Capitolo 3.28

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"Non ci posso credere!! Non ci posso credere!!" esclamava Victoria nervosa, camminando da una parte all'altra della casa.

Ines, arrivata a Madrid per qualche giorno, era seduta sul letto in camera sua e cercava di calmare l'amica furente. Di fronte a lei, tra i cuscini, le maledette carte del divorzio..... non firmate.

Sergio le aveva rimesso nella busta delle lettere le carte intonse, così come le aveva ricevute: senza firmarle.

Lo shock era così grande che Victoria aveva perso la pazienza non appena Ines aveva varco la soglia di casa sua - approfittando del fatto che i bambini fossero tutti al parco con la mamma di Victoria e quella di Ines.

"E dai calmati! Pensa al perché l'ha fatto! Non penso si sia dimenticato di firmarle!"

"Non mi interessa perché non l'ha fatto!! Io voglio quella firma!" esclamò gesticolando "Dopo tutto quello che abbiamo passato, ancora si permette di fare questi scherzi!?"

"Dopo tutto quello che tra di voi in questi mesi non se l'è sentita di firmarli. Ha voluto lasciare una finestra aperta...nella speranza che.."

"Nella speranza che niente!!" la interruppe la ragazza "Non mi interessa a che gioco vuole giocare, io sono stanca di corrergli dietro! Ti ricordo, visto che lo difendi sempre, che è lui che ha causato tutto quanto! E così ha...negato ogni speranza di divorziare e di mettere fine a tutta questa sofferenza!"

Ines corrugò la fronte. "Ma tu davvero pensi che divorziando legalmente, tu possa smettere di soffrire!? Non è che l'inizio se divorzi mia cara!" sospirò la cugina, sincera.

Victoria si arrestò. In cuor suo avvertiva un fondo di verità nelle parole dell'amica.

"Non è vero. Ormai il passato è passato. Io non torno mai indietro, lui mi ha tradito e io mi separo da lui. E' già tanto che gli permetto di vedere i miei figli dopo quello che ha fatto!" esclamò nervosa.

"Victoria, calmati che ti parte un embolo!!" esclamò Ines alzandosi e fermando la cugina dalla sua corsa frenetica per le spalle. Victoria si fermò, col fiatone, nervosa come una tigre in gabbia.

"Sai cosa faccio adesso!?!?" fece socchiudendo gli occhi.

"Oh no" disse Ines, conoscendo bene quella faccia da piano malefico.

"Oh sì" fece lei convinta, aprì l'armadio prese la giacca e la sciarpa e indossò le scarpe. "Sai dove vado ora?! A casa di Sua Maestà Faccio come mi pare e gliele faccio firmare con il sangue!!" esclamò.

Ines cercò di fermarla aggrappandosi a lei. "Victoria!! Peggiori solo le cose! Ragiona!"

Victoria si liberò rapidamente della presa, senza sentire ragioni. Aprì la porta.

"Se torna mia madre dille che sono uscita a comprare qualcosa!" e richiuse la porta dietro di sé senza diritto di replica.

Ines si abbandonò sul divano lì vicino, sbuffando. Era la fine. Un'altra catastrofe, tanto per cambiare.

La Seat Leòn nera di Victoria, inchiodò rapidamente di fronte al cancello scuro di casa di Sergio.

Nessuno poteva immaginare la rabbia e il fastidio che aveva provato per quel gesto a sorpresa che aveva fatto il marito. Arrivò brandendo i documenti in mano fino al cancello, che stranamente risultava aperto. Lo spinse, quasi buttandolo giù e arrivò di fronte alla porta di casa. Nessun effetto particolare, ben diverso dalle ultime volte in cui c'era stata. Suonò insistentemente finché non fu lo stesso Sergio ad aprire sorpreso di trovarsela lì davanti.

"Che ci fai qui?" chiese, apparentemente impassibile.

Victoria lo spinse a lato, entrando come una furia.

Trilogia con Sergio RamosWhere stories live. Discover now