Mysterious Charm of Evil

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  Mysterious Charm of Evil
Il misterioso fascino del Male
Cap.10





Hanno passato il confine della Russia e sono giunti a Londra...
Ho trovato Potter in un'asta della Russia minore.


Hanno raccontato che sta cercando qualcuno...
Lui torna sempre...


So solo che si chiama Taipan ed ha un serpente disegnato sull'avambraccio.
L'uomo col serpente.


Erano ormai ore che ripensava a queste frasi.
Possibile che Taipan fosse proprio l'uomo col serpente di cui parlava Harry?
Se fosse stato così, probabilmente Draco avrebbe dovuto trasferirsi col corvino nell'ufficio di Shacklebolt.
Solo in questo modo sarebbe sopravvissuto ed avrebbe protetto il Salvatore.

Forse stava solamente esagerando.
Insomma, se un sostenitore del signore Oscuro avesse avuto Harry fra le mani, lo avrebbe ucciso in nome di Voldemort, non lo avrebbe drogato, violentato e picchiato.
Non era questo che il Lord predicava.

Però le cose combaciavano così bene...
Lui si trovava in Russia e poi era tornato a Londa.
La Parkinson gli aveva detto che stava cercando qualcuno in particolare ed Harry aveva detto che quel fantomatico Lui tornava sempre a cercarlo.
Senza contare che una cosa in comune, questi due, l'avevano: un serpente.

Probabilmente, Taipan, stava davvero cercando ancora Harry. E, come Draco, era venuto a sapere che il ragazzo era stato rapito e venduto. Sicuramente l'aveva seguito fino in Russia e poi era tornato a Londra sapendo che il casato Malfoy l'aveva comprato.

Accavallò le gambe sospirando.
Quella sera aveva obliviato tutti ed ucciso il resto.
Nessuno sapeva che Harry era a casa sua, di conseguenza neanche Taipan.

Ma Taipan, come gli aveva detto Lucius, era una specie di Jolly e sapeva sempre tutto quello che facevano i mangiamorte in prima linea. E Malfoy senior era un mangiamorte in prima linea.
Si infilò le mani nei capelli nell'impeto di strapparli.

Arrivò ad un'unica e sola soluzione: Harry Potter era il centro dei suoi problemi.
Era sempre stato il centro dei suoi problemi e probabilmente lo sarebbe stato per tutto il resto della sua vita, fino a giungere alla morte che lo avrebbe liberato da quel qualsiasi cosa era.

Il fuoco del camino richiamò la sua attenzione.
Nott, la sera prima, gli aveva detto che sarebbe passato per le undici, dopo aver fatto un piccolo controllo alla Granger.
Draco aveva annuito e poi chiuso la chiamata, pensando alla notte che avrebbe trascorso con Harry.

"Ora basta, Granger, ti dico che il mio lavoro lo so fare ed anche bene!"
"Non mi sembra, ho letto tutto sull'argomento!"
Draco sgranò gli occhi nel vedere Nott uscire dal camino come una furia, seguito da una trotterellante ed indispettita Hermione Granger.
L'inferno fatto persona.

"Esatto, hai letto, non studiato come ho fatto io!"
"Ma c'è chiaramente scritto" e prese un libro troppo grande per la borsetta che portava "Che la pozione che gli stai dando non basta per bloccargli la magia in eccesso!"
"Questo lo so anche io!"
Senza notare Draco, i due si diressero verso le scale continuando a litigare. Il biondo rimase con un'espressione da pesce lesso in faccia e si mosse verso la porta.

"Hey! Nott!"
"Visto che lo sai" aveva continuato la riccia "Dovresti anche sapere che se ci aggiungi troppa Valeriana, Harry potrebbe non svegliarsi!"
"Lo so perfettamente, Granger!"
I due sparirono dietro il corridoio, diretti verso la camera di Harry.
Draco rimase prima scioccato e poi cominciò a correre per le scale.

"Nott..."
"Non lo sai perfettamente, guarda che ho visto benissimo il tuo preparato!"
"Nott...?"
"Ciò che metto nelle mie pozioni sono ingredienti che servono per la buona riuscita dello stato del paziente!"
"Nott..."
"E perché l'essenza di Elleboro era più del dovuto? Guarda che ho letto tutto sull'argomento, non m'incanti!"
"Questo perché non conosci la situazione di Potter!"
"Oh, invece credo di saperla benissimo!"
"Silenzio!" urlò Draco, furibondo.

I due si girarono spaventati verso il ragazzo che, infuriato come pochi, li stava fissando da qualche minuto, ormai, accigliato come non mai.
Nessuno si era accorto della presenza di Draco e sia Nott che Hermione si stavano domandando da dove fosse spuntato.

"D-Draco..." proferì Nott, sorridendogli appena.
"Malfoy, non ti avevamo visto..."
"Oh, l'ho notato Granger, l'ho notato!" gli rispose lui di rimando, incrociando le braccia.
"Eravamo impegnati a-"
"A litigare come una stupida coppia, ecco cosa!"
Nott arrossì furiosamente ed Hermione impallidì sul posto.

"E' lei che mi ha seguito fino a qui!" urlò il moretto.
"Questo perché lui non ha fatto bene i suoi calcoli!"
"I miei calcoli sono esatti, smettila di fare la saccente!"
"Non faccio la saccente, so perfettamente che tutta quell'essenza non serve!"
"L'Elleboro è fondamentale per questa pozione e per la salute del tuo amico!"
"Così lo manderai in coma!"

Niente da fare.
Draco fissò i due tornare a litigare ed ignorarlo come prima, bisticciando sicuramente sulla pozione calmante che Nott aveva intenzione di dare ad Harry.



"Perché?" chiese poi la Granger "Perché hai aumentato le dosi?"
"Perché..." le urlò Draco "Il tuo amichetto la notte si sogna gli stupri subiti ed indovina chi finisce con la faccia sul pavimento, dopo una spintonata?"
Hermione lo fissò sbalordita e poi sembrò trattenere una piccola risata. Draco la fulminò con gli occhi e poi si girò verso Nott.
"Potter sogna costantemente, durante la notte, di questo fantomatico Lui che lo viene a prendere. Ho bisogno di capire chi è."
Nott annuì e tutti e tre entrarono nella stanza.

Harry stava tranquillo sul letto, bevendo una cioccolata calda con Priscilla che chiacchierava su qualcosa di incomprensibile.
Alla vista di Draco, lasciò la tazza sul vassoio e si asciugò le labbra, sbattendo le ciglia dietro gli occhiali.
Si vedeva lontano un miglio che era contento di vederlo.

"Ciao Harry!" lo salutò Hermione, sorridendogli.
"Ciao..." fece lui, fissando Draco.
Il biondo si sedette sul letto, indicando all'elfa di portare una sedia per la ospite e poi si girò verso il medimago.
"Nott, voglio entrare nei pensieri di Harry."
"Cosa?" fece Hermione, quasi scettica.
"Esatto."
"Aspetta, aspetta..." lo interruppe Nott "Prima fammelo visitare. Poi potrai anche provarci."
Draco si mordicchiò un labbro e sospirò sconsolato.

"Ciao Harry" sorrise Thoedore.
"Ciao..." rispose il ragazzo.
"Ti ricordi chi sono?"
Harry sembrò pensarci su. Sia Draco che Hermione lo fissarono senza accorgersene, speranzosi di vederlo ricordare qualcosa che non fosse dolore.
Ma il corvino, con grande tristezza di tutti, si girò verso Draco.
"Va bene" fece allora Nott "Va bene così."
Hermione sospirò sconsolata.

Theodore infilò la mano dentro la cappa da medimago e ne tirò fuori la bacchetta, puntandola contro la fronte del corvino. Una luce violacea uscì dalla punta di essa e, lenta, circondò la testa di Harry. Alcuni prolungamenti si avvicinarono alle orecchie, entrando all'interno mentre Nott continuava a ripetere parole sottovoce, come in trance.

Hermione fissava tutta la scena, spostandosi sulla sedia nervosa.
Draco la guardò, mentre stringeva la mano al ragazzo accanto a lui.
Quella riccioluta nata babbana era stata la prima a ringraziarlo, a fidarsi di lui, a lasciargli Harry nelle mani senza obbiettare. Avevano persino parlato di quello.
Era tanto curioso di sapere il perché non l'avesse contrariato. Forse per il bene di Harry?

"Ottimo" disse Nott, sospirando "La mente di Potter è decisamente in guerra – Finitem Incantem."
Hermione alzò un sopracciglio, guardando la nuvoletta violacea sparire.
"In che senso?" chiese Draco per entrambi.
"Semplicemente, i ricordi stanno affiorando in modo continuo... Sta avendo una specie di sovraccarico e questo lo porta a star male e sognare anche la notte."
I due annuirono e Theodore ripose la bacchetta.
"Come possiamo rallentarli?" commentò la riccia.
"Non si può. Il tempo passato incosciente è stato molto lungo e se ci aggiungiamo che sta ricordando anche questi tre anni passati..."
"Ma non si può fare proprio niente?" chiese ancora, Draco.
"Potter sembra avere un blocco. Un blocco emotivo diciamo. C'è qualcosa che lo tormentava prima di tutto questo ed ora gli sta impedendo di ricordare tutto ed in modo fluido."

Draco ci pensò un po' su e si accorse che anche Hermione lo stava facendo.
Lei conosceva Harry molto più di lui e sicuramente sapeva anche cosa bloccava il corvino ma il problema era proprio quello: farla parlare.
Se si fosse comportato bene, la ragazza gliene avrebbe parlato?

"E come si elimina questo blocco?" chiese Hermione, uscendo dai suoi pensieri.
"Trovando il problema e risolverlo."
Draco sospirò e girò lo sguardo verso Harry che ascoltava in silenzio tutto quanto, senza battere ciglio o dire nulla.
Sbagliavano a tenerlo all'oscuro di tutto?
Forse dovevano cercare di farlo interagire?

"Potter" parlò allora, attirando la sua attenzione "Hai capito cosa ha detto Nott?"
Il corvino piegò la testa di lato, fissandolo.
Draco si perse in quegli occhi. Di nuovo. Così diversi...
"Ho dimenticato il mio passato?"
Draco annuì, accarezzandogli le mani.
"E ciò che sogno sono i ricordi che affiorano?"
Draco annuì ancora.
"Non voglio ricordare."
"Harry" si intromise Hermione "Tu devi ricordare. Io ne ho bisogno. Ron ne ha bisogno. Ginny ne ha bisogno."

Ginny.
Ecco una cosa che Draco proprio non voleva sentire.
Quella stramaledettissima pel di carota.
Non la sopportava prima, figuriamoci in quel momento.

"Fa male ricordare..." rispose il corvino, abbassando il viso.
"Lo so..." commentò la riccia, alzandosi e poggiando una mano sulla spalla del ragazzo. "Lo so che fa male... Soffrirai Harry. Soffrirai tanto. Ma senza quei ricordi, non puoi andare avanti. Senza quei ricordi, non sei tu."
Il ragazzo sembrò capire ed annuì, lasciandosi scivolare poi sul corpo di Draco.

"Penso di aver finito." Mormorò Nott, dirigendosi verso la valigetta.
"Aspetta" lo richiamò Draco "Voglio provare a leggergli la mente."
"Perché?" si intromise Hermione, squadrandolo.
"Sogna continuamente di un certo Lui che l'ha... Torturato in diversi casi. Non riesce a ricordare niente che possa farmelo riconoscere."
"E vuoi leggergli la mente per scoprirlo."
Draco annuì, girandosi poi verso Theodore.
"Draco... Non saprei. La mente di Potter è un luogo oscuro, in questo momento."
"Per questo ti chiedo di rimanere e tirarmi fuori se andrà male."
Nott sospirò ed abbassò il viso.

"Va bene" affermò Theodore "Ma come sento dei cambiamenti nel tuo stato mentale, ti tiro fuori."
Draco acconsentì e si alzò dal letto.
"Draco..." chiese Harry, quasi spaventato "Che vuoi fare?"
"Tranquillo..." fece lui "Voglio solo vedere l'uomo col serpente."
"No..." si allontanò il corvino "Non farlo..."
"Perché?"
"Ti-Ti ucciderà, lui..."
"Non mi farà niente..." miagolò dolcemente Draco, accarezzandogli un orecchio, pentendosene subito dopo.

"Allora..." tossicchiò Nott, con in mano la bacchetta "Sei pronto?"
Draco annuì e si girò verso Harry, fissandolo con durezza per poi usare il Legilimens.
Hermione fissò tutta la scena, pronta ad intervenire, mentre Theodore controllava lo stato del biondo costantemente.

§§

Tutto ciò che Draco vide fu buio.
Non capiva dove si trovava. Non capiva nulla.
Si girava intorno, cercando un punto di riferimento, qualcosa, ma nulla.
Poi una luce.

Corse verso la fioca presenza di vita, sentendo il cuore battere all'impazzata. Non vi erano suoni o movimenti nel posto in cui si trovava e tutto lo metteva in soggezione.
Passò la porta da cui proveniva la luce, provando un senso di tranquillità.

Se ne pentì immediatamente.
Attorno a lui, la torre di Astronomia.
Attorno a lui, i mangiamorte.
Dietro di lui, Piton.
Davanti a lui, Silente.

"Severus... Ti prego..."
"Avada Kedavra!"
Davanti a Draco, si inscenò per la seconda volta la morte di Albus Silente e tutto quello che lui si chiese fu il perché. Il perché di tutto quello.

Scorse poi, sotto alle scale, Harry che fissava tutto con sguardo spaventato, sconfortato e ferito.
Il corvino era lì mentre Silente veniva ucciso.
L'aveva visto.
Aveva visto tutto.

Il mondo tornò ad essere nero.
Draco si guardò intorno, cercando di trovare una nuova luce, mentre il cuore ricominciava a battere all'impazzata.
Corse verso l'ennesimo spiraglio bianco ed attraversò la porta con paura.

Davanti a lui, ciò che si presentò lo fece rimanere di sasso.
Cedric Diggory, Harry Potter e, come ultima cosa, un'Avada Kedavra.
Al loro quarto anno.
Vedere il corvino, così piccolo ed indifeso, assistere a quella morte, lo spezzò. Lo spezzò in così tanti piccoli pezzi che quasi non si accorse di avere gli occhi umidi.

Di nuovo buio.
Draco adesso, stava davvero morendo di paura. Sentiva dei rumori ritmati che andavano al passo del suo cuore, rimbombargli nella testa e nelle orecchie.
Doveva trovare il modo di arrivare agli ultimi ricordi, ma non riusciva a muoversi in quella mente.
Ella sembrava aver capito di avere un intruso e lo stava costringendo allo stesso dolore che costringeva Harry tutti i giorni.

Corse verso l'ennesima luce, passando la porta.
La stanza delle profezie.
Nagini.
Draco vide il serpente attaccare Sirius, attaccare il signor Weasley.
Il suo cuore sembrò andare in fibrillazione.
Quando la serpe si girò verso di lui, come ad averlo visto, Draco indietreggiò e corse via, verso la porta, superandola e chiudendola dietro di lui.

Quando si girò per capire dov'era finito, una scarica d'elettricità e paura lo passò da parte a parte.
Il bagno.
Quel bagno.
"Sectumsempra!"
Un raggio di luce lo colpì in pieno e Draco cadde sul pavimento allagato, sentendo il respiro venire meno.
Non riusciva a parlare, a muoversi, a pensare.
Sentiva solo del male.
Sarebbe morto. Sarebbe morto lì.

§§

"Draco, dannazione, sveglia!"
Il biondino aprì gli occhi di scatto, sedendosi immediatamente sul letto.
Intorno a lui vi erano Theodore, Hermione ed Harry, accucciato fra le lenzuola tremante.
"Che cosa... è successo?"
"Sei quasi andato in arresto cardiaco... Perché ti sei spinto così infondo?!" gli chiese il medimago arrabbiato.
"I-io... Non ho fatto nulla... La mente di Potter decideva, io non avevo controllo..."
Nott sospirò, indietreggiando e posando la bacchetta nella cappa.

"Ora basta, Draco. Basta così. Troveremo un altro modo per scoprire quest'uomo col serpente."
Draco annuì e si girò verso il corvino. Tremava e piagnucolava, ansimando fortemente.
Chiaro segno di quel che voleva dire.
"Ti senti bene, comunque?"
"Si..." rispose Draco, un po' tormentato.
"Sicuro di stare bene?" chiese Hermione, mordendosi un labbro.
"Si..." rispose ancora, tastandosi il petto "Si. Sto bene."

§§

Draco accompagnò i due al punto di smaterializzazione.
Tante cose gli vorticavano in testa e molte di esse erano i ricordi visti nella testa di Harry.
Era sopravvissuto a molte battaglie, troppe per la tenera età che aveva a quei tempi, partendo dalla morte di Cedric al quarto anno.
Molto probabilmente ne aveva vissute altre ed era grato alla mente del corvino di avergliele risparmiate, ma comunque infuriato di non poter condividere quel dolore.

"Malfoy?"
"Dimmi Granger."
"Ti vedo pensieroso... C'è qualcosa che non va?"
Eccome se c'era qualcosa che non andava.

Fondamentalmente, era geloso.
Draco era geloso di Hermione, di Ron, di Ginny...
Lui era geloso di tutte le persone che lo conoscevano, che sapevano cos'aveva passato e cos'aveva vissuto.
Era geloso dei mille misteri del ragazzo e del fatto che lui, Draco Malfoy, non poteva saperli.

"No, tutto bene..."
"Cos'hai visto nella mente di Harry?" Hermione si bloccò poco prima del punto di smaterializzazione, guardandolo con aria preoccupata.
Draco la fissò e sospirò abbassando il viso.
"Morte e sofferenza. Ovunque."
La riccia si morse un labbro e girò il viso verso Theodore che le rispose annuendo.

"Draco, posso chiamarti così, vero?"
Il biondo alzò il viso, come scioccato da quel fatto. Annuì senza rispondere, guardando con la coda dell'occhio il medimago.
"Draco, ascoltami bene.
Ho parlato con Nott e mi sono fatta spiegare molte cose.
Sai perché ho voluto parlare con te del rapporto che hai con Harry?"
Draco arrossì e scosse la testa.
"Perché, oltre al fatto che tu sei l'unico che lui lascia avvicinare, è sempre stato ossessionato da te."
Il biondo perse la mascella, le braccia e probabilmente anche qualche capello.
Harry era sempre stato ossessionato da lui?
Anche lui, però, lo era sempre stato...

"Draco, Nott mi ha detto che un allontanamento della tua persona da Harry, provocherebbe un collasso mentale."
"Beh..." cercò di difendersi il biondo "Quando la memoria tornerà, non sarà più così..."
"Affatto" si intromise Theodore "Lo stato di Potter continuerà anche dopo aver preso coscienza."
"Come?" si affrettò a chiedere Draco, con suo gran stupore.
"Tu sei stato la prima persona a cui si è attaccato dopo tre anni e, fatalità, la sua ossessione da giovane.
Potrà anche negarlo, ma se lo allontanerai, lui ne soffrirà inconsapevolmente."
Il biondo non sapeva più che pensare.
Ne era davvero sconvolto.

"Draco..." lo richiamò Hermione, quasi come una madre amorevole "Dovremo aspettare ma... Credo che tu ed Harry siate in qualche modo... legati – no, non intendo il legame di schiavitù."
Draco era scioccato.
Harry sarebbe per sempre dipeso da lui?
Qualcosa al suo interno si stava muovendo... Forse... Felicità?

"Draco, devo ammettere che prima della guerra, non abbiamo mai avuto modo di parlare in modo decente – soprattutto per colpa tua, eh – però devo ammettere che sei cambiato e... voglio darti una possibilità."
"Una possibilità?" chiese il biondo, continuando a perdere capelli.
"Si. Ho notato tante cose di te che prima della guerra non avresti mai fatto e ritenevo opportuno dirtelo."
Nott non aveva aperto bocca ma da quel che Draco poteva capire, c'era una buona dose del suo zampino nei pensieri della riccia.

"Devo andare." Mormorò il medimago, spezzando quel silenzio.
"Si, anche io devo tornare alla Tana."
Draco annuì e guardò i due allontanarsi, verso il punto di smaterializzazione.
Hermione gli sorrise prima di sparire e Nott abbassò il capo in un cenno di saluto, smaterializzandosi subito dopo di lei.

Le cose che erano accadute in quel poco lasso di tempo, sembravano infinite.
Harry era caduto nella sua vita come una bomba ed aveva cambiato tutto.
Aveva aggiustato i rapporti fra lui e le altre persone, gli aveva dato fiducia ed una seconda possibilità.

Ancora una volta, si sentiva in debito con quel ragazzo.
Più la sua vita andava avanti, più Harry lo costringeva a seguirlo, a rincorrerlo.
Se non fosse stato incosciente, probabilmente, Draco gli avrebbe urlato che lo stava facendo apposta.   

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