa.
"No, non sono ancora scesi."
"Sicuramente Malfoy starà infilando mani dove non deve" borbottò Ginny.
"Chi è che sta infilando mani dove non deve?" domandò la voce del biondo, poco dietro di lei, con un bel sorriso stampato sul viso.

§§

Dopo essersi vestito e lavato, anche Draco era pronto per scendere e fare colazione. Di certo non si aspettava un bacchetto degno di un Malfoy, quindi decise di graziare gli Weasley e scendere già con la faccia schifata.

Harry lo aveva pregato di non fare l'antipatico con Ginny e lui aveva accordato la cosa solo in cambio di un favore che avrebbe riscattato quella stessa sera.
Il corvino aveva assottigliato gli occhi ma poi aveva annuito, uscendo dalla stanza seguito dal biondo.

Arrivati in salone, Draco aveva sentito la rossa parlare e subito gli era balenata un'idea in testa: tanto stupida quanto geniale.
Non era di certo da lui, ma ne valeva la pena.

"Hai sentito bene, Malfoy" gli disse di rimando Ginny, incrociando le braccia.
"Ah, quindi intendi tipo qui?" e, fatta la domanda, diede una pacca sul sedere al corvino, facendolo prima saltare e poi arrossire.
"Malfoy piantala!" gli urlò Harry.
Draco ridacchiò mentre il corvino si allontanava sotto lo sguardo sbigottito di Ginny.

"Malfoy, buongiorno anche a te" mugolò Ron dalla sedia.
"Weasley" salutò il biondo.
"Ah, Harry!" si ricordò la rossa, avvicinandosi e sedendosi accanto al corvino "Dopo andiamo a togliere gli gnomi dal giardino, vieni anche tu, va bene? Così magari ti torna in mente anche qualcos'altro."
"Va bene" sorrise Harry "Draco?"
"Scordati che faccio una cosa del genere, Potter. Piuttosto un'Avada Kedavra."

Hermione ridacchiò divertita ed Harry sbuffò, versandosi un po' di latte e caffè, girando il cucchiaino lentamente e con tristezza.
"Dai..." gli sorrise Ginny "Ci divertiremo anche senza quel musone."
"Sì..."

Draco incrociò le braccia e si girò verso la porta, guardando il giacchetto della rossa.
Fu lì che gli venne la seconda idea stupida, ma geniale.
Si avvicinò all'attaccapanni, facendo finta di cercare qualcosa nel suo giubbotto ma incantò, invece, quello della ragazza.
Era soddisfatto della sua piccola opera.

"Granger, sbaglio o dovevi dirmi qualcosa?" domandò Draco, tornando successivamente al tavolo, nascondendo la bacchetta.
"Sì" annuì la ragazza "Riguarda il legame di schiavitù, come sai."
"Esatto."
"Bene."
"Eh?"
"Non posso dividervi."

Ginny sputò tutto il succo di frutta mentre il biondo si sedeva soddisfatto ed afferrava un biscotto.
"Cosa?!" domandò la rossa, sconcertata.
"Ho sentito il medimago ed Harry è ancora troppo debole. Se provo a dividerli, uno dei due potrebbe entrare in coma nel migliore nei casi, che di solito accade con una frequenza dell'un per cento."
"E non si può decidere chi dei due far entrare in coma?" domandò Ginny.
"Se sei abbastanza potente, sì."
"Malfoy offriti volontario."
"Cuciti la bocca ronzina dai denti storti."

Hermione sospirò al vedere l'ennesimo litigio fra i due e tornò alla sua busta di marshmellows.
Ron l'aveva salutata con un bacino e poi l'aveva ignorata per tutto il resto del tempo, come se non esistesse.
Probabilmente la loro relazione era giunta ad una linea di fine.

°°

"Andiamo a togliere gli gnomi?" domandò Ginny una volta finita la colazione.
"Sì" sorrise Harry, alzandosi.
"Io vado a lavorare. Se ti serve qualcosa chiamami, va bene?" si intromise Draco, guardando il corvino.
"Perché non vieni a lavorare di fuori?"
"Ho molte carte da leggere ed il vento le farà volare tutte... Ti guarderò dalla finestra."
Harry annuì un po' sconsolato e si avvicinò alla porta, seguendo la rossa.

"Mettetevi comodi" sorrise il biondo, fissando la Weasley prendere il suo giubbotto.
"Perché?" chiese Hermione.
"Perché ci sarà da divertirsi."
La riccia non capì all'inizio quel che Draco intendesse ma quando Ginny cominciò a grattarsi, si portò le mani alla bocca.

"Tutto bene?" chiese Harry, guardando la ragazza.
"Sì, uhm, non...ah, mi prude ovunque!"
Il corvino alzò un sopracciglio e poi si girò verso il biondo, fulminandolo con lo sguardo. Draco si limitò ad alzare le spalle ed a sorridere, salendo poi al secondo piano.

"Hermione!" urlò Ginny "Aiutami!"
Ron fissò la scena e poi vide la moglie guardarlo.
"Ho le mie motivazioni sul perché non l'aiuto."
La riccia sospirò ed agguantò la bacchetta, ponendo fine alle pene della ragazza.

§§

"L'ha fatto apposta" brontolò Ginny, nella camera del fratello, mentre quello sistemava la stanza, dopo aver tolto gli gnomi dal giardino "Lo so per certo che è colpa sua!"
"E' ovvio che è colpa sua."
"E non li possiamo neanche dividere!"
"Devi dare tempo ad Harry, Ginny..."
"Lo stesso tempo che stai dando tu ad Hermione?"

Ron alzò un sopracciglio e poi girò il viso, continuando ad ignorarla.
Aveva passato tutta la mattina a pensare ad un modo per invitarla ma poi si era ricordato che era un Auror e che stava proteggendo Harry Potter.
Non poteva lasciarlo da solo.

"Sono cose diverse."
"No, perché io perderò Harry come tu stai perdendo Hermione."
"Se è vero amore non lo perdi."
Ginny sospirò e cominciò a camminare per la stanza.

"Ho sentito che dopo vanno a volare un po' qui fuori. Magari posso manomettere la scopa di Malfoy e volare io con Harry."
"La scopa di Malfoy è nell'armadio di Malfoy, nella camera in cui dorme, dove al momento sta lavorando. Come pensi di prenderla?"
"E' per questo che ci sei tu, fratellone" sorrise la rossa, ghignando "Lo distrarrai!"
"E come?"
"Che ne so, chiamalo e digli che ti serve aiuto."
"Per cosa?"
"Qualcosa inventerai."

Il rosso sbuffò e continuò a sistemare la camera.
"Altrimenti" riprese la rossa "Posso mettergli un po' di peperoncino nel pranzo. Diventerà tutto rosso e sarà un Weasley proprio come noi!"
"Bleah, non voglio un Malfoy Weasleiyato."
"Come ti lamenti."
"Come sei petulante."

Ginny si infuriò e si avvicinò alla scopa, ma quando si diresse verso il fratello, scivolò su qualcosa e cadde a terra, mentre quel qualcosa le cadeva sulla fronte.
Non vedeva nulla e l'unica cosa che sentì dire dal fratello fu un Ooops...

"Cos'era quell'Ooops?"
"Nulla..."
"Cos'ho in testa?"
"Ci penso io..."
Ma prima che Ron potesse afferrare quel qualcosa, Ginny lo prese e lo guardò, sgranando subito gli occhi per poi fare una faccia super schifata, seguita da una furia vera e propria.

"Ronald Weasley!" urlò "Perché le tue mutande sporche sono qui e non a lavare!"

§§

La cucina era sistemata ed Hermione si sedette al tavolo sbuffando.
Aveva poche ore prima di dover preparare il pranzo e le avrebbe dovute passare a sistemare casa, stirare i panni e leggere altri modi per dividere il Deficiente dall'Imbecille.
E fra i due, ovviamente, non sapeva dire chi era chi.

Guardò la busta di marshmellows e sospirò, ricordando il dolce profumo di Theodore.
Anche Ron aveva un buon profumo – che durava per circa dieci minuti poco dopo la doccia – ma era lo stesso odore che aveva sentito al sesto anno durante la lezione di pozioni di Lumacorno.
Erba appena tagliata.

Forse la sua Amortentia era cambiata?
Forse tutto, in quel momento, era diverso?

Sentiva un grande vuoto espandersi dentro di sé ogni volta che ripensava a Ron ed anche se c'erano stati bei momenti con lui, quei ricordi non la rendevano più felice come un tempo.
Il ricordo non le bastava più.
Lei voleva vivere.

Theodore era stato quel barlume di luce in mezzo al buio ed alla monotonia che la sua vita era diventata.
Casa, lavoro, casa, lavoro.
Ron era sempre a lavoro e quando rientrava non la degnava neanche di un abbraccio affettuoso.

Non si era immaginata così la sua vita matrimoniale.
Non dopo tutto quello che aveva passato.
Non dopo tutto il casino che Voldemort aveva creato.

Probabilmente lei e Ron non erano nati per stare assieme e quel che erano stati era solo... Qualcosa di bello che doveva finire.
Probabilmente era solo quello.

Hermione continuò ad arrovellarsi il cervello tutto il tempo ma non poteva immaginare che il vero problema sarebbe arrivato quella sera.
Non poteva immaginare che, dopo la cena, tutto sarebbe cambiato ed Harry sarebbe sparito ancora...
Forse per sempre.



Note: Ed eccovi il penultimo capitolo! Mi auguro che vi abbia fatto divertire perché il prossimo non sarà più tanto dispensore di felicità XD

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