Capitolo 1.12

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Novanta minuti di gioco dominati principalmente dalla Spagna campionessa del mondo - così dicevano tutti i cronisti che commentavano la partita; l'allenamento da marines americani di Del Bosque aveva dato i suoi frutti e le Furie Rosse erano riusciti a portare a casa due gol e la vittoria.

Euforia e festeggiamenti facevano da padrone già prima di raggiungere lo spogliatoio, i giocatori erano contenti di continuare a dominare come in Sudafrica e non potevano contenere la loro gioia cantando e festeggiando per i corridoi e nello spogliatoio.

Ines, assieme all'addetta stampa della squadra, era stata coinvolta nei festeggiamenti in giro per le stanze, mentre Victoria cercava di non farsi coinvolgere troppo, seguendo i giocatori nei paraggi dello spogliatoio per raccogliere materiale per il suo articolo.

"Hai visto come si gioca?!" domandò un euforico Reina solito "loco" della nazionale.

"Una grande partita lo devo ammettere!" sorrise Victoria fingendo un inchino.

"Hai davanti i conquistadores del mundo! Mica una squadretta da quattro soldi!" si beò Cesc arrivandole vicino, con una bottiglia in mano. Sembrava davvero avessero vinto di nuovo il mondiale a distanza di due mesi, la felicità di quei ragazzi che lottavano per novanta minuti nel campo di gioco era palpabile e reale, una delle sensazioni più belle da poter descriver in un articolo.

"Era la prima volta che vedevo una partita dal vivo ed è stata...proprio bella."

"Ci hai portato fortuna!" le sorrise subito Iker.

"Modestamente ha portato fortuna il mio numero su di lei!!" intervenne Sergio, abbracciato agli amici Arbeloa e Xabi.

Victoria fece un giro su se stessa ridendo. Forse era stata trascinata dalla felicità di quei ragazzi, o forse aveva solo deciso di smettere di pensare in quel momento: mostrare la maglia che indossava non era per lei un problema.

Un applauso di levò dal corridoio. "Ti sta bene il numero 15! Però il 3 sarebbe ancora meglio!" sorrise Gerard avvicinandosi.

"Gerard sei già ubriaco?!" l'apostrofò Victoria ridendo.

Gli scherzi e le risate vennero interrotte dall'arrivo del Mister che li raggiungeva sempre finita la partita. Si avvicinò, con la solita espressione scura in volto. Victoria si scansò lasciandolo passare mentre la squadra lo seguiva dentro lo spogliatoio.

"Signorina Sanz" tuonò all'improvviso. Victoria strinse a sé il blocchetto degli appunti appena tirato fuori dalla borsa.

"Sì?"

"Venga dentro, anche questo va documentato." un leggero sorriso si allargò sulle labbra dell'uomo che d'improvviso non sembrava arrabbiato e nero come quando era arrivato alle loro spalle.

Victoria entrò nello spogliatoio e rimase accanto alla porta. Davanti a sé c'erano Sergio e Iker seduti vicini sulle panche. Sergio non le toglieva gli occhi di dosso e la cosa la faceva sentire in soggezione.

"Ramos, Casillas" esclamò Del Bosque richiamandoli. I due smisero di chiacchierare e Sergio tolse gli occhi dalla ragazza concentrandosi sul mister.

L'uomo in giacca e cravatta impeccabile come sempre, camminò avanti e indietro in silenzio.

"Come vi sembra di aver giocato?"

"Bene mister" disse Iker "non può dire che non abbiamo giocato bene."

Del Bosque smise di camminare, fermandosi di fronte al portiere. "Ho visto degli errori che neanche nelle squadre dei bambini di cinque anni!!" disse critico, smorzando l'entusiasmo del calciatore.

Trilogia con Sergio RamosWhere stories live. Discover now