Capitolo 1.17

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Dopo circa mezz'ora di preparativi, Victoria si accorse che Sergio si era alzato e stava di fronte a lei immobile ad osservare curioso.

Victoria, da perfetta cuoca quale tentava di essere, aveva alzato la piastra elettrica mettendo sul piatto dei waffles appena fatti.

L'odore dolce del caramello e dello zucchero inondò la cucina.

"Con questi ti svegli?" domandò sorridendo.

Il ragazzo si sedette al tavolo, ancora assonnato. "Caffé." seppe dire, in risposta.

Victoria sorrise - le ricordava molto Ines quando si alzava la mattina e non riusciva nemmeno a dire come si chiamasse.

Si avvicinò alla moca e gli versò il caffé in una tazza. "Poi non dire che non penso a tutto." commentò preparandogli l'intera colazione.

Sergio alzò gli occhi verso la ragazza e le posò una mano sul fianco. Annuì, sorridendogli.

"Lo prendo come un grazie."

Finito di bere il caffè, finalmente Sergio riacquistò la parola e iniziò a carburare.

"Hai la mia maglietta" sorrise.

"Oh! Ma allora non hai perso le parole!!" sorrise Victoria seduta vicino a lui.

"Impara amore, mai parlarmi prima delle.." guardò l'ora "..nove di mattino."

Victoria non gli rispose, lo guardò solamente con sguardo sorpreso. Adorava il modo in cui pronunciava quella parola, amore, le faceva vibrare il cuore.

"Prenderò appunti" riprese poi "comunque sì, ho la tua maglietta..la prima che ho trovato..come mi sta?" disse facendo una giravolta su se stessa.

Sergio la guardò, squadrandola. "Non so come tu faccia ad essere così attiva la mattina ma....ti sta benissimo. Sta meglio a te che a me."

"Oh no non è vero.." sorrise lei avvicinandosi, dandogli un bacio. "Ad ogni modo la mia iperattività è dovuta alla felicità."

Sergio allargò un sorriso luminoso. "Colpa mia?"

"Sì. E mia. Diciamo di entrambi."

"Fantastico. Quando vuoi ripartiamo." disse guardando l'ora.

"Sebbene non voglia.." disse Victoria salendo le scale per andare a preparare di nuovo la sua valigia "dammi mezz'oretta e arrivo."

Il viaggio di ritorno sembrava più lungo di quella dell'andata. Tuttavia lo stato d'animo di entrambi era diverso, o forse, non era mai cambiato. Victoria, preso posto vicino al suo ragazzo, viaggiava con la mano appoggiata al suo ginocchio e quando la macchina si fermava gli prendeva la mano guardandolo, sorridendo. Quello scambio di sorrisi e di sguardi era la cosa che amava di più del loro rapporto perché c'era sempre stato e aveva sempre avuto un significato più profondo di cento discorsi.

"Che devi fare oggi pomeriggio?" domandò ad un certo punto Sergio, scalando la marcia.

"Lavoro" sbuffò Victoria controvoglia "lavoro e lavoro. E lavoro l'ho già detto?"

"Stasera sei libera o devi lavorare?"

"Penso proprio che stasera debba continuare il mio articolo.."

"Sta venendo bene?"

"Non lo so, lo dirai quando finirà e lo leggerai nel giornale."

"Mi chiedo come parlerai di me.."

"Oh..come tutti gli altri, non montarti la testa!" lo schernì Victoria scrollando le spalle.

Sergio la guardò annuendo. "Ah è questo che sono per te, uno come gli altri.."

Trilogia con Sergio RamosDonde viven las historias. Descúbrelo ahora