Against the Wind

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  Against the Wind
Controvento
Cap.30





Hermione si sedette sulla panchina dell'Hyde Park, davanti al Serpentine Lake, stringendosi il cappotto per non tremare.
Non le erano mai piaciuti i laghi artificiali, preferiva la natura cruda e vera ma non le dispiaceva, però, quel lago... Le donava tranquillità.

Aveva in mano un enorme tomo con all'interno tutte le pagine che descrivevano il modo per dividere Draco ed Harry.
Aveva cercato in lungo ed in largo, aveva raccolto appunti, pezzi di giornale, pagine strappate e poi, finalmente, era riuscita ad arrivare alla soluzione.

Secondo gli appunti che aveva trovato, per dividere lo schiavo dal padrone bisognava che in entrambi gli individui ci fosse stabilità magica, fisica e psichica.
Hermione immaginò che Harry non era nel pieno delle sue forze ma probabilmente sarebbero, comunque, riusciti a dividerli.

Aveva chiamato Nott per farsi raggiungere nella Londra babbana, cosicché da non destare troppi sospetti nei passanti.
Certo, avrebbe potuto inventare una balla ma se qualcuno avesse scoperto di cosa discutevano, sarebbe andato tutto in malora.

Un ragazzo dai capelli scuri fece capolino dal roseto e la riccia gli fece segno con la mano, riconoscendolo.
Non avrebbe mai immaginato che quel Serpeverde fosse così educato ed intelligente.
Non che quella casata non fosse intelligente o maleducata, ma Hermione aveva storto il naso più di una volta.

"Hey" gli sorrise Nott.
"Grazie per essere venuto oggi."
"Oh, non fa niente..." arrossì il moretto "Tanto non avevo nulla da fare..."

Quel che Hermione non sapeva era che Theodore aveva mentito spudoratamente.
Aveva disdetto quattro appuntamenti e saltato due pazienti per raggiungerla in quel parco ed aiutarla a trovare un modo per salvare l'amico.

Theodore non aveva mai pensato ad Hermione in quel modo, non si era neanche mai esposto troppo ma quei giorni l'aveva conosciuta abbastanza per nutrire in lei sentimenti d'apprezzamento...
Hermione Granger era una splendida ragazza, amava i suoi ricci ribelli e mai sistemati, amava i suoi occhi nocciola ed amava le sue labbra arricciate quando si arrabbiava con Draco.

"Ti posso offrire una cioccolata calda?" le chiese, tornando ai suoi pensieri, guardandola tremare.
"Oh, saresti davvero gentile... qui fa davvero freddo."
"Vieni" le disse sorridendo "Conosco un posto niente male."

°°

Hermione non avrebbe mai immaginato che potessero esistere posti del genere nel mondo.
Non era mai stata in un bar libreria e la scoperta di quel locale gli aveva risollevato tutta la giornata, anche meglio del fatto che poteva dividere il suo migliore amico da Malfoy.

"Wow..." pronunciò, guardando i libri sugli scaffali attaccati ai muri "E si possono leggere?"
"Certo" gli sorrise Nott "Puoi prendere qualcosa e leggere i libri... sapevo che ti sarebbe piaciuto."
"Come fai a conoscere un posto così?"

Più si inoltravano nel locale, più gli occhi di Hermione si trasformavano in cuoricini palpitanti e pronti a divorare ogni pagina di ogni libro di ogni scaffale presente in quel posto.
Theodore scostò una sedia e la fece sedere.

"Mi piace leggere e vengo molto spesso qui... Sì sta bene e nessuno disturba."
La riccia aveva notato, infatti, che le persone parlavano a bassa voce e generalmente poco rispetto ad un normale bar del centro.

Il moretto si sedette davanti a lei e subito un cameriere dall'aria impettita si presentò al tavolo.
Theodore ordinò due cioccolate calde con tanto di panna e polvere al cacao con marshmallows aggiunti.

"Oddio, questa sera mi sentirò sicuramente male con tutta questa cioccolata" ridacchiò Hermione, appoggiando il libro sul tavolo.
"Probabilmente" sorrise di rimando il ragazzo.

La cioccolata arrivò dopo qualche minuto ed i due cominciarono ad assaggiarla in silenzio, presi da quei marshmallows troppo buoni per non gustarseli tranquillamente ed al caldo del locale.
Quando le tazze furono vuote a metà, Hermione decise di aprire il libro.

"Allora..." cominciò un po' scocciata "Ho trovato questo modo per dividerli ed è il più sicuro che ho preso in considerazione."
Nott prese i fogli che la ragazza gli porse e cominciò ad esaminarli.
"Secondo queste scritture, il legame di Schiavitù ha un contro incantesimo ma per farlo bisogna che entrambe le parti siano d'accordo e che stiano bene fisicamente, psicologicamente e che..."
"E che abbiano un'ottima stabilità magica."
"Sì" annuì la ragazza.

Theodore si perse qualche secondo nel guardare le pergamene e gli appunti della ragazza e poi si portò una mano sul mento, sospirando.
"Mi dispiace dirtelo Hermione ma... Potter non può affrontare questo contro incanto."
"Perché?" chiese la riccia, un po' amareggiata.
"Se una delle due parti non è stabile, l'incanto avrà degli effetti negativi" mormorò "In questo caso" riprese poi "E' Potter ad essere in svantaggio e questo gli procurerebbe un sovraccarico magico che lo porterebbe ad un collasso colossale... Altro che punizione dettata dal legame, rischieremo di farlo entrare in coma."

La ragazza si portò le mani alla bocca, un po' spaventata.
Non avrebbe mai messo così in pericolo il suo amico e si diede dell'intelligente quando ricordò di aver avuto l'idea di sentire Nott prima di effettuare il contro incanto.

"Non hai trovato altri metodi? Qualcosa in cui non serva la stabilità magica?"
"No..." sospirò la ragazza "Ogni metodo ha sempre una nota negativa ed il novanta per cento sono pericolosi e portano alla morte di uno dei due..."
Theodore sospirò e diede i fogli alla ragazza.

"Credo che questo sia il metodo ufficiale..."
"Ufficiale?" gli chiese il corvino.
"Sì, il contro incanto vero e proprio..."
"Beh, basta aspettare che Potter stia meglio, no? Così poi potremmo liberarlo senza problemi."

Hermione annuì e sorrise, rimettendo tutto a posto per poi chiudere il libro e riafferrare la tazza.
Nott la guardò un po' dispiaciuta per il fatto che non poteva liberare fin da subito il suo amico e decise così di farle un piccolo regalo.

"Aspettami qui" gli disse "Torno subito" e si alzò, andando verso le casse.
La ragazza lo guardò parlottare con un cameriere e poi vederlo annuire e sparire dietro una porta.
Sembrava diverso dalla scuola, anzi, era diverso ma quel giorno sembrava particolarmente... preoccupato per lei.

Quando tornò, in mano, teneva una bustina di marshmellows colorati.
Hermione li guardò battendo le ciglia per poi alzare il viso verso quello del vecchio compagno di scuola Serpeverde.

"Tieni, è un regalo per te" le sorrise.
"Come mai?" chiese lei che, di Serpeverde, ne conosceva bene i doppi giochi.
"Perché ti ho vista triste e mi dispiace."
"Oh..." mormorò lei, alzandosi e prendendoli, guardandoli per poi arrossire un po'. "Ti ringrazio, non dovevi..."
"Non preoccuparti... Possiamo andare."
"Ed il conto?"
"Offro tutto io... Te l'avevo detto, no?"

Hermione uscì dal locale sovrappensiero e con il libro stretto fra le mani.
Theodore Nott era un perfetto gentiluomo, intelligente, dolce, attento ai particolari, studioso, pulito e rispettoso dell'ambiente.
Era tutto il contrario di Ron e questo la stava scombussolando un pochino.

"Oh, beh..." fece, un po' in imbarazzo, guardando il moretto "Ti ringrazio tanto allora..."
"Di niente, se ti serve altro non esitare a chiamarmi."
"Sì, ne sono sicura" e, mentre indietreggiava per andarsene, qualcuno le diede una spinta poco gentile e finì con il corpo addosso a quello di Theodore.

Nel momento in cui vide che il ragazzo la stava sostenendo con le sue braccia mentre se la prendeva con il babbano, si rese conto di quanto Nott fosse più minuto di Ron, delle sue braccia poco muscolose, il petto poco rifinito, la barba assente ed il profumo... beh, diverso.

"Hermione?"
Il suo nome la risvegliò da quei pensieri ed alzò di scatto la testa verso l'alto, un po' presa alla sprovvista.
Theodore allungò una mano sul suo viso, togliendo una ciocca ribelle che si era incastrata alle sue labbra e poi si avvicinò ad esse.

La riccia ci mise qualche secondo a rendersi contro che il moretto stava per baciarla e prima che le loro labbra si toccassero, si distanziò spingendolo di scatto, sgranando gli occhi e stringendo il libro come se fosse l'unica cosa che la tenesse ancorata alla realtà.

"Ah... scusa io..."
Theodore la guardò senza dire nulla, immaginando che una qualsiasi parola sarebbe risultata sbagliata in quel momento.
"Devo... Devo tornare da mio marito..." mormorò Hermione, girandosi di spalle "Sì... Da mio marito... scusa..."

°°

Ginny aveva passato tutto il giorno a sistemare la camera dei genitori per far sì che la nuova coppietta del momento alloggiasse con tranquillità.
Era rimasta delusa dal comportamento di Harry ma immaginò che fosse tutta opera dello scombussolamento.

Aveva sistemato le cose, cambiato le lenzuola, profumato la stanza e lavato il pavimento.
Aveva anche avuto la bizzarra idea di mettere del peperoncino in polvere sul cuscino del biondo quando si sarebbe presentata l'occasione ma poi aveva immaginato che sarebbe stata sgamata subito.

Quando la porta della tana si aprì e si richiuse, scese al piano di sotto, sorridendo alla riccia.
"Bentornata, allora?" le chiese, convinta che avrebbero diviso i due il giorno dopo.
"Niente da fare Ginny..." sospirò la ragazza "Bisogna aspettare."
La rossa annuì e si mise ai fornelli.

Ron entrò nella cucina con accappatoio e ciabatte pelose, starnutendo come pochi.
"Bendornada Hermione" gli disse, con il naso attappato.
"Ti sei preso il raffreddore?" gli chiese, sospirando ed alzandosi.
"Un bo'..." borbottò, stringendosi l'accappatoio.
"Guarda che così peggiori la situazione" gli rifilò la sorella, gesticolando con il mestolo.

Hermione sorrise accarezzando il viso del rosso e gli diede un piccolo bacio sul naso.
"Vatti a vestire, ti preparo una buona tazza di The."
"Noooo..." brontolò lui. "Non voglio il Dè!"
La riccia gli pizzicò una guancia e poi si avvicinò alla dispensa.
"Muoviti, forza."

Ron sbuffò e si diresse verso le scale, mentre la ragazza sorrideva.
Era questo che le piaceva di quel ragazzo... Come la faceva sentire lui, come la faceva divertire lui...
C'era però da dire che Theodore Nott era di tutt'altra stoffa.

§§

Mentre gli elfi preparavano la cena, Draco si era messo di nuovo nello studio a controllare i documenti con la Bulstrode.
Tra Harry ed i suoi amici non aveva concluso un ciufolo ed era sicuro che Zabini prima o poi lo avrebbe ucciso se ritardava ancora.

Harry, invece, aveva preso il vecchio album di foto e si era messo a sfogliarlo, guardando i vecchi compagni di scuola.
Si fermò sulla foto dell'ES e sorrise un po', al ricordo di quanto aveva combattuto per... Per cosa?
Non ricordava bene il perché dell'ES, sapeva solo che ne era stato lui il creatore.

"Draco..." mormorò, toccando con le dita la foto.
"Sì?" rispose quello, alzando il viso dal contratto.
"Perché ho creato l'ES?"
Il biondo sospirò e chiuse tutto, immaginando che, anche quel giorno, non avrebbe concluso nulla.

"Diciamo che non ne conosco a bene i particolari" cominciò, sedendosi accanto a lui "Ma era qualcosa contro la Umbridge. La ricordi?"
"Quella specie di rospo rosa?"
Draco ridacchiò ed annuì.
"E com'è andata a finire?"
"E' andata a finire che hai vinto tu, come sempre" ridacchiò il biondo, accarezzandogli i capelli.

"C'è una cosa che non capisco" mormorò Harry, sfogliando le pagine "Perché adesso andiamo d'accordo quando a scuola... ci odiavamo?"
"Credo sia stata mancanza di dialogo."
"Con te non si poteva dialogare a quel che ricordo."
"Ah, non ricominciare" borbottò il biondo.

Il corvino chiuse il libro e guardò l'altro, un po' indispettito.
"Perché ogni volta fai così? Anche prima... Non riesci proprio ad essere educato?"
"Potter, io sono educato."
"No, non lo sei. Ti sei comportato male anche quando Hermione ha fatto la gentile."
"E quindi?"
"Dopo che l'hai chiamata Sanguesporco per anni, dovresti almeno non fare il maleducato con lei."

Draco sospirò e si alzò, versandosi un po' di whisky.
"Potter, le cose non sono facili per me. Ritrovarmi fra di voi dopo quello che è accaduto è strano e buttare all'aria vent'anni della mia vita per..."
"Per me?" chiese il corvino, alzandosi "Buttare tutto all'aria per me è stupido, vero?"
"Non ho detto questo" replicò Draco.
"Beh, ma l'hai fatto intendere benissimo. Grazie tante" e, detto questo, lasciò l'album sul tavolino e si diresse in camera.

Il biondo strinse i pugni e lanciò il bicchiere a terra, frantumandolo in mille pezzi di vetro.
Crunchy arrivò subito, preoccupato per l'incolumità dei due ragazzi e quando vide la scena sospirò, abbassando dolcemente le orecchie.

"Pulisci tu per favore..." mormorò Draco, afferrando i contratti "Devo finire di lavorare."
"Padrone, se posso-"
"No, non puoi."
L'elfo vide il ragazzo uscire dalla stanza senza aggiungere altro e scosse la testa.

"Tutto bene Crunchy?"
Priscilla entrò nella camera dopo qualche minuto, un po' triste e l'altro fece di no con la testa, mentre puliva la macchia di Whisky dal pavimento.
"Cos'è successo?"
"Hanno litigato di nuovo, non so per cosa."
La piccola elfa annuì e guardò il disastro.
"Vado a parlare con Harry Potter."

°°

Harry non si presentò alla cena e Draco ne rimase profondamente deluso.
Avrebbe tanto voluto far pace con il ragazzo ma la sua testardaggine lo teneva incollato alla sedia del salottino, con metà contratto davanti ancora da leggere.

Era riuscito a recuperarne un bel po', le falle che la ragazza aveva scritto pur di accaparrarsi tutto erano tante ed il biondo diede mentalmente dell'imbecille a Zabini per non essersi accorto di quante stronzate la Bulstrode aveva scritto su quei pezzi di carta.

Quando la porta si aprì e la testa del corvino fece capolino, Draco chiuse il contratto e si alzò dalla sedia, felice di vederlo lì, in quella stanza.
Lo aveva perdonato?

Harry entrò e si chiuse la porta dietro con il viso abbassato ed il biondo lo raggiunse piano, senza dire nulla.
Lo conosceva bene quel detto: una parola è poca, due son troppe.

Allungò una mano sul viso del ragazzo e gli accarezzò le guance, fino ad arrivare alle labbra.
Il corvino alzò il viso, schiudendo la bocca e leccando le dita, avvicinandosi al biondo di più per mettersi poi in punta di piedi e baciarlo, chiudendo le braccia intorno al suo collo.

Draco lo strinse forte e lo tirò verso il divanetto, facendolo sedere a gambe aperte sulle sue cosce, aprendogli piano i pantaloni.
Harry cominciò ad ansimare da subito, senza opporsi, continuando a baciare le labbra fine del biondo padrone di casa.

Draco non era sicuro che il compagno ne avesse voglia di sua spontanea volontà, ma lo avrebbe comunque coccolato e viziato, in modo tale che alla fine di tutto Harry non sarebbe scappato da quello che insieme andavano a creare.

Abbassò di poco l'intimo del corvino e cominciò ad accarezzarlo, spingendo il pollice sulla punta del membro per stuzzicarla fino a far uscire gemiti di frustrazione dalle labbra del corvino.
Mosse di poco la pelle e tornò poi ad accarezzare la lunghezza, baciando e seviziando il collo di Harry con le labbra e con i denti.

Il corvino si ancorò alle spalle di Draco e si lasciò coccolare, chiudendo gli occhi e muovendo di poco il bacino, baciando quand'era possibile le labbra del compagno, ansimando e gemendo vergognosamente.
Non lo avrebbe mai ammesso ma amava intensamente quando il biondo lo toccava in quel modo, facendolo andare letteralmente in paradiso.

Opera dell'afrodisiaco o meno, i due si baciarono fino alla fine, mentre Draco lo accarezzava e lo seviziava dolcemente, fino a farlo ingrossare al limite.
Lo spinse poi sdraiato sul divano, spogliandolo ed aprendosi i pantaloni, accarezzandogli il forellino di muscoli fra i glutei con due dita.

Harry si poggiò le mani sul viso ed aprì le gambe fino al limite, ansimando velocemente.
Il biondo poteva vedere il dolce rossore sulle gote e si abbassò al livello delle labbra, baciandole e mordendole.

"Non coprirti il viso, voglio vederti."
"No... non in questo modo..."
"Ormai credevo che avessimo raggiunto una certa intimità."
"S-stronzo..."

Draco sorrise e gli morse il collo, lasciandogli un enorme segno violaceo, segno della possessione che esercitava su quel corpo mal ridotto e schiavizzato da troppo tempo.

Harry si contorse quando il biondo aprì le dita al suo interno, girandole di trecentosessanta gradi per allargarlo il giusto necessario a non fargli male e poi gemette, togliendo le mani dal viso per guardarlo, rosso come un peperone.

"Sei bellissimo..." gli sorrise Draco, baciandogli le labbra e sfilando le dita.
"T-tu non intendevi quello... prima, vero?" chiese, sentendo il membro del biondo premere contro la sua apertura.
"No Harry..." si spinse il biondo, stringendolo "Non avrei mai detto quelle cose..."
"I-io ho paura... se tu mi lasci, io non so cosa fare" miagolò il corvino, inarcando la schiena e passando le braccia intorno al corpo del compagno.
"Non ti lascio... Ricordi? Anche io."

Una lacrima traditrice uscì dagli occhi di Harry, mentre si faceva ingoiare ancora da un altro bacio del biondo padrone di casa, facendosi penetrare e toccare senza più pudore, senza muri, con solo amore e sentimento.

Draco sentì che da una parte stava sbagliando.
Harry si stava sempre più attaccando a lui e questo avrebbe comportato che il corvino non avrebbe provato sentimenti verso la sua persona, ma solo bisogno.

Theodore aveva detto che il ragazzo avrebbe avuto un collasso mentale se fosse stato lasciato da solo ma continuare a viziarlo in quel modo significava renderlo qualcun altro, qualcuno che non era Harry Potter, qualcuno che Draco non amava.

Si coccolarono e viziarono fino al culmine del rapporto, quando Draco venne all'interno del corpo di Harry ed Harry sulla camicia di Draco.
I giorni cambiavano ma le situazioni no ed il biondo non aveva ancora imparato a spogliarsi dopo la prima volta che il corvino gli era venuto sul vestiario.

Draco uscì dal compagno e si diede una ripulita, mentre l'altro stringeva le gambe e si attaccava al suo corpo, stropicciandosi gli occhi e sbadigliando come un povero morto di sonno.

"Sono... contento che mi porti da loro" iniziò Harry, dopo un po'.
"Lo faccio per proteggerti... lì ti controlleremo meglio e probabilmente verrai preso di mira di meno."
"Però sono... felice lo stesso.
Tu mi rendi felice."

Ci volle qualche minuto prima che Draco recepisse quella frase e ce ne vollero altri dieci per formulare una risposta che non lo avrebbe fatto balbettare o passare da stronzo.

Perché Harry riusciva sempre a ridurlo in quel modo, che lo volesse o meno e Draco si era stufato di fare figuracce.

"Sai, Harry..." cominciò, accarezzandogli i capelli "Anche tu mi rendi felice."  

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