Beautiful Disaster

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  Beautiful disaster
Bellissimo disastro
Cap.9


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Bello nonostante sia un disastroAmore nonostante sia un contrasto.


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Lucius se n'era andato dal manor, bastone in mano, sguardo corrugato, mormorii indecifrabili e facendo capire a Draco che la storia non era finita lì.
Il biondo lo aveva pregato di andarsene e gli aveva promesso che gli avrebbe spiegato tutto non appena possibile, ma non in quel momento.

Draco aveva lasciato Harry sul divanetto dell'ufficio, chiedendogli di resistere e di stare buono e poi aveva aiutato Priscilla a portare la riccia su una poltrona. L'elfa le aveva tastato la schiena ed aveva trovato qualche costola incrinata ma, fortunatamente, niente di grave.

"Cos'è successo?"
"Io... Non lo so..."
"Cosa vuol dire che non lo sai, Granger?" urlò il biondo, visibilmente sconfitto. Si era fatto scoprire dal padre in modo davvero vergognoso.
"Che non lo so, Malfoy!"
Draco si portò una mano alla tempia e si girò verso il corvino che si era piegato su sé stesso ad ansimare forte.
"Ha cominciato a stare male e poi... E' successo il casino."
"Dovevo occuparmi di lui durante il pranzo."
"Malfoy, non è colpa tua."
"Granger, basta, non voglio più sentirti."
"Malfoy, sei insopportabile!"
"Priscilla, se hai finito, portala a casa!" Detto questo, il biondo si avvicinò ad Harry e lo tirò in piedi, dirigendosi verso la porta.
"Dove vai?" chiese Hermione, alzandosi con l'aiuto dell'elfa.
"Ad occuparmi di lui, Granger, o vuoi che mi distrugga il manor?"

§§

"Dra-Draco..."
"Harry, mi dispiace, non dovevo lasciarti in balia di te stesso..."
"N-No..." il corvino si distanziò un poco dal ragazzo, singhiozzando e ansimando leggermente "Non... Sono un mostro, io..."
"No, Harry, no... Non lo sei, sei solo spaventato, tu..."
"Lui me lo diceva sempre, lo ricordo..."
Draco alzò un sopracciglio.
Lui chi?

"Harry, lui chi?"
"Lui, mi picchiava e... E mi faceva del male, diceva che sono un mostro..."
"Harry, dimmi chi!"
Il corvino si distanziò spingendolo via ed indietreggiò impaurito.

Draco ebbe quasi paura.
Harry era fermo, seduto sul letto, con lo sguardo perso chissà dove. Gli occhi vagavano per la stanza, completamente velati di nero e le lacrime scendevano copiose.
Stava ricordando.
Ricordando qualcosa che gli faceva male.

"Harry! Harry, torna in te!"
"No!" urlò il ragazzo, cercando di liberarsi dalla stretta del biondo "Lasciami, non ho fatto niente!"
"Harry, calmati!"
"Non voglio, non farmi male, no!"
"Harry, dannazione!" Draco non sapeva più che fare. Il ragazzo era in preda ai ricordi più oscuri e non sapeva come farlo tornare alla realtà.

Poi ad un tratto, Harry si bloccò, continuando a singhiozzare. Draco lo fissò col fiatone, sentendo qualcosa di strano accadere nell'aria.
Il corvino fissava le coperte, le mani davanti a lui come a proteggersi, le labbra incrinate dalla paura.
Sembrava pensieroso e... perso.
Perso in sé stesso.

"Harry?"
"Sono... morti tutti?"
"Come?"
"Cedric... Per colpa mia..."
Draco, all'improvviso, non ci capì più nulla.
Che c'entrava ora Cedric Diggory, morto il quarto anno?

"Harry, non è colpa tua..."
"Lui ha tentato di proteggermi... Lui è morto per me..."
"Harry, non è colpa tua, mi capisci?"
"Lui..." il corvino alzò lo sguardo, le guance rosse e gli occhi gonfi, stanchi, troppo stanchi.
"E' finita Harry."

Draco lasciò i polsi del ragazzo, sentendo i vetri sbattere.
Un altro colpo di magia? Se così fosse stato, avrebbe dovuto intervenire. Non poteva lasciare che Harry gli distruggesse tutto.

"Io li vedo..."
"Chi vedi?" chiese, avvicinando le mani alla bacchetta.
"Loro... Silente... Fred... Sirius... Ogni notte..."
Draco intese che il corvino parlava dei morti della guerra e si incupì, sentendo che li sognava.
"Andavo dalla medimaga per questo... uh..." Harry si portò le mani alle tempie e le finestre scricchiolarono più forte.
"Ok, okay..." fece Draco, avvicinandosi al corvino "Non pensarci, va bene? Ci sono io qui, guardami, Harry..."
Il corvino alzò il viso, sospirando disperso.

Draco poteva vederlo, quel buio.
Se non fosse stato lucido, ci si sarebbe perso anche lui fra quei veli neri, oscuri e confabulatori.
Vedeva Harry cercare di uscirne, combattere per trovare se stesso, ma non era abbastanza forte. Ancora scappava dai fantasmi della guerra contro Voldemort.

"Harry, calmati... E' tutto finito..."
"Mi fa male la testa..." ansimò il corvino, togliendosi gli occhiali per stropicciarsi gli occhi.
"Lo so, lo so..." Draco si avvicinò guardingo al ragazzo e lo abbracciò piano, baciandogli le guance bagnate di lacrime "Non pensarci..."
"N-no..." ansimò Harry.

Ed allora, Draco, decise di distrarlo in altro modo.
Allungò le mani sul suo petto, spingendolo sul letto, posizionandocisi sopra. Posò le labbra sul collo del corvino, lasciando scie umide di baci mentre le dita saggiavano golose il petto, la pancia e poi l'inguine. Infilò la mano sotto i pantaloni, passando attraverso i boxer e toccò la punta del membro di Harry con delicatezza. Il corvino ansimò, aggrappandosi alle braccia dell'altro, cercando di trovare le sue labbra.

"Dra-Draco... Ti prego, ti voglio..."
"No, Harry, non ancora..." sospirò il biondo, stuzzicando la punta bagnata di Harry.
Lo voleva. Eccome se lo voleva.
Si stava martoriando da solo, lo sapeva, ma farlo con lui incosciente sembrava così sbagliato... Ed ora che stava pian piano ricordando tutto, sarebbe stato il caos più totale.

Le dita di Draco si insinuarono più a fondo, mentre le labbra salirono verso le gemelle, seviziandole con la lingua. Fasciò l'erezione di Harry e la accarezzò in tutta la lunghezza, facendo gemere il ragazzo nella sua bocca, completamente avvolto da quello che era l'amplesso.

"Non mi basta..." tentò ancora Harry, gemendo "Non mi basta più... Ti prego..."
"No, Harry... Voglio che tu ti ricordi chi sono."
Il corvino si inarcò, spingendosi contro quella mano, ansimando frustrato e deluso.
"Tu sei... Draco..."
"Draco chi, Harry?"
"Drah- Draco..."
Il biondo scosse la testa e gli diede un leggero morso sulle labbra, succhiandole, spingendo il pollice sulla punta fradicia dell'altro.

"No, Harry" commentò "Non mi basta. Ricordami."
"S-Se lo faccio..."
"Se lo fai" lo interruppe il biondo "Mi concederò a te completamente."
Harry annuì e si strusciò contro il corpo del biondo, ansimando alle carezze ricevute.
Draco lo accarezzò ancora un po', facendo salire i brividi al ragazzo che venne poco dopo, ansimando dolcemente, per poi addormentarsi.

§§

Se lo stupore, la rabbia, la depressione ed il pianto isterico avessero avuto un corpo fatto di carne ed ossa... Draco ne era l'esempio vivente.
Davanti alla biblioteca.
Con Priscilla accanto che si martoriava le mani.

"Nott..." soffiò, quasi con ilarità "Nott pagherà tutto..."
"Padroncino ma..."
"Niente ma!" urlò, così sconvolto da farsi drizzare i capelli "Risistemate tutto e fate l'acconto dei danni! Vado a chiamarlo immediatamente!"
L'elfa annuì spaventata ed entrò nella non più biblioteca, aiutando gli altri elfi a dare una sistemata a tutti i libri in essa contenuti.

Draco, intanto, era volato per il manor con l'espressione più infuriata che potesse avere sul viso.
Dannazione a te, Nott ed alle tue pozioni inutili!, si disse, entrando nell'ufficio per chiamare il medimago.
Una, due, tre volte, ma niente. Il ragazzo non rispondeva alla chiamata.

Stanco e sopraffatto dai sentimenti, il biondo si sedette sulla sedia, sospirando amaramente per tutto il casino. Nott, in quel momento, non era la cosa più importante.
Suo padre.
Suo padre era il vero problema.
Decise così di scrivergli una lettera.

Padre,
posso immaginare che in questo momento tu sia infuriato.
Ma posso, davvero, spiegarti tutto.
Lunedì pomeriggio sei invitato a tornare al manor, così che io possa raccontarti tutta la storia.
Ti prego di fidarti di me.
Draco.


Rilesse la lettera ancora ed ancora.
Il tono andava bene, giusto? Si sarebbe arrabbiato di meno...
Forse doveva farlo venire il giorno dopo?
Ci pensò un po' su e fece due conti.
Zabini e la Parkinson erano venuti di venerdì. Di conseguenza, suo padre si era presentato di sabato, quel giorno. L'indomani sarebbe stato domenica ed avrebbe torchiato Nott per farlo venire al Manor in mattinata. Il pomeriggio di quello stesso giorno, poi, sarebbe venuto l'ex mangiamorte.
Lunedì era l'unica soluzione.

Chiuse la lettera, mise la ceralacca verde e richiamò Crunchy.
"Padroncino, desidera?"
"Consegna questa lettera al gufo da portare a mio padre."
"Si, padroncino, subito." Detto questo, l'elfo sparì.

Un rumore proveniente dal camino richiamò l'attenzione del ragazzo.
Nott.
"Draco, mi hai chiamato? Scusa, ero impegnato con un paziente."
"Theodore..." proferì fra i denti, avvicinandosi minaccioso.
"E' successo qualcosa? Hai l'aria sconvolta!"
"Si, è successo qualcosa! Potter mi ha distrutto la biblioteca!"
Il moretto sembrò diventare pensieroso. Si accigliò e poi sollevò le sopracciglia, come se avesse avuto un'allucinazione.
"Non vorrai accontarmela!"
"Oh, ci puoi giurare!"
Nott sembrò imprecare in silenzio, mentre la sua faccia sembrava un libro aperto per Draco. Lo stava odiando, oh, se lo odiava.

"La pozione dormiente non funziona."
"L'ho capito."
"Ed allora fai qualcosa!"
Nott sospirò pesantemente e poi sembrò muoversi, come alla ricerca di un libro che poi, effettivamente, trovò.
"Draco, purtroppo la magia di Potter è instabile. Se le sue emozioni cambiano, con esse anche la magia si risveglia."
"Sappi che non riuscirai a ripagarmi tutto il manor."
"Lo so anche io."

Silenzio.
Nott sfogliava e sbuffava.
"Potter, oggi, ha ricordato quasi tutte le morti della guerra."
"Davvero?"
"Si."
Il medimago si impensierì e chiuse il libro, lasciandolo e portandosi le mani sul mento.
"L'infuso lo sta lasciando libero. Dobbiamo controllarlo o potrebbe cadere in depressione, il suo passato non è dei migliori."
Draco annuì. Non si parlava solo dei tre anni precedenti, ma anche di quelli scolastici. La vita del corvino era stata un costante inferno.
"Domani mattina verrò al manor, cosicché potrò visitarlo e creare una nuova pozione per aiutarlo."
"Va bene."

Sospirarono assieme. Quella situazione era proprio complicata ed il fatto che Harry fosse imprevedibile e con una situazione alle spalle più difficile del dovuto...
Peggiorava.
Peggiorava tutto.

"Oggi è rimasta ferita anche la Granger."
"Come?"
"Si... In biblioteca. Forse... Dovresti andare a visitarla."
"Va bene, proverò a sentirla."
Silenzio. Draco odiava davvero tanto quei silenzi.

"Perché i primi ricordi evocati sono quelli riguardanti la morte dei suoi amici?"
Nott lo osservò e sospirò, quasi impensierito.
"La mente, di solito, sotto questa tipologia di infusi, rievoca principalmente le butte cose. E' per questo che si cerca sempre di evitare di darne troppa. Le prime cose che Potter ricorderà, saranno quelle più orribili."
Draco annuì. Questo voleva dire che avrebbe ricordato presto di lui e del suo tradimento e di tutte le stupidaggini che aveva fatto a scuola.
Non sapeva se fosse una cosa positiva o meno.

"Padroncino?" Crunchy era comparso ancora ed il biondo salutò il medimago prima di girarsi.
"Dimmi."
"Il ragazzo è sveglio e la cerca. Dice di aver fatto un brutto sogno."
Draco sospirò e si diresse verso le scale.

Harry faceva spesso brutti sogni e probabilmente l'avrebbe dovuto dire a Nott.
Immaginò che fosse dovuto all'infuso che pian piano faceva tornare la mente lucida al ragazzo. Ci pensò un po' su. Probabilmente, quella situazione, era da un certo punto vantaggiosa. Senza ricordi, Harry, era felice.
Ma senza ricordi, Harry, non era Harry.

"Harry?" Draco aprì la porta della stanza, infilandovisi alla ricerca del corvino.
Il ragazzo si alzò dalle lenzuola e si stropicciò gli occhi.
"Harry..." sussurrò, avvicinandosi a lui.
"Draco..." piagnucolò il corvino, attaccandosi alle braccia dell'altro "Ho paura... Lui sta venendo a prendermi, lui-"
"Lui chi, Harry? Lui chi?"
Il corvino tirò sul col naso e si intrufolò fra le braccia di Draco, abbracciandolo e tentando di non singhiozzare troppo.

"Harry, cosa hai sognato?"
"Lui..." pigolò.
"Chi è questo lui?"
"Io..."
"Non posso proteggerti se non mi dici chi è, Harry."
Il corvino si strinse ancora e quando Draco si sdraiò sul letto, Harry si lasciò cullare dalle carezze.

Il mondo del rampollo Malfoy era stato messo a soqquadro dal suo sesto anno scolastico. Mai era riuscito a tornare lineare e prevedibile.
Era passato dal voler dare fastidio ad Harry, a volerlo aiutare, al volerlo salvare e poi, successivamente, a volerlo tutto per sé.
Lucius gli avrebbe dato sicuramente del pazzo. E magari l'avrebbe disconosciuto.
Ed allora sarebbe diventato Draco Black. Sempre che la madre gli avrebbe concesso il suo cognome.

"Lui è di corporatura grande" cominciò, quasi spaventato dal suo stesso racconto "Ed ha gli occhi piccoli e... E mi odia."
Draco annuì, accarezzandogli dolcemente i capelli. L'infuso gli avrebbe permesso di fargli ricordare qualcosa per farlo riconoscere? Ciò che il corvino stava raccontando era poco e niente.
"Che altro ricordi?" chiese, baciandogli la nuca.
"Era sempre arrabbiato. Mi picchiava sempre e... Mi puniva in continuazione."
Draco evitò di chiedergli il metodo di punizione. Gli era bastata l'ultima volta.
"Poi?"
"Lui... Usava sempre il mio corpo per... per..." e sembrò singhiozzare.
"Harry, no dai... E' passato..."
"Lo ha fatto anche nel mio sogno, non voglio più rivedere quei momenti!"
"No, no" rispose subito il biondo, stringendolo forte come per proteggerlo "Provvederò ad aiutarti anche in questo, tranquillo..."

Harry rimase in silenzio per un bel po'.
Draco continuò ad accarezzargli la colonna vertebrale, sentendolo respirare sul suo collo ed eccitandosi senza volerlo.
Da quando il corvino gli faceva certi effetti? Perché dannazione non riusciva ad avere un rapporto completo con lui? E dire che doveva per forza farlo una volta al giorno, quindi aveva anche la scusa...
Ma se era vero che Harry ricordava prima le brutte cose, doveva assolutamente evitare di lasciarsi andare.
Il vero Harry non l'avrebbe mai accettato.

"Draco..."
"Mh?" chiese il biondo, abbassando il viso verso l'altro.
"Non lasciarmi da solo questa notte..."
"No" gli rispose subito Draco, stringendolo più del dovuto "No che non ti lascio."
"Lui potrebbe tornare e non voglio..."
"Lui non tornerà." Lo tranquillizzò il biondo.
"Lui torna sempre..."
Draco sospirò.

La notte passò tranquilla. Il biondo, dopo cena, si era sistemato e si era recato nel letto dell'altro ragazzo.
Harry si era subito attaccato a lui e poi addormentato di sasso, rimanendo tranquillo e docile fra le sue braccia.
Draco ne era esterrefatto.
Mai avrebbe pensato che Harry avrebbe dormito fra le sue braccia in quel modo.

Non dormì molto, Draco.
Ripensava alla moltitudine di emozioni che provava quand'era in compagnia di Harry.
Ogni volta che il corvino piangeva o aveva paura, Draco si sentiva il cuore stringersi.
Ogni volta che gli guardava gli occhi e li trovava assenti, Draco sentiva lo stomaco rivoltarsi.
Ma, ogni volta che Ginny si avvicinava ed Harry la respingeva, il suo cervello gioiva incontrollato.
Ma, ogni volta che Harry lo cercava costantemente, il suo animo si quietava.

Era strano come quel poco lasso di tempo l'aveva unito così tanto al corvino.
Probabilmente, gli abusi subiti da esso avevano aiutato le sue emozioni ad affezionarcisi di più.
Una cosa era certa. Nessuno glielo avrebbe portato via.
Fino a prova contraria, lui l'aveva comprato e lo aveva salvato.

Potete riportarlo a casa. Non voglio nessun riconoscimento.
Ripensò a quelle parole. Le aveva dette agli amici di Harry la prima volta che li aveva visti e, a quel tempo, ci credeva davvero.
Credeva davvero a quello che diceva.
Il suo continuo cercarlo era solo per ripagare il debito di vita che gli pendeva sulla testa.

Sospirò, girandosi dalla parte opposta, quando si accorse che stava mentendo a sé stesso.
Forse, all'inizio, l'aveva cercato per il debito di vita. Già, all'inizio.
No... si disse.
Ero interessato a lui da molto prima.
Probabilmente, fin dal primo anno.

La sua stana sintonia con Harry era cominciata proprio nel treno, quel primo, maledettissimo, anno.
Il corvino gli aveva negato l'amicizia ed aveva preferito starsene con lo Weasley e la zannuta.
Per gli anni seguenti, aveva continuato ad osservarlo, cercarlo, odiarlo, invidiarlo...
E poi era passato ad ammirarlo.
Ammirare la sua capacità di sfidare, da solo, il signore Oscuro.
Voldemort.
E batterlo.
Sconfiggerlo.

Tentò di mettersi al posto di Harry.
Avrebbe mai reagito così? Lo avrebbe mai sfidato?
Di certo, sarebbe morto di paura, sapendo che un pazzo omicida voleva farlo fuori.
Draco aveva visto gli occhi di Voldemort.
Desiderava Harry più di qualsiasi potere oscuro mai esistito.
Più di qualsiasi altra cosa.

Sei stato coraggioso, Harry... pensò, rigirandosi ed avvicinandosi al corpo del corvino addormentato.
Sei stato davvero coraggioso... continuò, fissando il volto dell'altro arricciarsi.
Era forse questa la grandezza dei Grifondoro? Il famoso coraggio? La famosa imprudenza? Il famoso altruismo?
Lui non ne sarebbe stato capace.

"No..."
Draco alzò il viso verso il ragazzo, fissandolo con interrogativo.
"N-No... Nh..."
"Harry?" lo chiamò, alzando il capo dal cuscino.
"N-No! Non è colpa mia, ti prego!"
"Harry!" urlò allora Draco, scuotendolo.
"Non voglio, non toccarmi!"
"Harry, svegliati!"
Il corvino spalancò gli occhi, alzandosi di scatto e spingendo il biondo giù dal letto, respirando pesantemente.
"Non è stata colpa mia, lo giuro!"

Draco si alzò dal terreno, tremando leggermente ed imprecando per aver abbracciato le mattonelle ed allungò una mano verso il comodino. Prese la bacchetta, tossendo e cercando di capirci qualcosa.
Non vedeva un beato ciufolo.
Allungò il braccio verso il letto e puntò la bacchetta verso il corvino, recitando un Lumos.
E fu la cosa peggiore che avesse potuto fare.
Harry non sembrava più Harry.

Quegli occhi, gli occhi di Harry, quella giada inestimabile, quella furia, quella sfida.
Non esistevano più.
Veli neri, ombre grigie, catene pesanti.
Era questo che ora vedeva in quegli occhi.

"Ha-Harry..."
Il corvino sembrò riconoscerlo dopo qualche minuto. Si avvicinò singhiozzando ed inciampando sulle coperte.
"Dra-Draco..."
Il biondino ingurgitò saliva e si avvicinò all'altro, posando la bacchetta sul comodino e sedendosi sul letto, lasciando che l'altro si acquattasse sulle sue braccia.

"Scu-Scusa..."
"No, no... non è stato niente..." gli rispose, accarezzandogli dolcemente la testa.
"Lui mi-mi voleva."
"Lui non ti avrà mai più, lo capisci? Ora sei mio, Harry, mio!"

E realizzò tutto.
Lo aveva sempre pensato ma non lo aveva mai detto.
E dirlo era tutt'altra cosa.
Dirlo equivaleva a renderlo reale.
Harry Potter era suo – per sempre.

"T-tuo...?" chiese il corvino, quasi scettico.
"Mio, Harry, mio..."
"Lui non potrà più avermi?"
Draco sospirò. Già odiava questo lui, ora ne era estremamente infuriato.
"Ma lui chi?" chiese, quasi scocciato.
"L'uomo col serpente."  

SlaveWhere stories live. Discover now