Mee Too

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  Me Too
Anch'io
Cap.28





Draco salì le scale del manor, torturandosi le mani e sospirando.
Dopo che il padre se n'era andato, aveva riflettuto sull'ultima discussione avuta con il corvino e si era sentito un emerito idiota.

Con tutto quello che provava per quel ragazzo, come poteva indossare la classica maschera Malfoy e trattarlo a pezze in faccia?
Doveva fargli capire che per lui era importante.
Doveva fargli capire, davvero, che stare assieme lo faceva sentire vivo.

Si avvicinò alla porta e, guardandosi intorno, bussò con cautela.
Non voleva ritrovarsi appiccicato al muro ancora prima di entrare nella stanza.

"Chi è?" si sentì da dentro la camera.
"Harry... sono io."
"Va via."
"Voglio parlarti... voglio dirti alcune cose importanti."

Un sospirò si fece largo nella stanza e poi dei passi, fino a quando il corvino non aprì la porta della stanza.
Draco fissò il ragazzo ed allungò una mano sul suo viso che, quello, dolcemente scansò.
Il biondo si morse il labbro e, per una volta nella sua vita, si fiondò nel coraggio: baciò Harry sulla soglia della porta, stringendolo e spingendolo verso il letto.

Il corvino all'inizio sembrò restio a quel che stava accadendo ma poi si lasciò trasportare e si sedette sul letto, sdraiandosi con il biondino accanto.
Si lasciò abbracciare, accarezzare e baciare, senza battere ciglio.

"Per cos'era questo?" si decise a chiedere, qualche secondo dopo che Draco gli liberò le labbra dalle sue.
Il biondo avvampò ed abbassò lo sguardo, imbarazzato dalla domanda.
"Ecco... Mi dispiace per prima."
"Tu che chiedi scusa?" sorrise il corvino, spostandogli una ciocca dal viso.
"Che intendi dire?" alzò un sopracciglio indispettito Draco, in risposta.

Harry decise deliberatamente di non rispondere e avventò sulle labbra del biondo, spingendolo sdraiato e sedendosi sul suo bacino, baciandolo dolcemente e passando le mani sul suo corpo, spostando la giacca e togliendogli il mono – occhiale.

"Sembri uno stupido vestito in questo modo."
"Ah, sì?" chiese Draco, ridacchiando.
"Sì. Non hai bisogno di tutta questa roba per sembrare un Malfoy, lo saresti anche nudo."
"Nudo?" si sbalordì l'altro.
"Beh..." si imbarazzò il corvino "Quando ecco... quando lo facciamo ti guardo..."
"Ma davvero?" ridacchiò ancora il biondo.
"Certo, perché tu non lo fai?"
Draco sorrise ed accarezzò il viso del ragazzo, baciandogli le labbra.

"Perché ti comporti sempre in quel modo?"
"Quale modo?" domandò Draco.
"Lo sai bene quale modo. Mi fai diventare scemo."
"Beh, non che cambi molto dal te al naturale."

Harry arricciò le labbra e pizzicò il braccio dell'altro, mentre quello ridacchiava e lo spingeva giù da lui, sedendosi e sistemandosi il vestiario.

"Prima mi tratti male e poi vieni qui a... ecco..."
"Che c'è, piccolo Grifondoro, la serpe ti ha mangiato la lingua?"
Draco si prese l'ennesimo pizzicotto, brontolando dal dolore.

"Voglio che mi rispondi sincero.
Perché lo fai?"
Draco sospirò e si appoggiò alla testiera del letto, un po' pensieroso.
Harry si avvicinò a lui e lo guardò curioso.

"Potter, senti, non-"
"Per una volta..." lo bloccò il corvino "Togliti quell'aria da principessa delle serpi che ti ritrovi e sii sincero.
Cosa pensi che possa fare, dirlo a tutti quelli che conosco?"
Il biondo lo fissò un po' e poi abbassò il viso.

Anche Harry si era accorto che indossava una maschera, un velo, qualcosa...
Lo faceva per non farsi scoprire dagli altri, per non farsi ferire, per non farsi calpestare per quel che era stato in passato.
Quel ragazzo, aveva ragione, doveva togliersi quell'aria da principessa delle...
Aspetta... cosa?!

"Come mi hai chiamato?!"
Harry ridacchiò.
"Principessa delle serpi."
"Stai scherzando, Potter."
"Sarebbe piaciuto ai gemelli Weasley."
"Immagino che avrebbero appeso cartelli per tutta Hogwarts."
"Vero" rise ancora il corvino, appoggiandosi al petto del biondo.

Draco sentì il cuore perdere un battito e poi riprendere, sempre più veloce.
Amava quando il ragazzo gli stava così accanto.
Lo sentiva vicino ed il suo profumo gli entrava nel naso fino a stordirlo.

"Mi piace quel che stiamo... avendo assieme" si decise a dire.
"Come?" si alzò il corvino.
"Mi piace quel che siamo... diventati.
All'inizio volevo solo contraccambiare quel che hai fatto per me."
"La famosa Azkaban?"
"La famosa Azkaban..." annuì Draco.
"Puoi ripetermi cos'era?"
"Azkaban è una delle peggior prigioni mai esistita a questo mondo... Non credo sarei sopravvissuto a lungo lì."
Harry annuì.
"Però quando ti ho trovato in quello stato ho pensato che avrei dovuto... ecco, fare altro.
Non ricordi ancora il tempo passato da... schiavo?"
"No..." si incupì Harry "Non ancora. Ricordo alcune persone e quando lo faccio, mi sale la vera e propria paura... Non so perché ma tutto il mio corpo non si muove e la mia mente riesce solo a ricordare dolore."
Draco allungò una mano sul viso del corvino e lo accarezzò dolcemente.

Quel ragazzo aveva sofferto tanto e non solo la sua mente gli impediva di ricordarlo – il che poteva essere una cosa positiva – ma il suo corpo non aveva dimenticato nulla della violenza subita.
Come la mente non aveva dimenticato la paura ed il dolore provati.

"Molte di quelle persone le ho trovate" gli mormorò il biondo "Attraverso tutte le compravendite fatte."
"E che fine hanno fatto?"
"Diciamo... che non le rivedrai mai più."
Harry lo guardò un po'.
"Le hai uccise?"
"Ho chiesto ad i miei uomini di occuparsene."
"Quindi sono morti."
"Andiamo Potter, se lo meritano!"
Harry abbassò il viso, un po' in contrasto con sé stesso.

"Cosa... provi per me?"
"Come?" si stranì Harry.
"Me lo hanno ripetuto sia i tuoi che i miei amici... Noi eravamo ossessionati l'uno dall'altro."
"Beh..." si imbarazzò il corvino "Tu mi davi sempre da pensare che nascondevi qualcosa..."
"Sospettoso, eh?"
"Sì... non ricordo bene, ma credo di averti fatto seguire anche da qualcuno."

Draco pensò un po' agli anni scolastici ed, effettivamente, molte volte aveva avuto quella sensazione.
C'era anche da dire che quella di Harry non era proprio un'ossessione, ma più una cosa dettata dall'istinto.

"Sempre il solito Potter."
Il corvino sorrise e poi lo guardò dolcemente.
"Beh... E' imbarazzante da dire ma... questi giorni con te sono ecco... belli."
"Belli?"
"Mi piace passare del tempo con te e... se mai tu dovessi lasciarmi ecco... credo che... non so, entrerei in crisi."

Theodore glielo aveva detto a Draco.
Harry aveva creato un qualcosa di morboso per lui in quel poco tempo assieme ed avrebbe avuto un crollo psicologico se sarebbe rimasto solo.

Era anche vero che anche Hermione gli aveva detto che una volta tornato in sé e libero, sarebbe stato lo stesso Harry a voler rimanere al manor con lui.
Avevano entrambi ragione e Draco non sapeva se esserne felice o meno.

"Non andrai via se non vorrai..." gli sussurrò, stringendolo a sé "Puoi rimanere quanto vuoi."
"Anche quando verrà spezzato il legame?"
"Anche quando si spezzerà il legame.
Sto bene con te... Harry."
Il corvino alzò il viso verso di lui e sorrise, avvicinandosi e baciandolo dolcemente.

Non si erano di certo dichiarati amore vero, ma entrambi avevano capito le intenzioni dell'altro.
Harry aveva capito che Draco teneva a lui e che tutta la storia del te ne andrai via era una finzione.
Draco, dal suo canto, aveva capito che Harry si sentiva al sicuro con lui e che sarebbe rimasto.

"Ti va di... dormire assieme questa sera?"
"Vuoi che venga qui?" domandò Draco.
"Sì.
Non voglio rimanere solo, con te so che... sono al sicuro."

Il biondo non poteva di certo dirgli che non era al sicuro ma, se dormivano assieme, gli elfi avrebbero potuto proteggerli meglio senza problemi.
Lui avrebbe potuto proteggerlo meglio se mai l'uomo col serpente l'avrebbe cercato.

"Va bene" gli sorrise "Mi sistemo e vengo qui."
Harry annuì e si sedette composto.
"Posso chiederti una cosa?"
"Certo."
"Voglio rivedere i miei amici. Ron, Hermione... vorrei rivederli."
"Posso farli venire qui."
"Da quando sei così gentile?"
Draco arricciò le labbra e si vendicò dei pizzicotti subiti prima.

"Domani ti va bene?"
"Sarebbe perfetto."
"Allora faccio mandare un gufo da Priscilla così li faccio venire a pranzo."
"Anche Ginny."
"Perché la piattola? Hai detto amici."
"Non chiamarla piattola."
"La piccola fiammiferaia?"
"Malfoy..."
"La gatta morta?"
"Malfoy!"
"Okay... okay..." mormorò quello in risposta, aprendo la porta "Inviterò anche la papera" ed uscì ridacchiando, sotto gli sbuffi dell'altro.

La lettera arrivò a casa Weasley quella sera e la faccia di Ginny a leggere le parole divenne rossa dalla rabbia.
Anche Ron si infuriò molto, solo Hermione capì il senso di quelle parole.
La gelosia dei Malfoy era a tratti tenera.

Granger, Weasley,
siete invitati domani al manor, a pranzo.
Potter ha espresso il desiderio di una vostra visita ed io non sono nessuno per negargli questo diritto.
Vi aspetto, di conseguenza, per le undici, così da permettervi di passare più tempo con lui.
Portatevi appresso anche la cosa rossa che risponde al nome di Ginevra.
Malfoy.


§§

La mattina dopo, Harry si svegliò con il sorriso sulle labbra.
Draco era tornato a letto e lui gli si era appiccicato come una cozza, scaldandosi con il calore del suo corpo e quello del piumone.

Il biondo dormiva sempre fasciato da morbide sete e, a differenza dei pigiami che ricordava di aver indossato, quel lusso se lo sarebbe sognato per decenni.

Non gli dava di certo fastidio quel che era stato, quel che gli Weasley gli avevano dato.
A quei tempi, tutto quello che la famiglia dai capelli rossi gli regalava era come oro colato per la sua vita.
Con i Dursley non aveva mai avuto nulla, nulla che potesse definirsi suo ma con Ron, Molly, Arthur... aveva avuto una vita, una famiglia, degli amici, dei fratelli, divertimento, oggetti e tant'altro.

Ma ora, con Malfoy...
Draco Malfoy gli aveva fatto conoscere qualcosa che avrebbe solo potuto sognare, qualcosa che Ginny non era mai stata.
Draco Malfoy era...

Non lo sapeva neanche lui cos'era, ma gli piaceva e non voleva rinunciarci.
Non voleva rinunciare a quel calore, quelle carezze, quell'amore...
Draco Malfoy era suo e suo per sempre.

Lo strinse forte, cullandosi da quei pensieri e gli baciò dolcemente il collo.
Il biondo si girò nel sonno verso di lui ed Harry lo vide per la prima volta.

Draco Malfoy era un semplice ragazzo biondo, dal mento affilato ed il naso appuntito, stupidamente regale ma dolcemente tenero quando non indossava la sua stupida maschera da perfettino idiota.
E poi, nella sua malfoyezza, era bello.
Bello da togliere il fiato.

Allungò una mano sul suo viso, scostandogli qualche ciocca dagli occhi e sorrise a vedere quel nasino allargarsi ad ogni respiro, la bocca arricciarsi e gli occhi strizzarsi.
Stava sognando?
Chissà cosa...

"Buongiorno signorino" sorrise Priscilla.
"Ciao Priscilla..." ripose Harry, girandosi ed accarezzandole le orecchie.
"Posso portarle la colazione?"
"Sì... grazie."
Priscilla sorrise e sparì.

Due manine bianche gli cinsero il petto e lo strinsero.
Draco si era svegliato e lo stava abbracciando dolcemente, baciandogli la nuca come se fossero una normale coppia di fidanzati.

"Buongiorno..."
"Giorno Malfoy... ti sei svegliato di buon'umore?"
"Sì... Diciamo di sì."
"Allora oggi andrà tutto bene" sorrise, girandosi e guardandolo.
"Harry... Io ..."
"Anche io."

Draco sgranò gli occhi e si scostò leggermente.
"Anche... tu?"
"Anche io... Solo mio..." rispose, accarezzandogli il viso.

Draco si alzò grattandosi la testa, fortemente imbarazzato.
"Non... Ho sbagliato?"
"Ecco..."
"Draco" mormorò, tirandolo per il pigiama "Guardami."

Il biondo si girò verso di lui.
Avrebbe voluto dirgli quel che provava, fargli sapere che quell'Anche io valeva anche per lui, che quell'Anche io si sarebbe trasformato in un Noiche quell'Anche io era stata la cosa più bella che avesse mai sentito.

"Draco..."
"Anche io" mormorò, arrossendo.
"Anche tu?" ripeté Harry.
"Sì... Anche io."

Non era un Ti amo, lo sapevano entrambi, ma era qualcosa di importante, qualcosa che avevano e che capivano solo loro e che nessun'altro avrebbe mai potuto dividere.
Anche io era la loro dichiarazione d'amore.

"E' imbarazzante" riprese a parlare il biondo.
"L'Anche io?" domandò l'altro.
"Sì... è strano, ecco..."
"Perché siamo Potter e Malfoy?"

Draco si sedette sul letto, mentre l'altro si avvicinava e lo guardava, mordendosi un po' le labbra.
"Perché siamo Potter e Malfoy... Sì... Perché siamo noi, perché abbiamo passato tante cose, perché prima ci odiavamo ed ora..."
"Andiamo a letto assieme?"

Draco si girò verso il corvino, alzando un sopracciglio.
"Voi Grifondoro siete sempre così diretti?"
Harry sorrise, sedendosi in modo corretto.
"Non pensate mai che gli altri possano avere dei sentimenti?"
"Voi Serpeverde avete sentimenti?"
"Oh, sì..." rispose il biondo, pizzicandolo "Abbiamo tantissimi sentimenti."
"Come l'odio, la voglia di rompere le scatole, la mania di supremazia e la regalità?"
"Quelli non sono sentimenti, sono qualità che ogni buon Serpeverde deve avere."

Harry sbuffò e si alzò dal letto, dirigendosi verso il bagno.
"Voi non avete sentimenti."
"Quelli che ho per te lo sono."
Il corvino si bloccò sulla porta, arrossendo.
Era la prima volta che Draco gli diceva qualcosa di diretto.

"Malfoy, sei uno stronzo" borbottò Harry, chiudendosi la porta del bagno dietro.
"Questo lo so già" ridacchiò Draco, stendendosi sul letto.
"Beh, lo sei il doppio!"
"Il triplo" lo riprese il biondo.

Priscilla entrò nella camera con la colazione e la poggiò ai piedi del letto, mentre Draco se la ridacchiava dolcemente.
La piccola elfa osservò il padrone e sorrise, muovendo le orecchie.

"Che c'è?" gli chiese il biondo.
"Non la vedevo così felice da tanto, padroncino."
Draco si sedette ed afferrò una ciambella.
"E' merito suo" mormorò, guardando la porta del bagno.
"Harry Potter le ha migliorato la vita, signore."
"Harry Potter è capace di portarti le peggiori sventure di questo mondo ma..." sorrise, mordendo la ciambella, osservando ancora la porta "E' capace anche di renderti l'esistenza magnifica, a quanto pare."  

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