Ups & Downs

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  Ups & Downs
Alti e bassi
Cap.14





Theodore aveva lasciato il manor, raccomandando al biondo di non far arrabbiare Harry più di quanto già non lo fosse e di riuscire a fargli smaltire l'afrodisiaco in modo veloce.
Draco gli aveva detto che ci avrebbe provato ma che, ovviamente, la cosa non sarebbe stata semplice.

Il corvino non si era mai fidato di lui, ossessione o meno, durante gli anni scolastici, Harry lo aveva sempre guardato con grande diffidenza.
Sin dal primo anno, in quel maledetto treno diretto ad Hogwarts.

Lo aveva aiutato dopo la guerra, questo era vero, ma solo per ricambiare il fatto che sia lui, Draco Malfoy che sua madre, Narcissa, lo avevano salvato da una morte certa.
Era stato gentile.

Si diresse verso la camera di Harry, torturandosi le mani e cercando qualsiasi cosa da dire per scusarsi e fare pace. In mente, però, non gli veniva nessuna idea, tranne la brillante genialata di dirgli che lo avrebbe reso uno schiavo di nuovo.

Davvero geniale, Draco, si disse, sbuffando e fermandosi davanti la stanza del ragazzo.
Cosi geniale che dovrebbero darti un premio.

Spinse di poco la porta ed entrò, richiudendola dietro di lui.
Priscilla era seduta a terra e sorrideva al corvino che giocava dolcemente con le sue orecchie. Quando quello, però, sentì il rumore della porta, si alzò guardando Draco e rabbuiandosi.

"Cosa vuoi...?"
Draco sospirò e si avvicinò ma Harry scattò all'indietro, con le mani alzate.
"Non ti avvicinare!"
"Stai calmo, non ti tocco." Tentò lui, fermandosi per acquistare la sua fiducia.

Harry lo guardò e girò il viso, arrossendo.
"Volevo scusarmi per prima. Ho esagerato, lo ammetto."
Il corvino non disse nulla ma alzò di poco gli occhi.
"Non farò mai quello che ti ho detto. Ero solo... Preoccupato per te, davvero."

Harry si mosse sul letto, stringendo le gambe.
"Perché dovrei fidarmi di te?"
"Non ti chiedo di fidarti ma di ascoltarmi."
"Tu mi hai stuprato!" urlò Harry, quasi con gli occhi lucidi.

Draco si morse la punta della lingua e si avvicinò.
"No, non avvicinarti!"
"Non ti faccio niente. Parola di Malfoy."
Harry non sembrò davvero convinto ma abbassò la guardia, spostandosi, però, all'indietro.

"Harry, ascoltami... Quando ti ho trovato, volevo solo rimandarti dai tuoi amichetti ma quando ci hanno legato ho dovuto tenerti. Nessuno tranne me e Theodore sanno del tuo problema. No, anche la Granger lo sa."
"Granger?"
"Hermione. E' una tua carissima amica. Sono sicuro che quando recupererai la memoria, ti farai spiegare tutto da lei. Non la lasciavi mai in pace, credo che senza il suo genio saresti morto durante tutti questi anni."
Harry storse la bocca, ansimando un poco.

"Ieri... Un mangiamorte è venuto a casa mia."
"Cosa?!"
"Si, ecco... Uno che non è andato ad Azkaban, quella famosa prigione..."
Il corvino sembrò molto contrariato dalle parole del biondo e Draco immaginò che dovesse sbrigarsi a parlare, prima che la poca fiducia rimastogli svanisse in poco tempo.

"In sostanza, lui ti ha visto e tu sei andato in crisi."
"Perché mi stai raccontando tutto questo?"
"Quando sono riuscito a mandarlo via con l'aiuto di Crunchy, tu eri davvero sconvolto ed eri sopraffatto della paura. L'afrodisiaco si è nutrito di ciò e ti ha costretto a chiedermi di più di un semplice tocco."

Harry sembrò trattenere il fiato e immergersi nei suoi pensieri.
"Fin'oggi ti ho sempre e solo toccato, non ho mai voluto farlo ma ieri sera eri così..." si morse il labbro, Draco.
Harry abbassò il viso e si strinse di più in sé stesso.

"Mi dispiace, non volevo farlo con te che eri incosciente, io..."
"Non fa niente."
"Eh?" Il biondo alzò un sopracciglio e lo guardò un po' scettico.

"Ho capito... L'hai fatto per me. Immagino che... non sia piaciuto neanche a te."
Draco avrebbe voluto ribattere, dire che in verità era stato magnifico e che se non fosse stato per il bisogno imminente dell'altro, avrebbe gustato quel momento in modo più lento e completo.

"Già..." rispose solo, abbassando lo sguardo.
Harry alzò il viso e si morse il labbro, piegandosi su sé stesso ed arrossendo furiosamente.
Draco immaginò il perché di quella situazione e si avvicinò lentamente, cercando di non far insospettire troppo il corvino.

"Harry... Che ne dici se..."
"N-no... Non voglio che mi tocchi."
Il biondo sospirò e si stese accanto a lui, cercando di fargli sentire che era presente, che non l'avrebbe abbandonato in quel momento difficile.

"Perché non vuoi che ti aiuti?"
Harry alzò il viso e sembrò ingrugnirsi.
"Dopo tutto quello che è successo e quello che, immagino, non ricordo, perché vuoi farlo? Non mi odiavi? Non hai detto che non ti è piaciuto?"
"Io te lo devo, aiutarti e-"
"No!" gli rispose Harry, distanziandosi. "Non mi devi più nulla, da oggi sei libero da qualsiasi preoccupazione."

Draco sbuffò e si alzò.
Harry aveva cancellato tutto quello che erano stati in quel mese, tutte le belle cose, le confessioni, i giochi, l'intimità, il piacere, la voglia...
Tutto.

"Hai intenzione di rimanere così?"
"S-si..."
Draco annuì e sospirò, avvicinandosi alle tende per aprirle un poco.
Si sentiva così sbagliato in quel momento.

"Hai fame? Posso farti portare qualcosa."
"V-va bene."
Stupido testardo Grifondoro.

Draco chiamò Priscilla e quella, dopo aver appreso l'ordine, sparì.
Il biondo tornò seduto sul letto, sospirando al sentire il respiro pesante del corvino.
Perché Harry era così testardo?

Però poi ci pensò.
Ci pensò davvero a lungo su quella situazione e tutto il resto.

Se lui si fosse svegliato, nudo, con accanto Harry che sembrava preoccupato per lui e gli diceva che l'avrebbe aiutato a smaltire una droga attraverso il sesso, si sarebbe fidato e fatto toccare?
No, certo che no.
Non l'avrebbe mai fatto.

Sospirò mentre Priscilla compariva alla porta, portando con sé un ricco vassoio di carne e verdure.
Si avvicinò al letto, poggiando la roba sulle lenzuola e poi sorrise al corvino.
Schioccò le dita leggermente e, con un taglio preciso e netto, la carne si divise in tanti piccoli pezzi tagliati, più comodi da mangiare.

"Grazie, Priscilla." Mormorò il biondo, sorridendole.
Priscilla sorrise e poi guardò Harry, spingendo il vassoio verso di lui.
Draco fece appena in tempo a girare il viso, prima di vedere il corvino abbassare gli occhi e guardare la carne. Lo stava osservando?

Harry fece perno sui gomiti e lentamente si avvicinò al vassoio, sedendosi con le gambe unite ed il viso arrossato. Acchiappò la forchetta e infilzò i pezzi di carne, portandoli lentamente alla bocca alternandoli ogni tanto alla verdura.

"Priscilla, mi porti un bicchiere di Whisky?"
"Signore, non crede che deve prima mangiare, signore?"
Draco sospirò e guardò Harry fissarlo di sottecchi.
"No, tranquilla."
Priscilla annuì e sparì.

L'aria in quella stanza si era fatta molto pesante. Harry ansimava così forte che a volte non riusciva neanche a masticare.
Draco odiava la sua determinazione ma, poi, si rese conto che era proprio quella che lo aveva colpito.

"Non... Non c'è bisogno che rimani qui."
"Mh?" fece il biondo, guardandolo.
"Non devi starmi accanto."
Draco sospirò ed accavallò le gambe spostandosi con il peso su un braccio.

"Non vuoi la mia compagnia?"
"Non voglio che mi salti addosso."
"Non lo farò."
Harry storse la bocca ed abbassò di nuovo lo sguardo sul piatto.

"Ancora non ti fidi di me, vero?"
"Non ho abbastanza ricordi per farlo..." rispose il corvino, quasi scocciato da quel fatto.
"Ricorderai..." sorrise Draco.

Priscilla tornò con un bicchiere in mano e lo diede al biondo che, sorridendole, le indicò di poter andare e lasciarli soli.
Draco si sistemò seduto sul letto e portò il bicchiere alle labbra, ma prima di poterne bere un goccio, una mano bianca e tremante gli bloccò il polso.

"Harry...?"
"N-non bere... Ti fa male a... a stomaco vuoto..." mormorò, avvicinandosi e lasciando scivolare il vassoio di lato.
Draco lo guardò appoggiarsi al suo petto e prendergli il bicchiere, tenendolo poi fra le mani.

Qualcosa, fra le sue gambe, si risvegliò quando il corvino si appoggiò con una spalla completamente a lui, scivolando poi seduto contro il suo petto, con il fiato corto e la schiena appoggiata alla cravatta del suo completo.

"Ti preoccupi per me?" sorrise Draco, sistemandosi in modo che Harry stesse più comodo seduto fra le sue gambe.
"E'... Sono fatto così..." rispose il corvino, guardando il liquido muoversi nel bicchiere.
"E' vero..." cominciò il biondo, allungando delicatamente un braccio intorno al suo bacino. "Vuoi assaggiarlo?"
"Cosa?"
"Quello." Commentò Draco, indicando il whisky.

Il biondo guardò Harry osservare il bicchiere e rigirarselo fra le mani, come se avesse qualcosa di davvero delicato fra le dita. Lo vide poi avvicinare il bordo del bicchiere alle labbra ed ingurgitare un po' del liquido contenuto all'interno, tossicchiando.

"Tutto bene?" domandò Draco, prendendo il bicchiere.
"N-non mi piace..." rispose quello, tossicchiando ed ansimando ancora.
Draco poggiò il resto che ne rimaneva sul comodino e poi indietreggiò sul letto, trascinando con lui Harry che, preso alla sprovvista, si attaccò al braccio che gli cingeva il corpo.

"Ti fa male qualcosa...?" chiese il biondo, spostando i capelli dell'altro di lato, poggiando delicatamente le labbra sul suo collo.
"Mhn... No..." ansimò quello, piegando leggermente la testa.
"Hai il respiro irregolare..." continuò allungando una mano sul petto del corvino, massaggiandolo delicatamente.

Harry gemette dolcemente e si piegò ancora, chiudendo le gambe di scatto ed arrossendo, togliendosi gli occhiali e stropicciandosi gli occhi impacciato.
Draco si addolcì a quelle movenze. Harry era ancora fuori di sé, ma se quella parte di lui era vera, immaginò che avrebbe dovuto difenderlo a tutti i costi.

"D-draco..." ansimò il corvino, aprendo la bocca.
"Dimmi..." mormorò il biondo, leccandogli e succhiandogli il collo, accarezzandogli il petto.
"A-avevi promesso c-che... che non... mi avresti toccato..." gemette Harry, facendo finta resistenza.
"Ma tu vuoi essere toccato, vero?"
"Mh..."

Draco sorrise ed immaginò che l'alcol, misto all'afrodisiaco, aveva creato nella sua mente un moto di voglia irrefrenabile. Avrebbe tanto voluto prenderlo lì, con lentezza e con totalità, facendo quello che lo notte precedente non era riuscito a completare.

Poi però si fermò, prima di arrivare al suo inguine.
Aveva promesso che non l'avrebbe toccato sul suo nome ed ora?
Lo aveva ingannato per poterlo toccare e fare suo.

Non capiva, non capiva proprio perché si fosse ridotto in quel modo.
Non lo stava facendo per Harry, no.
Lo stava facendo per sé stesso, per dare pace alla sua maledetta voglia.

Draco si rese conto che, per l'ennesima volta, stava facendo l'ipocrita ed egoista.
Non stava agendo per il bene del ragazzo che, in quel momento, gli stava gemendo fra le braccia, strusciandosi contro di lui senza memoria.
Stava agendo per dar sfogo a quella voglia che, per un mese, aveva represso.

Allargò le braccia e lasciò che Harry si spostasse delicatamente da lui, ansimando e guardandolo con una strana luce negli occhi.
Si vergognò. Si vergognò veramente tanto di aver sfruttato quella debolezza per stare meglio.

"Scusami..." disse solo, Draco, guardandolo e sospirando.
"V-va be-ne... Mi... Mi hai la-lasciato..." commentò a mo' di risposta il corvino, rinchiudendosi a riccio e ansimando su sé stesso.
"Vorrei aiutarti ma... Non so come fare, mi dispiace..."
"Sto... Sto bene. V-va bene così..."

Draco non ci giurò molto ma, quando Crunchy si materializzò nella stanza, la realtà gli piombò in pieno viso.
"Signore, suo padre..."
"Si, digli che scendo subito, fallo accomodare nel salottino."
Crunchy annuì e sparì.

Draco si alzò dal letto e si sistemò la cravatta, guardando il corvino annaspare.
"Harry, io ho delle cose da sbrigare... Ti chiedo di non scendere e di rimanere qui... Priscilla ti accudirà."
"Mh..."
"Harry..."
"Va-va bene, non ti avvicinare..."
Il biondo lo guardò e, sospirando, si diresse fuori dalla camera, chiudendosi la porta dietro.

§§

Draco non aveva mai visto suo padre così arrabbiato, in tutta la sua vita.
Aveva un'espressione da persona delusa ed infuriata, raggirata e trafitta.

Nel suo lungo cappotto bianco, Malfoy Senior sfoggiava tanta bellezza quanta regalità.
I lunghi capelli biondi erano legati indietro in una lunga treccia, fermata da uno sgargiante fiocco di velluto azzurrino.
La giacca era squadrata ed azzurra ed i pantaloni bianchi finivano in dei lussuosi mocassini del medesimo colore.

"Mi auguro che tu sappia darmi delle spiegazioni, Draco."
Il biondo sbuffò ed indicò al padre di entrare nella saletta, seguendolo subito dopo morsicandosi la punta della lingua. Non sapeva proprio cosa dirgli.

Lucius si accomodò su una delle poltroncine e Crunchy comparì immediatamente, prendendo due bicchieri di Martini e versando successivamente il liquido rosso all'interno.
Draco si sedette e si portò le mani fra i capelli, inumidendosi le labbra cercando di pensare a qualcosa di inattaccabile.

"Allora?" domandò Malfoy Senior, una volta bevuto un goccio di Martini.
"Padre, io l'ho fatto per riscattarmi di tutto quello che ha fatto per noi!"
"Draco, tu ti rendi conto che se il ministro viene a farci un controllo e trova Potter nel manor, ci spediscono ad Azkaban ancora prima di muovere un muscolo?"

Draco, effettivamente, non aveva pensato a quel tipo di problema.
Dopo la scomparsa di Harry ed il trasferimento dei Malfoy, il ministero aveva cominciato a controllare i manor degli ex mangiamorte e, fortunatamente, il suo aveva ricevuto l'ultima visita qualche giorno prima del ritrovo del corvino.

"Non... Non ci avevo pensato."
A Lucius scappò una risata isterica e si mosse sulla poltrona nervosamente, accavallando le gambe.
"Dovevi pensarci, Draco! Pensavo di aver fatto un ottimo lavoro con te!"
Il biondo sbuffò e si alzò dalla poltroncina, cominciando a camminare nervosamente per la stanza.

"Senti, il ministro ha detto che sarebbe tornato dopo le vacanze di fine anno, perciò fino a metà Gennaio non ci saranno problemi!"
"I problemi ci sono, invece, visto che ora siete legati da un legame di schiavitù."
Draco sgranò gli occhi e si girò verso il padre, quasi scioccato.

"Cosa... Come fai a saperlo?"
Lucius si portò il bicchiere di Martini alla bocca e ne bevve un sorso.
"Aspetta..." ragionò allora il biondo "Tu... Tu sapevi dove si trovava Potter!"
Malfoy Senior alzò gli occhi e poi tornò a bere il Martini.

Draco non poteva crederci.
Non osava credere a quello che il padre gli aveva appena rivelato.
Lui sapeva dove si trovava Harry.
Lui sapeva tutto.

"Perché non me l'hai detto?!"
"Perché Potter è perseguitato da un uomo che ucciderà chiunque pur di averlo con sé e non voglio che, una volta incontratoti, faccia qualcosa anche a te!"
"L'uomo col serpente?"

Lucius lasciò il bicchiere e lo guardò scettico, alzando un sopracciglio.
Draco, allora, capì che suo padre gli aveva sempre mentito e che, a differenza di tutto quello che gli aveva raccontato, conosceva la storia di Harry fino in fondo.

"Tu sai tutto... Tu sai chi lo segue!"
"Draco, smettila di impicciarti di queste cose! Sai cosa vuol dire che ora sei nei guai?"
"Lui ti ha salvato da Azkaban!"
"Noi lo abbiamo salvato dal signore Oscuro!"
"Io e mia madre lo abbiamo fatto!" gli urlò contro, alla fine, Draco.

Lucius sembrò aver perso la battaglia e si mosse sulla poltrona, sospirando pesantemente.
Il biondo non poteva davvero credere alle sue orecchie ed un moto di repulsione verso il padre si fece largo al suo interno.
Come aveva potuto?

"Devo trovare il modo di liberarti da questo legame."
"Chi è?"
"Chi?"
"L'uomo col Serpente. E' Taipan, vero?"
Lucius lo guardò duro e si alzò dalla poltrona.

"Devi stare lontano dall'uomo col serpente e da Taipan. E' chiaro, Draco?"
"Quindi non sono la stessa persona?"
"Non ho detto questo!" rispose Lucius, ancora più arrabbiato.

Draco intuì che, anche se ormai era riuscito a sgamare molte verità, il padre non lo avrebbe mai aiutato e che doveva fare tutto da solo.

"Perché non vuoi aiutarlo?" chiese.
"Chi?" domandò Lucius, massaggiandosi le tempie.
"Potter. Perché non vuoi, ancora, salvarlo?"

L'uomo sospirò in modo pesante e si massaggiò ancora le tempie.
Draco, quando il padre lo guardò negli occhi, vide ciò che lo aveva tormentato durante il periodo del Lord.
Paura.

"Perché mi è impossibile Draco. Tu non conosci contro chi ti stai mettendo, ma io sì."
"Proprio per questo siamo avvantaggiati non credi?"
Lucius scosse la testa e si avvicinò alla finestra, incrociando le braccia.

"Chi è il mangiamorte che ieri è venuto al manor?"
"Non cambiare discorso!" si precipitò a dire Draco, infuriandosi.
"Chi è venuto, Draco?" domandò ancora Lucius, senza scomporsi.

Il biondo strinse i pugni e digrignò i denti.
Come poteva suo padre fargli quello?
Come poteva, per l'ennesima volta, tenerlo fuori dai suoi piani?

"Non sono più un bambino, maledizione! Raccontami chi è quest'uomo col serpente, dimmi chi è Taipan!"
"Draco ti ho detto di no!" si girò di scatto Lucius, guardandolo in modo fermo ed irremovibile.
"Ma perché? Siamo avvantaggiati! Possiamo difenderci, possiamo..."
"Ho detto di no."

Draco ringhiò ancora e batté un piede a terra, deluso dal padre, dalla situazione, da tutto.
Incrociò le braccia e si sedette sulla poltroncina, sospirando così forte che, probabilmente, anche Harry l'aveva sentito dal piano di sopra.

"Allora? Chi è questo mangiamorte?"
"Si chiama Marcus."
"Cosa?" domandò Lucius, girandosi verso il figlio.

"Marcus, biondo, occhi neri... Quello che venne a casa nostra durante il mio primo anno ad Hogwarts."
"Come fai a conoscerlo?!"
"Per sbaglio ci incontrammo nel corridoio."
"Draco, dimmi che l'hai trattato bene."
"Cosa?" chiese il biondo, alzando lo sguardo ed incontrando un Lucius spaventato.

"Draco, te lo chiedo di nuovo: dimmi che l'hai trattato con riguardo."
"L-lui ha scoperto di Harry ed ho dovuto atterrarlo e-" e non finì la frase.
Lucius era sbiancato sul posto.   

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